Fed Cup, play-off: Vandeweghe ok, 3-0 USA in Australia. In Romania la Germania trionfa 3-1, Sasnovich fa 3-1 ed elimina la Russia

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Fed Cup, play-off: Vandeweghe ok, 3-0 USA in Australia. In Romania la Germania trionfa 3-1, Sasnovich fa 3-1 ed elimina la Russia

A Brisbane la Stosur perde anche il singolare dell’ultima giornata, cedendo in 3 set all’americana. Gli Usa tornano così nel World Group. In Romania la Germania si impone 3-1: ad inizio giornata grande prestazione di Angelique Kerber, che asfalta con un doppio 6-2 Simona Halep in poco più di un’ora, mentre a seguire grande rimonta di Andrea Petkovic, che batte in tre set Monica Niculescu dopo oltre due ore e mezza di gioco. In Russia la Azarenka batte in 3 set la Kasatkina, Bielorussia in vantaggio

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FED CUP, World Group, play-off
AUSTRALIA – USA 0-4 (Da Brisbane Robbie Cappuccio)

Dopo la delusione della prima giornata il pubblico australiano si aspettava il riscatto da parte di Stosur e compagne. “Si tratta di fare gruppo e crederci” aveva detto la capitana Alicia Molik ieri in conferenza stampa. E per un’oretta e poco più Sam Stosur ha alimentato la speranza, per poi crollare sotto i colpi feroci di Coco Vandeweghe. A Brisbane Finisce con Stosur in lacrime e gli USA di nuovo nel World Group. Gli USA hanno meritato la vittoria, mostrando più determinazione, più aggressività e più capacità di recupero vincendo due volte in rimonta. Keys ha giocato incredibilmente bene (tenetela d’occhio nella stagione sulla terra), sia McHale che Vandeweghe hanno iniziato in sordina, ma sono rimaste in partita e non ha perso l’occasione quando si è presentata. Gavrilova era forse un po ‘ troppo nervosa , ma chiaramente surclassata in potenza e gioco da Keys, mentre Stosur ha iniziato entrambi gli incontri in maniera pressochè perfetta per poi sciogliersi sotto il sole tropicale di Brisbane.

Il quarto singolare non è stato giocato mentre nel doppio la coppia americana Vandeweghe/Mattek-Sands ha surclassato Gavrilova/Rodionova 6-1 6-4 per completare la disfatta australiana.

CoCo Vandeweghe (USA) d. Sam Stosur (AUS) 2-6 7-5 6-4

Un’altra bella giornata di sole a Brisbane con la Pat Rafter Arena decentemente piena. Gli australiani sono matti per il tennis e, quando la nazionale gioca, tanti – incluse signore ottuagenarie – arrivano per sostenere la squadra vestendo i colori verde oro. La sorpresa del giorno è la sostituzione all’ultimo minuto di Keys con Vandeweghe (un’altra scelta vincente da parte dalla capitana Mary Joe Fernandez).

Stosur parte in quarta, lasciandosi alle spalle la brutta prova del giorno prima e vince il primo set per 6-2 in meno di mezz’ora, non lasciando scampo all’americana, la quale non riesce a prendere la misura sul servizio dell’australiana e dal canto suo, non riesce a servire efficacemente.
Vandeweghe, però, reagisce e l’incontro prosegue punto a punto, tanto brutto quanto pieno di suspence. Sul 5 pari la Stosur di ieri riappare momentaneamente sul campo: come una Penelope in attesa di Ulisse, tesse la tela e poi la disfa: doppio fallo, poi due bei vincenti di dritto e palla del 6-5, ma una serie di errori non forzati danno il break a Vandeweghe, che ringrazia per il regalo e contraccambia con un paio di ace prendendosi il set 7-5.
La folla sostiene Stosur ad ogni punto (“Voglio ringraziare il pubblico australiano per un tifo contro davvero speciale” dice scherzosamente CoCo a fine partita), ma Vandeweghe è pronta a sfruttare l’occasione e strappa subito il servizio all’australiana: il break è decisivo. L’ultimo game regala tutte le emozioni sinora mancate al match: prima il giudice di sedia Carlos Ramos corregge un doppio fallo (niente hawk eye sulla terra rossa … e comunque era fuori!) dando a Vandeweghe la possibilità (non sfruttata) di rigiocare il punto. Poi l’americana fa doppio fallo (6 in totale e 10 ace) sul 30 pari per dare un’ultima speranza all’Australia. Stosur coglie l’occasione a suo modo, spedendo fuori uno smash dalla linea di servizio. Ha poi una seconda possibilità, questa volta frustrata dal dritto vincente di Vanderweghe (18 vincenti per lei oggi , 12 per Stosur). Con un rovescio incrociato poi costringe Stosur all’errore e porta gli USA al match point: il servizio potente di Vandeweghe si ferma sulla racchetta di Stosur e gli Stati Uniti tornano al World Group, lasciando il pubblico australiano estremamente deluso e Sam Stosur in lacrime.

Una Mary Joe Fernandez che le ha azzeccate tutte questo weekend distribuisce equamente elogi alla sua squadra in conferenza stampa: “Ogni vittoria è stata importante. Di solito c’è un MVP ma questo weekend tutta la squadra è stata MVP. E’ stato fantastico” dice in conferenza stampa. Le giocatrici non concordano. “Christina (McHale, n.d.r.) è MVP e quindi paga la cena sta sera” dice tra le risate CoCo Vandeweghe, mentre Mattek Sands e Keys sono impegnate a far selfie e boccacce.

Stosur non è altrettanto allegra ma la prende con filosofia. “È deludente e frustrante, ma è meglio andare giù di misura. E non rende affatto più facile questo momento, ma nel complesso stavo giocando un buon tennis.”

 

ROMANIA-GERMANIA 1-3        (Gabriele Ferrara)

A Cluj-Napoca la Germania trionfa 3-1 ai danni della Romania. Nel terzo match di singolare Angelique Kerber domina Simona Halep, sconfiggendola con un doppio 6-2 in un’ora e sette minuti di gioco, portando così la Germania avanti 2-1. Dopo di lei, Andrea Petkovic batte in rimonta Monica Niculescu (schierata al posto di Begu, che ieri era apparsa fuori fase) con il punteggio di 0-6 7-6 (1) 6-3, annullando due match point consecutivi nel secondo parziale sul 6-5 40-15 per la rumena. Germania che resta dunque nel World Group, mentre la Romania nel 2017 giocherà nel World Group II.

A. Kerber (GER) b. S. Halep (ROU) 6-2 6-2

Gli scontri diretti tra le due giocatrici vedevano Halep in vantaggio 3-0, con la vittoria più importante arrivata in finale a Doha nel 2014, quando si impose in due facili set.

Si parte con la tedesca che dimostra tutti i miglioramenti degli ultimi mesi, giocando in maniera estremamente aggressiva, soprattutto con il dritto, portandosi avanti 4-2 dopo un errore in recupero con il dritto da parte di Halep. Nel game successivo la giocatrice di Brema annulla due palle break, complici anche alcuni gravi errori gratuiti di rovescio della rumena. Nell’ottavo gioco la tennista di Constanta continua a sbagliare molto dal lato sinistro e, dopo un rovescio vincente della teutonica e l’ennesimo errore della finalista del Roland Garros 2014 con lo stesso, la numero 3 del mondo archivia il primo set con il punteggio di 6-2.
Nel secondo parziale l’allieva di Darren Cahill, dopo aver subito la personalità della tedesca per oltre mezz’ora di gioco, prova a reagire e rimane attaccata alla sua avversaria. Sul 3-2 per la tedesca, però, Halep va sotto 15-40 e, nonostante riesca a salvare la prima chance di break grazie al nastro che consente ad un suo passante di rovescio di oltrepassare il net mettendo fuori gioco la rivale – sul 30-40 subisce un dritto in diagonale vincente della campionessa degli ultimi Australian Open, che si porta dunque sul 4-2. Nel settimo gioco Simona lotta e va sul 30 pari, ma “Angie” è brava a comandare lo scambio ed è bravissima a chiudere con uno splendido dritto incrociato stretto. Nonostante perda il punto successivo, l’allieva di Torben Beltz trova un buon servizio (72 % di prime in campo per lei, che fa seguito all’ottimo 65 % di ieri) e, dopo aver chiamato a rete l’avversaria con il dropshot, trova un passante di dritto che le regala il 5-2. Nel game seguente la numero 3 del mondo trova un altra smorzata di rovescio di pregevole fattura e, dopo l’ennesimo errore di Halep (27 gratuiti in totale per lei), si aggiudica il match con un doppio 6-2 in sessantasette minuti di partita. Grande prestazione della Kerber, apparsa decisamente superiore alla rumena in termini di personalità, di potenza, ma anche in tutti i settori del gioco, dimostrando in questo momento di avere più armi e più sicurezze rispetto alla Halep.

 

A. Petkovic (GER) b. M. Niculescu (ROU) 0-6 7-6(1) 6-3

Commuovente prestazione di Andrea Petkovic, che annulla due match point consecutivi a Monica Niculescu, superandola con lo score di 0-6 7-6(1) 6-3 in due ore e trentasette minuti di partita.

A sorpresa il capitano della Romania Alina Cercel-Tecsor schiera Monica Niculescu nel quarto match di singolare. Ad attenderla c’è Andrea Petkovic, che è reduce dalla maratona di ieri contro Halep e che negli head to head è avanti 2-0, avendo vinto a Pechino sia nel 2011 che nel 2014.

Si comincia con la rumena che fa impazzire l’avversaria con le sue variazioni – specialmente dal lato destro – mandando completamente in tilt l’avversaria con shop e palle corte indirizzate verso il rovescio della tedesca. Quest’ultima sbaglia tantissimo, soprattutto con il suo colpo migliore (il dritto), andando così sotto per 3-0, archiviando poi la prima frazione di gioco addirittura con un bagel.
Ad inizio secondo set Andrea approfitta di un paio di errori dell’avversaria e, grazie anche ad un rovescio vincente, conquista il primo game della sua partita e si porta sull’1-0. Adesso la numero 30 del mondo, per non cadere vittima del piano di gioco della rivale, tenta di giocare maggiormente con i piedi dentro al campo e cerca più spesso la via della rete e, sul 2-1, trova due ottime accelerazioni con il dritto lungolinea che inducono all’errore la ventottenne di Bucarest, che poi spedisce in rete un chop e perde così la battuta: 3-1 Petkovic. L’atleta di Darmstadt, sul 4-1 in suo favore, si procura altri tre break point, ma Niculescu è brava a reagire e si salva con gran classe (meraviglioso il dropshot vincente di dritto sull’ultima parità). Nel settimo gioco la tedesca sbaglia un dritto in cross non impossibile e subisce due passanti dall’avversaria (il secondo giocato nei pressi della rete dopo un’ottima palla corta), perdendo così il servizio e facendo rientrare nel set l’avversaria sul 4-3 (che poco dopo diventa 4 pari). Sul 5 pari Petkovic gioca un pessimo game e, dopo un grave errore di dritto, cede il servizio. Chiamata a servire per chiudere il match e rinviare il verdetto della sfida al doppio decisivo, la giocatrice rumena trova un gran passante di rovescio e un ace per il 40-15, ma la teutonica reagisce e spinge bene con il dritto. Sul 40 pari Andrea è brava a comandare nuovamente il gioco e a chiudere a rete, costringendo la rumena a sbagliare con il dritto nel punto successivo: è tiebreak. Qui la giocatrice di Bucarest sbaglia un passante di rovescio non facile ed affossa in rete due dropshot, consentendo alla rivale di scappare prima sul 4-0 e poi di chiudere 7-1.

Nei primi sette giochi del set decisivo le due giocatrici non riescono mai a tenere il servizio. Niculescu cerca sempre di variare il gioco e di venire a rete, ma Petkovic non ci sta e tenta di imporre la sua potenza da fondocampo con entrambi i fondamentali ( splendido il passante di rovescio che le regala il 3-2), ma non riesce ad ottenere nulla dal servizio – colpo che esegue piegando troppo il gomito verso l’esterno, non avendo un movimento fluido e continuo che le dia ritmo. Sul 4-3, tuttavia, la tedesca annulla con coraggio due break point, raccogliendo un paio di punti importantissimi a rete, approfittando poi di un grave errore di rovescio dell’avversaria: 5-3. Nel nono gioco Andrea trova due ottimi rovesci che la portano al match point, che concretizza prontamente costringendo l’avversaria a sbagliare un passante con il medesimo fondamentale, conquistando così il match con il punteggio di 0-6 7-6(1) 6-3 in due ore e trentasette minuti di grande battaglia.
Andrea Petkovic regala così alla Germania la permanenza nel World Group anche per quanto riguarda il 2017. Grandissima prestazione di orgoglio e di carattere della tedesca. L’immagine della numero 30 Wta distesa sulla terra ed in lacrime è davvero significativa, oltre che bella: in un periodo estremamente complicato della sua vita tennistica, dopo aver perso il primo set 6-0 ed essere stata indietro 6-5 40-15 nel secondo, Andrea ha saputo reagire da grande giocatrice, conquistando una partita importantissima per la sua nazionale, ma anche per il prosieguo della sua carriera, che potrà regalarle ancora soddisfazioni.

 

RUSSIA-BIELORUSSIA 1-3 (Tommaso Voto)

V. Azarenka b. D. Kasatkina 6-2 5-7 6-3

Azarenka vince un match complicato contro  Kasatkina, che sotto di un set ed di un break trova la forza di resistere e di portare l’incontro al terzo. Alla fine la maggior classe e preparazione atletica consegnano la vittoria all’ex n.1 del mondo, che, con questo successo, porta la Bielorussia in vantaggio 2-1 sulla Russia nella sfida dei play off di Fed Cup.

È stata una partita a due facce, perché Azarenka fino al 6-2 1-0 e servizio sembrava in pieno controllo. Poi un leggero calo di tensione (associato ad una reazione caratteriale della giovane russa) ha riaperto una sfida  che sembrava praticamente chiusa. Kasatkina ha dimostrato, comunque, di avere mezzi e personalità per diventare una tennista “vera”, ma il livello dell’ Azarenka resta ancora distante. Vika ha martellato con i suoi colpi da fondo campo ed ha preso subito l’iniziativa, ma Kasatkina é partita in modo troppo titubante.
Dover rimontare è sempre complicato, farlo contro una giocatrice più forte ed in fiducia come Azarenka diventa un’impresa praticamente impossibile. Infatti il break in apertura mette subito in discesa la partita della bielorussa che in pochi minuti si trova sul 6-2.
Anche il secondo set ha un inizio confortante per Vika, che sembra padrona del campo. Tuttavia Kasatkina reagisce e prende coraggio, inizia a resistere al gioco da fondo dell’ex n.1 del mondo. La russa recupera il break di svantaggio e va sul 2 a 2, ma subisce l’ennesimo break della partita nel settimo gioco. Azarenka si distrae, ha un game in battuta infelice che rimette la sua avversaria in parità nel set. Questo piccolo passaggio a vuoto porta la russa in fiducia, infatti prende lei l’iniziativa negli scambi e addirittura conquista il secondo set 7-5.
Questa situazione è solo temporanea, perché l’esperienza e la tenacia della Azarenka tornano ad essere determinanti nell’ultimo parziale. Vika prende il break e poi il largo fino al 5-1. La bielorussa ancora una volta non “uccide” il match, perché concede il controbreak. Il pubblico si infiamma e la russa ha un recupero temporaneo fino al 5-3. Vika si concentra, ritrova il suo gioco e chiude le ostilità sul 6-3. Sarà Gasparyan -Sasnovich la prossima sfida che potrebbe sancire la retrocessione dopo 18 anni della Russia.

A. Sasnovich b. M. Gasparyan  6-4 1-6 7-5

È il volto arrossato dalla stanchezza ma nello stesso tempo sorridente della Sasnovich ad estromettere, dopo 18 anni, la Russia dal World Group. Per la Federazione Russa è una sconfitta pesante, che certifica il momento di difficoltà dell’intero movimento, che, privo della regina Sharapova (ferma per il caso doping-Meldonium) è stata costretta a schierare una formazione inedita ed inesperta. La Bielorussa di Vika Azarenka vince 3-1 e rimane nel tennis che conta.

Dopo la vittoria di Vika Azarenka sulla Kasatkina la Russia si trovava con le spalle al muro, perché era costretta a vincere i due incontri successivi per evitare la retrocessione dal World Group.
La tensione negli occhi della russa Gasparyan era evidente già dal riscaldamento, ma ha ceduto alla distanza, forse ha pagato la responsabilità di portare sulle sue giovani spalle l’intero movimento nazionale.
Sasnovich ribalta la partita e, dopo un primo set di sofferenza, e vince meritatamente.
Margarita ha più tennis nelle corde, più talento e un “peso” di palla superiore alla Sasnovich, che, dal canto suo, ha saputo lottare e insinuare il dubbio nella sua avversaria, la quale è crollata alla distanza.

Il primo set si è deciso sul break in apertura per la russa, che ha saputo capitalizzare questo vantaggio, anche se, più volte, ha dovuto soffrire e salvare delle opportunità di controbreak. Il decimo gioco  è emblematico e descrive in modo chiaro l’andamento dell’intero parziale. Gasparyan alterna un punto vincente ad un errore, poi quando ha palla break da salvare riesce a giocare estrae dal “cilindro” un colpo sensazionale.
Dal 6-4 per la Russia assistiamo ad un match completamente diverso, perché Sasnovich (un po’ come contro Kasatkina) inizia a giocare con più intensità. La bielorussa spinge, corre e si trova in pochi minuti sul 5 a 0. Si assiste ad un assolo di Aliaksandra che in questo momento è una giocatrice praticamente diversa rispetto a quella del primo parziale. Dopo oltre 20 minuti la n.47 del mondo muove finalmente il punteggio, ma è un game irrilevante, perché il “down” della russa è ancora lontano da essere superato.
Infatti Sasnovich vince il secondo set 6-1 e continua il suo show, fatto di accelerazioni e di vincenti che “piovono” sulla Luzhniki Arena.
Myskina cerca di scuotere la sua giocatrice, ma Gasparyan è seduta in panchina ed ascolta in religioso silenzio le indicazioni dell’allenatrice. Il terzo set parte con il break a favore della Sasnovich, che approfitta dei tanti errori della sua avversaria. La Russia è nel baratro, perché una sconfitta vorrebbe dire retrocessione dopo 18 anni. Quasi improvvisa arriva la reazione della russa, che “barcolla”, ma ha la forza di resistere e di trovare il controbreak. Ora il match è godibile, anche se qualche errore è frutto più dell’ansia che della stanchezza.
Gaspryan fatica in battuta, deve fronteggiare un’altra palla break, ma arriva un gratuito di diritto della bielorussa che si insacca in rete. Margarita si affida al suo colpo migliore, ovvero al rovescio che torna ad essere filante e finalmente vincente. Nel quinto gioco Aliaksandra ha una palla break, ma la russa neutralizza il pericolo e torna a fare corsa di testa. La bielorussa tiene velocemente il sesto gioco e il “peso” di un’intera nazione è sempre sulle spalle della russa. È il fantomatico settimo gioco ( per intenderci quello che le famose statistiche inutili di Salerno) a decidere il match, perché Gasparyan crolla e Aliaksandra si porta avanti. L’ultimo game è vibrante, perché la russa (massaggiata con veemenza al cambio campo) non ci sta a perdere. Lotta, spinge e colpisce con violenza tutte le palle che cadono nella sua parte di campo. Il controbreak si materializza al termine di uno scambio lungo che la russa conclude con un diritto vincente. Il match è sempre più bello, anche perché Aliaksandra non perde la testa, anzi controbreakka con autorità da veterana. Al secondo tentativo Sasnovich non si scompone e trionfa al termine di una battaglia. Una vittoria insperata, che dopo il primo parziale, sembrava lontana e quasi impossibile.

 

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