Capri Watch Cup: traffico, tennis ed ospitalità. Napoli non si smentisce

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Capri Watch Cup: traffico, tennis ed ospitalità. Napoli non si smentisce

Diario all’interno della Capri Watch Cup, del Tennis Club Napoli e soprattutto dell’intensa giornata delle semifinali. Alla scoperta di splendidi protagonisti

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Il traffico di Napoli è famoso nel mondo, ingorghi unici dai quali per uscirne bisogna essere dei leoni al volante pronti a ruggire ad ogni verde del semaforo. Invece oggi no, perché dall’uscita dell’autostrada fino al Tennis Club Napoli ci mettiamo circa dieci minuti. Sarà che è sabato ma non possiamo che gradire.

Ah, siamo il sottoscritto con fotografo e rispettive moglie (mia) e fidanzate (sua). Noi, io e fotografo (ah, Angelo Gasparro), siamo già stati al circolo mercoledì. Abbiamo quindi già respirato l’aria di uno dei migliori Challenger del circuito, per location il migliore senza dubbio. Siamo infatti a Viale Dohrn, in pieno lungomare di Napoli, a due passi da Castel Dell’Ovo e dalla Villa Comunale per chi non conosce il posto e la città. In pratica a tratti, specialmente dalle file più alte delle tribune, facilmente ci si distrae a guardare il panorama.

Panorama del centrale della Capri Watch Cup (foto di Angelo Gasparro)

Panorama del centrale della Capri Watch Cup (foto di Angelo Gasparro)

Il tennis club Napoli è bello per tanti motivi. Il primo è la storia che si può respirare in ogni angolo. Nato nel 1905 ha visto generazioni di tennisti sfidarsi sui suoi campi, in pratica ha visto il tennis cambiare faccia pian piano nel corso della sua storia. Il secondo perché è un circolo sempre in movimento e sempre pronto a lanciarsi in nuove sfide. Il Challenger ne è la conferma come lo sono state le due sfide di Coppa Davis giocate qui. Poi siamo a Napoli, s’incontra gente fantastica come la Sig.ra Mariagrazia Ciotola, addetto stampa del torneo, che come prima cosa c’invita a dare uno sguardo al torneo Open nazionale di tennis in carrozzina (soprattutto) e alla premiazione del torneo dei giornalisti che si terrà a bordo piscina nella vip lounge. Sarebbe stato scortese rifiutare, e allora vai di prosecco e falanghina tanto il match tra De Greef e Copil non sembra irresistibile. Tra un brindisi e l’altro il giudice di sedia annuncia Elias e Kovalik, nella mente giunge il pensiero che forse è ora di prendere posto, taccuino e penna alla mano, per vedere un po’ di tennis.

Tennis in carrozzina tc napoli

Una fase del Torneo Open Nazionale di tennis in carrozzina (foto di Angelo Gasparro)

Premiazione torneo giornalisti tc napoli

La premiazione del torneo dei giornalisti (foto di Angelo Gasparro)

Eccoci dunque in seconda fila a vedere quello che sembra un match senza storia con Kovalik impegnato a mettere sotto pressione Elias a botte di colpi potentissimi. Il portoghese forse eccede nel braccio di ferro e sembra destinato alla sconfitta. Sconfitta che si materializza solo per un attimo nel secondo set quando il giudice di sedia chiama “Gioco, partita e incontro Kovalik” dopo un ace dello slovacco su match point. Kovalik esulta, il pubblico applaude e si alza dalla sedia. Insomma è finita. Elias però rimane lì, immobile, chiede la verifica, qualcuno sulle tribune non se ne accorge nemmeno, il giudice di sedia scende e verifica che la palla è fuori. Il resto è storia già raccontata, allo slovacco servono ben tredici match ed un’altra ora abbondante di gioco per raggiungere la finale.

Gastao Elias

Gastao Elias – Capri Watch Cup (foto di Angelo Gasparro)

Kovalik tc napoli

Jozef Kovalik – Capri Watch Cup (foto di Angelo Gasparro)

Abbiamo finito, per ora, si torna al desk a scrivere le cronache degli incontri, facendo finta di aver visto uno, che sia uno, scambio della prima semifinale. Al tavolo della stampa c’è Marco Lo Bosso che ci prega di mandare i saluti al direttore, poco importa se perdiamo in chiacchiere altri minuti, da una persona così s’impara qualcosa ogni volta che apre bocca; e poi sono riuscito, con piena soddisfazione, a strappare un invito a partecipare al torneo dei giornalisti del prossimo anno.

Terminate le cronache è tempo di tornare sul centrale per vedere Napolitano e Donati impegnati nella finale di doppio. Arrivo e scopro che la coppia tedesca è a match point; non male penso, almeno un punto l’ho visto! Meglio di quanto fatto per l’ormai famosa prima semifinale. Riesco nella quasi impresa di intervistare Napolitano, era l’ultimo italiano che mancava al palmares degli inviati di Ubitennis a Napoli. Una macchia che non poteva rimanere tale.

Il cielo intanto è cambiato, dal sole della mattina e del primo pomeriggio si è passati ai nuvoloni neri e al forte vento. Dieci minuti più tardi siamo di nuovo tutti in segreteria a ripararci dalla fitta pioggia. Inizia il tram tram. Poco importa la giornata ormai si è chiusa: partite finite, pezzi inviati, foto inviate e ultimo, ma non meno importante, mogli e fidanzate si sono godute il circolo. Nulla di meglio. È tempo di tornare a casa, pazienza per le ore di macchina che ci attendono, e per il traffico che questa volta colpisce duro sulla tabella di marcia, il tennis, vissuto così per giunta, varrebbe ogni prezzo del biglietto ed ogni viaggio.

 

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