Sinner con i piedi per terra, noi no. Ecco le migliori stagioni di sempre che Jannik può imitare - Pagina 3 di 5

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Sinner con i piedi per terra, noi no. Ecco le migliori stagioni di sempre che Jannik può imitare

L’avvio di 2024 dell’azzurro si pone nella scia dei migliori di sempre nel loro “prime”: dal 1984 di McEnroe al 2006 di Federer fino all’ultimo Djokovic. Sognare è lecito

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Jannik Sinner – ATP Miami 2024 (foto via Twitter @atptour)
 

VILAS, 1977

Tra il prime di Connors e quello di Borg si incunea quello di Guillermo Vilas che, proprio per la presenza di due campioni del genere, ha un valore davvero inestimabile. Il ‘77 fu la sua stagione perfetta con un record dopo l’altro: giocò 144 partite ufficiali come aveva fatto quattro anni prima Nastase e proprio come il rumeno riuscì a vincere 16 tornei (su 22 finali). Fu il primo giocatore a conquistare uno stesso evento per 6 volte (in casa a Buenos Aires) e il primo a collezionare 7 titoli di fila con una striscia di imbattibilità durata 46 incontri. E avrebbero potuto essere molti di più se l’ITF avesse impedito a Nastase di giocare la finale di Aix-en-Provence con la celebre racchetta “spaghetti” (così chiamata per l’incordatura sui generis) poi bandita la settimana successiva. Dopo quella partita, in cui l’argentino si ritirò dopo i primi due set per protesta, il “poeta della Pampa” ne vinse infatti altre 25 in fila! Trionfò al Roland Garros e allo US Open, ma il primo posto del ranking rimase proprietà di Connors e non mancarono le discussioni sul sistema dei punti.

BORG, 1979

Per Bjorn Borg non si può parlare semplicemente di prime perché altrimenti dovremmo riservargli almeno tre paragrafi. Per lui dobbiamo passare al livello successivo: il prime del prime. Se ne può discutere, ma stando ai numeri la sua stagione migliore fu quella del 1979. La chiuse con il 93,3% di vittorie (84-6), facendo doppietta Roland Garros-Wimbledon come l’anno precedente (e come fece poi anche l’anno dopo). Chiuso il 1978 con un bilancio complessivo di 5-8 negli scontri diretti con Connors, nel ‘79 lo batté sei volte su sei. Inoltre, per la prima volta finì la stagione in vetta alla classifica. Possiamo far rientrare nel discorso relativo al 1979 anche il Masters, che all’epoca si giocava all’inizio dell’anno successivo al Madison Square Garden: Borg vinse, riuscendo a sfatare anche se solo parzialmente il tabù New York.

MCENROE, 1984

In questo caso si potrebbe azzardare che il prime del giocatore in questione coincide con il prime assoluto della storia del tennis. McEnroe 1984 vuol dire infatti ‘miglior stagione di sempre’. Le partite perse furono appena tre (a fronte di 82 affermazioni – 96,5%: la migliore percentuale di sempre), anche grazie alla nuova racchetta in grafite. Una fu però particolarmente bruciante: quella che arrivò, dopo 42 vittorie consecutive dall’inizio dell’anno, nell’unica finale disputata dall’americano al Roland Garros. Mac era avanti di due set e un break contro Lendl che poi rimontò a suon di passanti. John si prese la rivincita allo US Open e nel frattempo aveva anche dominato Connors in finale a Wimbledon (6-1 6-1 6-2), con una prestazione vicina come poche nella storia di questo sport alla perfezione assoluta: gli errori gratuiti furono, secondo le statistiche, solo due. Oltre ai due Slam, arrivarono altri 11 titoli.

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