Atp Montecarlo: Fognini perde testa e match, vince Tsonga! Rafa batte Seppi e fa 300

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Atp Montecarlo: Fognini perde testa e match, vince Tsonga! Rafa batte Seppi e fa 300

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TENNIS ATP MONTECARLO – Fognini perfetto fino al 7-5 3-4 quando non sfrutta 4 palle break. Si spegne la luce e Tsonga prende il largo. Rafa Nadal regola Andreas Seppi 6-1 6-3 e raggiunge la vittoria n. 300 sulla terra rossa. (Foto by Felice Calabrò). Le foto di giovedì 17 da Montecarlo

Ascolta Nadal dopo la vittoria contro Seppi

 

Fognini: “Mi sono inc… col mio angolo”

Ascolta Seppi

 

J.W. Tsonga b. F. Fognini 5-7 6-3 6-0  in 1 ora e 56 minuti

DA MONTECARLO – Che gran peccato: un Fabio Fognini perfetto per un set e mezzo, ottimi colpi (in particolare diversi lungo linea, recuperi di palle corte e drop shot al bacio) e piedi velocissimi, fallisce nel secondo set prima 2 palle-break sul 2-2, poi ben quattro sul 3-3, con errori evitabili e un ace di Tsonga, dopo 1 h e 23 minuti.  Lì il match gira completamente: il francese sale in cattedra, migliora improvvisamente un rovescio fino ad allora molto falloso e dal 5-7 4-3 0-30, infila un parziale terribile di 17 punti a 0, prima di chiudere facile facile 6-0 un terzo set in cui Fabio era di fatto già uscito dal campo prima di cominciarlo. Notevole passo indietro di Fognini in termini di tenuta mentale. L’azzurro esce tra i fischi, cui risponde con un sorriso beffardo e provocatorio.

Splendida giornata di sole sul Principato, cielo azzurrissimo e caldo tornano a farla da padrone dopo il freddo inatteso di ieri. Il programma sul Centrale si apre con l’attesissimo Fognini-Tsonga, col pubblico numeroso e diviso tra opposte fazioni, particolarmente calorose. Già dal riscaldamento dei due giocatori si notano due curiosità. La prima: nello striscione a bardo campo dove figurano i nomi dei maggiori tornei, quello di Shanghai è “profanato”, essendo scritto erroneamente senza la seconda H, “Shangai”, gaffe non tremenda ma tranquillamente evitabile. La seconda: entrambi i giocatori vestono Adidas e usano le racchette Babolat, quasi a dire “giochiamo ad armi pari, vediamo chi è il più forte”.

Nel primo set Tsonga centra subito il break al secondo tentativo e va 2-0, ma Fognini risponde immediatamente, complice un doppio fallo e un dritto out in corridoio del francese, strappando la battuta a zero. Sul 3 pari poi brekka di nuovo l’avversario, subisce il contro break quando serve per il set sul 5-4 ma poi un vincente e un rovescio in rete di Tsonga lo rimandano a servire per il set. Fabio ora non fallisce: 7-5 dopo 48 minuti.

Nel secondo set il match segue i servizi fino al 3-3 (anche se Fabio fallisce due palle break al quinto gioco grazie a un servizio vincente e un ace di Jo Wilfried), poi al settimo gioco arrivano altre 4 palle break, fallite per un rovescio in rete, uno in corridoio, un ace del francese e una risposta lunga sempre di rovescio.

Sul 4-3 Tsonga, Fognini si ritrova 30-40, serve la prima, il francese risponde corto, Fabio sta per chiudere con la voleé ma il giudice di linea chiama in netto ritardo “out” la prima del ligure: il giudice di sedia dice che la prima era buona ma a quel punto è necessario ripetere il punto. Fabio chiede il punto lo stesso, ma la voleé doveva ancora giocarla e il gioco era comunque stato disturbato, per cui non c’è altra strada. Fognini serve un po’ deconcentrato ma è Tsonga a giocare un ottimo dritto lungo linea che gli consegna il break: 5-3 e servizio. L’italiano allora s’imbestialisce per la penalizzazione precedente e rimedia un warning. Il francese chiude a zero con autorità il gioco e il secondo set se ne va, 6-3.

Alla pausa allora Fognini protesta col supervisor, il danese Thomas Karlberg, facendolo addirittura sedere accanto a sé e chiedendo la sostituzione del giudice di linea colpevole della chiamata sbagliata e in ritardo: la ottiene.

Questo non basta però a scacciare i fantasmi e i rimpianti che si sono annidati nella sua mente, nel terzo set perde subito il servizio a zero (ci si mette pure la mala sorte, con due nastri che favoriscono il transalpino), con Tsonga ora efficacissimo col rovescio. Alla pausa il ligure chiama il fisio e si fa fasciare la coscia destra, la stessa che da qualche tempo talvolta gli dà qualche noia. Tsonga è ora in giocabile, specie nei suoi turni di battuta, e sul 3-0 per lui, dopo un’ora e 44 minuti arriva una palla break molto simile ad un match point:  il colored transalpino recupera un drop shot modesto dell’azzurro e centra il secondo break. Fine dei giochi, Fabio è da un pezzo uscito dal campo Tsonga chiude 6-0.

Fabio esce dal campo accompagnato dai fischi del pubblico, compresi gli italiani, delusi soprattutto dall’atteggiamento rinunciatario mostrato dal numero 1 azzurro nel terzo parziale. Il ligure risponde con un sorriso ironico e un gesto come per dire: “Chi se ne frega, sono sempre io, Fabio Fognini”, ma è evidente che è di pessimo umore. Dopo gli ottimi progressi mentali mostrati dall’estate scorsa in poi, questa battuta d’arresto sorprende e fa male, è sembrato di vedere il Fognini ammirato e detestato fino a un anno fa, talentuosissimo, potenzialmente da top ten, ma troppo debole caratterialmente.

È accaduto anche un episodio alquanto spiacevole, che fotografa molto bene il nervosismo dell’italiano. Il padre Fulvio sul 5-0 del terzo set gli ha sussurrato: “Devi giocare con la testa”. L’avesse mai fatto: Fabio è andato su tutte le furie, ha perso il controllo e lo ha aggredito verbalmente: “Sei una merda, mettici la faccia, io ce la metto sempre, tu non ce la metti mai, mettici la faccia se hai coraggio!”. Il genitore ha allora sorriso forzatamente, molto imbarazzato.

Raggiunto da Ubaldo Scanagatta a fine match, Fulvio Fognini è laconico e lucido sulla partita del figlio: “Avrei dovuto avere un figlio centometrista, stava per vincere molto bene in due set, ma se deve lottare a lungo a volte va ancora incontro ad alti e bassi di testa e la sofferenza è davvero troppa per me”.

Tsonga, cui non possono non essere riconosciuti indubbi meriti, specie il radicale miglioramento al servizio e soprattutto col rovescio, festeggia nel migliore dei modi il suo ventinovesimo compleanno, sottolineato dal pubblico col classico coro “Tanti auguri a te!”, ripetuto più volte. Affronterà ai quarti il vincente di Federer-Rosol. (Ruggero Canevazzi),

 

R. Nadal b. A. Seppi 6-1 6-3

La vittoria su Andreas Seppi sancisce la 300a vittoria in carriera di Rafael Nadal sulla terra battuta. Se il match di Fognini ne ha viste di tutti i colori, quello di Andreas Seppi è senza dubbio senza sfumature, un lungo fiume tranquillo per il campione di Manacor che infligge una dura lezione all’azzurro, regolandolo 6-1 6-3. Ma la notizia più degna di nota è che, vincendo oggi, Rafa raggiunge la vittoria n. 300 in carriera sul rosso. Insomma il Centrale del Country Club è davvero il campo dei record per il n. 1 del mondo.

Con un pubblico italiano alquanto sottotono dopo la delusione subita da Fognini, il centrale di Montecarlo non vibra più come prima.

Andreas ce la mette tutta ma Rafa è davvero incrollabile e, in 35 minuti, lo liquida con un impietoso 6-1.

Rafa parte subito con il piede sull’acceleratore e si porta 4-0. Andreas sbaglia tanto, in balìa delle uncinate del “toro” di Manacor. L’altoatesino fa un passo in avanti, portandosi sull’1-4, sul quale poi ha ben 2 palle break . Niente da fare. Rafa aggiusta subito le cose e, grazie anche agli errori di Seppi, sale ulteriormente 5-1 per poi intascare la prima frazione.

Nel secondo set Seppi riesce a contrastare un po’ meglio l’armata iberica registrando 3 giochi. Sul 2-4 strappa il servizio a Nadal e fa un passo in avanti sul 3-4. Ma è tutto. Nadal non perdona e, non contento, infligge un ulteriore break ad Andreas, volando verso il 6-3. Seppi paga certamente il grande sforzo di ieri contro Andujar, cosa che riconosce lo stesso Nadal nelle dichiarazioni a caldo post match. Ma oggi il grande exploit di Rafa, più che l’accesso ai quarti a Montecarlo (cosa di normale amministrazione per lui), è il record della vittoria n. 300 sulla terra rossa.  Sarà di buon auspicio per conquistare il 9° trofeo del Principato?

In sala stampa hanno reso onore a Rafa con una sorpresa : il direttore del torneo, Zelicko Franulovic, ha offerto al campione spagnolo un’enorme bottiglia di Champagne. E già, non accade tutti i giorni di raggiungere record come questi. Complimenti Rafa!

(Laura Guidobaldi)

 

 

 

 

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ATP Astana, il tabellone: Grieskpoor e Baez primi favoriti

Nessun azzurro nel main draw kazako. Da tenere d’occhio Tallon, prossimo avversario in Davis. Presenti anche Wawrinka e Thiem

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Novak Djokovic - ATP Astana 2022 (Twitter @atptour)
Novak Djokovic - ATP Astana 2022 (Twitter @atptour)

L’Astana Open torna nella categoria ATP 250 dopo la promozione a 500 dello scorso anno, edizione impreziosita dalla finale tra Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas, oltre che dalla presenza del numero 1 Alcaraz e di Medvedev. A prescindere dalla categoria, dopo l’introduzione nel 2020 per far fronte alla perdita dei tornei cinesi, l’evento è diventato una presenza fissa nel calendario del Tour. Quest’anno si terrà dal 27 settembre al 3 ottobre, in anticipo di un giorno rispetto all’ATP di Pechino, e il campo di partecipazione è inevitabilmente meno nobile rispetto a dodici mesi fa.

Primo favorito sul duro indoor kazako a succedere nell’albo d’oro a Djokovic è n. 24 del ranking Tallon Griekspoor, uno degli avversari degli azzurri nei quarti di Coppa Davis tra un paio di mesi. L’olandese tenterà di mettere in bacheca il suo terzo titolo del circuito maggiore, a far compagnia ai due vinti proprio quest’anno a Pune e ‘s-Hertogenbosch. Il numero 2 del seeding è Sebastian Baez, che in questa stagione sul duro ha vinto più incontri che in tutti gli anni precedenti nel Tour – otto, cinque dei quali gli sono valsi il titolo a Winston-Salem.

Le altre due tds esentate dal primo turno sono l’uomo di casa Alexander Bublik, sorteggiato nella parte bassa, e il n. 4 Jiri Lehecka. Da segnalare anche la presenza di Sebastian Korda, Stan Wawrinka e Dominic Thiem. Wild card a Kukushkin, Shevchenko e Medjedovic. Nessun italiano in tabellone, mentre nelle qualificazioni c’è Stefano Napolitano, opposto al quarto del seeding cadetto Taro Daniel.

 

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ATP Chengdu: Zverev ha la meglio su Dimitrov. In finale la sfida con Safiullin

Seconda finale stagionale per il tedesco che andrà a caccia del titolo numero 21 della sua carriera

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Alexander Zverev - Chengdu 2023 (Twitter @ChengduOpen)
Alexander Zverev - Chengdu 2023 (Twitter @ChengduOpen)

[1]A. Zverev b. [3] G. Dimitrov 6-3 7-6(2)

Sarà Alexander Zverev l’avversario di Roman Safiullin nella finale del Chengdu Open, torneo ATP 250 in corso di svolgimento nel capoluogo del provincia del Sichuan. Per Zverev si tratterà della finale numero 32 a livello ATP che permetterà al tedesco di puntare al titolo numero 21 in carriera. Si tratterà della ventunesima finale su hardcourt per l’attuale numero 10 ATP, la prima da Montpellier 2022. Zverev disputerà, inoltre, la seconda finale in stagione dopo il titolo conquistato ad Amburgo lo scorso luglio.

 

Continua la serie di sconfitte per Dimitrov contro il tedesco. Sono, infatti, con quella di Chengdu ben 7 le sconfitte consecutive dell’attuale numero 20 al mondo. L’unica vittoria di Dimitrov risale al lontano 2014 con il bulgaro che si aggiudicò in tre set la sfida in quel di Basilea. C’è un solo precedente tra il tedesco e Safiullin. La sfida risale al Roland Garros 2021, con Zverev che si aggiudicò la sfida in tre set.

Primo set: break in apertura spiana la strada a Zverev

Il match inizia in maniera complicata per Dimitrov che cerca di rallentare i ritmi, puntando più sulla profondità che sulla potenza. Gli errori del bulgaro, tuttavia, lo portano subito a fronteggiare palle break. I due sin dall’inizio si sfidano dando vita a scambi lunghi e combattuti, soprattutto sulla diagonale di rovescio. Alla terza occasione Zverev riesce a trovare il break che spezza l’equilibrio già nel game di apertura. Il tedesco può contare su un’arma che il suo servizio. Velocità e direzione che non danno il tempo a Dimitrov di orchestrare una degna controffensiva in risposta. Zverev gioca principalmente di potenza, sebbene il dritto a volte sia un po’ impreciso, Dimitrov prova maggiormente a manovrare e non lesina qualche discesa a rete per mettere pressione al tedesco. I due continuano a lottare anche se cresce il numero degli errori. Una palla corta larga al termine di un altro scambio maratona permette a Dimitrov di trovarsi con due opportunità per il controbreak. La prima viene annullata da un recupero vincente di Zverev su una palla corta ben giocata da Dimitrov, la seconda con una gran prima. Due punti consecutivi permettono al tedesco di uscire indenne dal sesto gioco. Dimitrov fa e disfa con colpi vincenti, alternati a gratuiti, soprattutto con il dritto, che prende il ruolo del protagonista ma in negativo. Tra mille difficoltà e con la complicità del tedesco, poco cinico, Dimitrov riesce ad annullare due palle del “doppio break” a Zverev. Chiamato a servire per rimanere nel set il bulgaro va nuovamente in difficoltà. Sulla palla break una risposta angolata di rovescio di Zverev porta Dimitrov ad affondare a rete il rovescio per il 6-3 che sancisce la fine del primo set.

Secondo set: regna l’equilibrio. Zverev domina il tie-break

Anche in apertura di secondo set il dritto continua ad essere più croce che delizia nel gioco del tennista bulgaro. Colpi profondi che strappano applausi, si alternano a dritti lunghi che si traducono in palla break Zverev. A togliere le castagne dal fuoco al tennista bulgaro ci pensa il servizio. Nel gioco successivo è Dimitrov ad arrivare per ben tre volte ad un punto dal break ma anche in questo caso Zverev chiede aiuto al servizio per uscirne indenne (due prime vincenti e un ace). Rispetto al primo set, Dimitrov trova maggior supporto dal servizio che gli permette di ottenere punti senza sforzo. Zverev continua a servire prime oltre i 220 km/h, Dimitrov gestisce bene anche i momenti di maggior pressione. Combinazione di fattori che porta entrambi ad arrivare sul 5-5 senza difficoltà alcuna. Il braccio di Dimitrov chiamato per rimanere nel match, al contrario di quanto accaduto nel primo set, non trema neanche per un momento. Inevitabile quindi l’approdo al tie-break al termine di un set nel quale si è fatto leggermente preferire il bulgaro, salito di livello con il passare del tempo, rispetto al tedesco. Sui turni di servizio di Zverev gli scambi sono brevi, Dimitrov deve remare maggiormente. Al termine dell’ennesimo scambio combattuto Dimitrov sbaglia di dritto per il primo mini-break a favore di Zverev. L’inerzia del tie-break è a favore del tedesco che ottiene un secondo mini-break attaccando sul rovescio il bulgaro. Il passante di rovescio di Dimitrov non riesce ad essere incisivo e Zverev capitalizza la situazione al massimo. Al primo match point sbaglia ancora Dimitrov e chiude dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco.

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ATP Zhuhai: la finale sarà Khachanov-Nishioka

Autoritario su Sebastian Korda, Karen Khachanov andrà a caccia di un titolo che manca da cinque anni contro Yoshihito Nishioka, bravo a controllare le accelerazioni di Aslan Karatsev

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Karen Khachanov - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Sarà dunque tra Karen Khachanov e Yoshihito Nishioka la finale dei Huafa Properties Zhuhai Championships. Il ventisettenne moscovita pare aver recuperato dai problemi alla schiena rimediati al Roland Garros che lo hanno tenuto lontano dalle competizioni per tutta l’estate; rientrato allo US Open con una sconfitta, in questo ATP 250 cinese ha riassaporato il gusto della vittoria che mancava dagli ottavi parigini e tornerà a disputare una finale dopo Adelaide 2022. In semifinale ha battuto Sebastian Korda, anch’egli non fortunatissimo quest’anno sotto l’aspetto dell’integrità fisica, con soprattutto l’infortunio al polso a inizio anno a condizionarne la stagione.

Nell’altra semifinale, Aslan Karatsev non ha saputo trarre la necessaria fiducia dalla vittoria nei quarti su Cameron Norrie per battere un altro contrattaccante mancino, Yoshihito Nishioka. Sempre che Aslan abbia bisogno di fiducia, perché non è che a volte scappi dalla riga di fondo o si rifugi in traiettorie più sicure in termini di altezza sulla rete e ricerca delle linee laterali. Bravo allora Nishioka ad approfittare di un ottimo tabellone: il n. 149 Atmane, Lloyd Harris con il ranking protetto, Struff che tornava in campo dopo Halle.

[1] K. Khachanov b. [4] S. Korda 7-5 6-4 (Matteo Beltrami)

 

Vittoria autoritaria quella del russo Karen Khachanov che sconfigge in due set (7-5 6-4) l’americano Sebastian Korda in una partita tutto sommato godibile, specie nel primo set. Tutti e cinque i set giocati da Khachanov in questa edizione dell’ATP di Zhuhai prima di oggi si sono conclusi esattamente sul 6-4. Karen ha raggiunto la semifinale al suo debutto nel torneo. Per Korda invece questa è la quarta semifinale in stagione.

PRIMO SET – Il primo set è di un’intensità feroce, i due tennisti non si risparmiano. Il primo affondo è di Khachanov che nel quinto game brekka un Korda meno incisivo al servizio. Di fronte quest’oggi ci sono due dei migliori servitori del circuito. Lo statunitense non ci sta e si riprende alla grande nel game successivo, strappando il servizio al russo e riportando il punteggio in parità. Korda è più generoso di Khachanov in questo primo set, infatti gioca più vincenti ma sbaglia anche di più. Sul 5-5 Karen ne approfitta e conquista il break che sposta gli equilibri del primo parziale. La testa di serie n.1 non vacilla al momento di servire per il set lasciando a 0 il suo avversario in risposta.

SECONDO SET – Nella ripresa crollano le percentuali al servizio di Korda e il suo tennis ne risente. Due break consecutivi di Khachanov gli permettono di issarsi sul 4-0. Sebastian con coraggio si riprende uno dei due break ma l’inerzia della partita è dalla parte del russo. Dopo ogni quindici l’americano diventa sempre più impaziente: la fretta, dettata anche dal punteggio, lo porta a giocare di foga, ergo a sbagliar di più. Khachanov invece è serafico, solo due errori in tutto il secondo set. Serve per il match nel decimo game chiudendo senza concedere un quindici a Korda, esattamente come nel primo set. In finale Khachanov attende il vincente tra Nishioka e Karatsev.

[8] Y. Nishioka b. A. Karatsev 6-4 6-4

Yoshihito Nishioka conferma il precedente dello scorso anno a Bercy e batte Aslan Karatsev con un doppio 6-4 in due ore di gioco. Scampoli di ottimo tennis da parte di Karatsev che è stato avanti di un break in entrambi i parziali, ma poche prime in campo (meno del 50% nella prima frazione), i classici gratuiti quando “bastava meno” e un avversario poco incline ai regali ed efficace con l’amato rovescio bimane hanno deciso l’esito della sfida. Anche un MTO per Aslan, sul 4-1 nel secondo set, mentre Nishioka potrà cercare il terzo titolo dopo Shenzhen 2018 e Seul 2022 nella finale di martedì contro Khachanov.

PRIMO SET – Vinto il sorteggio, Nishioka sceglie di iniziare in ribattuta, come del resto fanno anche molti tra coloro che hanno nel servizio un’arma più importante del 170 cm giapponese. Aslan parte alla sua maniera: due gratuiti e quattro vincenti senza quasi far toccare la palla all’avversario, si dimostra attento e centrato nel game successivo che gli vale il 2-0, ma poi – merito anche di Yoshihito che si valere muovendo bene la palla – affossa un paio di dritti e non conferma il break.

Al settimo gioco l’ottava testa di serie sorpassa sull’onda degli errori targati Vladikavkaz e consolida il vantaggio. Karatsev torna a farsi pericoloso in risposta sul 4-5, allungando il game ai vantaggi grazie a un punto giocato con grande attenzione. Il mancino si affida al rovescio, Aslan (che gliene lascia colpire troppi) fa qualche buco per terra. Se ne vanno altri tre set point, nessuna fortuna anche per la palla break (bravo il mancino a fermare il gioco chiedendo la verifica elettronica) e alla sesta opportunità si prende il 6-4.

SECONDO SET – Karatsev torna preciso come all’inizio del match e questa volta conferma il break, 3-0. Nishioka muove in punteggio e ha un ghiotto 15-40 in risposta nel quinto game, ma Karatsev risolve il problema con l’ace e un drittone. Ricorre invece al trattamento della fisioterapista per risolvere quella potrebbe essere una contrattura al trapezio, a giudicare dalla smorfia di dolore girando la testa verso sinistra.

Di nuovo chiamato a salvare la battuta, esagera con l’incrociato quando c’era lo sventaglio più comodo e naturale. Nishioka aggancia sul 4 pari e sorpassa in un gioco aperto e chiuso dalla seconda fuori bersaglio, arricchito dallo scambio più duro del match, terminato con il dritto russo a metà rete. Nessun problema nell’ultimo turno di battuta che lo porta all’ultimo atto. Contro Khachanov, il cui ultimo titolo risale al 2018, è sotto 1-3 negli scontri diretti.

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