Australian Open: Jasmine Paolini può far tanta strada quanto Jannik Sinner. Se va in semifinale ora è solo mezza sorpresa

Editoriali del Direttore

Australian Open: Jasmine Paolini può far tanta strada quanto Jannik Sinner. Se va in semifinale ora è solo mezza sorpresa

Kaliniskaya, Zheng e Dodin sono battibili, come Kachanov, Rublev e de Minaur. Alle 6 del mattino Sinner misura i suoi progressi per dover giocare un po’ anche contronatura. Fra le donne solo 3 top-ten superstiti. Poi Zheng, Azarenka, Svitolina e Paolini

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Che meraviglia il sorriso di Jasmine Paolini. Valeva la pena stare in piedi dalle una alle sei per vederlo su Discovery Plus. Davvero bellissimo quel sorriso, quei salti di gioia. Stupendo. Davvero un Happy Slam questo per lei. Del resto, quello l’avevo anche già visto. È una ragazza così solare, così simpatica. E sono contentissimo per lei e per Renzo Furlan, una persona seria, di quelle che ce ne sono poche nel mondo del tennis anche fra i coach. Lei ha guadagnato, fin qui perché non è finita, 230 mila euro con i primi ottavi della sua vita in uno Slam, sicuramente qualcosa finirà anche nelle tasche di Renzo che se li merita perché non sarebbero stati tanti ad avere il coraggio di dedicarsi a lei a tempo pieno già 4 anni fa, quando Jasmine sembrava una scommessa difficile.

Renzo ha raggiunto i quarti al Roland Garros e gli ottavi in Australia e ricordo di averlo seguito da vicino in entrambe le occasioni. In Australia nel ’96 battè Meligeni, Albert Costa e Goran Ivanisevic testa di serie n.6. Ricordo che non giocarono sui campi principali e che sugli spalti tifosi serbi e croati trovarono modo di azzuffarsi – eco della guerra balcanica – in una giornata di gran vento. Renzo si muoveva bene, agilissimo, e controllava i refoli improvvisi con la maestria di un marinaio. Goran invece si innervosiva da matti…Renzo giocò un match di grande intelligenza tattica. Mi domando che cosa avrebbe potuto fare Camila Giorgi se fosse stata allenata da lui.

Ho fatto nottata perché mi sentivo che Jasmine avrebbe vinto. O, nella peggiore delle ipotesi, che avrebbe perso facendo comunque una gran partita. E l’ha fatta. Non sono Renzo Furlan che l’ha vista crescere, la conosce meglio di chiunque e avrà visto centinaia di sue partite, ma per quanto mi riguarda e per quanto ricordo credo di averle visto fare stanotte, soprattutto nel primo set, una delle sue migliori. Confesso tuttavia che non ricordo di averla vista quando mesi fa raggiunse i quarti di finale e gli ottavi nei WTA 1000 di Cincinnati e Pechino, i suoi exploit più importanti in termini di punti ma anche essi raggiunti in orari infelici per chi, come me, si trovava in Italia.

Jasmine ha capito che doveva attaccare la seconda palla di servizio della Blinkova e l’ha fatto fin da subito, passando a condurre 2-0 e 3-1. Non si è disunita per essersi ritrovata 3 pari avendo ceduto a sua volta il servizio nel quinto game, ma nei 3 successivi turni di servizi ha concesso solo 2 punti, dominando.

E su quella falsariga è arrivato il tiebreak vinto 7 punti a 1, quando io mi ero immaginato che la Blinkova, sulla scia di quello vinto 22-20 con la Rybakina potesse dimostrare nuovamente il coraggio palesato nell’annullare 6 matchpoint alla kazaka campionessa di Wimbledon 2022 e finalista a Melbourne un anno fa.

Invece, non so se Blinkova abbia risentito della stanchezza psicofisica di quella maratona, ma ha commesso qualceh errore, anche se non quanti ne avrebbe fatti quando era avanti 4-1 nel secondo set.

Ma Jasmine l’ha messa sotto pressione dall’1-4 in poi giocando alla grande, tirando sempre senza paura, per 5 game di fila, tutti vinti. Davvero bravissima. Una grande emozione vissuta con tanta trepidazione prima dell’alba.

Scusatemi se adesso riprendo qui una dozzina di righe di quanto scritto ieri nel mio editoriale prima di dedicare il finale del pezzo ai quattro giovani azzurri Zeppieri, Cobolli, Arnaldi e Nardi e naturalmente a Sinner-Khachanov, Djokovic e soci. Le copio e incollo in corsivo:

AVEVO SCRITTO IERI NEL MIO EDITORIALE

Non dispero che Jasmine Paolini (n.29 WTA), dopo aver raggiunto il suo primo terzo turno in uno Slam, stanotte possa andare oltre battendo la russa Anna Blinkova (n.57 WTA), che è più battibile della Rybakina (n.3 Wta), tanto è che l’ha già sconfitta 2 volte su 5, anche se ci ha perso l’ultima nella finale 2022 di Cluj-Napoca 6-2,3-6,6-2. Peraltro, quello stesso anno ci aveva vinto negli ottavi a Contrexville (125 Wta) addirittura 6-0,6-3 e a Bol l’anno prima 6-2,6-2.

Se battesse la Blinkova Jasmine avrebbe negli ottavi una tennista peggio classificata di lei, la vincente di Kalinskaia (n.75 Wta) –Stephens (n.44 Wta) …insomma i quarti di finale non le sarebbero poi così preclusi.

E proseguendo – perché non costa nulla dirlo né sognarlo – nel suo “quarto” è rimasta una sola testa di serie, la n.12, la cinese Qinwen Zheng, perché oltre a Rybakina n.3 sono state via via eliminate, scendendo dall’alto in basso di quel “quarto” Kalinina n.24, Kasatkina n.14, Cirstea n.22, Zhu n.29 e Pegula n.5. Tutte le altre non rientrano tra le prime 32 del mondo. Apparentemente una grande occasione, di quelle che non si ripresentano spesso. Non sto dicendo che Jasmine “debba” arrivare in semifinale, anche perché la Zheng comunque è la grande favorita per percorrere quella strada, però non si tratta di una mission impossible.

INCREDIBILE OPPORTUNITA’ PER TANTE TENNISTE, NON SOLO PAOLINI

Chiuso l’inciso in corsivo aggiorno qui di seguito: come sapete la bella Anna Kalinskaya, che non ricordavo essere stata anche lei una fidanzata di Nick Kyrgios così come Ajla Tomljanovic (non si può dire che Kyrgios che mi pare un …burino pazzesco abbia cattivo gusto, questo no davvero e chiedo scusa per la parentesi poco politically correct) ha rimontata e battuto la Stephens 6-4 al terzo set dopo una battaglia accanitissima di due ore e tre quarti.

Per come l’ho vista giocare contro una Stpehens molto più determinata del solito mi sono sorpreso della modesta classifica di Kalinskaya, appena n.75 e ancor più del fatto che come best ranking non sia mai salita più su del n.51 WTA. Anche lei come Jasmine disputerà gli ottavi di uno Slam per la prima volta.

Forse Anna non è fisicamente sempre a posto: lo scorso anno non ha portato a termine tre incontri dopo i quali si è anche dovuta fermare diverso tempo.  

Però quest’anno in Australia Kalinskaya è sembrata un’altra: a Brisbane ha eliminato facilmente Pera per perdere 6-1 7-6 con Azarenka che abbiamo ritrovato in gran forma qui nello Happy Slam e ad Adelaide ha superato la Krejcikova per poi cedere soltanto 7-5 al terzo con la Kasatkina. Insomma, e il duo Furlan-Paolini non lo farà di certo, guai a sottovalutarla proprio adesso.

Non conta assolutamente ormai più nulla il match vinto tre anni fa nei quarti di finale contro la Kalinskaya da Jasmine a Portorose, unico torneo WTA vinto dalla ragazza di Bagni di Lucca e cresciuta sui campi del TC Mirafiume… , lo ricordo volentieri questo circolo perché io ci ho giocato per anni ogni estate, vincendo anche diverse volte il torneo di doppio di seconda categoria, sia con Fabrizio Castelnuovo sia con Roberto Pellegrini…Era il mio torneo prediletto, il più divertente di tutti anche fuori dal campo…(non frega nulla a nessuno lo so! Ma se non lo dico a voi a chi lo dico?).

Jasmine ha tre anni di esperienza in più rispetto alla Kalinskaya e spero che questo fatto possa avere un peso per consentirle di approdare nei quarti contro la vincente del duello fra la cinese Zheng, n.15 WTA e la Dodin, la ragazza francese n.95 WTA al cui posto avrebbe potuto trovarsi Martina Trevisan (che occasione persa!) e che ha vinto il derby fra connazionali con la Burel così come la Zheng con la Wang. Il fatto che la Zheng abbia vinto soltanto al supertieebreak del secondo set e si trovi anche lei per la prima volta negli ottavi in Australia dice che davvero in questo settore del tabellone la porta della semifinale è aperta a tutte, Paolini compresa se indovinasse altre due grandi giornate. E non cominciasse a pensarci già adesso.

NELLA META’ ALTA PROSEGUE CON SWIATEK L’ECATOMBE DI TESTE CORONATE

Anche nella parte alta di questa metà tabellone c’è una situazione molto fluida dopo l’eliminazione di una irriconoscibile Swiatek per mano della diciannovenne ceca Linda Noskova, n.50 WTA. La Swiatek, che contina a servire malissimo, una seconda palla davvero modestissima, un kick a uscire che non crea problemi a nessuno e avrà sbagliato in lunghezza e larghezza più che in rete almeno una ventina di dritti. Un disastro per una n.1 del mondo che non progredisce quanto mi sarei aspettato. E poi pare avere sempre problemi alle gambe, gioca sempre con qualche fasciatura. Il suo allenatore è il migliore che potrebbe permettersi?

Dall’alto in basso quindi si legge Noskova n.50 vs Svitolina n.23, Azarenka n.22 vs-Yastremska n.93, Paolini n.31 vs Kaliniskaya n.75, Zheng n.15 vs Dodin n.95.

Insomma, Jasmine come ranking – e sappiamo bene che conta il giusto se non molto poco – è preceduta da sole 3 giocatrici, la Zheng sarebbe la favorita n.1 per un posto in finale, la Azarenka (campionessa di due Australian Open) la n.2, la Svitolina la n.3 e poi Jasmine n.4.

OVUNQUE SOFFIA IL VENTO DELL’EST

 Nell’altra metà siamo un turno indietro, stanotte e domattina si affrontano dall’alto in basso Kostyuk e Timofeeva, Frech e Gauff, Andreeva e Krejickova, Anisimova e Sabalenka.  Come soffia il vento dell’Est.

Io ho la netta sensazione che chi arriverà in finale da questa parte bassa del tabellone, favorite Sabalenka e Gauff, vincerà il torneo. L’americana che ha vinto l’US open è circondate da tenniste dell’Est europeo: uniche eccezioni la cinese Zheng e Paolini. Vero però che questo torneo sembra voler smentire tutti i pronostici. Non ho ancora fatto a tempo a vedere le quote sulle vincitrici, ma per me da quelle due non si scappa.

In conclusione, sono rimaste in gara solo 3 top-ten, Sabalenka, Gauff e Krejicikova

SINNER RISCHIA DI DOVER GIOCARE UN PO’ CONTRONATURA

E sul maschile? Beh, intanto vediamo se Sinner saprà arginare i cannonball di Khachanov, soprattutto quelli di servizio (molto migliorato) che il gigante russo, un metro e 98, sicuramente gli tirerà ogni piè sospinto. Ma sono proprio i piedi, forse, il limite di Khachanov che ha un fisico possente ma non agilissimo, soprattutto perché per tirare il dritto ha bisogno di grandi aperture e quindi può essere preso in velocità da un Sinner che sappia tenere molto alto e profondo il ritmo del palleggio, magari cercando di effettuare diversi cambi di direzione.

A Melbourne Sinner si è allenato in giornata proprio sotto gli occhi di Vagnozzi puntando su questi cambi di direzione, in orizzontale ma anche in verticale. Khachanov non corre benissimo in avanti. Ciò detto però, e questa è la preoccupazione, per Sinner mettere in atto questa strategia non è proprio facilissimo: lui tenderebbe a giocare 4,5,6 e più rovesci incrociati di fila, piuttosto che cambiare continuamente traiettorie. Sa di doverlo fare, ma potrebbe confondersi un po’ ed essere più falloso del solito. Difficile farlo soprattutto quando i punti pesano di più, come quelli dei tiebreak. E i due, in 3 partite che hanno richiesto complessivamente 10 set, si sono ritrovati al tiebreak per decidere il set 5 volte.

Spero che Jannik non sia troppo condizionato dall’idea di dover attuare una tattica un po’ innaturale per lui.  Potrà riuscire a farlo soltanto mostrando i grandi progressi su quei colpi che fino a due anni fa non sapeva fare: smorzate, cross stretti, tocchi, attacchi in controtempo. Insomma, tutto il nuovo repertorio. Giocherà alle sei del mattino. Dopo una nottata in piedi per assistere all’exploit di Jasmine ecco una levataccia di domenica. Ma la passione è lo stimolo più piacevole. E a me non manca. E a voi?

Non so se invece ce la farò a guardare Djokovic contro Mannarino. Penso di dormire e svegliarmi solo per Sinner. Contro quello strano trentacinquenne francese che ha sempre fatto nel tennis tutto il contrario di Djokovic, e non solo perché gioca con maglietta e pantaloncini comprati al Supermercato e senza sapere mai contro chi gioca fino a quando comincia a palleggiare – ma questa volta lo saprà dai …-il serbo non ha mai perso in 4 duelli e dubito che possa perderci stavolta. Mannarino è reduce da ripetute battaglie vinto al quinto. Ha 35 anni, non 10 anni meno di Novak. Secondo me, una volta fatti i video per Instagram e il sito post Sinner-Khachanov, posso riprendere a dormire serenamente. Se Djokovic sarà in difficoltà, la redazione mi sveglierà.

n.b. Chiudo con la battuta più carina, comparsa fra i commenti e scritta, credo, da quel Lars che un tempo si dilettava a scrivere apprezzatissime poesie in Dolce Stil Novo: “Iga No skova più la forma di un tempo”

Le prime 16 teste di serie, chi è rimasto?

Uomini

  1. Novak Djokovic
  2. Carlos Alcaraz
  3. Daniil Medvedev
  4. Jannik Sinner
  5. Andrey Rublev
  6. Alexander Zverev
  7. Stefanos Tsitsipas
  8. Holger Rune – Fuori al secondo turno
  9. Hubert Hurkacz
  10. Alex de Minaur
  11. Casper Ruud – Fuori al terzo turno
  12. Taylor Fritz
  13. Grigor Dimitrov – Fuori al terzo turno
  14. Tommy Paul – Fuori al terzo turno
  15. Karen Khachanov
  16. Ben Shelton – Fuori al terzo turno

Donne

  1. Iga Swiatek – Fuori al terzo turno
  2. Aryna Sabalenka
  3. Elena Rybakina – Fuori al secondo turno
  4. Coco Gauff
  5. Jessica Pegula – Fuori al secondo turno
  6. Ons Jabeur – Fuori al secondo turno
  7. Marketa Vondrousova – Fuori al primo turno
  8. Maria Sakkari – Fuori al secondo turno
  9. Barbora Krejcikova
  10. Beatriz Haddad Maia – Fuori al terzo turno
  11. Jelena Ostapenko – Fuori al terzo turno
  12. Qinwen Zheng
  13. Liudmila Samsonova – Fuori al primo turno
  14. Daria Kasatkina – Fuori al secondo turno
  15. Veronika Kudermetova – Fuori al primo turno
  16. Caroline Garcia – Fuori al secondo turno

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