Gran ballo Sinner Due settimane dopo Shelton si inchina (Crivelli). Arnaldi a caccia dell'impresa contro Rublev (Strocchi). Sinner di ghiaccio, battuto Shelton Negli ottavi di Vienna trova Sonego (Martucci).

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Gran ballo Sinner Due settimane dopo Shelton si inchina (Crivelli). Arnaldi a caccia dell’impresa contro Rublev (Strocchi). Sinner di ghiaccio, battuto Shelton Negli ottavi di Vienna trova Sonego (Martucci).

La rassegna stampa di giovedì 26 ottobre 2023

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Gran ballo Sinner Due settimane dopo Shelton si inchina ( Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il domani di una sconfitta deve chiamarsi rivincita. Quella di Sinner è dolce, dolcissima, con lo zucchero di una prestazione solida, granitica, spettacolare. Da campione consumato. Bum Bum Shelton, la stella emergente d’America in crescita impetuosa (ha guadagnato 143 posizioni in un anno, da 158 a 15) lo aveva battuto due settimane fa a Shanghai, ma a Vienna deve inchinarsi al gran ballo di Jannik, pur confermando le qualità eccelse che ne hanno fatto in fretta uno dei vessilliferi della nuova generazione di possibili fenomeni. Perfezione Il numero uno tricolore, applaudito in tribuna anche dal padre Hanspeter, vince applicando alla perfezione la regola-base di chi affronta un terribile battitore: rendere inattaccabili i propri turni di servizio per poi approfittare di un eventuale calo del bombardiere che hai di fronte. Chirurgico, Sinner: mette l’80% di prime, ne ottiene l’84% di punti e nelle quattro palle break concesse (tre nel primo set e una nel secondo) alza a dismisura il livello, infilando addirittura tre ace.

[…]

Missione compiuta, e ottavo di finale alle 17.30 di oggi contro Sonego, battuto tre volte su tre (tutte quest’anno) e con il conforto di un record immacolato nei derby azzurri: dieci su dieci. Verso Torino Soprattutto, Jannik sta difendendo con forza il numero 4 in classifica, e non si tratta solo di scrivere la storia, perché nessun italiano ha mai chiuso una stagione in quella posizione (Panatta, quarto nel giugno 1976, finì l’anno all’ottavo posto): mantenere il ranking attuale significherebbe trovare solo uno tra Djokovic, Alcaraz e Medvedev nel girone delle Finals. Anche se la filosofia di Jan non cambia: «È una bella soddisfazione, ma non gioco per la storia dell’Italia, o per la storia in generale. Gioco per me stesso, anche per i tifosi perché ti spingono, ti danno forza quando perdi. Sono fiero di condividere questo risultato con la mia famiglia, il mio team, le persone a cui voglio bene intorno a me. Essere numero 4 significa tanto per me, è un grande risultato, di cui essere felice. Ma cerco sempre di guardare avanti, non voglio fermarmi qui. Il lavoro che abbiamo fatto tutto l’anno è stato molto significativo, sono riuscito a trovare le soluzioni giuste. Finora è stata una stagione molto positiva, ma ci sono ancora grandi tornei e sono contento di poterne essere parte». Con la voce del padrone.

Arnaldi a caccia dell’impresa contro Rublev (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Un botta e risposta quotidiano lungo i 658 chilometri che separano Vienna e Basilea, sedi dei due Atp500 su cemento indoor della settimana. Botte e risposta che vede protagonisti i pretendenti ai restanti 3 pasti per le Finals di Torino dando per scontato che, dopo Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner il quinto vada a Rublev: il russo può ottenere l’avallo della matematica già oggi se nella capitale viennese dovesse superare al 2° turno l’azzurro Matteo Arnaldi. (diretta tv alle 11.45 su Sky Tennis e Supertennis). Un bel passo avanti in direzione del capoluogo piemontese lo ha compiuto Alexander Zverev, approdando ai quarti nella città del valzer con la netta affermazione sul mancino britannico Cameron Norrie: con questo risultato il tedesco, due volte Maestro (nel 2021 già a Torino) e tomato in Top 10 dopo il lungo stop per l’infortunio alla caviglia rimediato al Roland Garros 2022, consolida settima posizione nella Race, con 405 punti di margine sul nono, lo statunitense Taylor Fritz.

[…]

Ancora più vicino al norvegese (90 punti) è Taylor Fritz dopo il successo al debutto sui campi elvetici, con due tie-break sull’australiano Max Purcell. «Nella corsa a un posto per le Finals penso di essere in una buona posizione. Ho possibilità se riesco a ottenere un grande risultato qui a Basilea, o la prossima settimana Parigi-Bercy», ha spiegato lo statunitense, 27 anni fra due giorni, che dopo i quarti nello Slam di casa non ha raccolto granché nello swing asiatico. Proprio il californiano apre alle 14 il cartellone di giornata misurandosi con il qualificato Alexander Shevchenko, con l’intenzione di mettere ulteriore pressione al 20enne di Gentofte (che ha accanto Boris Becker adesso come super coach), opposto alle 18 all’argentino Sebastian Baez per tenere a bada i minacciosi inseguitori. E il botta e risposta, a colpi di racchetta, continua.

Sinner di ghiaccio, battuto Shelton Negli ottavi di Vienna trova Sonego (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Bravo, bravissimo. Soprattutto col servizio e col dritto (80,3% in campo-record), Jannik Sinner non sbaglia una scelta, è freddo e preciso nel salvare 4 palle break su 4, è addirittura glaciale e iper-reattivo nell’approfittare sul finale del calo psico-fisico dell’ultimo servizio più potente del tennis, Ben Shelton, provato anche coi suoi 21 anni dalle 11 ore con 3 rimonte al torneo di Tokyo vinto domenica, più il volo aereo di lunedì fino a Vienna, con relativo fuso da assorbire. Così il numero 4 del mondo, il profeta precocissimo che il tennis italiano sognava da sempre, riscatta il ko di Shanghai e doma nel derby fra protagonisti degli Slam futuri il mancino yankee. Che è la rivelazione dell’anno: in appena 53 match s’è catapultato al numero 15 ATP, due anni fa era fuori dai 700 e giocava nel college ed un anno fa era 150. E perde di mezza incollatura: 7-6 7-5, nel segno del grande equilibrio fra due stili contrapposti ed egualmente stimolanti: il super regolarista di nuova generazione e l’attaccante col pugno del ko, entrambe seguiti all’angolo da due ex prodi livello, Darren Cahill e Shelton senior, papà Bryan.

[…]

DETTAGLI Contro la impressionante potenza dell’avversario, le sue imprevedibili traiettorie mancine e le abili e frequenti giocate a rete, Sinner non ha dominato, ha rischiato ben tre palle break nel primo set, ma poi ha approfittato delle forzature di dritto di Shelton per confezionare un tie-break perfetto, vincendolo per 7-2. Così come ha cancellato anche la quarta palla-break sul 3-4 del secondo set, ma per la terza volta sul 4 ha messo giù un ace. “Dettagli” già Jannik, quelli che fanno la differenza sui punti importanti. Come appunto le risposte del tie-break, gli ace salva palle break, il passante di rovescio e il dritto longilinea – fra i 13 vincenti – con cui strappa finalmente la battuta a Ben sul 5-5 e sprinta per la vittoria. Oggi non prima delle 17.30 gli ottavi con Lorenzo Sonego. 

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