Adesso c'è anche lui (Bertolucci). Sinner, ci vuole più fisico contro Ben il casinaro (Azzolini). Sinner torna in Europa per il gran finale (Nizegorodcew)

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Adesso c’è anche lui (Bertolucci). Sinner, ci vuole più fisico contro Ben il casinaro (Azzolini). Sinner torna in Europa per il gran finale (Nizegorodcew)

La rassegna stampa di mercoledì 11 ottobre 2023

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Adesso c’è anche lui (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Il tennis per fortuna non è mai uguale a se stesso e si diverte a proporre a cicli molto ravvicinati nuovi protagonisti e nuove rivalità, in barba alle previsioni più alla moda. E così, dal Masters 1000 di Shanghai arriva un messaggio chiaro a chi pensava che il futuro prossimo fosse solo nelle mani di Alcaraz, Sinner e Rune: battendo proprio Sinner negli ottavi, l’americano Shelton si è infatti riproposto tra le più piacevoli novità dell’anno, avanzando perentoriamente la candidatura a un ruolo da leader del «movimento giovanile». Il ventunenne figlio d’arte (il padre Bryan, che oggi lo allena, è stato numero 55 del mondo a inizio anni 90), oggi n.19 ma destinato a salire in fretta, sul veloce è già da corsa, come dimostrano i quarti in Australia, la semifinale agli Us Open e ancora i quarti all’appuntamento cinese, in attesa di diventare letale, per le sue caratteristiche tecniche, anche sull’erba. Colpiscono ovviamente il rendimento al servizio, spesso tirato sopra i 210 all’ora, e la penetrante incisività del dritto, fondamentali resi ancor più insidiosi dalle parabole mancine, ma nella partita contro Jannik il ragazzo della Georgia ha sorpreso per la solida tenuta difensiva contro un giocatore abituato ad aggredirti fin dal primo scambio del game. Significa che Ben sta lavorando alacremente e proficuamente per migliorare I punti deboli e che la presenza al suo fianco di un genitore che è stato buon interprete del gioco pur senza diventare un campione gli apporta conoscenze e competenze non inquinate dalla pressione di tener fede in fretta alle aspettative. Certo, Shelton in certi frangenti tende ancora ad essere “farfallone”, regalando qualche errore di troppo, e a volte si specchia nell’indubbio talento o non tiene a freno la giovanile esuberanza e una personalità già debordante, ma quando avrà sfrondato il suo gioco e il suo carattere da questi piccoli orpelli potrà indubbiamente brillare come una delle stelle più fulgide del nuovo corso. Facendo la fortuna sua e del tennis, che ha sempre bisogno di nuovi e solidi eroi, soprattutto se provengono da un paese di grandissime tradizioni come gli Stati Uniti, da troppo tempo orbo di un campione trascinante. […]

Sinner, ci vuole più fisico contro Ben il casinaro (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Ben il Casinaro è un cercatore di miracoli. Convinto fin dentro i più reconditi anfratti dell’animo suo che i prodigi siano come le ciliegie, e uno tiri l’altro. Lui li cerca, con tutta l’energia di cui è capace un ragazzo di 21 anni, e li trova anche, sebbene qualche volta certi suoi mistici rendez vous con il destino portino con sé l’irresistibile capriccio della casualità. Ma lui fa e disfa, promuovendo il caos (o nella sua forma più ridotta, il casino) come formula vincente del suo “bum bum tennis”, e per tenerlo a bada occorrerebbe essere per tre set (ma forse ne basterebbero due) il Sinner della prima frazione. Visto con l’occhio della mezz’ora di gioco iniziale, il confronto fra Sinner e Shelton potrebbe tranquillamente rientrare nella tipologia degli impegni possibili, senza rischio di inciampare sugli affannosi distinguo che il tennis agita spesso nei suoi match. Sembrava tutto estremamente lineare. Shelton è un fior di atleta, che ha grandi mezzi fisici e una preparazione sui colpi che lascia intravedere le splendide potenzialità del suo gioco, quando si sarà evoluto uscendo dal forsennato pressing che al momento appare la sua arma migliore. Ma Sinner gli è superiore e riesce a ottenere assai più dai suoi colpi, e anche dalle variazioni tattiche che si permette di applicare in corso d’opera, di quanto non riesca al giovane americano di Atlanta. Insomma, finché le forze reggono non c’è partita. Non ancora, quanto meno. Ma un problema comincia a esserci, in questa crescita di Jannik, ed è la stessa evidenziata in più di uno Slam. La sua tenuta fisica è ancora a tempo, e non sempre basta a completare l’opera. Più evidente nei tornei tre su cinque, meno nei tornei sul cemento “semi-indoor” (fra tetti che si chiudono e si riaprono) come Shanghai. Sinner veniva dalla splendida collezione di preziose perle raccolte a Pechino, e al Qizhong di Shanghai non è riuscito a evitare le piccole trappole calate qui e là da Giron (un primo set a dir poco feroce) e Baez (che lo ha costretto alla rimonta). Quello contro Ben il Casinaro era l’ottavo match di seguito, e quando l’americano si è fatto sotto per cercare di riprendere in mano la sfida che gli stava sfuggendo, […] Jannik si è reso conto che le forze non segnavano il livello massimo, e il match era ancora tutto da conquistare. Ha serrato le difese nella terza frazione, ha ricucito gli strappi causati da otto palle break a favore del neo-ventunenne di Atlanta, ma non è più riuscito a contenere Shelton nei turni di servizio, dato che l’americano era ormai entrato nel format che più gli si addice, quello delle percussioni continue, a testa bassa. Il tie break è sembrato a quel punto il logico terminale del confronto, ma Sinner non l’ha giocato al meglio. È stato coraggioso, ha recuperato la parità sull’iniziale 0-4, ma sul 5-6 ha regalato il match con un errore evitabile. Pazienza. L’occasione per una nuova finale, e un confronto con Alcaraz, c’era tutta. Ma di buono c’è che Sinner potrà godere di un’altra settimana da dedicare alla ricarica, prima dell’ultima fase, con Vienna, Parigi Bercy, le Finals a Torino infine la Davis.[…]

Sinner torna in Europa per il gran finale (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Jannik Sinner torna a casa. L’azzurro è stato sconfitto da Ben Shelton negli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai. Lo statunitense si è imposto al fotofinish, dopo un match molto divertente, col punteggio di 2-6 6-3 7-6(5). Termina così con il successo a Pechino e il quarto turno a Shanghai la prima trasferta asiatica della carriera di Sinner che rientra in Europa con un bottino importantissimo: 590 punti, il quarto pasto mondiale, la qualificazione matematica alle ATP Finals di Torino e il primo successo (al settimo tentativo) su Medvedev (senza dimenticare la quarta vittoria contra Alcaraz). Sinner è partito fortissimo, strappando il servizio in apertura all’esuberante statunitense. Concentrato, preciso tecnicamente e tatticamente, Jannik sembrava avere in mano il match. Sotto gli occhi di Carlos Alcaraz e coach Ferrero, però, Shelton ha cambiato marcia all’inizio del secondo parziale: servizio a tratti ingiocabile, potenti accelerazioni e puntuali attacchi a rete (con volée eccellenti). Nel terzo set Shelton non ha saputo concretizzare, anche grazie alla bravura di Sinner, ben 8 palle break; l’azzurro, dal canto suo, può recriminare per un rovescio sbagliato in una fase clou del parziale decisivo. Nel tiebreak Shelton è volato 4-0, ma Sinner ha reagito da campione con 5 punti consecutivi; lo statunitense ha però inserito nuovamente il “God mode” con tre punti perfetti: servizio vincente, servizio vincente, risposta vincente. Figlio di Bryan Shelton (ex n.55 ATP), Ben è entrato nel circuito maggiore in maniera impressionante a inizio 2023, iniziando l’anno con i quarti di finale agli Australian Open. E pensare che, sino a quel momento, l’enfant prodige di Atlanta non era mai uscito dagli Stati Uniti. L’impatto nel circus ATP è stato sorprendente ma, durante la stagione, ha anche vissuto momenti di appannamento e di scarsa continuità. «Se impara a giocare a tennis diventa fortissimo», aveva sentenziato mesi fa Massimiliano Pinducciu, tecnico di grande esperienza e oggi preparatore fisico di Giulio Zeppieri. Shelton è (era?) così: mancino, tennis champagne di potenza rara e pregevoli tocchi, ma anche tattica inesistente e scelte sbagliate. Oggi, in campo, Ben sa cosa fare e quando metterlo in pratica, riuscendo a mantenere mediamente alta la concentrazione nel singolo match. Lo step successivo dovrà permettergli di tenere questo livello per più settimane consecutive, ma il tennis di vertice (almeno Top 10) è pronto ad accoglierlo. […]

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