Il Tennis Club Prato e la sua storia: competenza e sacrifici per il movimento tennistico

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Il Tennis Club Prato e la sua storia: competenza e sacrifici per il movimento tennistico

Marco Romagnoli spiega i segreti dei successi del TC Prato. “Lavorare sui giovani” la sua massima

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“Lavorare sui giovani” è uno dei fili conduttori della straordinaria attività del Tennis Club Prato che l’anno prossimo spegnerà 50 candeline. Una storia ricca di successi: sin dall’inizio dell’attività il T.C. Prato ha dedicato particolare attenzione ai giovani. Nel 1976 si iniziò ospitando i Campionati Italiani Juniores e nello stesso anno la prima edizione del Torneo “International Tennis Federation Junior”.

Da quell’anno i più grandi campioni del ranking ATP e WTA hanno in età giovanile calcato i campi in terra rossa del Circolo e alcuni hanno iscritto il loro nome nel nostro Albo d’Oro, tra i più noti ricordiamo Federer, Murray, Hass, Safina, Pennetta, e Vinci.

Per sei anni consecutivi il circolo ha curato l’organizzazione del “Master E.T.A” che ha visto gareggiare le promesse europee under 14 e under 16 e tra tutti, con piacere, ricordiamo la belga Cljister e il maiorchino Nadal.

Anche Sinner è passato dai campi del Tennis Club Prato: “Lavorare sui giovani paga. E’ meraviglioso e Sinner ne è la dimostrazione. Noi ci concentriamo sui tennisti in giovanissima età per costruire con loro un percorso edificante dal punto di vista umano e tennistico”, ci racconta Marco Romagnoli. 

E’ un momento molto bello per il TC Prato che fa leva sulla sua storia e sul fatto che da tempo lavora sui giovani, con grandi risultati. Sacrifici, passione, competenza affiancati dal fatto che l’intero movimento tennistico sia in costante crescita: arriva il riscontro diretto anche in termini di iscrizioni. “La SinnerMania la vedremo nei prossimi mesi, anche se 5 bambini, a scuola avviata, hanno fatto l’iscrizione la settimana scorsa. Questo la dice lunga su quanto bene stiamo facendo tutti assieme per il nostro sport”, spiega Romagnoli.

Poi il punto della situazione sulla Serie A: “Rispetto all’anno scorso, abbiamo deciso di non investire in campo maschile perché i costi sarebbero stati notevoli. Si spende tanto ma non si ha grande riscontro in termini di visibilità. Quando affronti un Circolo che ha tesserato un nome importante a livello tennistico, non hai mai la certezza che lui venga o meno nel tuo Circolo. E questo ti penalizza perché nelle uniche occasioni in cui puoi promuovere un evento di rilievo, fino all’ultimo non puoi farlo”. E’ capitato ad esempio con Bolelli l’anno scorso quando abbiamo affrontato il Park Tennis Club Genova. Fino all’ultimo era certo che non venisse, poi, invece, alla domenica si è presentato da noi. La Federazione dovrebbe fare in modo di garantirci più visibilità, trovare delle soluzioni concrete che possano alleggerirci gli oneri e le spese derivanti dagli ingaggi dei tennisti”.

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