Australian Open: Medvedev sfida Sinner e va a caccia della volta buona… senza Nole e Rafa

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Australian Open: Medvedev sfida Sinner e va a caccia della volta buona… senza Nole e Rafa

Il russo è alla sua terza finale a Melbourne dopo aver fallito l’obiettivo contro Djokovic e Nadal. Questa volta ci sarà Sinner a contendergli il titolo

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Daniil Medvedev - Australian Open 2024 (foto by X @AustralianOpen)
 

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata all’Australian Open 2024 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Verrebbe da dire che non c’è due senza tre, ma comporterebbe troppi gesti apotropaici da parte dei tifosi azzurri. L’Italia tennistica, e non solo, è in fibrillante attesa per la finale dell’Australian Open dove il nostro Jannik Sinner ha un appuntamento con la storia, di mezzo Daniil Medvedev. Il russo è alla sua terza finale in cerca del primo sigillo a Melbourne, obiettivo mancato per ben due volte, due anni di fila, contro due mostri sacri di questo sport: Novak Djokovic e Rafael Nadal. A dispetto degli ultimi tre precedenti che lo vedono battuto dall’altoatesino e volendo fare l’avvocato del diavolo, per il moscovita sarà per certi versi un sospiro di sollievo non trovare, per la prima volta, dall’altro lato della rete il serbo o lo spagnolo. Delle spine nel fianco non solo negli atti conclusivi sulla Rod Laver Arena, il numero 3 del ranking mondiale è alla sesta apparizione in una finale Major e il bottino raccolto contro i due fenomeni prevede solo l’acuto all’US Open nel 2021 contro Nole, per il resto tanti applausi e alcuni rammarichi. Gli applausi sono quelli riservati all’uomo di Belgrado che nel 2021 lo batte nettamente in tre set, giù il cappello e lezione di tennis gratuita. L’anno seguente non ebbe sorte migliore, anzi. Il rammarico, quasi sfiorando lo psicodramma, è la costante del post match contro Rafa dove in vantaggio di due set subisce un’epica rimonta.


Finale 2021: Medvedev viene asfaltato da un Djokovic dominante


Il Medvedev che partecipa all’Australian Open del 2021, posticipato di un mesetto per la pandemia, non è di certo una scoperta. Non è un outsider che si trova lì per fare passerella ma è un tennista già affermato della nouvelle vague che avanza. Un cavallo rampante smanioso della consacrazione. Con 9 successi nel circuito maggiore su 15 finali disputate, il luccicante biglietto da visita con cui il russo si presenta a Melbourne è la fresca vittoria alle ATP Finals di Londra dove ha regolato Dominic Thiem in tre set come ultimo ostacolo. Il bersaglio grosso, però, è lo Slam. Obiettivo con il quale ha solo flirtato due anni prima a New York nel 2019. A Flushing Meadows fu Rafa Nadal a stoppare il suo tentativo di rimonta, imponendosi in cinque set tirati. Il dirompente cammino del moscovita sembra dare manforte ad una sua candidatura per la vittoria finale. La testa di serie numero 4 sembra fare sul serio e gli avversari non tardano ad accorgersene. Il primo a farne le spese è il canadese Vasek Pospisil che esce mestamente in tre set e con 8 game racimolati. Stessa identica sorte per lo spagnolo Roberto Carballes Baena. L’unico momento di grande difficoltà fu con Filip Krajinovic al terzo turno. Il serbo, sotto 2-0, spaventa il nativo di Mosca con una rimonta che si ferma sul più bello perché nel quinto parziale non c’è storia ed è costretto ad incassare un bagel. Saranno gli unici due parziali lasciati per strada da parte di Daniil che continua a tritare i suoi avversari, fatti fuori lo statunitense Mackenzie Mcdonald e il connazionale Andrey Rublev. Neanche Stefanos Tsitsipas in semifinale, carnefice di Nadal, riesce a trovare l’antidoto al suo gioco logorante. L’ultimo atto lo vede dinanzi a Novak Djokovic. L’uomo di Belgrado, nel suo salotto di casa, non fa sconti e riserva un’inattesa sveglia all’avversario che, abbandonato dal servizio, non da mai l’impressione di poter essere in partita. Nono titolo per Nole e sconfitta senza appello per il sovietico, appuntamento con il primo Major rimandato.


Finale 2022: Ad un passo dal traguardo, Medvedev subisce la rimonta di Nadal


Neanche nove mesi più tardi Medvedev avrà la sua vendetta nei confronti di Djokovic allo US Open. Grande Slam rovinato per il serbo e primo Major conquistato per il russo. Ora c’è da regolare i conti con l’Australia. Nole viene escluso dai partecipanti al torneo per non essersi vaccinato, l’assenza di chi lo ha liquidato nettamente dispiace da un punto di vista sportivo, ma cinicamente non può che far piacere alla testa di serie numero 2 a Melbourne. Il percorso di Daniil, nel complesso, sarà meno netto rispetto all’anno precedente ma il nativo di Mosca sembra un giocatore più maturo, rinfrancato dall’affermazione a Flushing Meadow. Dopo l’esordio in pantofole con lo svizzero Henri Laaksonen, c’è subito lo scoglio Kyrgios aggirato in quattro set facendo leva sulla propria concretezza in netta antitesi con l’estro dell’australiano.  L’olandese Botic van de Zandschulp non rappresenta una minaccia e viene domato comodamente 6-4 6-4 6-2. Più di qualche grattacapo lo riserva l’americano Maxime Cressy che, sostenuto da 18 ace, strappa un tie break al sovietico arrendendosi però in quattro parziali. Nei quarti di finale Felix Auger-Aliassime costringe il fresco vincitore dell’US Open agli straordinari, quest’ultimo rimonta da 2-0 e raddrizza una partita che sembrava segnata. Come la scorsa edizione, si rinnova la sfida in semifinale con Tsitsipas. La resistenza del greco questa volta dura un parziale in più prima di lasciare il passo al ritorno in finale del moscovita. Questa volta il totem da buttare giù è Rafael Nadal, a secco di successi nel primo Slam dell’anno dal 2009. Il classe 1996 è in modalità muro di gomma e domina il primo set 6-2 portandosi avanti nel punteggio. La reazione di Rafa è veemente e, dopo una girandola di break, si ritrova a servire sul 5-4. Lo spagnolo non solo fallisce un set point, ma cede anche il servizio e rimette in discussione il parziale che si incammina nelle mani dell’avversario al tie break. 2-0 e inerzia completamente a favore di Medvedev. Il mancino di Manacor sembra sulle gambe, e le tre palle break offerte nel quinto game del terzo parziale sembrano essere le lapidi con cui porre fine alle ostilità. Poi avviene che l’impossibile diventa possibile e Nadal aggiunge un altro episodio alla sua serie di miracoli sportivi, premendo il tasto play sullo psicodramma del russo. Il maiorchino risorge dalle sue ceneri e firma una delle rimonte più belle della sua carriera, un 3-2 che gli regala il ventuniesimo Major e butta il russo nel baratro. Australia ancora stregata per lui.
 

Manuel Ventriglia

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