ATP Delray Beach: Arnaldi troppo discontinuo, Hijikata lo punisce in tre set

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ATP Delray Beach: Arnaldi troppo discontinuo, Hijikata lo punisce in tre set

Niente quarti di finale per il sanremese, sorpreso dall’intraprendenza del giovane australiano

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MALAGA, SPAIN - NOVEMBER 23: Matteo Arnaldi of Italy reacts at the net after a missed shot during the Quarter-Final match against Botic van de Zandschulp of the Netherlands in the Davis Cup Final at Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena on November 23, 2023 in Malaga, Spain. (Photo by Clive Brunskill/Getty Images for ITF)
 

Dopo la bella prova con Nishioka, Matteo Arnaldi cede in volata il set decisivo del suo ottavo di finale del Delray Beach Open by Vitacost.com, lasciando il posto negli ultimi otto del torneo a Rinky Hijikata. Il match ha dato il meglio in termini di spettacolo proprio nell’ultimo parziale, mentre fino a quel momento entrambi avevano proceduto in maniera non lineare, alternando buone cose a ingenuità, dettate anche dalla tensione.

L’italiano ha subito la vitalità del rivale, più potente con il dritto, e ha perso nettamente il primo set. È stato bravo a uscire alla distanza nel secondo set e dopo il successo nel parziale di mezzo ci si sarebbe potuto aspettare la progressiva presa di possesso delle operazioni da parte dell’atleta ligure. Così non è stato, in parte per la crescita del rivale, in parte per l’incapacità dell’italiano di sfruttare le chance concesse dal buon Rinky. Matteo sembra ora un po’ impacciato quando si tratta di chiudere un match, forse soffre ancora del ruolo di favorito che quest’anno spesso si trova a ricoprire in campo. Oggi ha osato nei momenti critici dell’incontro e ha vinto scambi importanti, ma Hijikata lo ha ricambiato con la stessa moneta e nel finale ha dimostrato maggiore freschezza e temerarietà. Bravo l’australiano, mentre Matteo lascia il torneo ed è rimandato a… Los Cabos.

R. Hijikata b. [6] M. Arnaldi 6-2 3-6 6-4

Primo set: inizio lento per entrambi, poi Hijikata prende il largo e vince 6-2

Matteo è inizialmente contratto, colpisce con il corpo rigido e impatta almeno tre volte la rete nei primi due game; nonostante questi impacci mostra da subito una maggiore varietà nei colpi ed esibisce una palla corta di dritto a uscire assai spettacolare. Pur con un doppio errore nel terzo game il servizio inizialmente sostiene il nostro portacolori e ne agevola l’approdo al 2-1. D’altronde anche l’australiano dai tratti orientali non è ancora sciolto come vorrebbe e con il suo temibile dritto non trova il campo in almeno due occasioni che gli consentirebbero un allungo pericoloso nel gioco.

L’atleta sanremese pare distendersi e giunge sullo 0-40 nel quarto game, ma qui Hijikata sfoggia il suo drive-clava e ricuce la ferita nel punteggio; Arnaldi si rifà sotto e conquista un’altra palla-break con un passante di rovescio lungolinea difficilissimo, ma la pazienza del suo rivale viene premiata con la parità a quota due. Nella faretra del numero 84 del ranking si celano però anche ottime qualità di mobilità e contenimento, cui il ventiduenne di Sydney ricorre presto per allungare gli scambi.

Arnaldi è costretto dalle doti sopraccitate del rivale a cercare la chiusura del punto quando pensava di averla già ottenuta e commette nuovi errori in spinta; Matteo cede la battuta sul 2-2 con tre errori e un altro doppio fallo sulla palla-break. Hijikata trae beneficio dal successo parziale ricomponendo il movimento migliore alla battuta e lasciando pochissimo all’italiano; Rinky sprinta sul 5-2 togliendo di nuovo il servizio all’azzurro sempre più confuso. L’ottavo game è una formalità che il tennista aussie svolge cedendo solo un punto: solo quaranta minuti di durata per il primo parziale e tre doppi errori per il davisman tricolore, che mette in campo solo il 53% di prime palle.

Secondo set: Arnaldi si difende e coglie il break decisivo nell’ottavo game

Non è l’Arnaldi che ci saremmo aspettati: il servizio funziona a sprazzi, i movimenti non sono sciolti come sempre e nelle prime battute della seconda frazione anche la pazienza sembra difettare; nella circostanza bisogna riconoscere che la crescita dell’avversario nella seconda fase del set appena concluso ha senza dubbio messo a disagio la testa di serie numero sei.

Matteo parte in battuta e perde subito il controllo di un dritto facile da affondare: è il prologo di un game psicologicamente difficile che vede il giovane australiano prendersi una palla-break che significherebbe il quinto gioco consecutivo per lui. L’azzurro reagisce con un tris di punti vincenti l’ultimo dei quali è un passante di rovescio lungolinea con felice utilizzo della mano di sinistra per timonarne la direzione.

Nei primi game Matteo serve ancora di poco sopra il 50% con la prima palla, ma ora limita i doppi errori e il servizio è più incisivo, cogliendo il successo nell’80% dei punti. Il ligure cresce sommessamente anche in risposta e sa trovare il rivale in ritardo nell’uscita dal servizio; come spesso gli è riuscito in passato non perde coraggio e legge lo svolgersi del match. L’australiano è più falloso e l’italiano non forza la soluzione, aspettando l’errore o il colpo troppo corto dell’avversario. Matteo ha due palle-break consecutive sul 3-2 ma Hijikata si difende con il servizio; la stessa cosa non riesce a fare due game più tardi, quando Arnaldi trova la parità grazie a uno sventaglio di dritto del rivale che cresce in larghezza. Poco dopo è ancora con il passante di rovescio che l’azzurro costringe all’errore l’avversario con la volée in allungo.

Hijikata perde la pazienza e il dritto lungolinea esce di parecchio: è il break, silenzioso e inaspettato, frutto del lavoro lento e paziente del giovane sanremese. Matteo non trema e chiude la questione al nono gioco: 6-3 in quarantatré minuti dieci vincenti per l’italiano e nove errori per l’oceanico (contro i cinque del primo parziale).

Terzo Set: i due procedono appaiati fino al break per Hijikata nel decimo game

La partita non è stata fino a qui bellissima; i protagonisti si sono espressi a intermittenza e la qualità del gioco ne ha inevitabilmente risentito. Arnaldi non è mai veramente riuscito a sciogliersi completamente e saltella spesso prima di servire, ma la lucidità nella scelta dei colpi non sembra risentirne.

Nei primi game del set decisivo assistiamo ai colpi migliori con il maggior numero di vincenti: Matteo concede ben tre palle-break nel secondo game, tornando a regalare due punti diretti con il servizio. Il nostro li affronta con coraggio e con l’ottimo aiuto in un caso del kick a uscire da sinistra; il pericolo è sventato. Anche Matteo usufruisce di una chance per strappare la battuta al rivale nel game successivo, ma piove un servizio vincente che cancella tutto.

I contendenti si avvicinano alla fase rovente con alcuni scambi divertenti: Arnaldi sul punteggio di 2-3 serve tre ace e si prende il gioco frenando la discesa a rete del rivale con un lob di rovescio al volo per poi ripassare con l’ormai collaudato passante sempre dalla parte sinistra. Nel game successivo Hijikata si disimpegna sull’attacco profondo dell’azzurro staccando la mano ed eseguendo il passante lungolinea in mezza volata.

Matteo ha un’altra occasione per togliere il servizio al ragazzo di Sydney, ma Hijikata serve con precisione e violenza e si porta sul 5-4: la pressione è ora sull’azzurro, che apre il decimo game con il settimo ace del parziale, cui fa seguito il terzo doppio errore. Il dolce e l’amaro si susseguono, ma la differenza la fa l’outsider australiano che gioca un game coraggioso e sale fino al matchpoint a suon di dritti violentissimi. Matteo ne deve affrontare tre, dopo aver mancato una palla del 5-5, e all’ultimo si arrende a uno sventaglio di dritto a rientrare: 6-4 per Hijikata, che aspetta ora nei quarti Fritz o Borges.

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