Attacco a Djokovic, Sinner è più vicino (Bertolucci). "Sinner ci crede: sarà n°1" (Martucci). Benvenuti a Sinnerworld (Ercoli)

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Attacco a Djokovic, Sinner è più vicino (Bertolucci). “Sinner ci crede: sarà n°1” (Martucci). Benvenuti a Sinnerworld (Ercoli)

La rassegna stampa di martedì 31 ottobre 2023

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Attacco a Djokovic, Sinner è più vicino (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Ha battuto Alcaraz quattro volte su sette, ha bissato il successo contro Daniil Medvedev confermando di aver trovato il grimaldello per scardinare il gioco del russo, sua ormai ex, bestia nera. Adesso a Jannik Sinner resta un altro grande rivale da battere, quel Novak Djokovic numero 1 al mondo e campione di 24 Slam che non e mai riuscito ad arginare. Ci era andato vicino a Wimbledon 2022, strappandogli due set, ma per ora lo strapotere del serbo non gli ha permesso di avvicinarsi oltre. Tra le Atp Finals e la Coppa Davis, il numero 1 italiano ha la possibilità di incrociare Nole in singolare (già oggi si incroceranno in doppio a Bercy) in due occasioni, e lì potrà tentare di riempire la casella mancante. La forbice tra i due si è leggermente ridotta, proveremo a fare un parallelo tra il gioco del fenomeno e il talento altoatesino, tenendo sempre ben presente che il serbo è un monumento e Jannik sta crescendo.

Il servizio è il colpo che più ha fatto soffrire Sinner. Ha dovuto modificarlo diverse volte, dalla posizione dei piedi, al lancio di palla, all’uso del gomito della frustata finale, e anche qualcosa nell’impugnatura. Con il lavoro e il sacrificio ha messo su un buon servizio, i segnali sono incoraggianti. Abbiamo visto che nei momenti delicati, nelle palle break, anche se la percentuale non è molto alta, proprio in quel momento riesce a mettere la prima. I grandissimi come Djokovic riescono quasi in automatico ad estrarre il massimo dal proprio servizio, raramente non mettono in campo la prima. Ma si tratta di un fattore sul quale incide moltissimo l’esperienza. Nella risposta al servizio, Djokovic ha insegnato a tutti come si fa. È un vero maestro, eguagliarlo è impossibile. Dopo di lui c’era Murray, e si può dire che Sinner si è avvicinato molto al livello di Murray, accorciando la distanza da Nole. Lo abbiamo visto provare parecchie volte la soluzione profonda e centrale, per non dare angolo e mettere subito in grave difficoltà il battitore, a cui non dà il tempo per organizzarsi. La distanza è ancora evidente, ma basando il proprio gioco su questo fondamentale, credo che col tempo distanza tra i due si accorcerà.

Nei due colpi da fondo campo entrambi prediligono la diagonale di rovescio. Forse è questo il colpo in cui Sinner è più vicino a Djokovic. Il dritto di Jannik è violento, ha più difficoltà rispetto al serbo ad aprire gli angoli. Quello del n°1 è più lavorato, più insidioso, gli angoli si aprono più facilmente. In merito agli altri colpi, all’inizio della carriera, Djokovic ha litigato con il dropshot ma con l’esperienza è riuscito a ottenere uri arma molto efficace […]. Da questo punto di vista fa più fatica Sinner, anche se glielo abbiamo visto eseguire in alcune occasioni con buon profitto. È una strada che dovrà percorrere, perché non sempre si può riuscire a spaccare l’avversario da dietro senza imbattersi in una percentuale di errore troppo alta […]. Sinner andava a rete soltanto per a dare la mano all’avversario, non frequentava mai quella zona, e quando si trovava da quelle parti sembrava un pulcino impaurito. A forza di provare, ha trovato una certa confidenza, lo abbiamo visto anche volleare con buoni risultati. Metterà di certo questa arma nel bagaglio tecnico.

Fisicamente, Djokovic è semplicemente mostruoso, credo che sia il top dei top tra gli atleti. Il suo corpo è elastico, resistente e veloce. Sinner è più rigido, non potrà mai avere l’elasticità di Nole. Jannik andrà visto sulla lunga distanza in match impegnativi come quelli con Medvedev e negli incontri 3 set su 5. Insieme al rovescio, l’aspetto mentale è quello nel quale è più vicino a Djokovic. Perché sta bene in campo e perché ha un autocontrollo superiore rispetto a quello del fenomeno serbo. La strada tracciata è quella giusta, godiamoci le prossime sfide.

“Sinner ci crede: sarà n°1” (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

“Sono orgoglioso di aver partecipato dall’inizio al progetto che, seguendo questa strada, dal 4 del mondo che batte i primi nei grandi tornei, porterà Jannik a vincere gli Slam […] e al numero 1 del mondo: lui si sveglia tutte le mattine per migliorarsi ed arrivare lì”.

Massimo Sartori, che ha scoperto Sinner su segnalazione dell’allievo del centro di Caldaro, Alex Vittur, e l’ha portato alla Riccardo Piatti Academy di Bordighera, è onesto e sincero: “Nessuna invidia. Sono i momenti della vita: lavoravo lì, era giusto portarlo da Riccardo, oggi ho la mia scuola a Vicenza”. Quel giorno Max ce l’ha impresso nella memoria: “Era sabato 8 novembre 2014, Jannik doveva palleggiare con Andreas (Seppi, l’altro altoatesino che Sartori ha portato al 18 del mondo con 3 titoli ATP, ndr). Poi invece ha scambiato un po’ con me sul centrale di Ortisei. Di rovescio giocava già bene, di dritto non ancora, serviva coi piedi uniti alla Monfils, aveva i capelli molto lunghi, mi colpì perché era sempre in equilibrio, non sbagliava mai i tempi, era sempre fluido. Prima di Natale, palleggiò con Seppi a Bolzano e sul rovescio teneva lo scambio. Così, quando tornammo dall’Australia, incontrai i genitori”.

Mamma Siglinde e papà Hanspeter gestiscono il rifugio Fondovalle in Val Fiscalina, dove il capofamiglia è cuoco. “Ci parlai per circa tre ore a Brunico e gli chiesi di allenarlo a tempo pieno a Bordighera” – racconta Sartori. “Mi fecero la stessa domanda dei genitori di Andreas: ‘perché?’. Risposi che non avrei fatto bene il mio mestiere se non avessi cercato di allenare un soggetto con quelle potenzialità. Il padre mi spiegò di essere stato fortunato perché i due figli erano contenti di quello che facevano e che questo rendeva felici anche loro. Mi spiegò che Jannik era stato libero, ma gli stavano dietro lasciandogli i suoi spazi. E così era diventato più forte” […].

All’epoca, papà Hanspeter si congedò dicendo: “sarà Jannik a decidere”. E lui a 13 anni lasciò definitivamente lo sci dove pure eccelleva e si trasferì dalla Val Pusteria in Liguria. “È sempre stato felice di quel che faceva, che fosse surf, bici o monopattino, ha sempre vissuto bene i suoi momenti. È il miglior allievo di sempre: mette in pratica l’esercizio e poi semmai ne discute, ma non ha dubbi nel fare qualcosa che aiuti il miglioramento”.

Sartori, vicentino, ha la mamma altoatesina: “Questo mi ha aiutato a capire subito Seppi, la Knapp e Sinner. È brava gente che lavora, gente corretta, diretta: se è A è A, se è B è B. Così non mi meravigliava Jannik che dava anche una mano ai genitori al rifugio: gli hanno insegnato come si lavora, al meglio che puoi, sempre […]. Era nato per spaccare la palla, per tenere un ritmo che gli altri non potevano tenere”. Nemmeno l’inatteso sorpasso di Jannik sugli altri giovani fenomeni stupisce il suo scopritore: “L’unico con la stessa idea del lavoro è Alcaraz che, preso da piccolo da Martinez e Ferrero, non deraglia dalla via tracciata anche se ci sono dei contrattempi. Rune sta sbarellando, non è sereno, e anche Shelton mi sembra come lui” […].

Benvenuti a Sinnerworld (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Sinner ad un passo dal milione… di follower. Sempre più vincente, sempre più amato e perché no anche più ricco. L’altoatesino sta vivendo un 2023 da stella che lo ha proiettato alla conquista di quattro titoli, compreso il primo Masters 1000 a Toronto, e alla quarta piazza mondiale a ridosso dei giganti Djokovic, Alcaraz e Medvedev. Il fenomeno Sinner da tempo non è più una cosa nostrana, ma dal Nordamerica all’Asia ha conquistato il cuore degli appassionati che già lo contrappongono ad Alcaraz e Rune sognando la triade del futuro. Prize money, sponsorizzazioni e numeri sui social sono tutti indicatori fedeli dell’esponenziale crescita avvenuta in campo. Nella stagione in corso, solo dai tornei, Jannik ha guadagnato più di 5 milioni e mezzo di euro in premi, quasi la metà dei 12.253.916 complessivi. Sui social il rush finale composto da Parigi-Bercy, Nitto ATP Finals e Coppa Davis garantisce la rottura del milione di follower su lnstagram, dove Jannik staziona a quota 987.000 a fronte di solo 90 account seguiti. Nonostante una grande esposizione e un ricco parco sponsor, l’altoatesino è riuscito a concedersi con moderazione ai riflettori, proteggendo così la sua vita privata della quale si sa poco o nulla, se non l’assoluta dedizione al tennis.

Gli accordi commerciali sfociano in più ambiti. Si parte da quelli legati al campo: Nike per l’abbigliamento e Head per le racchette. Si susseguono brand che spaziano dall’automotive al lusso, passando per il mondo del food e della telefonia. Tra le varie iniziative che hanno diffuso il “marchio Sinner”, c’è chi ha puntato sul mondo dei più piccoli con una collezione scuola dedicata al tennista. E chi, oltre a vestirlo fuori dal campo, lo ha dotato dell’elegante borsone che a Wimbledon ha creato scalpore ottenendo l’autorizzazione per la rottura del dress code “bianco totale”. Diversa la manovra di una nota azienda italiana del caffè che ha puntaro sui “Carota Boys”, il gruppo di sostenitori che dagli Internazionali BNL d’Italia ha iniziato a seguire da vicino il giocatore. La partnership ha permesso al gruppo di conoscere Sinner e di viaggiare nei tornei del Grande Siam, rendendo più interattivo e riconoscibile il tifo per l’azzurro.

Il focus resta però il tennis, lo dimostrano i risultati e determinate scelte che lo stesso atleta ha sottolineato negli ultimi mesi: “Non sono molto d’accordo con chi ha parlato di me come un’azienda che punta solo a fare soldi: ho saltato diversi tornei per allenanni e non ho mai partecipato ad alcuna esibizione”. Fondamentale il punto sulla rinuncia ad alcuni eventi di livello ATP 250, che per i big rappresentano una grande fonte di guadagno con gli accordi sui premi-partecipazione, che ancora prima di giocare garantiscono ricavi maggiori a quelli del futuro vincitore. La crescita del giocatore e il riposo sono dunque davanti agli introiti e non solo, sono infatti note le polemiche di settembre per il forfait alla Coppa Davis nella settimana successiva alla conclusione della US Open. Temi di dibattito che hanno aperto a critiche, come accadde nel 2021 in seguito alla rinuncia all’Olimpiade di Tokyo. Al netto degli attacchi ricevuti, questo approccio finora ha sempre dato ragione all’altoatesino e al suo team: quello di Piatti in prima istanza, quello di Vagnozzi e Cahill nel presente […]. Da record i numeri della finale con Medvedev, valsi a Supertennis lo share del 3,88% con un ascolto medio di 476.800 spettatori, il secondo match più visto nella storia del canale dopo la finale di Pechino dello scorso settembre, sempre giocata con il russo. Usciti anche i primi rumors su Sanremo 2024: “Mi piacerebbe ospitarlo da noi, a meno che non mi anticipi Amadeus”, la frase sospetta di Fiorello.

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