Pietrangeli a Malaga elogia Sinner: "È gagliardo, e anche quando sbaglia sorride sempre"

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Pietrangeli a Malaga elogia Sinner: “È gagliardo, e anche quando sbaglia sorride sempre”

Parole a ruota libera di Nicola Pietrangeli, l’ambasciatore del tennis italiano, prima della Finale di Coppa Davis con l’Australia

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Nicola Pietrangeli – Coppa Davis 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Alla Finale di Coppa Davis 2023 tra Italia e Australia c’è anche Nicola Pietrangeli, il giocatore che detiene tutti i record di partecipazione relativi a questa manifestazione e che era il capitano dell’Italia ai tempi dell’unica vittoria azzurra nella manifestazione, nel 1976 a Santiago del Cile.

Quando gli si chiede dei ricordi di quella travagliata vittoria (per motivi politici c’era chi non voleva andare a giocare nel Cile del dittatore Pinochet), Pietrangeli si ricorda tutto, specialmente di come dovettero partire in incognito e di come tornarono quasi nell’indifferenza generale: “Noi partimmo e tornammo scortati dai carabinieri. A casa ho una foto grande del nostro arrivo a Roma con la Coppa, quando la mostro dico che per me quella è la più grande vergogna italiana.

Quando si è vinto è come se mi avessero sollevato 50000 tonnellate dalla schiena. Ero sicuro che avremmo vinto, perché eravamo più forti. Io avevo fatto un percorso alternativo per tornare a casa, perché se perdevo non ci arrivavo a casa. Mi ricordo perfettamente il momento in cui alzai la Coppa a Santiago, e devo dire che fummo accolti molto bene dai cileni che ci fecero fare “la vuelta”, il giro del campo, che di solito veniva riservato solo a loro, durante la quale venimmo applauditi.

Ma quella vittoria ottenuta nel mezzo degli anni di piombo sembra ormai lontana anni luce da quella che l’Italia di Sinner cercherà a Malaga. Perché ormai questa nazionale è quella di Sinner: “Sinner è gagliardo – dice Pietrangeli, cercando un aggettivo per qualificare l’altoatesino – e anche quando sbaglia sorride. Non sembra mai in difficoltà. Per cui è un esempio per tutti gli altri. Dall’anno prossimo, o da quello dopo, darà un 15 di vantaggio a tutti”.

Ma se sarà il giocatore italiano più forte di tutti i tempi lo si scoprirà alla fine della carriera. Ha 22 anni, ha appena cominciato, quando si arriverà alla fine farete i conti e vedrete. Io purtroppo non ci sarò più. Dei record che ho fatto, solo uno è stato battuto, quello della finale di Wimbledon che è stata raggiunta da Berrettini. Quindi se dopo 61 anni hanno battuto solo uno dei miei record, vuol dire che non erano così facili da battere.”

Non vedo paragoni tra Sinner e i campioni del passato, nessuno tirava così forte, ma ognuno è stato campione dell’epoca sua, impossibile dire chi sia più forte, così come tra me e Panatta, con il quale ci sono 17 anni di differenza. Vuol dire che ci sono in mezzo due generazioni di sportivi”.

Questo grande momento del tennis italiano secondo Pietrangeli ha un solo grande padre: il presidente federale Angelo Binaghi, che lui simpaticamente chiama “il mio capo”

Binaghi è uno straordinario dirigente, e un grande dirigente che conduce la sua azienda non può essere simpatico a tutti. Ha cambiato tutto: ricordiamoci che il torneo di Roma perdeva 5 milioni di euro l’anno, oggi è arrivato “quasi” a un Grande Slam, sicuramente il quinto torneo del mondo, grazie sicuramente a tanti suoi validi collaboratori, ma molto anche grazie a lui.

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