TENNIS FOCUS – Abbiamo analizzato il percorso effettuato dal ’74 ad oggi da ciascun vincitore Slam e abbiamo scoperto che Sampras e Agassi faticavano meno di Federer per vincere uno Slam, così come Djokovic vince in media Slam più complicati rispetto a Nadal. Ma non spetta a loro questo primato… Quello in negativo invece va a Sampras!
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Durante lo svolgimento del Roland Garros 2014 si è molto discusso sul tabellone di cui ha beneficiato Rafa Nadal prima dei quarti di finale. Incontrare il redivivo Ginepri (wild card), il giovane promettente Thiem, l’argentino Mayer ed il serbo Lajovic ha rappresentato, a detta di molti, un cammino molto facile ed anche grazie a questo inizio soft il maiorchino ha potuto salvare preziose energie in vista della finale. Se guardiamo la classifica di questi quattro (prima dell’inizio del Roland Garros), notiamo che, in effetti, Nadal non avrebbe potuto chiedere di meglio: rispettivamente numero 277, 58, 77 e 84. Al contrario, sembrerebbe che i primi quattro turni siano stati più impegnativi per Novak Djokovic: Sousa (44), Chardy (40), Cilic (26) e Tsonga (14). Questo ha inciso? Uno Slam non è una finale dei 100 metri, ci sono due settimane da affrontare, sette partite al meglio dei cinque set: uno Slam richiede una migliore gestione delle energie fisiche e mentali rispetto a tutti gli altri tornei del circuito ATP.
Partendo da queste considerazioni mi sono chiesto: quanto è difficile vincere uno Slam, in relazione al tabellone? Spesso si legge: Federer ha vinto molto perché ha avuto pochi avversari, mentre Nadal e Djokovic affrontano, in media, avversari più ostici, agguerriti, preparati. Questo è vero? O forse è il classico falso storico che ripetiamo fino a convincerci? Per dare una risposta non condizionata dal tifo o dalle opinioni, ho provato a costruire un semplice modello.
Seguendo il percorso effettuato dal vincitore di uno Slam (dal 1974 ad oggi), ho assegnato un numero di punti in funzione della classifica dei suoi avversari al momento del match, cercando di simulare e pesare il sistema di teste di serie. 0 punti se oltre il 50, 1 punto tra 33 e 50, 2 punti tra 17 e 32, 3 punti tra 9 e 16, 5 punti tra 5 e 8, 7 punti tra 3 e 4, 10 punti tra 1 e 2 del ranking ATP. L’idea su cui si basa questo sistema è semplice: incontrare e battere il numero 3 e 4 del mondo in serie richiede più sforzo rispetto ad una singola impresa contro il numero 1, e così via. Certo, direte voi, battere il numero 5 ed il numero 8 non dovrebbe valere quanto battere il numero 1. Vero, ma come sapete non sempre il numero 1 o il numero 2 del ranking è l’avversario peggiore da incontrare (Muster sull’erba vi dice qualcosa?), quindi ho preferito non dare troppo peso ai vertici della classifica. Alla fine dello Slam, il vincitore ha sconfitto sette (meno se ha beneficiato di bye o walkover) avversari: la somma dei punti relativi a questi sette incontri ci fornisce un parametro di difficoltà relativo alla vittoria di quello Slam. Quindi, per farvi un esempio, il numero 1 del mondo che si trovasse ad affrontare, nell’ordine, un qualificato (0 punti), il numero 45 (1), il numero 24 (2), il 13 (3), il 7 nei quarti (5), il 3 in semifinale (7) e il numero 2 in finale (10), totalizzerebbe 28 punti: un cammino davvero difficile. Se invece ci fosse una moria di teste di serie (Agassi 2002 agli Aus Open), potrebbe totalizzare pochi punti.
Ovviamente questo modello “dimentica” alcune considerazioni importanti: Roddick, quando era numero 1, era davvero forte come Jimmy Connors, quando era numero 1? Un numero 1 come Sampras affrontato sull’erba, vale quanto lo stesso Sampras affrontato sulla terra? Il ranking, prima dell’avvento del computer, era davvero affidabile, in quanto compilato da esperti? Meglio incontrare il numero 5 del mondo o chi lo ha sconfitto? Ovviamente il modello ha dei limiti, ma non è semplice cercare di standardizzare, passatemi il termine, questo tipo di confronti. Ho pensato di aggiungere dei punti speciali per i vincitori di Slam a quel punto della carriera, punti speciali per i detentori dei titoli, punti speciali per il numero di titoli vinti su quella superficie a fine carriera, ecc. Poi ho preferito fidarmi del ranking per dare un’idea del tutto generale. Siate clementi, ho volutamente semplificato questa analisi.
Veniamo dunque ai risultati. Riporto le 5 vittorie (o le 5 ed i pari merito) più difficili per ogni Slam. Ricordatevi che gli Aus Open sono stati a lungo snobbati da alcuni giocatori di spessore, perché si giocavano a Dicembre. Ricordate inoltre che fino al 1987 si svolgevano sull’erba.
Aus Open
1) Wilander (1988) 28
2) Wawrinka (2014) 27
3) Djokovic (2011) 25
4) Djokovic (2013) 22
4) Djokovic (2012) 22
5) Agassi (2000) 22
Roland Garros
1) Wilander (1985) 26
1) Lendl (1984) 26
3) Nadal (2013) 24
3) Wilander (1982) 24
5) Nadal (2008) 23
5) Nadal (2006) 23
5) Bruguera (1993) 23
5) Courier (1991) 23
Wimbledon
1) Stich (1991) 31
2) Borg (1977) 25
3) Federer (2005) 23
3) Edberg (1990) 23
5) Federer (2012) 22
5) Cash (1987) 22
US Open
1) Edberg (1992) 24
2) Murray (2012) 23
2) Del Potro (2009) 23
2) Sampras (1990) 23
2) Connors (1976) 23
2) Orantes (1975) 23
A quanto pare, ma prendete questi risultati con le pinze, lo Slam più complicato lo ha vinto il tedesco Stich, a Wimbledon nel 1991, dove sconfisse, tra gli altri, le teste di serie numero 1 (Edberg, in quattro tiratissimi set in semifinale) e 2 (Becker, in finale). I due erano anche stati protagonisti di una bellissima finale l’anno precedente, dove si impose al quinto set lo svedese, ora allenatore di Federer.
Ma mettiamo un po’ di pepe a questi numeri insipidi. Veniamo ai grandi vincitori di Slam e facciamo una media tra i punti ottenuti in tutti gli Slam vinti dai singoli campioni. Prendiamo in considerazione coloro che hanno almeno tre trofei in bacheca ottenuti su almeno due superfici diverse (dal 1974 in poi).
1) Djokovic 22.0
2) Nadal 19.9
3) Wilander 18.6
4) Courier 17.7
5) Edberg 16.7
5) Lendl 16.7
7) McEnroe 16.4
8) Becker 16.2
9) Federer 16.0
10) Connors 14.4
Questo sembra indicare che Djokovic deve sudare molto per vincere uno Slam (ecco spiegato, in parte, il numero di finali perse e di tentativi falliti per un soffio), altri come Sampras ed Agassi molto meno (non sono tra i primi 10). E Nadal vince slam più pesanti, in media, rispetto a Federer. Tuttavia gli specialisti di una superficie soffrono poco il tabellone: Federer ha vinto due Wimbledon tra i primi 5, Nadal 3 RG tra i primi 5 e Djokovic 3 Aus tra i primi 5. Ma quando un non specialista fa il colpo (Federer RG 2009, Nadal US 2010-2013), lo fa quando la difficoltà non è massima.
So che stavate aspettando il paragone: Federer vs Nadal. Proviamo a categorizzare gli Slam: 25 punti e oltre (molto difficili), 20-24 (difficili), 15-19 (medi), 10-14 (facili), meno di 10 (molto facili). Faccio notare che in questa speciale classifica, proprio Nadal comanda con 8 difficili. Ma l’unico ad aver vinto due slam molto difficili è Mats Wilander. Confrontiamo Roger e Rafa.
Slam molto difficili – nessuno.
Slam difficili – Federer 2 (Wim 2005, 2012); Nadal 8 (Aus 2009, RG 2006-08, 2011-14)
Slam medi – Federer 10; Nadal 5
Slam facili – Federer 4 (RG 2009, Wim 2003, 2009, US 2006); Nadal 1 (RG 2010)
Slam molto facili – Federer 1 (Aus 2006)
In effetti sembra che Federer, come Sampras ed Agassi, sia stato agevolato dalla sua epoca (giocatori in testa alle classifiche altalenanti spesso eliminati prima dei turni finali) e dai tabelloni benevoli. Va anche detto che Federer ha anche beneficiato di alcune cadute inattese dello stesso Nadal. Pensate ad esempio agli US Open, dove Nadal ha perso contro Youzhny nel 2006 ai quarti, contro Ferrer agli ottavi nel 2007 e contro un Murray in grande spolvero in semifinale nel 2008. Ma questo se mai è demerito di Rafa, non fortuna di Roger.
Tuttavia, faccio un’ultima considerazione. Da questo piccolo studio, risulta che Federer ha vinto il RG nell’anno in cui era più facile vincerlo (ma dai, direte voi) dal 2004 in poi. Ma soprattutto risulta che le grosse sorprese dipendono spesso da un tabellone agevolato. Tra gli slam con punteggi più bassi troviamo, ad esempio, la vittoria di Johansson agli Aus Open del 2002 e quella di Ferrero al RG del 2003. Sorprendentemente, la vittoria in assoluto più semplice risulta quella di Sampras a Wimbledon nel 2000. Vi rinfresco la memoria: Vanek, Kucera, Gimelstob, Bjorkman, Gambill, Voltchkov e Rafter. Oggi sarebbe il tabellone di un 500, forse.
Vi chiedo scusa se l’articolo vi sembra troppo lungo, ma i prossimi saranno più corti. Tuttavia, apprezzerei spunti, idee o richieste tra i commenti. Mi piacerebbe fosse l’interesse dei lettori a guidare queste piccole ricerche.