Jannik Sinner in conferenza: "Sanremo? Farò il tifo da casa. Sulla residenza a Montecarlo..."

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Jannik Sinner in conferenza: “Sanremo? Farò il tifo da casa. Sulla residenza a Montecarlo…”

Tutte le dichiarazioni del campione dell’Australian Open 2024

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Angelo Binaghi e Jannik Sinner in conferenza stampa (foto Ubitennis)
Jannik Sinner - Australian Open 2024 (foto Instagram @atptour)
 

Una giornata di gennaio baciata dal sole e con una temperatura tutt’altro che invernale, una giornata speciale. In fin dei conti, è un 31 gennaio che resterà in qualche modo negli annali. Alla sede FITP in Via della Camilluccia 589 si tiene la prima conferenza in Italia di Jannik Sinner da campione dell’Australian Open. La vista panoramica dal colle della Farnesina, con tutta Roma alle spalle, è una giusta cornice.

Arrivano Angelo Binaghi e Jannik Sinner. Ecco il via della conferenza.

Binaghi: “Oggi non risponderò ad alcuna domanda perchè il protagonista è Jannik. E’ la sua festa. Quello che ha fatto e quello che ha detto ci rende orgogliosi. A me Jannik fa impazzire. La ricerca del lavoro come dottrina, la voglia di migliorarsi anche dopo una grande vittoria come quella di Melbourne, la ricerca di risultati sempre migliori, è quanto abbiamo inseguito noi in questi anni, con l’upgrade degli Internazionali d’Italia, l’arrivo delle ATP Finals a Torino. Risultati che avrebbero potuto rappresentare una passerella, invece per noi sono uno stimolo per fare ancora meglio. Come Jannik ci nutriamo di risultati. Lo avete tutto per voi, per circa un’oretta. E’ stato appena nominato dal ministro Tajani come ambasciatore dello sport italiano nel mondo (applausi)”.

Angelo Binaghi e Jannik Sinner in conferenza stampa (foto Ubitennis)
Angelo Binaghi e Jannik Sinner in conferenza stampa (foto Ubitennis)

D: Mio figlio ha detto che Jannik sta diventando quello che è Messi per l’Argentina. Tu come la vivi?

Sinner: “Molto tranquillamente, contento di quanto abbiamo fatto e di poter condividere le emozioni con tutti voi. Ma non c’è solo un torneo. Ci sono tante possibilità di far bene e anche di far male. Dobbiamo essere contenti di essere in questa situazione perchè è un traguardo importante per me e il mio team, sicuramente si sente il calore della gente. Ma nell’altro senso sono lo stesso ragazzo semplice di due settimane fa”.

D: Quale sarà il tuo prossimo step?

Sinner: “Sarà molto importante la programmazione che stiamo facendo. L’anno scorso abbiamo fatto bene a prendere dei momenti in cui non ho toccato racchetta per rimanere in palestra. Il fisico ora è abbastanza buono ma so che devo migliorare, sia la forza che la resistenza. Faremo tanto lavoro in palestra. Posso anche servire un po’ meglio. Lo step che ho già fatto è quello a livello mentale, sul come affrontare certe partite e certi momenti, ma c’è ancora molto lavoro da fare”

D. Cahill ha detto che Vagnozzi è l’allenatore con cui ha lavorato meglio. Cosa fa la differenza?

Sinner: “La cosa importante è come lavorano insieme. Darren e Simone hanno la mentalità aperta. Nessuno è invasivo su certe cose e questo fa la differenza. Simone è molto bravo tecnicamente e tatticamente, anche lui è stato giocatore, sa quali colpi funzionano e quali no. La cosa migliore è che tutti e due sono umili, sanno ascoltare l’altro e mettersi in gioco per capire cosa è meglio per me. Darren ha una carriera incredibile, ha portato tanti giocatori al n.1 sia tra gli uomini che tra le donne. Sa come gestire la pressione, Darren fa più questa parte qui, la gestione mentale, con Simone lavoriamo più tecnicamente e tatticamente”.

D. Amadeus ti ha invitato a Sanremo, e ti ha chiesto di tifare per loro…

Sinner: “Faccio il tifo da casa (sorride). E’ un evento bello, ma dopo questi due giorni a Roma la festa è finita. Quando dovrei andare a Sanremo sono i giorni in cui dovrò lavorare che è quello che mi piace fare”.

D. Secondo te cosa piace alla gente di te?

Sinner: “Per arrivare al punto di piacere alla gente qualcosa devi vincere. Però poi bisogna vedere come si reagisce ai successi, e come si prendono le partite perse. E’ importante gestire le persone che si hanno intorno, è la parte più importante del lavoro. Io sono un ragazzo semplice e normale, ho 22 anni, mi piace giocare al computer, mi piace mangiare qualcosa in camera da solo qualche volta, sono un ragazzo normale e questo penso sia apprezzato”.

D. L’anno scorso hai detto che l’obiettivo era qualificarsi per le Finals e ce l’hai fatta, per il 2024 invece hai detto che vorresti fare una stagione da n.4 al mondo. Hai rivisto i tuoi obiettivi?

Sinner: “L’obiettivo era giocare un po’ meglio i Grandi Slam. L’anno scorso ho fatto una buona semifinale a Wimbledon, ma ce ne sono altri tre. Il primo è andato bene (sorride) ma la stagione non è finita qui, anzi, è appena iniziata. In preparazione abbiamo lavorato tanto ma mi mancava la competizione. Il primo torneo che ho fatto è stato proprio l’Australian Open. Adesso l’obiettivo è quello di andare a caccia in ogni torneo. Ci saranno settimane buone e altre meno buone, ma la confidenza che ho guadagnato negli ultimi mesi è un bel vantaggio”.

D. Zverev ti ha battuto a New York. Come lo avresti affrontato in finale se ci fosse stato lui? Può inserirsi tra i primi quattro?

Sinner: “Sarà sicuramente un giocatore molto importante di questa stagione. Ha fatto bene nella United Cup e all’Australian Open. Sarà tosto da battere. non vedo l’ora di affrontarlo, è un giocatore completo che ha battuto spesso i numeri uno. Con Alcaraz ha giocato un ottimo tennis a Melbourne. Spero di sfidarlo il prima possibile, è un giocatore che mi piacerebbe sfidare. Da tre su cinque a due su tre cambia molto, ma sicuramente sarà uno molto molto forte, sia in questa stagione che nei prossimi anni”.

D. Hai subito alcune critiche riguardo la tua residenza all’estero… Riporterai la residenza in Italia?

Sinner. “(sorride). Quando ho fatto 18 anni mi allenavo a Bordighera col mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco e decisi poi di andare anche io. La cosa bella lì è che ci sono tanti giocatori con cui allenarsi, le strutture sono perfette e i campi sono buoni. Lì mi sento a casa. Sto bene lì, ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi, sto bene lì”.

Angelo Binaghi e Jannik Sinner in conferenza stampa (foto Ubitennis)
Angelo Binaghi e Jannik Sinner in conferenza stampa (foto Ubitennis)

D. Come gestirai la pressione?

Sinner: “E’ un privilegio la pressione. Quando le cose vanno bene hai sempre voglia di qualcosa in più. Io e il mio team stiamo lavorando per raggiungere obiettivi e sogni. Il mio sogno è sempre stato vincere uno Slam. Adesso so come ci sente e stiamo lavorando per avere di nuovo questa sensazione. La cosa più bella per me è andare di nuovo in campo e lavorare di nuovo. Alla fine è proprio questo che mi ha portato ad avere successo. Proviamo a fare un passo in avanti, forse adesso l’obiettivo è fare un passo in avanti in classifica. Il futuro è difficile da prevedere”.

D. Quando tornerai a Sesto?

Sinner: “La mia intenzione una volta tornato dall’Australia era di andare prima a Sesto per andare dai miei genitori. Ma lassù è successa una tragedia per un incidente d’auto con tre morti, due figli giovani e la moglie, il terzo figlio è in ospedale e il marito è rimasto da solo a sostenere suo figlio in ospedale. Non volevo andare a Sesto proprio per questa ragione, non voglio andare lì perchè non saprei come reagire, non è assolutamente il momento di fare una festa lì, quindi abbiamo deciso di venire a Roma, visto anche che domani dobbiamo andare al Quirinale”.

D. Queste domande sono tutte dei match point. Più difficile rispondere ai match point o a queste domande?

Sinner: “La cosa più importante è affidarsi alla mia squadra, le persone che mi stanno vicino. Anche loro sono un po’ in mezzo a tutto questo ma è anche una bella situazione. E’ un onore essere qui a parlare con voi, parlare è molto più rilassante di giocare, anche se mi piace molto di più stare in campo. Tutto tranquillo quindi”.

D. Che messaggio ti senti di dare a chi vede un futuro faticoso davanti a sè?

Sinner: “Nella mia testa penso sempre che con il duro lavoro, e con l’avere le persone giuste intorno a sè, che è una cosa che puoi controllare, e con l’avere voglia di vincere, si può migliorare. Poi il resto lo fa come gioca l’avversario, e che condizioni ci sono, cose che non sempre puoi controllare. L’importante è dare sempre il massimo, correre dietro qualsiasi palla. Tutto è imprevedibile. Quando una partita sembra persa la puoi vincere e viceversa. Quindi serve la voglia di continuare a soffrire”.

D. Il tuo primo maestro, Mayr, lo hai sentito?

Sinner: “Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato nel percorso. Herbert è stato ed è un allenatore veramente forte. Tutti i migliori dell’Alto Adige sono andati da lui. Ma è anche una bravissima persona. Qualche volta ci sentiamo, mi ha fatto vedere un messaggio che ha scritto ad Alex. Si è emozionato. Qualche volta quando sono su ci vediamo. Abbiamo un ottimo rapporto, devo ringraziarlo perchè è stato l’unico allenatore in Alto Adige, oltre ad Andreas Schoneker di San Candido. Mi sono allenato con loro due, con Herbert mi sono allenato sempre fino a quando non ho scelto di andare via da casa e abbiamo fatto un ottimo lavoro”.

D. Scanagatta (Ubitennis): Io non ho mai visto un ragazzo di 22 anni che si è andato da solo a cercare tutti i membri del team. Come spieghi la tua capacità di scegliere le persone compresa anche la capacità di lasciare il tuo ex allenatore?

Sinner: “La vita che sto vivendo è fatta di tante situazioni. Ci sono situazioni dove va tutto bene, altre dove va male, altre dove va bene ma c’è un “però”. Io questo però l’ho sempre avuto nella testa. Ho fatto una scelta che all’inizio sembrava folle, ma ho deciso di buttarmi nel fuoco e di conoscere un altro metodo di lavoro. Non potevo sapere se sarebbe stata la mossa giusta, non lo so ancora se lo è stato. Dietro di me ho comunque persone che mi aiutano. Io devo essere bravo a capire loro ma alla fine sono io che scelgo. Quindi, devo conoscere me stesso e capire cosa sto cercando. Non è come quando vai a fare la spesa. Quello che ho capito è che il mio team non deve essere per forza il team migliore di tutti, ma deve essere fatto di persone che si capiscano, dove ognuno fa il suo lavoro, con persone brave e normali, è questo che ho cercato”.

D. Quale è la qualità che ti riconosci?

Sinner: “(ci pensa su). Non è facile, non lo so. Forse proprio la capacità di lavorare, non ci sono segreti. Non è un segreto che per arrivare a un bel traguardo è lavorare. Bisogna lavorare più degli altri. A fare la differenza è quanto uno è professionale. Io mi sveglio al mattino e la prima cosa che penso è che mi devo allenare”.

D. Sta andando tutto dritto per te ora?

Sinner: “Non è detto, però non ho paura di nulla. Nella mia testa c’è sempre una partita di tennis. Sto andando in campo tranquillo e con voglia di vincere. Se incontro un avversario che quel giorno è più bravo, gli stringo la mano. Certamente ci saranno dei momenti difficili da gestire, ma non ho paura”.

D. Hai parlato bene dei tuoi genitori, quale è la loro importanza?

Sinner: “Sono speciali. Quando tornavo a casa da scuola andavo a sciare, perchè loro erano al lavoro, poi alla sera li trovavo. Se non andavo a sciare, giocavo a tennis o a calcio, quindi non è che ho passato troppo tempo con loro. Ma mi hanno trasmesso l’etica del lavoro. Loro lavorano sempre e questo è quello che mi piace di loro. Non sono cambiati per nulla, come me, che sono lo stesso di quando ero un ragazzino. Spero di poter tornare a casa per qualche periodo più esteso quest’anno”.

D. Quest’anno ci sono le Olimpiadi. Ci stai pensando, state programmando? E ti piacerebbe essere il portabandiera?

Sinner: “Non sto ancora pensando al discorso del portabandiera, ma sulle Olimpiadi ho già detto che saranno un momento chiave della stagione. Sarà la prima volta che le gioco. Sarà bello capire come vivere una situazione così, con tanti atleti, non vedo l’ora di conoscere alcuni di loro rubando magari degli spunti positivi. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno, non ci sono tutti gli anni, sono contento di giocarle finalmente e speriamo che l’Italia possa portare a casa più medaglie possibili”.

D. Si parla tanto di Vagnozzi e Cahill, meno di Alex Vittur. Quale è il rapporto con lui? Ha contribuito alla scelta di puntare su Vagnozzi?

Sinner: “E’ quello che mi sta più vicino. Mi ha aiutato a fare certe scelte. Quando ho un problema, vado a cercare lui. Ora mi sta aiutando a fare anche altre cose, però l’ho conosciuto quando avevo circa 13 anni. E’ la persona con cui mi capisco di più. Sa come sono, sa come ero, parliamo la stessa lingua quando ci sono da prendere certe decisioni. Lui conosceva Simone perchè si sono allenati insieme ed è sempre stato in contatto con lui: secondo lui era un ottimo allenatore e adesso che lo conosco sempre bene lo confermo. La combinazione con Darren va benissimo, è una cosa molto rara da trovare. Devo ringraziare Alex per tante cose, per quello che abbiamo fatto e quello che faremo. Si parla poco di lui perchè anche lui non vuole che lo si faccia, quindi io vi dico poco (sorride)”.

D. Il tuo rapporto con i social? Come li usi? Ti piace leggere? E ti piace guardare serie tv?

Sinner: “Sui social devo dire che non mi piacciono. Serie tv? In Australia ho visto Animal Kingdom, in Italia non si vede, devi mettere il VPN, ma io non lo faccio eh… (risate). Libri? Vado un po’ a momenti, ci sono momenti in cui leggo tanto e altri dove non leggo proprio. Un libro dietro ce l’ho sempre, ma in questo momento non lo sto leggendo. Perchè non mi piacciono i social? Perchè non rappresentano la verità”.

D. Quando hai scelto tra sci e tennis?

Sinner: “Ero molto forte nello sci. Agli Assoluti sono arrivato secondo. Ma ci sono state due stagioni che sono andate così così, perchè gareggiavo contro quelli più grandi e facevo fatica. Ho sempre fatto slalom e gigante, ho provato anche la discesa libera ma pesavo troppo poco per competere. Ho sempre continuato a giocare a tennis, due-tre volte la settimana e qualche torneo. Alla fine ho detto: nello sci se fai un errore sei fuori, è pericoloso e ti devi svegliare la mattina presto per andare a prendere -20 gradi di freddo. Quindi il tennis era più comodo… Alla fine è stata la scelta giusta, ma non tanto per il successo che ho avuto, ma perchè mi ha aiutato a crescere in fretta, perchè sono andato via di casa quando ero piccolo, e sono cresciuto in fretta per poter essere indipendente”.

D. Cinque anni fa eri a Roma per fare le qualificazioni, quanto sei cresciuto da allora?

Sinner: “Certamente le persone cambiano. Ma il successo non ti deve cambiare. Spero di non sbagliarmi, ma penso di essere abbastanza sicuro sul fatto che rimarrò uguale. Questa è la cosa più importante. Nel 2019 quando ho giocato le prequali qui avevo molti dubbi e tanta voglia di arrivare. Però mi chiedevo: cosa faccio se perdo la partita? Ora sono molto più consapevole. Prima della partita magari ho ancora dubbi, poi dopo la partita mi chiedo perchè avessi questi dubbi. Ora capisco le cose un po’ prima, quando ero più giovane le capivo dopo”.

D. Si dice che dopo i successi dei giocatori principali aumenta la voglia di tennis tra la gente. Ti fa piacere?

Sinner: “Questa è la cosa più importante, portare quanta più gente possibile a giocare a tennis. E’ uno sport che puoi giocare a qualsiasi età, è uno sport sano dove c’è competizione ma non contatto. Ti serve solo una racchetta e una pallina. Credo che il passo di portare più gente possibile a giocare a tennis è la cosa più importante che stiamo facendo. Non ci dimentichiamo che Fognini ha vinto Montecarlo, dopo è arrivato Berrettini, ora ci sono io. Tutti noi stiamo facendo qualcosa per il futuro del tennis italiano. Speriamo che ci siano tanti giovani che vedendo noi siano spinti a giocare a tennis, è l’obiettivo più grande”.

D. Che Sinner vedremo da ora contro avversari che avranno un approccio diverso contro di te?

Sinner: “Lo vedremo. Il futuro non si può conoscere. Ma è proprio per questo che torno ad allenarmi il prima possibile. Gli avversari ormai mi conoscono e sanno quali sono le mie debolezze. La maggior parte dei giocatori avrà poco da perdere contro di me e giocheranno spensierati. Ma questo mi piace. E’ lo sport. Mi piace la pressione. Al mio team ho detto che ci dobbiamo preparare e dobbiamo lavorare. Questo è stato il mio messaggio. Lavoreremo ancor più di prima”.

D. Dopo la Davis hai fatto una dedica a Berrettini. Vi siete sentiti?

Sinner. “Mi ha scritto un bellissimo messaggio. Lui è un giocatore veramente forte. Io spero di vederlo il prima possibile. So che adesso ha avuto una wild card in un torneo, speriamo di vederlo in forma. Manca nel circuito. Tutta la squadra della Davis mi ha fatto i complimenti, abbiamo anche un ottimo doppio con Vavassori-Bolelli che per noi sarà fondamentale. Matteo è un altro che mi ha aiutato e gli sono grato. Se lui mi dovesse chiedere qualcosa, come è già successo, sarò felice di aiutarlo perchè tengo molto a lui”.

D. Tomba ha detto che sembri un Clark Kent che quando va in campo diventa Superman…

Sinner: “Ci sentiamo qualche volta, è un grandissimo, una leggenda. Quello che ha fatto è stato incredibile. Già il fatto di essere in contatto con lui mi emoziona. Speriamo di andare a sciare insieme, sarebbe molto speciale. Gli avevo chiesto se poteva venire a Natale ma doveva stare con la famiglia, speriamo che si riesca farlo”.

D. Quando hai parlato dei tuoi genitori, volevi mandare un messaggio ad altri genitori? Hai visto situazioni che hanno frenato altri tennisti?

Sinner: “Quando si vince si ha la possibilità di fare dei ringraziamenti. La cosa negativa è che ci sono tante persone al di fuori dei miei genitori e ho fatto un casino. Però delle volte ci sono dei genitori che mettono pressioni ai ragazzi. A volte funziona e a volte no. Ho fatto un discorso in generale, quello di lasciare la libertà. I ragazzi di 10-12 anni a volte non hanno la libertà di andare a giocare a pallone o di stare con gli amici. Ho fatto un discorso generale, conosco solo la mia storia, e questa mi ha insegnato dei lavori buoni. Ogni genitore poi è diverso e non voglio approfondire troppo”.

D. Cosa ti senti di dire ai ragazzi più giovani di te riguardo ai social?

Sinner: “Magari un giorno sono triste e piango ma sui social compare una foto in cui sono felice. Quindi bisogna stare attenti. Io sto lontano dai social, ho tanto rispetto, provo ad usarli molto molto poco, anche se qualche volta devo controllare io delle cose, ma sto vivendo meglio senza i social, continuerò a fare così (sorride)”.

D. Senti un po’ di reponsabilità verso i giovani che vorrebbero diventare come te?

Sinner: “Sì c’è un po’ di pressione ma è una pressione bella. La cosa più importante? Ragazzi, allenatevi ma divertitevi, prendete tutto con un sorriso, se giocate a tennis avete già vinto e poi vedremo se i risultati arriveranno”.

Si conclude la conferenza stampa di Jannik Sinner.

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