Tra i due "litiganti" Federer e Nadal, alla fine primeggia Djokovic

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Tra i due “litiganti” Federer e Nadal, alla fine primeggia Djokovic

“La costanza nei risultati lo rende inequivocabilmente il migliore dell’Era Open, ma il passato di Tilden, Laver e Sampras non va dimenticato” così l’Hall of Famer Steve Flink

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Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (Twitter @rolandgarros)
Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (Twitter @rolandgarros)
 

di Steve Flink, pubblicato il 14/10/2023 su Ubitennis.net

Alla fine del mio ultimo articolo per Ubitennis sullo US Open, ho scritto: “Si può ipotizzare che Novak Djokovic giocherà fino al 2025, aggiungerà almeno altri tre o quattro titoli slam alla sua scintillante collezione e continuerà a volare attraverso la storia su un percorso singolare. Non ci sarà mai un giocatore che si erga da solo indiscutibilmente come il più grande di tutti i tempi. Questo problema sarà sempre dibattuto appassionatamente dagli intenditori, con opinioni diverse. Ma una cosa è certa: il nome di Novak Djokovic sarà sempre al centro di questa conversazione”.

Avendo avuto un po’ di tempo nell’ultimo mese per pensare di più all’affascinante dibattito sul G.O.A.T. che coinvolge irresistibilmente sia il pubblico sportivo in generale che gli irriducibili appassionati di tennis, vorrei guardare più da vicino lo status storico di Djokovic.

Confermo quello che ho scritto circa un mese fa. Nemmeno i più eruditi studiosi di storia del tennis possono affermare in modo definitivo che un giocatore sia inconfutabilmente il più grande di tutti i tempi. Ci sono molte ragioni per cui questo è vero. Lo sport ha visto alcuni campioni smisurati andare e venire nel corso dell’ultimo secolo, e in questo arco di tempo il panorama competitivo è cambiato in modo significativo.

I grandi del passato: da Tilden a Sampras, passando per Kramer e Laver

I primi giocatori iconici destinati a lasciare un’impronta che non sarebbe stata cancellata dal tempo emersero negli anni ’20, quando il tennis assunse una nuova importanza nella società. Fu in quel decennio cruciale che Bill Tilden definì cosa significasse essere un campione. Tilden era sinonimo di tennis perché era per molti aspetti ancor più grande del gioco che ha giocato così potentemente mentre metteva in bacheca dieci titoli dello Slam. Negli anni ’30, il giocatore di punta fu J. Donald Budge, che nel 1938 fu il primo giocatore di sempre a vincere tutti e quattro gli Slam in una sola stagione, realizzando così il Grande Slam.

Altre due icone americane divennero i protagonisti dominanti degli anni 40 e 50. Jack Kramer vinse tre major nel 1946-47 e fu praticamente imbattibile con il suo “Big Game”, dominando il tennis professionistico dalla fine del 1947 al 1953.

Richard “Pancho” Gonzales è stato il principale campione professionista della seconda metà degli anni ’50 e dei primi anni ‘60. Mentre Tilden era un genio tattico e Budge ha trasformato il tennis con il suo maestoso rovescio. Kramer si è imposto con un serve-volley che è stato allo stesso tempo rivoluzionario e inarrestabile. Gonzales ha giocato essenzialmente lo stesso tipo di tennis offensivo di Kramer.

Verso la fine degli anni ’50, fu l’australiano Lew Hoad, dal talento esplosivo, a issarsi alle più alte vette. Nel 1956, fu a un match dal Grande Slam prima di perdere in quattro set la finale a Forest Hills contro il connazionale Ken Rosewall. Molti di coloro che hanno visto giocare Hoad all’apice della sua carriera sono convinti che sia stato il campione più dotato che il tennis abbia mai avuto.

Negli anni ’60, “Rocket” Rod Laver, un mancino australiano, riuscì nell’impresa di completare due Grandi Slam, conquistando il primo da dilettante nel 1962, il secondo sette anni dopo da professionista nel secondo anno di “Open Tennis”. Quando si discute su chi sia stato il giocatore più forte di sempre, il nome di Laver non può mai mancare.

Lo stesso vale per Pete Sampras, che ha concluso la sua carriera 21 anni fa con un record di 14 major, oltre a un record di sei anni consecutivi conclusi al numero 1 del mondo dal 1993 al 1998. Il giocatore americano, celebre per la sua imperturbabilità dentro e fuori dal campo, ha vinto 14 delle 18 finali slam giocate.

I Big 3 cambiano la storia

Dopo che Sampras ha concluso la sua carriera in modo così elegante aggiudicandosi l’ultima partita ufficiale nella finale degli US Open 2002 contro l’eterno rivale Andre Agassi, il trio onnipotente composto da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic ha cambiato radicalmente il panorama del tennis. La loro forza di volontà collettiva e incessante dedizione nei confronti dell’eccellenza hanno deliziato gli appassionati di sport in ogni angolo del globo, che hanno potuto ammirare e stupirsi delle incredibili imprese di Roger Federer, Rafael Nadal e Djokovic: il maestro svizzero, il gladiatore spagnolo e il mirabolante serbo.

Gli appassionati più giovani credono erroneamente che in qualche modo nessuno di coloro che hanno preceduto queste tre gigantesche figure possa essere degno dei più alti elogi storici. Troppo facilmente trascurano la statura e i risultati degli artisti di spicco del passato, anche se ciò è in parte comprensibile alla luce dell’enormità di ciò che Federer, Nadal e Djokovic hanno realizzato nella loro epoca d’oro.

Le pietre miliari di Federer comprendono un record di otto corone a Wimbledon, 20 major in tutto, 237 settimane consecutive e 310 settimane complessive al numero 1 del mondo, cinque stagioni concluse al numero 1, e, nei tornei del grande slam, ben 23 semifinali consecutive dal 2004 al 2010 e 36 quarti di finale dal 2004 al 2013. Ha vinto complessivamente 103 tornei, secondo solo a Jimmy Connors (109) nell’Era Open.

Quando Federer ha superato Sampras nei major conquistando il suo 15° titolo “Big Four” a Wimbledon nel 2009, si pensava che avrebbe conservato quel record per un bel po’ di tempo. Così non è stato. Nadal, cinque anni più giovane di Federer, ha recuperato il tempo perduto. Ha vinto 14 titoli agli Open di Francia tra il 2005 e il 2022, insieme a due corone di Wimbledon e due Australian Open, per non parlare di quattro US Open. Nadal è riuscito a concludere cinque stagioni (2008, 2010, 2013, 2017 e 2019) al numero 1.

È fuori dal circuito dalla sconfitta subita al secondo turno agli Australian Open di quest’anno e nessuno sa bene cosa aspettarsi da lui quando tornerà l’anno prossimo. Comunque sia, resta il fatto che lo spagnolo possiede all’attivo 22 titoli slam. A metà del 2022, non solo aveva superato Federer, ma aveva anche due slam di vantaggio su Djokovic. Anche se Nadal non dovesse mai più tornare a competere, la sua supremazia sulla terra battuta lo rende ineguagliabile per alcuni aspetti. Sulla terra ha conquistato altri 49 titoli oltre alle vittorie al Roland Garros. Inoltre, ha ottenuto altri 29 titoli nella sua carriera lontano dalla terra battuta, di cui 25 sul cemento. Se non bastasse, Nadal ha trascorso un record di 18 anni consecutivi (2005-2022) tra i primi dieci. Il suo curriculum è prodigioso.

Djokovic il più versatile

Eppure, nessuno ha realizzato più di Novak Djokovic. Il suo record è ancora più versatile, di ampio respiro e multidimensionale di quelli di Federer e Nadal. I numeri la dicono lunga sulla sua superiorità. Djokovic è l’unico ad aver vinto tutti e quattro gli slam almeno tre volte, impresa realizzata in virtù del suo trionfo al Roland Garros di quest’anno. Ha portato il suo sbalorditivo totale di titoli major a 24, quattro in più di Federer, due in più di Nadal. Solo una volta nella sua carriera (2010), Nadal ha portato a casa tre major in una sola stagione. Federer è riuscito nell’impresa tre volte (2004, 2006, 2007). Djokovic lo ha fatto in quattro anni diversi (2011, 2015, 2021 e 2023).

Mentre Nadal ha conquistato solo due titoli indoor nella sua carriera e non ha mai vinto le prestigiose ATP Finals di fine stagione, Djokovic si è aggiudicato in carriera 17 tornei indoor, e detiene a pari merito con Federer il record di sei vittorie alle ATP Finals. Sulla terra battuta, Djokovic non solo ha all’attivo i suoi tre titoli Open di Francia, ma anche altri 16 titoli, 11 dei quali sono Masters 1000. Tra questi spiccano in particolare i sei trionfi agli Internazionali del Foro Italico a Roma, il secondo torneo più importante sulla terra battuta dopo il Roland Garros.

Federer è stato sì un formidabile avversario per tutti sulla terra battuta, ma ha trionfato solo una volta al Roland Garros (nel 2009) e ha conquistato undici titoli su questa superficie, otto in meno di Djokovic.

C’è di più. A parte i quattro major e, probabilmente, le ATP Finals, a livello di importanza seguono i Master 1000. Il loro prestigio è cresciuto costantemente negli ultimi due decenni. Federer ne ha vinti 28, Nadal finora 36. Djokovic è il leader di tutti i tempi con 39.

Djokovic più costante di Federer negli Slam

Per quanto riguarda la costanza di risultati nei tornei del Grande Slam, il record di Djokovic supera quello di Federer. In 72 partecipazioni, Djokovic ne ha vinta uno su ogni tre giocati, per un totale di 24. È arrivato in finale 36 volte, esattamente la metà. È arrivato almeno alle semifinali in 47 occasioni. Federer si è portato a casa il titolo in 20 degli 81 slam a cui ha preso parte. È stato in finale 31 volte e almeno semifinalista in 46 occasioni. Djokovic ha dimostrato di avere numeri migliori di Federer nei tornei del Grande Slam, ed entrambi superano Nadal con un margine significativo. Nadal ha vinto quasi un terzo dei suoi major (22 titoli in 67 tornei) e il suo record negli ultimi turni (20-8) è migliore di quello di Djokovic (24-12) o Federer (20-11). Ma non è arrivato in semifinale in ben 29 occasioni, che è un numero sorprendentemente alto per un giocatore del suo rango.

A dire il vero, Nadal può essere orgoglioso del suo record di 6-3 nelle finali slam contro Federer e di un record complessivo di 24-16 contro lo svizzero. Contro Djokovic, Nadal è attualmente 29-30 in totale e 5-4 nelle finali slam. Djokovic ha vinto quattro dei suoi cinque incontri di finale con Federer nei tornei del Grande Slam e prevale su entrambi i rivali nei confronti diretti: 27-23 contro Federer, 30-29 su Nadal. Alla fine del 2010, il serbo era in svantaggio sia nei confronti con Federer (6-13) che contro Nadal (7-16). Il terreno che ha recuperato contro entrambi dal 2011 in poi è stato impressionante.

Tirando le somme, è indiscutibile che Djokovic abbia superato Federer, Nadal e tutti gli altri in questa Era straordinaria. Ha occupato la posizione di numero 1 del mondo per un record di 393 settimane al momento della stampa di questo pezzo (Federer è molto indietro al secondo posto con 310 settimane), e ha concluso da numero 1 sette stagioni, due in più di Nadal e Federer. A essere onesti, anche se è improbabile che Nadal vinca altri major, non lo si può escludere del tutto. La sua riserva di orgoglio è vasta e incommensurabile. Il suo corpo è stato martoriato per troppo tempo e l’impatto cumulativo degli infortuni è stato devastante. Ma in passato Nadal si è ripreso clamorosamente così spesso sarebbe da sciocchi darlo per finito.

LEGGI A PAGINA 2 I trionfi di Djokovic ne fanno il migliore dell’Era Open, con uno sguardo al passato e al futuro

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