Intervistato dai nostri Vanni Gibertini e Luca Baldissera, Flavio Cobolli si è detto piuttosto amareggiato circa la sconfitta rimediata allo “Stadium 7” di Indian Wells – in quello che era il primo turno del torneo californiano – contro Roberto Carballes Baena. Una gara di cui vi abbiamo raccontato abbondantemente, e dove l’azzurro ha lottato provandoci fino alla fine, ma la battuta lo ha abbandonato nei momenti fondamentali della partita. “Sì, le percentuali al servizio sono state molto basse” ha dichiarato il giovane fiorentino. “Sono stato male due giorni in camera, completamente immobile e con la febbre altissima. Purtroppo non sono riuscito a preparare il torneo come volevo. Nonostante ciò, ce l’ho messa tutta”.
Insomma, è un Cobolli lucido e oltremodo realista quello del post Carballes Baena. “Oggi ero molto nervoso perché sapevo di non essere al cento per cento e quindi mi sono rifugiato nel mio stato d’animo preferito che è l’odio verso me stesso” ha aggiunto il buon Flavio (anche con un pizzico di ironia). “È andata un po’ così” ha continuato. “Certamente è una partita da analizzare. Nello scambio, per esempio, mi sentivo molto bene ed i colpi erano molto buoni. Non efficaci, certo, però sentivo molto bene la palla e per mettere in difficoltà un giocatore come lui, probabilmente, avrei dovuto fare un po’ di più. Ciò detto, sono contento di quello che sto facendo. È stata una partita no. Mi rifarò a Miami”.
Prossimo futuro e miglioramenti da fare
Poi, l’attenzione di Cobolli si è spostata sui suoi prossimi obiettivi: “Adesso mi fermerò una settimana qui, poi andrò direttamente a Miami. Sarebbe un disastro giocare tutte le settimane fino a Wimbledon” ha sottolineato il tennista italiano. “Comunque, è la prima volta per me, partire da Montecarlo, Barcellona, Roma, Parigi: sono tornei piuttosto impegnativi e lunghi. Quindi, vorrei prepararli e giocarli al meglio”.
Va da sé, naturalmente, che le aspettative su di lui siano decisamente cambiate. È vera questa cosa delle aspettative su di me, ma sono sereno e tranquillo. Oggi, più che in altre occasioni, non ho accettato degli errori che si possono commettere. Devo imparare ad essere meno presuntuoso, meno esigente, soprattutto con me stesso. Perché le partite in cui giochi male sono quelle che ti migliorano di più. Riuscendole a vincere. Ripeto, sono contento di giocare questi tornei”
La chiosa finale, invece, è sui suoi obiettivi futuri e sugli aspetti da migliorare nel suo gioco: “Vorrei andare alle Olimpiadi. È un obiettivo. Ce la metterò tutta, anche se so che è complicato. In questo momento non vorrei pormi limiti di classifica o altro. Quindi, voglio giocare e divertirmi e so che posso arrivare lontano. Rispetto al passato, sono più cosciente di quello che posso fare in campo. Poi, ovviamente, avevo delle qualità che mi sono rimaste. Anche se devo migliorare in tante cose, a partire dalla volée. Oggi, per esempio, ne ho sbagliate cinque davanti alla rete. Idem sulle percentuali di servizio della prima palla, perché la seconda è molto buona. Non ho fatto una buona partita al servizio. Ecco. queste cose mi aiutano a capire che posso migliorare ancora…”
Francesco De Salvin