ATP Miami: Tomas Machac vince con coraggio una battaglia di oltre tre ore, forse l’ultima di Andy Murray in Florida

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ATP Miami: Tomas Machac vince con coraggio una battaglia di oltre tre ore, forse l’ultima di Andy Murray in Florida

Il ceco ribalta il tie-break decisivo e sfida Arnaldi negli ottavi. La storia di Murray a Miami, torneo da lui vinto due volte

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Andy Murray - Miami 2024 (foto X @atptour)
 

T. Machac b. A. Murray 5-7 7-5 7-6(5)

Ha tremato Tomas Machac; al giovane ceco nato a trenta chilometri da Praga e che veste una maglietta con i colori della bandiera del suo paese, è parso scorgere il vessillo del Leone d’Albione sventolare sempre più fiero dalla parte opposta del campo. Dopo un 7-5 per parte, sul 5-3 nel set decisivo in favore del rivale, Andy Murray ha, come si suol dire, giocato il tutto per tutto e si è messo in testa di rientrare nel match; ha ridotto errori e distrazioni e ha ripreso a incitarsi e a scaldare il pubblico, che rispondeva con cori caldi e poco “americani”, intendendo l’aggettivo nel senso più anglosassone del termine.

A Miami la componente latina predomina e la spinta in favore dell’ex numero uno del mondo si fa sentire: Tomas sbaglia di dritto e di rovescio e per finire in bruttezza spedisce una seconda di servizio in rete sulla palla-break, riammettendo nella partita il rivale. Murray vince facilmente il game del 5-5 pur accusando un dolore acuto e improvviso alla caviglia sinistra proprio sull’ultimo dritto. Si accascia nei pressi del net e, dopo essersi raccolto, si porta nel suo angolo, in attesa del medico; sedendosi si bagna i pantaloncini con dell’acqua e se li deve cambiare sul posto.

Situazioni bizzarre che paiono voler diventare i buffi elementi di contorno di una grande impresa. Al rientro Machac non vuole pensarci e si prende in un baleno il 6-5, arrivando al matchpoint nel dodicesimo game: Murray gioca però uno scambio in progressione pressoché perfetto, si presenta a rete con gli ottoni ben lustri e il rivale sotterra in rete un dritto. Lo scozzese raggiunge il tie-break decisivo e i presenti sono schierati dalla sua parte, conquistati dalla grinta infinita unita all’andamento caracollante dei bei tempi.

Machac parte con un doppio fallo che la dice lunga sul suo fiato corto, ma si riprende subito grazie a un passante di rovescio in corridoio dell’avversario; il ceco non trova per tre volte la prima palla e Murray sale 4-2 con un asso. Il forcing del due volte campione di Wimbledon è preciso e un suo dritto inside out vale il 5-3, che diventa 5-4 con però la palla in mano per la battuta. Pare che una nuova pagina eroica per il grande campione sia pronta per essere scritta, ma il piccolo ceco non ne vuole sapere e offre il meglio del suo repertorio, utilizzando il rovescio lungolinea come un bisturi i cui danni Sir Andy non può suturare.

Machac recupera il minibreak spingendosi a rete e chiudendo con una volée di rovescio, la seconda nello shootout, e successivamente costringe il rivale all’errore di rovescio. È il matchpoint per lui, che converte con una magnifica azione in progressione che lo porta di nuovo nelle zone del net a manovrare da maestro un nuovo colpo al volo, di rovescio. Dopo tre ore e ventiquattro minuti di battaglia, la sfida negli ottavi di finale con Matteo Arnaldi lo aspetta. Murray ha onorato come sempre il suo passato; è ancora una delle attrazioni di cartello di ogni torneo che disputa, ma oggi Machac è stato più forte, diventando probabilmente l’ultimo avversario del britannico a Miami.

Andy a Miami

Il 2024 ha visto lo scozzese iscriversi per la quattordicesima volta al torneo della Florida. Murray ha giocato per la prima volta nel 2006, cedendo in due set a Stan Wawrinka al primo turno; nell’anno successivo è già numero 14 del mondo e arriva in semifinale, arrendendosi al coetaneo Djokovic col magrissimo bottino di un game all’attivo. Nel 2009 è perfetto e scala tutti i gradini che lo separano dalla finale perdendo due set con gli argentini Monaco e Del Potro; l’atto conclusivo è anche la rivincita con l’amico Nole, che gli vale il primo titolo nella competizione.

Dopo due uscite al primo turno, nel 2012 Andy beneficia del ritiro di Nadal in semifinale ma cozza malamente contro l’asso di Belgrado in finale; nel 2013 il tennista di Sua Maestà è di nuovo in campo nella domenica conclusiva e supera David Ferrer, 7-6 nella frazione decisiva. Di nuovo Djokovic sarà il capolinea del torneo nei quarti (2014) e in finale (2015). Complessivamente due titoli, due finali, una semifinale e un quarto di finale sono il record di una storia nella Storia della carriera del formidabile campione britannico, anche oggi protagonista, nei limiti delle sue attuali possibilità, di una splendida prova di ardimento.

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