Poteva finire il 2014 di Fognini senza un #FognaMoment?

Rubriche

Poteva finire il 2014 di Fognini senza un #FognaMoment?

Pubblicato

il

 

TENNIS FOCUS – Fabio Fognini ha terminato il 2014 alla sua maniera,perdendo dal numero 176 ATP a Parigi e litigando con l’arbitro. Il 2014 è stato comunque il suo anno migliore, ma anche l’anno in cui è diventato famoso per i #FognaMoments.  I #FognaMoments, le peggiori sconfitte di Fabio Fognini

#FognaMoments è un hashtag “celebrativo” delle bravate di Fabio Fognini sui campi da tennis. Il miglior tennista italiano da molti anni a questa parte, ha chiuso la sua stagione sciorinando tutto il repertorio dei giorni peggiori: perdere da un qualificato classificato al numero 176 (Pouille, seppur bravo e in ascesa), lanciare e spaccare racchette (si favoleggia di turni straordinari alla Babolat per fronteggiare la domanda del tennista) e ovviamente, dulcis in fundo, litigare con l’arbitro, spiegandogli che “vaffanculo” e “vai a cagare” in Italia sono praticamente la stessa cosa, fra l’altro.

Si sarà passato una mano sulla fronte il giudice di sedia Bernandes – cha parla italiano – quando avrà preso atto della sua designazione per il match di Fognini contro Pouille, immaginando il probabile e poi consumato epilogo. Alla fine Bernandes si è comportato da signore, dapprima rifiutando la mano a Fognini chiedendo scuse per le offese (“Sei matto”), e poi porgendogliela, con gran classe. Quel che è sicuro è che oramai Fognini rischia, se non lo è già, di diventare una macchietta del circuito. Non riesce a fregare più neanche i bookmaker, che dopo la sconfitta con Wang a Shanghai di qualche settimana fa, un tennista cinese all’epoca classificato attorno alla posizione numero 530 ATP, hanno quotato molto poco la sconfitta contro il qualificato francese Pouille.

Il match è andato come avete visto tutti, cioè al solito, con Fognini in campo a “bulleggiare” un po’ e con tifosi e addetti ai lavori divisi fra imbarazzo, lamentele e accuse. Si sa: avere il poster di Satana in cameretta fa fico. Su Sky, Paolo Bertolucci, che ha fatto la seconda voce durante la partita dell’italiano, ha ribadito quanto già noto, ovvero che tutto è stato già detto e che era inutile ripetersi visto che si era di fronte al solito già visto, l’ennesimo deja vu di quel pomeriggio di aprile contro Tsonga a Montecarlo, quando a farne le spese fu il papà, in mondovisione.

La stampa sportiva italiana ha dedicato qualche riga all’accaduto, derubricandolo alla solita lite con l’arbitro, “stigmatizzando” il comportamento dell’italiano sfociato al solito quantomeno nella maleducazione. Lungi da noi la volontà di criticare i comportamenti di Fabio – Vine e Youtube abbondano di #FognaMoments, giudicate voi stessi – quel che si vuole sottolineare è la disparità di trattamento dei suoi comportamenti da parte degli addetti ai lavori. Per una Gazzetta che si guarda bene dall’infierire sull’accaduto, magari per la paura di perdere le interviste che si negano sempre di più a chi cerca di fare informazione con la schiena diritta, la stampa internazionale non lesina giudizi appropriati:

L’ATP, al solito timida quando è chiamata a giudicare il comportamento di un tennista che frequenta i piani alti della classifica, farà ancora cassa grazie a Fognini per la probabile multa in arrivo. Sarebbe interessante fare una statistica dei giocatori più multati del 2014: Fognini sarebbe top 10 di sicuro. E per favore: non tiriamo fuori il paragone assurdo con John McEnroe. Il comportamento dell’americano era scientifico: puntava con le sue continue proteste a condizionare psicologicamente i giudici di linea e di sedia, ricavandone profitto in termini di chiamate da effettuare su palle dubbie. In breve: McEnroe con il “falco” non sarebbe stato il McEnroe così famoso di oggi per le sue scenette. E comunque era John McEnroe.

L’obiezione poi da parte di chi non perde occasione per difendere Fognini anche quando difendibile non è, è la solita, una litania imperante ripetuta ad oltranza e che forse un giorno – il più lontano possibile, specifichiamolo altrimenti arriveranno le accuse d’esser menagramo – sarà incisa come epitaffio sulla lapide: “HA BATTUTO MURRAY IN COPPA DAVIS A NAPOLI”. Binaghi, il massimo responsabile della FIT, la ripete ad ogni occasione. Lo ha detto in ogni luogo dove ha elogiato il tennis italiano, come se battere Murray in un periodo proprio non eccezionale per l’inglese, in Coppa Davis poi, che, mettetela come vi pare, è sempre una competizione a squadre e quindi relativamente importante per un tennista (a meno che non sia la finale, magari), fosse l’apice della carriera di Fabio, ancora meglio della sua tredicesima posizione mondiale conquistata nel corso del 2014, il suo anno migliore. Binaghi ha ripetuto quella frase ogni qual volta c’era da giustificarlo. Ultimo esempio? Dopo il torneo di Shanghai, quando Fabio mostrò il dito medio a qualche spettatore che lo stava insultando all’uscita dal campo dopo la mesta figura rimediata contro Wang. Binaghi era stato interpellato perché magari il comportamento di Fabio in Cina poteva aver messo in imbarazzo la FIT. Macchè: “TAPPOST” direbbero i The Jackal.

Sulle qualità tecniche di Fabio sono stati versati fiumi d’inchiostro e imbrattati miliardi di pixel. Potrebbe fare di più? Chissà, non è un problema nostro. Anche i suoi tifosi però si stanno stancando di aspettarlo. Manifestano disaffezione sui Social Network, dove la pasdaran Fulvia Fognini, sorella di Fabio, non manca di polemizzare con tutti i tifosi che a suo giudizio mancano di rispetto al fratello, prediligendo la polemica con i giornalisti (che Fabio ha fatto anche cacciare a Madrid quest’anno pena il mancato inizio della sua conferenza stampa) che fanno il loro mestiere, ovvero riportare le notizie di ciò che avviene in campo, e quindi di dominio pubblico. Va detto però, che ogni tweet di Fulvia è corredato da tante faccine, per sdrammatizzare un po’.

E quindi i #FognaMoments sono finiti per quest’anno. Ci si rivede nel 2015, sperando, per Fabio più che altro, che la storia cambi. Anche perché, se la storia si ripete, diventa farsa. E a noi non ci viene più neanche da sorridere.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement