Murray supera Berdych nella semifinale tra due personaggi poco personaggi

Editoriali del Direttore

Murray supera Berdych nella semifinale tra due personaggi poco personaggi

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Andy Murray sfrutterà ancora l’assenza di Rafa Nadal e Roger Federer? Intanto ha messo k.o. Tomas Berdych. Lo scozzese non è più quello del 2104. La schiena non gli fa più male. “Sono contento per Amelie Mauresmo” dice dopo che il… meno Fab dei Fab batte Tomas Berdych, il Brutto Anatroccolo dei Top-Ten

Andy Murray giocherà la quarta finale all’Australian Open e si augura certamente di non fare la stessa brutta fine che fece nelle prime tre. Perse le prime due in malo modo, una da Federer e una da Djokovic nel bienno 2010-2011, prima di riuscire nel 2013 a strappare finalmente almeno un set a Djokovic nella terza. Ma dopo le prime due nette sconfitte in finale nel Regno Unito, invece di celebrare il suo bel torneo, la stampa britannica quasi lo affossò dandogli del grande perdente. Erano arrivati a dire che lui, troppo cocco di mamma Judy, era apatico. Quando se c’è uno che lotta, che corre, che rema, è proprio lui. Semmai qualche volta è giusto rimproverargli di non essere abbastanza aggressivo, di non prendere abbastanza rischi, di aspettare troppo l’errore altrui, ma io quando vidi Andy una delle prime volte proprio qui in Australia impegnare fino al quinto set Rafa Nadal, trovai e scrissi che aveva un grandissimo talento, una grande capacità di variare il ritmo – che è poi stata anche stasera l’arma che gli ha consentito di battere un Berdych che invece è troppo monocorde, ha solo il piano A e non quello B – e gli predissi un grande futuro. Che Andy ha certo avuto, se si considerano gli ultimi due anni, quello in cui ha vinto l’oro Olimpico a Londra ne 2012 nel Wimbledon “impuro” e poi un Us Open, fino al trionfo del 2013 nei Chanpionships che erano sfuggiti ai sudditi di sua Maestà Britannica addirittura dai tempi di Fred Perry che aveva fatto il tris consecutivo fra il 1934 e il 1936.Poi c’è stato un anno, il 2014, interlocutorio perchè lo scozzese che si era operato alla schiena a fine 2013, ha avuto neccessità di recuperare dall’infortunio e non è stato più quello di prima.

Ma ora sembra di nuovo lui, stasera avrebbe potuto vincere anche il primo set, è stato un tantino sfortunato quando ha rotto le corde nel tiebreak quando era in vantaggio per 3-2 e di un minibreak – al giorno d’oggi nessuno rompe più le racchette, un po’ perchè non sono più di solo budello ma hanno anche filamente sintetici – un po’ perchè i giocatori le cambiano quasi tutti come innovò Ivan Lendl, ad ogni cambio di campo. Restituito il minibreak di vantaggio, Murray si è un po’ disunito e Berdcyh ha indovinato un po’ di quei drittone poderosi che gli avevano consenttio in passato di vincere 6 delle dieci sfide con lo scozzese di Dunblane, incluse le ultime due. Ma colui che accusavano di essere “apallico” invece ha dimostrato grande forza di reazione e nel secondo set, dopo che il primo aveva richiesto ben 7-6 minuti, in mezzoretta scarsa ha inflitto un pesante 6-0 al ceco. Seguito, come avrete letto dalla cronaca di Angelo Lo Conte,  da un 6-3 e un 7-5 senza moltissima storia. “Avrei dovuto vincere il primo set, ma sono contento per come ho reagito dopo, ho cambiato gioco”.

Ora a parte il fatto che qualcuno ritiene che la semifinale di domani fra il campione di quattro Australian pen Novak Djokovic e il campione uscente sia la vera finale del torneo, io anche se non dissento completamente faccio presente – al di là della cabala: ogni volta che Federer e Nadal non hanno raggiunto le semifinali di uno Slam quel torneo lo ha vinto Murray e non Djokovic, che pure era sempre diventato il favorito n.1 dopo la eliminazione degli altri due componenti dei Fab Four – che Murray ha vinto in carriera molto più di quanto abbia vinto Stan the Man Wawrinka. Se, insomma, fosse lo svizzero a vincere la seconda semifinale, come gli accadde un anno fa dopo quel memorabile 9-7 al quinto che rovesciò il 10-12 al quinto dell’anno precedente, io scommetterei qualche penny sulla prima vittoria australiana di Andy. Ciò anche se Wawrinka contro Nishikori mi abbia davvero impressionato. Più maturo, più solido, pià convinto delle proprie chances, Wawrinka sa di poter vincere di nuovo contro Djokovci anche se ci ha perso 18 volte su 21.

Il fatto è che Murray rispetto agli altri tre dei Fab Four viene giustamente considerato un gradino più sotto, come Ringo Star insomma al cospetto di Lennon, McCartney e Harrison. Allo stesso modo il suo avversario di stasera, Tomas Berdych, pur essendo un top-ten da 5 anni, non ha mostrato la stessa personalità di alcuni di quei giocatoro che come lui fanno parte della seconda pattuglia dei top-ten: Tsonga, Monfils (quando ne ha fatto parte), Dimitrov, si sono mostrati troppo più personaggi di lui (e di un altro bravo ragazzo che “dice poco” come David Ferrer). Murray parla sempre a voce bassa, raramente fa dichiarazioni eclatanti, tiene quasi sempre un low-profile, anche se non gli mancherebbe il sense of humour – con la mamma che ha sarebbe impossibile non averlo – e negli spogliatoi gode invece fama di un burlone. Anche Berdych è…il brutto anatroccolo (seppur decisamene un bel ragazzo) dei top-ten di retrovia. Spesso ha dato in passato un po’ una falsa immagine di se stesso. La sua personalità emerge di più quando nessuno lo vede e lui twitta, davanti al suo Ipad, con raro sense of humour. Ma se ci parli in una conferenza stampa sembra imbranato, ripete quasi sempre cose banali, ha anche quell’inglese parlato da ceco – come una volta Ivan Lendl – che non aiuta a renderlo simpatico o divertente. Ha sempre fatto di tutto per nascondersi, fino a che non ha trovato prima uno sponsor che gli ha fatto indossare le mises più improbabili, accozzando colori che non stavano bene gli uni con gli altri, ma che però gli hanno dato quel tocco di eccentricità che decisamente gli mancava: il tutto però senza renderlo elegante…elegante semmai è il suo gioco, stilisticamente perfetto.

Anche la precedente girlfriend di Tomas, Lucie Safarova con quegli occhi tondi e un po’ ipertiroidei come due uova al tegamino “sunny side up”, non era il massimo della brillantezza. I due sembravano una coppia un po’ stanca, un po’ triste. Difatti si divertivano così poco che dopo tanti anni si sono finalmente separati. Insomma questi semifinalisti avversari di oggi avevano – hanno in comune – un’apparente introversione, forse una certa timidezza, e sembrano entrambi portati all’understatement. Un’altra cosa in comune però ce l’hanno: hanno fatto capire tuttie e due che questo dovrebbe essere l’anno della loro capitolazione come bachelor: Andy Murray pronto ormai ad impalmare quella ragazza con cui sta da sempre, Kim Sears, 27 anni, anche se i due si erano lasciati qualche tempo fa. E Tomas Bercych che avrebbe già comprato un anello megagalattico a Ester Satorova, ragazza obiettivamente splendida sotto un profilo puramente estetico.

In comune, ma non allo stesso tempo, c’è stato un coach, Dani Valverdu, il venezuelano prima allenatore di Andy Murray, poi adesso di Tomas Berdych. Nei giorni scorsi la stampa inglese non ha parlato e chiesto di altro. Così c’è stato qualche momento di tensione di troppo fra Murray e Berdych, anche uno scambio di parole non proprio gentili, fra lo stesso Dani Valverdu e Amelie Muresmo. “Siete voi giornalisti che domandandoci sempre di Valverdu avete creato questa tensione….- ha detto Murray – “Già lo scorso anno, quando dopo soli 15 giorni nei quali lavoravo con Amelie Mauresmo c’era chi dava la colpa a lei…i media avevano montato una tensione eccessiva. Lei chiaramente non aveva nessuna colpa. E stasera sono molto contento per lei. E’ stata n.1 del mondo, ha grande esperienza ha molto da offrirmi“. Murray è 8 a 15 con Djokovic ma è 8-6 con Wawrinka. Stasera ha detto che non si sente di dire chi preferirebbe affrontare. Secondo me ha detto una bugia.

Cocì come una piccola bugia ha detto Maria Sharapova in russo al mio amico slovacco Andrej Bucko che gli ha chiesto se lei, dopo aver perso le ultime 15 partite consecutive con Serena Williams – la sue due sole vittorie su 18 duelli risalgono al 2004 quando Maria non ancora diciottenne sorprese la superfavorita Serena Williams nella finale di Wimbledon e poi a novembre seppe ripetersi a Los Angeles al Masters di fine stagione, quando ancora papa Yuri non la mollava un istante – non si sentisse ispirata da quanto era accaduto a Tomas Berdcyh, capace di battere Rafa Nadal dopo 17 sconfitte consecutive: No – gli ha risposto Maria – io non penso che prima o poi debba succedere come a Tomas con Rafa, penso che scenderò in campo pensando che partiamo da 0-0 e che le altre partite che abbiamo giocato in questi 10 anni non contano nulla. Si ricomincia sempre da campo nel tennis” ha detto la n.2 del mondo che anche se vincesse resterebbe comunque alle spalle di Serena, ma a solo 167 punti di distacco, una quisquilia.

Se Maria vincesse l’Australian Open sarebbe la quinta tennista a vincere questo Open australiano dopo aver annullato matchpoint nel corso del torneo – due consecutivi ne ha salvati contro la connazionale Panova – dopo Monica Seles nel ’91, Jennifer Capriati nel 2002, Serena Williams nel 2003 e nel 2005, e Li Na lo scorso anno (cn la Safarova). Serena ha vinto con Madison Keys ma potrebbe anche essere l’ultima volta. Questa ragazzina ci sa davvero fare. L’ha dimostrato lungo tutto il torneo ma anche oggi, sia nel primo set perso 76 – con 4 aces nel tiebreak, due per ciascuna tennista – sia nel secondo quando ha continuato a lottare pur essendo sotto 5-1 fino ad annullare una caterva di matchpoint, mi pare sette in quel game interminabile che è stato anche il più emozionante dell’intera partita. Curioso semmai che nonostante quello – durato dieci minuti – la Sharapova e la Makarova nel derby russo vinto da Maria 6-3 6-2 siano state in campo 1h e 27 m, mentre il match fra Serena e Madison che ha avuto anche un tiebreak è durato 3 minuti di meno, 1 h e 24 minuti. Le russe hanno scambiato di più. La Makarova con il suo tennis mancino ha lottato più di quanto non dica il punteggio e alla seconda semifinale consecutiva merita di essere oggi la nuova n.9 del mondo. Semmai è la Kerber n.10 che non mi semrba rispettare il suo valore attuale, considerando che Venus Williams è 11, Sara Errani 13 e Flava pennetta 14, in attesa che Camila Giorgi salga presto più del 30mo posto che le garantirebbe un posto fra le teste di serie nel prossimo Slam.

Non mi sorprenderebbe che Djokovic-Wawrinka fosse anche quest’anno il più bel match del torneo, ma a volte quando c’è tanta attesa…poi le cose non vanno come si vorrebbe. E’ curioso però che il loro primo incontro sia stato qui quando entrambi, nel 2005, si scontrarono al secondo turno delle qualificazioni. Certamente nessuno dei due avrebbe mai immaginato allora di ritrovarsi di fronte in una semifinale di quello stesso Slam dieci anni dopo.

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