Australian Open interviste, Murray: “Non dovevo farmi infastidire nel terzo set”

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Australian Open interviste, Murray: “Non dovevo farmi infastidire nel terzo set”

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Australian Open finale. Djokovic batte Murray 7-6(5) 6-7(4) 6-3 6-0. L’intervista del dopo partita a Andy Murray.

Puoi descrivere come le tue emozioni ti siano sfuggite verso la fine?

Beh, ovviamente ho avuto opportunità nei primi tre set, poi al quarto, insomma, dovrei riguardarlo per dire se ho giocato male. In risposta lui giocava da fondo campo, molto lontano dalla linea. Una volta che ha preso il break ha continuato con i suoi colpi e io non ho potuto recuperare, dunque il quarto set non è stato molto frustrante per me. Il terzo lo è stato perché sono stato un po’ distratto quando è caduto sul campo dopo un paio di punti, sembrava avesse i crampi e mi son fatto distrarre un po’. È di questo che sono deluso, non molto del quarto set perché credo che specialmente alla fine lui ha dato il tutto per tutto ed gli andava dentro. Ma il terzo è stato il più frustrante per me.

Credi che abbia voluto chiuderla perché era spaventato di un quinto set?

No, non credo perché alla fine del terzo si stava muovendo in maniera incredibile, scivolando e prendendo di tutto. Credo abbia più che altro rallentato un po’ e poi sia tornato a fare i suoi colpi, forse se avesse cominciato a sbagliarne un paio avrei avuto la possibilità di rimontare, ma lui non sbagliava.

È una tattica accettabile far credere al tuo avversario che sei infortunato e poi ritornare volando?

No, non è legittimo. Non ho idea di quale sia lo scopo. Lui apparentemente sembrava messo male all’inizio del terzo set ma alla fine è tornato in maniera incredibile. E poi il modo in cui colpiva la palla e si muoveva nel quarto set è stato impressionante. Quindi non so precisamente qual’è stato per lui lo scopo di questo.

Credi sia stato intenzionale? All’inizio del secondo e del terzo lui sembrava crollare.

Non lo so, non ne ho idea. È ovvio quello che lui pensa però spero non sia il caso. Se fossero stati crampi è una cosa dura da recuperare e giocare bene come ha fatto lui. Ma io sono frustrato con me stesso per essermi lasciato infastidire all’inizio del terzo, perché stato giocando bene, ero in una buona fase, e poi per dieci minuti mi sono spento e tutto è andato via. Quindi questa è la cosa più fastidiosa perché ovviamente ho avuto opportunità nel primo set e non le ho prese, sono riuscito ha agguantare il secondo e poi un break sopra nel terzo; ci sono state opportunità.

Perché pensi che tu te lo sia lasciato prendere questa volta?

Cosa intendi con “questa volta”?

Hai giocato molte volte contro di lui dove lui sembrava fosse infortunato, questa qui sembra averti infastidito più del solito.

Non lo so precisamente, come ho già detto ha iniziato ha giocare così bene nel terzo che questo ha contribuito. Forse è la situazione perché se tu vedi qualcuno avere crampi nella finale Slam dopo un cammino del genere ti senti piuttosto bene con te stesso. Come ho detto ho mollato 10, 15 minuti ma non so il perché, non mi era mai successo in una finale Slam.

Questa è una lezione che puoi imparare la prossima volta che giocherai contro di lui e accadranno le stesse cose, tu non le noterai?

Sì, in tutti i match tu ti preoccupi solo del tuo lato del campo, questa è la cosa basilare da fare. Alcune volte qui o agli US Open dove hanno i replay dopo ogni punto, tu aspetti prima di servire mentre stanno mostrando il punto, è molto difficile non sapere cosa sta accadendo dall’altra parte del campo ma ho giocato abbastanza match per essere in grado di gestire la situazione. È per questo che mi sento deluso per non aver fatto meglio nel terzo set.

Agli US Open hai detto che Novak era più forte di te nelle parti conclusive , credi che quella sensazione sia venuta fuori questa sera sul campo?

La ragione per la quale ho perso il match non è fisica, non la penso così. Io so come mi sento ora e come mi sentivo dopo il match con Novak agli US Open, non sono frustrato per la mia condizione fisica perché ora mi sento bene, lui è sembrato quello che ha sofferto fisicamente più di me. Questo è stato un miglioramento e credo anche di aver avuto più opportunità rispetto all’incontro di New York, credo che il livello nei primi tre set è stato più alto e sono felice non sia stata una cosa fisica.

Qualcosa di positivo da prendere in queste due settimane per continuare per il resto dell’anno?

Beh, sono state due settimane grandiose paragonate a dov’ero un paio di mesi fa, come il giorno e la notte. Il modo di giocare è migliorato in quasi ogni aspetto, sono migliorato nei movimenti, fisicamente mi sento meglio, più fiducioso, sono molto più calmo prima dei match, mentalmente mi sento molto, molto più forte rispetto alla fine dello scorso anno o durante i majors. Quindi per me è molto positivo, non vorrei andarmene da qui con sensazioni negative per come ho raggiunto o giocato la finale. Novak ora ha vinto 5 volte qui e non è una disgrazia perdere da lui, quindi ho molto di positivo da portare con me.

80 giorni dall’ATP World Tour Finals, quant’è piacevole aver ottenuto così tanto in così poco tempo di lavoro con Amelie?

Sì, è piacevole esser tornato a giocare vicino al mio meglio e questo dimostra che posso fare ancora dei miglioramenti al mio gioco, credo di poter ancora fare meglio nei prossimi mesi. Il mio lavoro ora è di mantenere questo tipo di livello e di forma che ho avuto durate l’evento e di mantenerlo e non gettarlo via. Voglio essere più consistente quest’anno e giocare meglio in più eventi.

Se non è stata una cosa fisica, è stata una cosa mentale il fatto che tu abbia perso 12 degli ultimi 13 game o cosa?

Beh, ho detto che sono stato distratto nel terso set e nel quarto, senti, come ho detto, devo riguardarlo ancora. Credo che alla fine del quarto abbia giocato in maniera decisamente meglio rispetto ai primi game. Lui andava su tutto e colpiva la linea e non c’è molto che tu possa fare in quella situazione. Ma sono stato distratto nel terzo e quindi dovrebbe essere una cosa mentale.

Parlaci dell’impatto di lavorare con Amélie.

Negli ultimi mesi ho avuto molto da lavorare con Amelie, anche sul piano fisico col mio team. Guardo, insomma, è facile per me sedermi e dire che penso mi abbia aiutato, ma tutti qui hanno visto i miei match e sono sicuro che tutti voi potete vedere come sono stato sul campo qui paragonato a qualche mese fa. Io sento come se fosse un giocatore completamente diverso. Molto è venuto dal basso dal mio team che mi motivava, lavorando sulle cose giuste.

Sei felice di esser tornato subito in azione invece di prenderti una lunga pausa a febbraio?

Non lo so, non ci ho ancora pensato. Ho trascorso due giorni e mezzo a casa negli ultimi due mesi e mezzo quindi non vedo l’ora di tornare a casa e passare un po’ di tempo con amici e la famiglia e i miei cani e stare lontano dal tennis e dalla palestra per qualche giorno prima di tornare. Perché sono stati mesi impegnativi con molti viaggi. Lo Slam ovviamente ti prende molto fisicamente e mentalmente per via dei match lunghi e anche la durata dell’evento, e anche la preparazione che c’è. Quindi non vedo l’ora di qualche giorno lontano dai campi.

Volendo vincere tutto, cosa sarebbe stato per te vincere qui dopo quello che hai passato?

Il successo è essere felici, non vincere ogni sinolo torneo, perché è impossibile. Ovviamente tu vuoi vincere tutto, è per questo che ti prepari, ma mai nessuno nella storia di questo gioco l’ha fatto. Io preferirei perdere in finale ed essere felice che vincere la finale ed essere un miserabile. Quindi provo a divertirmi col mio tennis più ora che all’inizio della mia carriera, ovviamente mi sarebbe piaciuto vincere oggi ma non puoi vincere tutto purtroppo. Non avrei potuto fare di meglio. Quello che ogni atleta vuole è avere una chance per vincere e io l’ho avuta, magari solo avessi potuto fare qualcosa di meglio nel terzo.

Hai detto che in febbraio Amelie non viaggerà con te. Hai pensato di trovarti un coach quando lei non è con te?

Ci ho pensato un po’ prima di venire in Australia, ma non ci ho più pensato quando sono arrivato qui. Sicuramente ci penserò perché non voglio stare un mese intero senza vedere nessuno, cercherò aiuto ma preferisco trovare la persona giusta piuttosto che fare di corsa e prendere la decisione sbagliata. Cercherò la persona giusta col mio team e poi parlerò con alcune persone, ma questo non accadrà nei prossimi giorni perché voglio fare altre cose e pensare ad altro ora.

 

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