WTA Miami interviste, S. Williams: "Il pubblico è stato straordinario"

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WTA Miami interviste, S. Williams: “Il pubblico è stato straordinario”

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TENNIS WTA MIAMI INTERVISTE – Finale, S. Williams b. N. Li 7-5 6-1. L’intervista del dopo partita.

D: Come contro Maria, ti sei trovata sotto, due break di svantaggio, 2-5 e poi tutto a un tratto sei diventata Serena. Pensi che, a livello di subconscio, ti metti in queste situazioni in modo da diventare te stessa e giocare il tennis brillante che ti porta alla vittoria? Sembra che sia una storia riccorenti. È una grande storia, il pubblico l’ama e aumenta la tua fama, ma non credi di costruirtela da te qualche volta?
R: Decisamente non lo faccio di proposito. Ogni volta che affronto qualcuno, solitamente parte forte. A volte io parto piano, a volte veloce. La maggior parte delle volte faccio il meglio che posso e qualche volta le cose che faccio non funzionano ma sono le cose giuste e prima o poi cominciano a funzionare.

D: Cosa è scattato dentro di te sul 2-5? Sei andata a bordo campo e ti sei detta che questo non doveva succedere? Cosa ti sei detta?
R: Sì, pensavo di poter fare meglio. La mia percentuale di servizio era davvero troppo bassa, penso intorno al 30% e ho pensato che potevo servire meglio e sapevo che potevo rispondere meglio. Mi sono allenato tutti questi anni e ho una buona risposta. Avevo bisogno di cominciare a farlo. Poi il pubblico mi incitava ed era davvero straordinario. Penso che il pubblico mi abbia spinto a superare le difficoltà.

D: Solo tre ace e 42% di prime. Qualcuno potrebbe guardare queste statistiche e pensare che sia stata una brutta giornata ma naturalmente è stata molto buona se si guarda il punteggio. Su quali altre parti del tuo gioco puoi affidarti quando il servizio non funziona?
R: Penso che questa sia la cosa che sono riuscita a migliorare maggiormente in passato. Se il servizio non va, tutto il mio gioco ne risentiva. Ma ora penso che se il servizio non va, posso affidarmi al dritto, ho un gran rovescio, raggiungo grandi velocità.

D: Siete due trentaduenni. Come ti spieghi il fatto che ci sono due trentaduenni ai primi due posti del ranking?
R: Non lo so. Sento che io e lei abbiamo questo forza di non mollare e penso che si possa brillare a qualsiasi età.

D: Hai giocato contro di lei molte volte. Sei rimasta sorpresa di come ha iniziato il primo set?
R: Be’, abbiamo giocato contro recentemente a Istanbul e lì era partita davvero molto bene. Non ero sorpresa. So di cosa è capace. È la campionessa in carica degli Australian Open e non lo vinci per pura fortuna. Devi essere per forza una grande giocatrice.

D: Non usi molto spesso il coaching in campo, anche quando le cose non vanno bene. Sei a favore? O è qualcosa di cui non senti il bisogno quando stai giocando?
R: Non lo uso perché sono cresciuta vedendo giocatori che si risolvevano i problemi da soli. Penso che non solo nel tennis ma anche nella vita devi essere in grado di risolvere i problemi. Le cose non vanno sempre nella tua direzione e tu devi capirlo. Se accade devi pensare a cosa verrà dopo. Nella mia vita ci sono stati dei momenti in cui ho dovuto  risolvere le cose da sola. Per cui prendo questo atteggiamento e lo porto sul campo da tennis. Non dico che non lo userò mai. Lo usavo all’inizio perché lo facevano tutti. Ma poi ho capito che non faceva per me.

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