Sorrisi d'italia Flavia e Fabio coppia vincente (Martucci e Piccardi), Djokovic, il glutine e una dedica speciale (Clerici), «Sono un'altra Flavia» (Semeraro)

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Sorrisi d’italia Flavia e Fabio coppia vincente (Martucci e Piccardi), Djokovic, il glutine e una dedica speciale (Clerici), «Sono un’altra Flavia» (Semeraro)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

 

Sorrisi d’italia Flavia e Fabio coppia vincente

 

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 27.05.2014

 

E’ uno di quei giorni che ti prende la malinconia. Anche a Parigi, anche al Roland Garros, anche con le stelle del tennis in passerella. Perché il gioco va a singhiozzi, come la pioggia e gli stop, ed il cielo è grigio, la terra rossa è melma, e tutto sembra andar storto. C’è un solo antidoto: il sorriso. Il campo dove Flavia Pennetta non teme avversarie, perché è bella dentro, solare, positiva. Ancor di più, a 32 anni, col fidanzato più giovane (il collega 27enne Fabio Fognini) e la carriera rilanciata a settembre con le semifinali agli Us Open, fino al numero 13 del mondo: «Sono stata fortunata a giocare alle 11, bene o male, sapevo che avrei finito il match, per gli altri è dura, sono tutti stesi un po’ qua un po’ là, in attesa». Peluche Flavia sorride per la morbida austriaca Mayr Achleitner (n. 73), che domina, mettendo giù anche 8 ace in 8 turni di battuta, e per la svedese Johanna Larsson (99), che affronta domani: «Ci ho perso l’anno Quindi vietato distrarsi, come scorso a Baastad, in un match sul 5-2, e quattro set point, nel molto combattuto, ha un buonissimo kick di servizio, come la Stosur, dovrò stare concentrata Battaglia Appena tornata fra ed imporre il mio gioco»…..

 

Fabio & Flavia coppia d’assi

 

Gaia Piccardi, il corriere della sera del 27.05.2014

 

Ci sono vittorie di pancia (Rafa Nadal su Ginepri: la rincorsa del niño al nono Roland Garros è cominciata lasciando per strada la miseria di 3 game…), di cuore (il futuro papà Noie Djokovic punta al primo titolo di Parigi da dedicare al nascituro: Sousa k.o. in tre veloci set) e di coppia. Flavia Pennetta e Fabio Fognini (foto) accedono a braccetto al secondo turno di Parigi — subito tellement umida e uggiosa da rimandare molti match, tra cui quello di Camila Giorgi —, tonificati da qualche giorno al mare da lui (Arma di Taggia) dopo gli Internazionali di Roma e prima del Roland Garros, e speriamo che la cura di amore-sole-focaccia abbia effetti a lunga durata. Flavia si sbarazza in due set (6-2, 6-2) dell’austriaca Mayr-Achleitner e trova la svedese Larsson; Fabio passeggia senza imprecare (6-4, 6-4, 6-i) con il tedesco Beck e ora è atteso da un incontro ravvicinato con il brasiliano Bellucci. Subito fuori, invece, la testa di serie n.17 Roberta Vinci (ferita a una gamba) con l’enfant du pays Pauline Parmentier (3-6, 6-3, 6-2), Karin Knapp (6-4, 6-o dalla Barthel) e Paolo Lorenzi, che aveva di fronte un ostacolo troppo alto: lo spagnolo Bautista Agut (63, 7-5, 6-2). La pattuglia azzurra scende in campo oggi con Errani, Giorgi, Seppi, Bolelli e Arnaboldi (derby), qualificato e già felice.

 

Djokovic, il glutine e una dedica speciale

 

Gianni Clerici, la repubblica del 27.05.2014

 

Come ci si bagnava prima che inventassero l’ombrello. E, nel tennis, ciò equivale ai club privi di un campo con il tetto, che per ora si trovano soltanto a Melbourne e a Wimbledon. Così, a un certo punto dell’allenamento agonistico di Djokovic contro il primo tennista portoghese della storia, Joao Sousa, si è messo a piovere e io sono andato al bar a leggermi un libro appena acquistato, “A Serve to win”, e cioè un servizio per vincere, e anche “essere utile per vincere”. Nel libro Novak ricorda i suoi esordi infantili sommersi non da un semplice acquazzone, ma delle bombe della nostra cara Nato, e gli inizi grazie ad una grande istitutrice, Jelena Gencic che non solo gli insegnò a colpire la palla, ma gli educò l’animo e la mente. Terminata la peggior guerra che si possa immaginare, quella fratricida, Novak-diciannovenne stava disputando la finale dell’Open di Croazia nel 2006, contro Wawrinka. «All’improvviso la forza di gravità mi risucchiò indietro e mi ritrovai sdraiato sulla terra rossa del campo, ansimante. Quella forza misteriosa che mi prosciugava le forze senza preavviso si era nuovamente abbattuta su di me». Vado di fretta, perché questa non una recensione, e salto a luglio del 2011, alla finale di Wimbledon, il sogno affermato di un bambino preveggente. «Non era stato un nuovo programma d’allenamento a trasformarmi nel migliore tennista del mondo, non una nuova racchetta o un nuovo allenatore. Era stato un nuovo modo di mangiare. La mia vita era cambiata perché avevo iniziato a nutrirmi di alimenti più adatti al mio corpo». Inizia, da quella che mi era parsa una biografia, mai banale, un libro di dietetica, che approfondisce l’eliminazione del glutine in un menu paradossalmente offerto dalla pizzeria di famiglia. Affascinato da simile storia, mi sono avviato alla conferenza nella quale Djokovic rispondeva in modo non meno brillante di quanto non avesse fatto con Fabio Fazio, a Che Tempo che fa. Venuto il mio turno. gli ho chiesto . «Pensi che un’esclusione del glutine dalla mia dieta possa migliorare il mio modo discrivere?». Provo vergogna, ma insieme grande soddisfazione, nel citare la dedica che ha voluto offrirmi sul libro, in risposta: «A Gianni, senza glutine per diventare Premio Nobel».

 

«Sono un’altra Flavia»

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 27.05.2014

 

«Bisogna sempre sorridere alla vita». Specie quando la vita sorride a te. L’unica cosa cupa della giornata di Flavia Pennetta ieri a Parigi è stato il cielo, freddo e gonfio di una pioggia che ha sgocciolato a lungo sul Roland Garros interrompendo a più riprese il gioco e costringendo il torneo a cancellare alcuni match (compreso quello di Camila Giorgi). Il resto è stato tutto luminoso: la vittoria per 6-2 6-2 contro la (modesta) avversaria di primo turno Patricia Mayr-Achleitner e l’umore con cui Flavia ha ammesso di vivere questo periodo della sua carriera. MATURITÀ. Trentadue anni, un amore in corso con Fabio Fognini, la prospettiva di rientrare in fretta, già con risultati del Roland Garros, fra le prime dieci del ranking mondiale, dove fu la prima italiana a mettere i piedini nel 2009: la “Penna” in effetti ha tutti i motivi per sentirsi leggera. Persino il fastidio al retto femorale che le aveva fatto interrompere l’allenamento prima del debutto («Una vecchia cicatrice») si è rivelata cosa di poco conto. «Esono anche diventata meno scaramantica, con l’età», butta lì con il viso scanzonato da piccola Loren del nostro tennis che pare tornato quello di una ragazzina. «Una volta se c’era qualcuno al mio match il primo giorno, e vincevo, pretendevo che tornasse. Se non era venuto, non volevo neanche vederla Tutte cavolate di cui mi sono liberata». Papà Oronzo e mamma Concita ne sanno qualcosa. Maturità significa anche capire che il destino sta nelle tue mani. L’anno scorso a Parigi Flavia perse al primo turno, quest’anno ha davanti un tabellone non impossibile e quasi nulla da difendere. L’ingresso fra le Top Ten per ora glielo ostruiscono Maria Sharapova, che però ha in scadenza una finale, e (teoricamente) Serena Williams sulla strada nei quarti, e Sara Errani che dovrà affrontare la lankovic in ottavi (Na Li nei quarti). Più Ana Ivanovic, che dal canto suo deve riconfermare gli ottavi dello scorso anno. «L’obiettivo Top Ten è li, ed è normale pensarci», ammette lei. •Però non è una cosa che mi sta asfissiando. A Barcellona mi sono allenata come dovevo i primi giorni ero stanca ma forse era colpa della confusione In questa prima partita èfilato tutto liscio, anche se ho giocato meglio di dritto che di rovescio, il mio colpo più naturale. Al prossimo turno contro la Larsson (svedese, n 99 Wta – ndr) dovrò stare attenta al suo servizio kick,” il migliore del circuito insieme a quello della Stosur. Ci ho perso a Bastad l’anno scorso, è un match da prendere con le pinze». Giusta precauzione. 11 2013 però per Flavia, nonostante gli ottimi risultati (semifinali agli US Open su tutu) è stato un anno diverso, più complesso. Meno leggero, soprattutto lato-preparazione. «Di questi tempi mi mancavano un po’ di partite, e fisicamente non stavo così bene – spiega – Il lavoro che faccio ora (con il coach spagnolo Salvador Navarro – ndr) in realtà non è diverso, pensavo anch’io che con il tempo le cose sarebbero migliorate, ma non così tanto». Al Roland Garros la Pennetta non è mai andata oltre gli ottavi, dove sulla carta quest’anno dovrebbe incocciare in Angelique Kerber, la bestia nera tedesca che nel 2011 le negò le semifinali a Flushing Mea-dows, e nel 2012 la stoppò qui al terzo turno. Meglio il cemento o la terra rossa, per provare a tomare fra le grandi? «La partita della vita me la giocherei sul cemento, dove negli anni ho imparato a comandare lo scambio. Sulla terra è più difficile, le palle sono più lente – qui a Parigi poi sembrano dei pelouches! – e non ti vengono incontro, anche se per me adattarmi è più facile rispetto a una russa o ad un’americana. Devo sfruttare questa mia versatilità».

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