Jasmine Paolini dopo il trionfo di Dubai: "Ho messo un mattoncino dietro l'altro"

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Jasmine Paolini dopo il trionfo di Dubai: “Ho messo un mattoncino dietro l’altro”

La maturazione definitiva della nuova numero 14 del mondo: “Tathiana Gabrin ci ha dato fiducia quando eravamo in serie C e nessuno credeva in noi”

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Jasmine Paolini - WTA Dubai 2024 (foto: X @federtennis)
 

Jasmine Paolini ha trionfato nel WTA 1000 di Dubai sconfiggendo in finale Anna Kalinskaya e, grazie a questo splendido risultato, ha messo la firma sul proprio best ranking di numero 14 del mondo. Jasmine, che nella classifica race valida per la qualificazione alle Finals di fine stagione attualmente occupa addirittura la sesta posizione, dopo il trionfo di sabato 24 febbraio ha concesso interviste ad alcuni dei più importanti quotidiani italiani, come la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera e La Stampa.

Nel corso di queste interviste Paolini ha affrontati diversi temi, a cominciare dalla storia della sua famiglia: “Mio padre è di Lucca mentre mia madre è polacca, si sono conosciuti quando lei è venuta in Italia con sua cugina. Il polacco lo parlavo bene, ora un po’ lo sto dimenticando. Sono tre anni che non vado a Lodz ma mi piace sempre tornarci ho tanti ricordi d’infanzia e una nonna anche lì. Il nonno materno invece viene dal Ghana”. 

Jasmine ha ottenuto il miglior risultato della carriera a 28 anni, anche grazie al lavoro di coach Renzo Furlan: “Attorno ho sempre avuto chi mi diceva che potevo fare bene, ma io non ci credevo fino in fondo. Ho avuto bisogno di tempo, di toccare con mano quello che potevo fare. Non c’è stato un clic improvviso, ma abbiamo messo un mattoncino dietro l’altro. Lo scorso anno fra Cincinnati e il Canada, e dopo aver portato al terzo set Kvitova a Wimbledon, mi son detta che non ero poi così male, e ho iniziato a provare soluzioni anche contro avversarie che non avevo mai pensato di poter battere”.

Paolini non dimentica di menzionare anche Tathiana Garbin, la capitana della squadra italiana di Billie Jean Cup: “E’ stata fondamentale per me e per le mie compagne, ci ha dato fiducia quando eravamo in serie C e nessuno credeva in noi”. 

Un passaggio anche sullo sport femminile e su quanto ancora poco venga preso in considerazione dal grande pubblico: “Noi atlete veniamo un po’ snobbate in Italia…E’ una questione profonda e complessa e ci vorrà ancora tanto tempo prima di risolverla, è un tema culturale. Però l’ondata di popolarità che è stata portata da Jannik ha fatto del bene anche a noi ragazze”.

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