Bercy, finale Djokovic-Dimitrov (Crivelli, Bertellino). Super Nole guida gli otto Maestri (Ercoli). Ancora Djokovic favorito a Torino. Ma questo Jannik... (Bertolucci)

Rassegna stampa

Bercy, finale Djokovic-Dimitrov (Crivelli, Bertellino). Super Nole guida gli otto Maestri (Ercoli). Ancora Djokovic favorito a Torino. Ma questo Jannik… (Bertolucci)

La rassegna stampa di domenica 5 novembre 2023

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L’urlo di Djokovic, Rublev si arrende (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il tempo è un’entità astratta per gli dei. In tre giorni di fatiche parigine contro Griekspoor, Rune e Rublev, Ercole Djokovic è rimasto in campo 8 ore e 34 minuti, ma alla fine l’ultimo respiro, come al solito, l’hanno esalato gli avversari. Il Djoker maratoneta, che in settimana ha pure sofferto di un fastidioso virus intestinale, prima di martedì non aveva più giocato dal 10 settembre, giorno del trionfo agli Us Open, ed evidentemente i suoi muscoli d’acciaio non sono stati intaccati dalla ruggine. Come sempre, nelle corse sulla lunga distanza, contano gli ultimi metri: nella semifinale contro Rublev, che da qualche settimana sta comunque offrendo la miglior versione di se stesso, Nole parte con il freno, è svogliato, poco aggressivo, tira corto e si aggrappa al servizio per togliersi d’impiccio contro un avversario che incredibilmente e più produttivo di lui da fondo campo. Eppure, quando il clima si surriscalda nei momenti decisivi della sfida – tie-break del secondo set, ultimi tre game del terzo – è la diabolica freddezza di Djokovic, la sua feroce avversione per la sconfitta, a scavare il solco che respinge per la quinta volta su sei nei confronti diretti il tenace Andrey e regala al numero uno del mondo la nona finale a Parigi (fin qui, sei successi) e la possibilità di salire a 40 trionfi nei Masters 1000: «Rublev a lungo mi ha soffocato come il serpente con la rana, ha giocato a un livello incredibile. Io sono un po’ debilitato in questi giorni, ma in qualche modo sono riuscito a trovare la forza, a trovare energia sotto la scarica dell’adrenalina di giocare una partita. Il segreto è stato di non arrendermi, di lottare e credere di poter tornare sotto, cosa che è successa di nuovo e spero possa accadere anche in finale». Dove troverà, a sorpresa ma non troppo, il redivivo Dimitrov. Grigor, il giocatore più in forma del momento, non vince un torneo da sei anni, dall’inatteso ma meritato trionfo alle Finals del 2017. I precedenti, 11-1 Nole, sono impietosi con il bulgaro, che a 32 anni tuttavia ha imparato a convivere con i rimpianti: «Non devo più rendere conto di niente a nessuno, penso solo a divertirmi in campo. Questi risultati sono frutto dell’esperienza, della serenità e del lavoro fatto negli ultimi mesi. La finale arriva al momento giusto».

Occhio Nole, il magico Dimitrov è tornato (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Torino e le Nitto ATP Finals 2023 hanno i loro otto maestri che si sfideranno per il titolo da domenica prossima al 19 novembre al PalaAlpitour. Gli ultimi due giocatori a qualificarsi il tedesco Alexander Zverev, che nella stessa sede ha già vinto (2021) e Holger Rune, lo scorso anno prima riserva. Le insidie sarebbero potute arrivare ai due da Alex De Minaur ma l’australiano ha perso nei quarti a Parigi Bercy, per mano del russo Rublev (già qualificato), e con la sconfitta ha visto sfumare anche le residue possibilità di essere della grande sfida. Quattro dei promossi hanno già vinto l’ambito trofeo. Oltre a Zverev (a segno anche nel 2018), l’immarcescibile Novak Djokovic, campione uscente, il greco Tsitsipas (2019) e il russo Medvedev, campione nel 2020. Ma chi insegue la prima volta è di pari livello, pensando a Sinner e Alcaraz. Giovedì il sorteggio dei due gruppi. Spettacolo anche ieri a Parigi nelle semifinali dell’ultimo Masters 1000 di stagione. La prima ha visto l’ennesima grande prestazione del 32enne bulgaro Grigor Dimitrov che in 2 ore e 30′ ha stoppato le velleità di Stefanos Tsitsipas. Il match è salito di tono e ha offerto il meglio nel terzo e decisivo set. Dimitrov ha meritatamente superato l’avversario, contro il quale aveva perso in sei occasioni su sette. Esemplare il tie-break finale dell’asso bulgaro, salito sul 5-0 e capace di infilare tre passanti da cineteca, due di rovescio e un’autentica magia in corsa di diritto con traiettoria della palla a rientrare. Dimitrov giocherà la seconda finale 1000 in carriera dopo quella vinta a Cincinnati nel 2017. «Nel corso del match ho fatto molte cose buone e alla fine ho aspettato il tie-break per dare il meglio». Oggi alle 15 troverà per la dodicesima volta in carriera (1-11 il bilancio dei precedenti) il primo della classe, Novak Djokovic, cresciuto nel corso della semifinale durata tre ore contro un ottimo Rublev. Ma il serbo ha ribadito grandezza, cuore e varietà di schemi. Primo set vinto da Andrey Rublev, bravo ad approfittare delle indecisioni iniziali dell’avversario, spesso in difficoltà anche con il proverbiale rovescio bimane. La resa del serbo nella prima frazione è arrivata dopo 59′ con un tentativo di palla corta non riuscito. Secondo set sul filo dell’equilibrio, vinto al tie break da Nole. Livello ancora più alto in quello decisivo. Un doppio fallo del russo ha regalato la finale a Djokovic. Sarà la sua nona sfida per il trofeo a Parigi Bercy. […]

Super Nole guida gli otto Maestri (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Adesso è ufficiale, Torino ha scoperto i nomi degli otto maestri che si daranno battaglia alle Nitto ATP Finals. La terza edizione italiana del Masters vedrà ai nastri di partenza un cast di prim’ordine: Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Sinner, Rublev, Tsitsipas, Zverev e Rune. Detiene il titolo Djokovic che andrà a caccia del settimo successo per scavalcare Federer nella classifica all time. Hanno già scritto il loro nome nell’albo d’oro anche Zverev (2018 e 2022), Tsitsipas (2019) e Medvedev (2020). Sognano una dolce prima volta i tre uomini del futuro: Alcaraz, Sinner e Rune. L’altoatesino si qualifica a pieno titolo dopo aver assaporato la competizione nel 2021 come sostituto di Berrettini: quest’anno si giocherà tutte le sue chance nel round robin. Lo spagnolo, già salito alla ribalta come numero 1 del mondo, aveva ottenuto la qualificazione nel 2022, prima che un infortunio agli addominali lo costringesse a rinunciare. […] DJOKOVIC Dal 2008 al 2022 è una storia d’amore lunga 14 anni quella tra Nole e le Nitto ATP Finals. Campione a 21 anni dell’ultima edizione del Masters a Shanghai, il serbo si è poi consacrato a Londra dove tra il 2012 ed il 2015 ha collezionato 4 titoli consecutivi. Vincitore di Australian Open, Roland Garros e US Open, Nole nel 2023 ha toccato quota 24 Slam e si è fermato di nuovo a un match dal Grande Slam: la finale persa a Wimbledon con Alcaraz. E oggi lo aspetta la finale a Parigi Bercy. ALCARAZ Dopo due anni da assoluto protagonista fa strano dirlo, ma per Carlos Alcaraz c’è una nuova prima volta. Nel 2022 un problema agli addominali gli ha negato Finals e Coppa Davis, adesso è pronto per una chiusura in bellezza. Vincitore di Wimbledon e dei Masters 1000 di Madrid e Indian Wells, Alcaraz in stagione ha toccato di nuovo la vetta del ranking. Nel suo avvicinamento a Torino sono un campanello d’allarme le prestazioni asiatiche e la sconfitta nell’esordio a Bercy. MEDVEDEV Nove finali e cinque titoli, il moscovita è ormai campione di continuità ai vertici del circuito. Nella prima parte di stagione ha fatto incetta di trofei in quelli che sono i “suoi tornei’: Rotterdam, Doha, Dubai e Miami. Il culmine è stato il successo agli Internazionali BNL d’Italia, sulla superficie a lui più ostica. Nella seconda parte di 2023 non sono mancate le finali, anche se è amara la sconfitta in tre set contro Djokovic nel march per titolo allo US Open. SINNER Una vittoria su Hurkacz e tre set da montagne russe contro Medvedev, questi sono i ricordi delle prime Finals dell’altoatesino. A due anni dall’esordio Jannik torna al Pala Alptour con ambizioni di vittoria, legittimate dai trionfi di Pechino e Vienna. Sotto la guida del duo Vagnozzi/Cahill il ventaglio di soluzioni si è ampliato, cosa che in ottica futura vale più dei quattro titoli stagionali. RUBLEV Andrey è l’ottavo incomodo tra i quattro che hanno già vinto e i tre che hanno ambizioni da big del tennis mondiale. La realtà ci mette davanti alla migliore stagione del russo, quella del titolo a Montecarlo, primo Masters 1000 della sua carriera. TSITSIPAS Il greco arranca, a volte lascia perplessi ma alla fine è sempre lì. Quinta qualificazione consecutiva per il tennista di Atene, nel 2019 capace di vincere il torneo dei maestri all’esordio assoluto. Nel 2023 un solo titolo vinto nell’ATP 250 di Los Cabos. ZVEREV Il trionfo del 2021 nella prima edizione a Torino è stato il suo apice tennistico, maturo per l’assalto alla vetta mondiale, almeno prima dell’infortunio al Roland Garros. Rientrato dopo il grave stop alla caviglia ci è voluto un po’ ma nella seconda parte di stagione Sascha è tornato con i titoli di Amburgo e Chengdu uniti al quarto di finale degli US Open. RUNE Un anno fa lo scintillante trionfo di Parigi Bercy lo ha lanciato tra i big. A un anno di distanza le aspettative sul danese non sono scemate, ma sono emersi i limiti di un tennista potente quanto discontinuo.[…]

Ancora Djokovic favorito a Torino. Ma questo Jannik… (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Adesso che conosciamo gli otto giocatori che si disputeranno la coppa alle Nitto Atp Finals di Torino, possiamo tranquillamente affermare che stavolta si sono davvero qualificati i migliori della stagione. Forse, per la qualità di gioco espressa nell’ultimo mese, anche Dimitrov avrebbe meritato un posto tra i Maestri, ma non c’è dubbio che da Djokovic, il numero uno della Race, a Rune, il numero 8, Torino avrà la fortuna di ammirare i campioni che più di tutti gli altri hanno illuminato quest’annata che sta producendogli ultimi fuochi. In particolare, a differenza di molte edizioni del passato, in questa occasione tutti coloro che hanno strappato il biglietto per il Masters ci arrivano senza acciacchi fisici (ad eccezione forse di Alcaraz) e quindi con una condizione atletica e mentale ideali per offrire uno spettacolo di primissimo livello. Scendendo nei dettagli tecnici, è indubbio che Djokovic rivesta una volta di più il ruolo di favorito per quello che sarebbe il suo settimo trionfo alle Finals, un record che gli permetterebbe di superare Federer. Il cammino di questi giorni a Parigi Bercy ha esaltato una volta di più le qualità di guerriero del serbo, che pur alle prese con problemi allo stomaco e senza la voglia feroce dei giorni migliori riesce comunque a volgere a suo favore tutte le situazioni più delicate. La sensazione è che Nole abbia tarato perfettamente la preparazione verso le Finals e poi la Coppa Davis, e dunque sia destinato a crescere ancora. II primo avversario nella corsa al titolo avrebbe dovuto essere Alcaraz, ma sinceramente lo spagnolo dopo il successo a Wimbledon ha offerto una versione decisamente sbiadita di se stesso e, in più, in questo periodo si porta dietro una fastidiosa fascite plantare che non può guarire in un batter d’occhio […] C’è Medvedev ovviamente: giocatore solido, tignoso, abituato ai grandi palcoscenici e che difficilmente si batte da solo. […] A questo punto, alla luce della condizione messa in mostra nell’ultimo mese. Sinner deve probabilmente essere considerato la vera alternativa a Djokovic per il successo a Torino, aiutato anche dalla testa di serie numero 4 che gli consente di evitare almeno due tra Nole, Alcaraz e Medvedev. Jannik, tuttavia, si presenterà a Torino con una pressione mai sostenuta prima: si ritrova con pari dignità al cospetto di campioni conclamati, con tutto ciò che comporta per le sue emozioni, e il pubblico lo caricherà di aspettative enormi. Una bella prova di maturità.

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