“Credevo di avere tutto sotto controllo...”: Iga Swiatek fatica a spiegarsi la sconfitta con Noskova

Australian Open

“Credevo di avere tutto sotto controllo…”: Iga Swiatek fatica a spiegarsi la sconfitta con Noskova

Battuta al terzo turno dell’Australian Open 2024 da Linda Noskova, 3-6 6-3 6-4, la polacca cerca di reagire: “Voglio tornare subito al lavoro”

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Iga Swiatek - Australian Open 2024 (foto Twitter @rolandgarros)
 

Irriconoscibile nella sua odierna versione la numero 1 del mondo Iga Swiatek, sottotono e privata della migliore lucidità. Ad approfittarne è la ceca Linda Noskova, che seppur non esprimendo il migliore dei propri match, porta a casa un risultato d’attenzione e tattica. La diciannovenne è stata brava a mantenere alto il rendimento al servizio, non concedendo più del dovuto alla propria battuta. Sprecona la polacca sulle chance avute, con insufficiente lettura tattica contro un’avversaria in grande difficoltà sugli spostamenti laterali: “Fisicamente mi sento bene, mentalmente anche. Cercavo solo di mettere in campo il mio gioco”, sono le parole di Swiatek in conferenza stampa. Ma anche nella precedente sfida con Collins, Iga aveva faticato non poco, costringendosi alla vittoria in 3 set fin troppo serrati. Fin dal principio, un torneo in cui la fatica è stata troppa, serve analizzare le proprie performance, che, come già detto, hanno peccato di intuizione ed intelligenza tattica: “È stato difficile leggere il suo servizio, direi che sotto alcuni punti di vista rispecchia lo stile di Sabalenka e Rybakina, per piazzamento e velocità”, ha detto Swiatek.

La diciannovenne ceca ha mantenuto un rendimento del 63% sulla prima di servizio, concretizzando 45 prime su 63. “Ma direi che durante tutto il torneo non ho risposto come al solito, soprattutto sulla seconda. So di aver fatto tutto il possibile, potevo fare di meglio, ma ho dato tutto”. Swiatek, sulle 7 palle break avute, è riuscita a vincerne solamente 2, con un rendimento in risposta insufficiente per il suo abituale livello: 29% dei punti vinti rispondendo alla prima, 54% sulla seconda. “Quest’anno sento di voler tornare subito al lavoro, so che avrò molte occasioni durante la stagione per dimostrare il mio livello. L’anno scorso mi sono sentita come sopraffatta dalla pressione di essere la numero 1 al mondo, mi ha tolto equilibrio. Quest’anno è diverso”. A inizio stagione scorsa, Swiatek a Melbourne perse per doppio 6-4 con Rybakina al quarto turno, riprendendosi immediatamente dopo nel torneo di Doha in Qatar, conquistando il titolo. Che la sconfitta di quest’anno lasci presagire un futuro simile? Sicuramente, ad Iga, la determinazione non manca. Ora come ora, conta riprendersi dalla delusione: “Non capisco perché abbiate bisogno di capire come mi senta, se frustrata o delusa – dice rispondendo ad una domanda sul suo stato d’animo – a volte non lo capisco neanche io. Come detto, non avevo grandi aspettative. Ho cercato di giocare al meglio possibile, oggi sentivo di non star esprimendo il mio miglior livello, nei turni precedenti non hanno funzionato molte cose. Oggi mi sentivo anche leggermente meglio. Ho fatto più attenzione alle cose che volevo migliorare rispetto alle scorse partite”.

La polacca aveva vinto il primo turno del torneo col punteggio di 7-6(2) 6-2 su Sofia Kenin. “Devo analizzare e capire cosa ho sbagliato. A volte sentivo di star sbagliando anche durante lo scambio, ma ormai era troppo tardi per cambiare, il punto lo avevo già perso”. È proprio la paura di sbagliare, che è stata evidente nella sua partita. In costante tensione, non è mai riuscita a liberare il braccio, a lasciarsi andare, tecnicamente e soprattutto tatticamente. Prima di liberare il braccio, va liberata la mente, che in Iga Swiatek si è spesso dimostrata troppo confusa. “Non so come mi sento, ho perso, ma avrò altri tornei. Proprio come feci l’anno scorso. Ora devo reimpostare e concentrarmi solamente sui futuri impegni”. Lo stress, la paura, la confusione, la mancanza di intuizione. Ancora i fattori che hanno determinato l’inaspettata sconfitta: “è tutto il torneo che l’intuizione tattica mi manca, ero più stressata rispetto ad altri tornei, soprattutto nei primi due turni. Semplicemente alcune cose non hanno funzionato. Nel pre season ho lavorato molto bene, poi sono arrivata qui e le cose hanno smesso di andare come prima. A volte mi sentivo semplicemente più lenta nei riflessi. Mi concentravo troppo sul migliorare alcuni aspetti, giocando in modo innaturale, mi ha portata a pensare troppo”.

Vincitrice del primo set, Iga è rimasta in partita fino alla fine, seppur con evidenti limiti. È bastato un decisivo calo di concentrazione a fine terzo set, a stabilire la vincitrice. Al servizio per il match, il timore ha invaso anche Noskova, permettendo alla campionessa polacca di portarsi sullo 0-30. Ma ancora una volta, la troppa confusione nella paura dell’errore, porta Iga a commettere due enormi gratuiti a rimbalzo, che danno ossigeno all’avversaria:sentivo di avere tutto sotto controllo, ma lei penso fosse senza pressione. Credo sapesse di non avere nulla da perdere. Probabilmente avrei dovuto concretizzare le palle break precedenti, andare “all-in”, ma volevo essere una versione solida di me stessa. Se non sbaglio, ho servito una sola prima durante il game del break, ed è ciò che probabilmente le ha permesso di spingere su ogni palla. Eppure, ricordo anche di aver prestato la solita attenzione ad ogni dettaglio di ogni mio servizio. Non so perché non siano entrati, ho bisogno di riguardare ed analizzare. Ha solamente sfruttato le occasioni in risposta, e poi tenuto il servizio. Questo è tutto”. Un po’ limitante, forse, come descrizione della partita. Ma Iga non sembra farsi troppi problemi nell’assumersi le proprie responsabilità, conscia dei propri errori e delle proprie potenzialità. È la numero 1 del mondo, la stagione è appena iniziata. Come lei stessa ha detto, il tempo per dimostrare il proprio gioco, c’è. Serve solamente riprendersi, riposare, mettere a posto la confusione mentale e tornare a giocare per vincere dal torneo successivo. Questo è il bello del tennis, c’è sempre la settimana dopo.

Roman Bongiorno

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