Ljubicic: “Cilic può diventare il n.1 al mondo”

Interviste

Ljubicic: “Cilic può diventare il n.1 al mondo”

Ivan Ljubicic, allenatore di Milos Raonic e manager di Tomas Berdych, in un’intervista con il portale croato di informazione 24sata.hr ha commentato la magnifica vittoria di Marin Cilic agli US Open, i grandi risultati Mirjana Lucic-Baroni, e anche le prospettive della squadra croata di Coppa Davis

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“Marin non ha solo vinto lo US Open, ma giocato un tennis che non si vede nei momenti che contano. Mi ha sorpreso. Ammiro il suo successo e, ripeto, il modo in cui lo ha ottenuto”, ha detto Ivan Ljubicic.

Anche se sono passati due anni e mezzo da quando ha appeso la racchetta al chiodo, il leggendario Ljubo non ha resistito a lungo lontano dal Tour. E’ cresciuto in questo ambiente, fatto di continui spostamenti e cambiamenti di città, alberghi, tornei e vivendo stabilmente a Monte Carlo si è reso conto che è qualcosa senza il quale non può – letteralmente – vivere. Stufo della pensione, da un anno è l’allenatore di Milos Raonic, e anche manager di Tomas Berdych. In un’intervista con il portale croato di informazione 24sata.hr ha commentato la magnifica vittoria di Marin Cilic agli US Open, i grandi risultati Mirjana Lucic-Baroni, e anche le prospettive della squadra croata di Coppa Davis.

Quanto ha contato il ruolo dell’allenatore negli splendidi risultati ottenuti da Marin a New York?
Goran ha aiutato moltissimo Marin, nel semplificare il suo gioco e nel rivolgere la concentrazione solo su se stesso. Marin prima spendeva molte energie nell’analizzare gli avversari e adattarsi a loro. Ora gestisce entrambi gli aspetti e con questa combinazione è diventato un avversario molto scomodo per tutti. Per non parlare del servizio!

Mate Delic fa parte del vostro team, ha entusiasmato ad Amsterdam (ha battuto Sijsling in 4 set e si è arreso solo al quinto set contro il n.1 olandese Haase, ndr). Quali sono le sue previsioni per il ragazzo di Spalato?
Mate sa colpire la palla terribilmente bene, lo sapevano tutti nell’ambiente. Nell’ultimo periodo abbiamo lavorato per semplificare il suo gioco, ma c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto per la parte fisica. La sua autodisciplina determinerà la sua strada nel mondo del tennis e gli obiettivi che potrà raggiungere.

La nuova squadra nazionale croata sulla carta sembra abbastanza solida, ci sono Marin Cilic, Borna Coric, Mate Delic, Mate Pavic, Marin Draganja… Il prossimo anno saranno dieci anni dalla vittoria croata di Coppa Davis. Questa nuova Croazia può arrivare lontano?
Vorrei ricordare Ivan Dodig e Ivo Karlovic, che sono ancora parte della squadra qualora lo vogliano. Il potenziale c’è, sicuramente. Quanto lontano? Lo si vedrà col tempo. Quasi ogni squadra del World Group è in grado di arrivare in fondo se tutti i vari pezzi si incastrano. Speriamo che accada di nuovo per la Croazia!

A quali obiettivi può ambire il diciasettenne Borna Coric, a cui è mancato poco per arrivare ad affrontare il suo allievo Milos Raonic al terzo turno US Open?
Con Borna mi sento ogni tanto, quando me lo chiede gli do qualche consiglio. In questo momento non deve porre limiti ai suoi obiettivi. Lui è giovane e non deve accontentarsi. I prossimi 3-4 anni saranno molto importanti e determineranno quale direzione prenderà la sua carriera.

Nove anni fa giocò il miglior tennis della sua vita spazzando via gli americani a Los Angeles (nel 1° turno della Davis 2005 Ljubicic porto 3 punti alla Croazia, battendo Agassi e Roddick nei singolari e, in coppia con Ancic, i fratelli Bryan in doppio, ndr), è stato il terzo giocatore del mondo. Rimpiange forse di non aver ottenuto una vittoria del Grande Slam, forse agli Australian Open nel 2006 dove fu fermato in cinque set nei quarti di finale da Marcos Baghdatis (che perse poi in finale con Federer, ndr)?
Un torneo del Grand Slam è l’unica cosa che non ho conquistato nella mia carriera, ma non mi lamento. Obiettivamente, non ci sono mai andato neanche vicino! Ho giocato nel periodo del grande dominio di Federer e Nadal, ma sono anche consapevole che in molti Slam ho reso molto meno di quanto avrei potuto. Ma se mi guardo indietro, sono molto felice e orgoglioso della mia carriera.

Un commento su Mirjana Lucic-Baroni, che all’età di 32 anni è la migliore tennista croata.
Conosco Mirjana da tanto. Lei dominava nel tennis femminile juniores quando anch’io ero junior e ci conosciamo bene. Non posso descrivere a parole quanto sono felice per lei, dopo tutto quello che ha passato nella vita. Mi auguro che questo suo sogno duri il piu’ a lungo possibile.

Donna Vekic ha fornito prestazioni altalenanti negli ultimi tempi, ha interrotto la collaborazione con David Felgate. La pressione può aver contribuito?
Non conosco da vicino Donna. E’ giovane e il potenziale sicuramente c’è. Tutti nella carriera hanno degli alti e bassi. Sono certo che questo è solo un leggero rallentamento sulla strada verso i vertici della classifica mondiale.

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