Matteo Berrettini, il re dei rientri in grande stile

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Matteo Berrettini, il re dei rientri in grande stile

A meno di un mese dal ritorno alle competizioni Matteo Berrettini ha già conquistato un titolo ATP. Un rientro in grande stile, come nelle ultime stagioni

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13 marzo 2024. In Italia è da pochi minuti scattata la mezzanotte quando Matteo Berrettini, a Phoenix, torna finalmente in campo dopo oltre sei mesi di stop.

7 aprile 2024. Neanche un mese più tardi, dopo aver raggiunto la finale in Arizona, l’ex n°6 del mondo trionfa a Marrakech, vincendo il suo primo torneo da giugno 2022 e tornando di prepotenza in top100, al n°84.

Certo oggi la classifica non sarà certo la principale preoccupazione di Berrettini, il cui pensiero primario era solamente tornare ad essere sano e competitivo. Non è la prima volta, tuttavia, che Matteo ci delizia con un incredibile comeback, di cui sta ormai diventando il re indiscusso.

“La sua forza non è solo nel tennis, ma tocca tanti aspetti. Altrimenti non potrebbe reagire così come fa sempre davanti a tutte le difficoltà che ha dovuto incontrare, superando continuamente la sofferenza e i dubbi”. Parole e musica di Jacopo Berrettini, che in una bella intervista concessa a Vincenzo Martucci per Il Messaggero ha raccontato suo fratello Matteo, uno che non conosce il significato della parola resa.

Il primo assaggio di un carattere estremamente forte e determinato lo avevamo avuto nell’estate 2022, quando dopo aver saltato tutta la stagione su terra battuta il romano era tornato sull’erba con la voglia di spaccare il mondo. Risultato? Due titoli consecutivi tra Stoccarda e Queen’s. E chissà dove sarebbe arrivato a Wimbledon se non fosse stato fermato dal maledetto Covid-19.

Matteo non è un uomo comune, è un campione e fa cose eccezionali. Anche noi in famiglia siamo sconcertati da questa sua capacità straordinaria, che è un insieme di resilienza e di reazione che rinnova più e più volte – racconta ancora il fratello Jacopo a Il Messaggero.

Una resilienza mostrata anche un anno più tardi, quando dopo esser stato costretto a rinunciare ancora una volta alla stagione su terra (salvo un brevissimo assaggio a Montecarlo) era forse rientrato troppo presto a Stoccarda, raccogliendo solo tre game contro l’amico Sonego e uscendo dal campo in lacrime.

Ma tre settimane dopo la musica è totalmente diversa.

A Wimbledon, ancora in un derby contro Lorenzo Sonego, Berrettini rimonta un set di svantaggio e si impone in quattro set, sbaragliando in seguito la concorrenza di De Minaur e Zverev senza perdere alcun set. Agli ottavi, contro il futuro campione Alcaraz, non basta una grande prestazione a Matteo, che si arrende 6-3 al quarto. La strada sembra comunque tracciata verso un ritorno ai massimi livelli, ma la sfortuna non dà tregua al classe 1996, che allo US Open si gira una caviglia.

Stagione finita e tanti saluti al 2024, che però inizia con oltre due mesi di ritardo. Ancora tra mille incertezze, Berrettini non trema: torna, vince e convince. “Due anni fa tornò e rivinse subito due tornei sull’erba uno dietro l’altro, Stoccarda e il Queen’s. Era stato impressionante, ma questa volta direi che è stata ancora più impegnativa. Quella di quest’anno è la numero 1 delle sue rinascite – chiosa Jacopo, uno dei pochi a non aver mai smesso di credere in Matteo.

Interessanti anche le parole a Rai Radio 1 di Stefano Massari, mental coach di Berrettini. “Matteo è un ragazzo che ha qualità eccezionali sotto il profilo umano ed è su quello che ha fatto leva in quei momenti così difficili – ha spiegato Massari. “Negli ultimi due anni Berrettini ha avuto una serie di problemi notevoli. Quando i problemi fisici tendono a ripetersi, si innesca un timore particolare di farsi male, ci si domanda anche quanto si possa resistere in questa situazione di stress fisico – ha poi proseguito il mental coach di Matteo.

Proprio il fisico, negli ultimi anni, è stato l’avversario più duro da battere per Berrettini. Ma se la sfortuna si fa finalmente da parte, rivedere l’azzurro nei posti più alti della classifica sarà solamente questione di tempo.

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