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WTA Indian Wells: Serena Williams si ritira, Halep in finale contro Jankovic

Serena Williams si è dovuta ritirare dalla semifinale a causa di un infortunio al ginocchio. Simona Halep in finale senza giocare, dove affronterà Jelena Jankovic, che ha rimontato un set ed un break di svantaggio a Sabine Lisicki
La notizia è iniziata a circolare in sala stampa e subito sui social media durante la prima semifinale tra Jankovic e Lisicki, ma nessun annuncio ufficiale è stato fatto nello stadio perchè sarà la stessa Serena a parlare al pubblico dopo la fine della prima semifinale. Quattordici anni dopo il ritiro di sua sorella Venus che scatenò l'”affaire Williams” a Indian Wells, anche Serena si ritira dal torneo a livello di semifinale. L’infortunio al ginocchio destro che si trascina da qualche tempo (negli ultimi giorni in California si è sempre allenata con il ginocchio fasciato) purtroppo l’ha costretta a rinunciare all’impegno con la rumena Halep, che così avanza alla sua prima finale ad Indian Wells.
La n.1 del mondo ha rilasciato una dichiarazione sul suo profilo Instagram nel quale ringrazia i fans per il loro sostegno e dichiara di voler tornare ad Indian Wells il prossimo anno: “Quattro mesi fa iniziai un percorso per giocare ad Indian Wells, ed è stato fantastico. Non avrei mai sognato di poterlo fare. E non ci sarei mai riuscita se non fosse stato per i miei fans. Sebbene sia stata costretta a terminare il mio percorso anzitempo a causa di un infortunio, non vedo l’ora di provarcidi nuovo il prossimo anno. Grazie a tutti. Vi amo tanto“.
Ha poi anche voluto salutare di persona la folla dell’Indian Wells Tennis Garden, scendendo in campo in tuta e spiegando l’accaduto: “Qualche giorno fa mi sono infortunata ad un ginocchio, ho lottato, ma oggi non ce la faccio a giocare. Prometto di ritornare l’anno prossimo, su questo stesso campo, per riprovare a vincere“. C’è stato qualche “boo” proveniente dagli spalti, ma per lo più sono stati annegati dagli applausi della folla. Quindi nessuna ripetizione di quanto accaduto 14 anni fa dopo il ritiro della sorella.
Nel marasma generato dall’annuncio, con l’entourage di Serena scortato su e giù per lo Stadium 1 per compiere le interviste di rito (prima nella cabina della ESPN ai microfoni di Patrick McEnroe e Chris Evert, poi in sala stampa per tutti i media), tutto lo staff del torneo e della WTA si è prodigato per orchestrare in ogni minimo dettaglio gli eventi e le dichiarazioni generate da quanto accaduto.
Simona Halep ha dichiarato di aver saputo del ritiro di Serena quando è stato annunciato a tutti gli altri, cosa che francamente sembra abbastanza inverosimile, e potrebbe essere una risposta preconfezionata preparatale dalla WTA. Serena, dal canto suo, ha incontrato la stampa in una conferenza che ha visto la presenza di tutto lo stato maggiore del torneo: dal direttore Steve Simmons al capo ufficio stampa Matt Van Tuinen, per non parlare di tutto l’entourage di Serena, anche se non si è vista la CEO della WTA Stacey Allaster, presente ad Indian Wells in questi giorni. “E’ successo un paio di giorni fa, in allenamento – ha spiegato Serena – pochi minuti prima di servire ho sentito un dolore al ginocchio destro, ed ho visto che non passava. Sono uscita dal campo subito, ho lottato nel turno seguente, ma oggi ho visto che si era aggravato. Oggi ho provato di tutto: fasciature, un’iniezione di anti-infiammatorio ed antidolorifico, ma quando ho visto che non sarebbe bastato, ho deciso che era meglio ritirarmi per non provocare danni a lungo termine“.
Halep: “Ero molto carica al pensiero di affrontare Serena”
La diagnosi è di una distorsione al tendine del quadricipite femorale destro. “Mi hanno detto che normalmente bastano un paio di giorni, e spero di poter riprendere a giocare così presto“. Per il momento, comunque, l’americana ha deciso di mettere in forse la sua partecipazione al torneo di Miami al via la settimana prossima e per il quale il suo esordio è previsto per la sessione serale di venerdì 27 marzo.
Serena: “Non avevo paura di annunciare al pubblico il mio ritiro. C’è grande rispetto reciproco”
Sarà dunque Simona Halep a giocarsi il titolo ed i $900.800 dollari di primo premio contro la serba Jelena Jankovic, contro la quale ha vinto gli ultimi tre scontri diretti (sui quattro totali) e dalla quale ha perso solamente una volta nel lontano 2010.
[18] J. Jankovic b. [24] S. Lisicki 3-6 6-3 6-1 (da Indian Wells, Fabio Gibertini)
La prima (e, col senno di poi, unica) semifinale femminile a scendere in campo è quella della parte bassa del tabellone che vede sfidarsi la serba Jelena Jankovic e Sabine Lisicki, giustiziera nei quarti della nostra Flavia Pennetta. Negli scontri diretti Jankovic conduce per 4-1, ma a ben guardare tre delle cinque sfide risalgono al 2009 anno in cui la serba ha fatto valere la maggiore esperienza contro una avversaria appena diciannovenne, mentre le due si sono spartite gli ultimi due confronti disputati quattro anni più tardi sempre all’insegna del grande equilibrio.
Certo è che la giocatrice serba nei quarti di finale ha potuto beneficiare del ritiro della qualificata Tsurenko in quello che è stato per lei poco più di un allenamento, mentre la tedesca ha dovuto spendere tutto lo spendibile (e forse qualcosa in più) per avere ragione della nostra ultima rappresentante Flavia Pennetta.
Lisicki inizia con il tennis impavido messo in mostra in questi nei turni precedenti e senza badare tanto agli eventuali errori cerca costantemente di tenere il pallino del gioco. Dopo un inizio molto falloso, che le costa il break in apertura (restituito prontamente dalla serba) e un tribolato terzo game, la tedesca aggiusta il mirino e prende la confidenza che, dal 2-2, le permette di allungare sul 5-2 e chiudere 6-3 con merito il primo parziale. In questo set la giocatrice serba non è mai riuscita ad allungare traiettorie e scambi per rendere meno letali i fondamentali della sua avversaria incassandone le sgradite conseguenze.
A inizio secondo la venticinquenne tedesca fallisce alcune occasioni per rincarare la dose e tentare l’allungo: prima non concretizza uno 0-30 nel game di apertura con quattro errori successivi, poi, quando il break arriva due giochi più tardi frutto dei vincenti che segnano il miglior momento del match, lo rende malamente a campi invertiti salvo poi riconquistarlo con una nuova ondata di buon gioco per il 3-2.
Qui il match cambia e, al rientro in campo, Lisicki diventa via via più fallosa concedendo game dopo game (disastroso il servizio ceduto a 0 sul 3-4) sino al 6-3 che chiama in causa il terzo set.
La partita decisiva è un assolo della trentenne serba che perde solo il primo game, poi, sempre più in controllo, infila i sei giochi successivi sostanzialmente senza mai sembrare minacciata dal ritorno di un’avversaria la cui mobilità (perfetta a inizio match) appariva appannata.
Anche l’incisivo servizio di Sabine, che per la verità quest’oggi non ha espresso le velocità apprezzate nel match con la Pennetta, nella seconda parte dell’incontro era ormai divenuto gestibile dalla attenta testa di serie numero diciotto che poteva quindi iniziare lo scambio e lavorala ai fianchi fino al puntuale errore. Jelena Jankovic approda così alla finale di questa edizione 2015 del torneo californiano, dove, a sua insaputa, già la attendeva Simona Halep che ha a sorpresa beneficato della rinuncia della favorita Serena Williams. Ora possiamo dire, senza timore di smentite, che la differenza notevole tra ciò che le protagoniste odierne hanno dovuto spendere nella giornata di ieri – tanto a livello fisico quanto mentale – è stata oggi un fattore determinante, e vedendo il trend dell’inizio del match, se possibile, aumenta il rammarico per la sconfitta di misura della nostra Flavia Pennetta.
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WTA Finals: Sabalenka, Swiatek, Gauff e Rybakina già qualificate
La WTA finalmente annuncia le prime qualificate al torneo di fine anno in programma a Cancun dal 29 ottobre. Coco Gauff si è garantita la partecipazione anche in doppio con Jessica Pegula

Aryna Sabalenka parteciperà alla sua terza edizione di fila delle Finals. Il suo miglior risultato rimane quello dell’anno scorso quando arrivò in finale. La venticinquenne bielorussa ha disputato la miglior stagione della sua carriera, vincendo il suo primo Slam di singolare, l’Australian Open, oltre al WTA 1000 di Madrid e il WTA 500 di Adelaide. Nello score stagionale anche tre finali perse, a Indian Wells, a Stoccarda e allo US Open.
Questi risultati le hanno dato il trono n. 1. nel ranking femminile.
Terza presenza alle WTA Finals anche per Iga Swiatek: deve cancellare l’eliminazione in semifinale dell’anno scorso. Quattro i titoli vinti nel 2023 dalla campionessa polacca. Ha trionfato nuovamente al Roland Garros, al WTA 500 the Qatar TotalEnergies Open di Doha e il Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda. In più ha portato a casa il titolo di Varsavia nel WTA 250 BNP Paribas. Vanta un fantastico record di 56 vittorie e 10 sconfitte quest’anno nel Tour.
Gran colpo dell’americana Coco Gauff che si è qualificata per le Finals nel torneo singolare e in quello di doppio. Partecipa alle Finals per la seconda volta. Quattro i titoli vinti quest’anno: ad Auckland e poi nel corso di una fantastica estate dove ha trionfato al WTA 500 Mubadala Citi DC Open di Washington DC, al WTA 1000 Western & Southern Open di Cincinnati e poi il trionfo nel suo primo Slam della sua carriera allo US Open, salendo al n. 3 nel ranking.
Elena Rybakina, invece, sarà la prima donna kazaka a far parte delle WTA Finals. I successi di quest’anno vanno dal titolo ottenuto a Indian Wells a quello di Roma. Ha raggiunto la finale all’Australian Open e a Miami.
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WTA Guangzhou: Linette e Xiyu Wang in finale
La testa di serie n° 1 Magda Linette prevale su Yulia Putintseva in un match senza troppa storia. Incontrerà in finale Xiyu Wang vincitrice su Minnen

Venerdì 22 settembre era già giornata di semifinali al Galaxy Holding Group Open di Guangzhou, in una settimana in cui, oltre alla nostra Lucia Bronzetti, che si è spinta fino ai quarti di finale, grande protagonista è stato il caldo, che ha spesso fatto slittare l’inizio delle partite per non mettere a repentaglio l’incolumità delle giocatrici. Per questo gli organizzatori hanno deciso di programmare i due incontri a partire dal tardo pomeriggio, inizio comunque nuovamente ritardato anche questa volta per la pioggia.
[1] M. Linette b. Y. Putintseva 6-2 6-3
Magda Linette, testa di serie N° 1, e Yulia Putintseva sono scese in campo per prime, allo scoccare del mezzogiorno italiano, per dare vita alla prima semifinale. Le due si conoscevano a meraviglia per essersi affrontate già 8 volte, prima di questa, in carriera, e la polacca era davanti nei precedenti per 5-3. L’ultimo incontro, però, lo aveva vinto l’attuale n° 81 WTA, ad aprile durante la Billie Jean King Cup (7-5 6-3).
Il MATCH – Il primo set è però pressoché a senso unico per la favorita del torneo. Putintseva si dimostra infatti fallosa fin dai primi scambi, soprattutto con il dritto, che spesso viene colpito in ritardo e finisce oltre la riga di fondocampo. Un break nel secondo gioco, dopo un game di battuta tenuto a -0 da Magda, indirizza subito il punteggio verso la polacca n° 27 del mondo, che non deve salvare neanche una palla break in tutto il parziale (arrivando solo una volta ai vantaggi), chiudendo addirittura in anticipo rispetto a quello che avrebbe dovuto essere un naturale 6-3. L’ex n° 19 delle classifiche strappa infatti nuovamente il servizio alla kazaka e incamera il vantaggio nel computo dei set (6-2).
Putintseva, oltre che eccessivamente imprecisa coi colpi da fondo, si dimostra anche nervosa per alcune mancate chiamate, come un rovescio lungolinea di Linette che pare spolverare la riga e che invece secondo Yulia era fuori. Un nervosismo che le toglie concentrazione e che la porta a sbagliare ancora di più.
La situazione potrebbe cambiare nel secondo parziale perché, dopo un inizio equilibrato e un 2-2 senza break, la kazaka si porta sullo 0-40 nel quinto game, procurandosi le prime chance per togliere la battuta all’avversaria dopo circa un’ora di partita. Ma da quel momento, perde 9 punti consecutivi e non solo si fa rimontare in quel gioco, ma lascia per strada anche la battuta a -0 al cambio campo successivo, peraltro con degli errori gratuiti banali, come un rovescio in chiusura che termina la sua corsa in corridoio.
Quella è, di fatto, la pietra sopra il match, visto che Linette assume ancor più fiducia, inizia a migliorare la precisione del servizio (con qualche ace annesso) e non si lascia più avvicinare da Putintseva. L’esito è il 6-2 6-3 conclusivo e la prima semifinale del 2023 per Linette dopo quella prestigiosa dell’Australian Open.
Xiyu Wang b. [7] G. Minnen 6-3 6-4 (Andrea Mastronuzzi)
Nella seconda semifinale il fattore campo ha prevalso su quello classifica. La cinese Xiyu Wang, numero 88 del mondo, ha infatti superato in due set la settima testa di serie del torneo Greet Minnen che la precede di 20 posizioni nel ranking.
Wang, abile a trarre il massimo dal passaggio a vuoto attraversato dall’avversaria tra la fine del primo e l’inizio del secondo set, ha così conquistato l’accesso a quella che sarà la sua prima finale nel circuito WTA (la dodicesima in carriera includendo nel conteggio i tornei minori). Sarà invece il secondo confronto diretto con Magda Linette, da cui è stata sconfitta nel 2020 in Thailandia. Wang proverà a diventare la quinta cinese nell’albo d’oro del Guangzhou Open e a guadagnare ulteriori posizioni in classifica (adesso è virtualmente n. 69).
Il match si è presentato come molto equilibrato, aprendosi con break e controbreak e con diversi game ai vantaggi. La belga non è riuscita a confermare il primo vantaggio (pur avendone avuto la possibilità, sprecata con un doppio fallo) né a sfruttare ulteriori palle break avute nel terzo e nel quinto gioco. La cinese, allora, è passata al contrattacco sul 3-2 in suo favore quando ha pescato un paio di risposte micidiali con il suo dritto mancino che le sono valse il break, poi consolidato con grande autorevolezza. Minnen non ha più ritrovato quella continuità di dritto che aveva messo in mostra nei primi 20 minuti di gioco e così Wang ha chiuso il parziale sul 6-3 senza dover soffrire più di tanto.
La padrona di casa ha poi cavalcato l’onda in avvio di secondo set mettendo subito pressione con la risposta (anche di rovescio in questo caso) e poi aspettando gli ormai puntuali errori di dritto della numero 68 del mondo. Il momento d’oro di Wang e il contestuale black-out di Minnen non si sono esauriti qui, visto che dopo il break a zero in apertura la cinese ha messo a segno altri otto punti consecutivi (portando sul 16-0 il parziale aperto nell’ultimo game del primo set) portandosi in un amen sul 3-0. Nel quarto game la belga ha avuto tre possibilità (di cui due consecutive) per rimettere in discussione l’esito finale ma, sia per suoi errori che per bravura dell’avversaria, ha dovuto rimandare questo proposito di due giochi quando ha effettivamente recuperato uno dei due break di svantaggio. Minnen si è quindi rifatta sotto nel punteggio (da 0-4 a 4-5) trovando nelle discese a rete una buona soluzione tattica, ma Wang è rimasta fredda affidandosi al suo ottimo servizio e ha così chiuso dopo un’ora e mezza di gioco.
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WTA Guadalajara: le semifinali saranno Kenin-Dolehide e Garcia-Sakkari
Due teste di serie si affronteranno da un lato del tabellone, mentre dall’altro la sorpresa Caroline Dolehide e Sofia Kenin si contenderanno un posto in finale

Sono rimaste in quattro a giocarsi il titolo al Guadalajara Open AKRON Presented by SANTANDER, WTA 1000 che si sta disputando sul cemento messicano. Nel lato alto del tabellone, quello orfano della testa di serie n° 1 Ons Jabeur, battuta dalla nostra Martina Trevisan, sono arrivate in semifinale due tenniste che non erano seeded, ovvero Sofia Kenin e Caroline Dolehide (che ha superato proprio Martina in un match in cui l’italiana è stata “sprecona”), mentre nella parte bassa sono sopravvissute sia Maria Sakkari che Caroline Garcia, rispettivamente seconda e terza forza del torneo.
S. Kenin b. L. Fernandez 6-4 6-7(6) 6-1 (Michelangelo Sottili)
Sofia Kenin conferma il momento di forma e, dopo la finale a San Diego di sabato scorso, conquista un posto tra le ultime quattro al Guadalajara Open Akron Presented by Santander battendo Leylah Fernandez 6-4 6-7(6) 6-1 in due ore e 47 minuti. Un incontro anche caratterizzato da qualche doppio fallo da parte di entrambe sui punti importanti, ma con un buon livello espresso dalle due, almeno finché Fernandez non è uscita dal match dopo i primissimi giochi della frazione decisiva, in apertura della quale vantava un bilancio tra vincenti e non forzati di 27-17 contro il 24-33 dell’avversaria.
Kenin ha mosso molto bene la palla, tenendo spesso una buona profondità alla quale Leylah ha risposto come sempre senza indietreggiare, finendo però per commettere troppi errori. La prestazione messa in campo da Sofia è stata dunque altrettanto efficace eppure ben diversa da quella organizzata di fronte a Ostapenko: 3 gratuiti contro la lettone, 44 questo giovedì, per una vittoria che permette alla n. 53 WTA di arrivare (virtualmente) a un passo dalla top 30.
IL MATCH – Kenin subito aggressiva sul servizio canadese, è anche fortunata con la risposta steccata mal gestita da Fernandez che chiude con il doppio fallo. Sofia consolida, ma il suo allungo si ferma con l’ottima risposta di Leylah che annulla la palla del 3-1 per poi pareggiare quando le viene restituito il doppio fallo da sinistra.
La ventunenne di Montreal gioca come sempre con i piedi vicinissimi alla riga di fondo, situazione che le permette di togliere il tempo all’avversaria ma a volte è lei stessa a non averne abbastanza per difendere le accelerazioni o le palle troppo profonde dell’altra. Ben centrata, Kenin rimette la testa avanti al quinto gioco, approfittando anche di Foxtenn che fa arrabbiare Fernandez: se non funziona sulla palla forse fuori di Sofia, torna presto in servizio per ribaltare l’out chiamato alla statunitense. Senza più rischiare in battuta, Kenin chiude 6-4, nonostante un saldo vincenti-unforced di 10-13 contro il 9-6 di Leylah; determinanti quindi gli errori forzati canadesi, anche se non di rado forzati da sé stessa, preferendo complicati colpi inginocchiati di mezzo volo (o anche meno) pur di non retrocedere.
Scambio di break in apertura di seconda partita, Fernandez si affida alla prima di servizio in un quinto game che avrebbe potuto complicarsi. Si complica invece quello successivo per Kenin che lo cede dopo 14 punti. È in fiducia ora, Leylayh, e vola 5-3 30-0. Tuttavia, ha la pessima idea di colpire al volo (con il manico) un lobbone difensivo che cadeva dritto contro sole e forse pure in corridoio. Da lì al doppio fallo sul 30-40 è un attimo; Fernandez si procura comunque due set point da sinistra, ma alla fine arriva il 5 pari.
Si arriva al tie-break mentre entrambe stanno esprimendo un ottimo livello. Sofia scappa 4-1 grazie a un’ottima risposta e al doppio fallo successivo, ma una brutta gestione dello slice corto canadese (già vista in precedenza) apre la strada alla rimonta di Leylah, facilitata dalla seconda in rete che la manda sul 6-4. Doppio fallo sul secondo set point (quarto complessivo), favore però presto ricambiato da Kenin e allora il parziale è della n. 21 WTA.
Nel terzo set, Fernandez non sfrutta la smorzata telefonata per strappare subito il servizio, ci mette anzi del suo per perdere la battuta al game successivo e il suo match termina lì, riuscendo solo a evitare il bagel. In semifinale, Kenin troverà la vincente fra Martina Trevisan e Caroline Dolehide.
[3] C. Garcia b. [10] V. Azarenka 6-3 6-4
Già in ottavi di finale si era parlato di una Caroline Garcia ritrovata, dopo i risultati non entusiasmanti dell’ultimo periodo, e la francese si è confermata anche ai quarti di finale del 1000 messicano sconfiggendo un’avversaria tosta, anche se ovviamente non più all’apice della carriera, come Victoria Azarenka, testa di serie n° 10 del torneo. E lo ha fatto in due set con un punteggio piuttosto netto (6-4 6-3).
In contrasto a quanto però dice lo score, l’andamento della partita non è stato tuttavia così agevole per la transalpina, che non ha mai perso il servizio, è vero, ma ha dovuto salvare cinque palle break nel primo set e sei nel secondo, mentre è stata letale non appena la bielorussa le ha concesso delle occasioni, capitalizzando una delle due chances di strappare servizio all’avversaria nel parziale di apertura e addirittura l’unica che le è capitata in tutto il secondo, nel game iniziale.
Garcia non raggiungeva una semifinale nel circuito da marzo, quando venne poi sconfitta da Donna Vekic nell’atto conclusivo, e cercherà di tornare in una finale WTA 6 mesi dopo l’ultima volta. Per riuscirci, però, dovrà battere Maria Sakkari.
[2] M. Sakkari b. E. Arango 6-3 6-4
E a proposito di Sakkari, la greca ha sconfitto nella notte, nell’ultimo quarto di finale in programma in ordine temporale, la sorpresa del torneo Emiliana Arango, nonché la seconda colombiana di sempre a raggiungere un quarto di finale a livello WTA. Quest’ultima, dopo essersi trovata sotto di un set e di due break contro la greca, finalista in Messico nel 2022, ha provato a rientrare nel finale, ma si è dovuta arrendere quando la tds n° 2 ha servito per la seconda volta per chiudere l’incontro.
Le ottime doti di Arango, attuale n° 180 del mondo (ma da lunedì sarà 120 con il nuovo best ranking), sono state comunque confermate anche da Sakkari, che nel post partita ha affermato: “Non avevo mai giocato contro di lei e quindi non la conoscevo. Ma è sicuramente una giocatrice talentuosa e promettente, e anche oggi ha disputato una bellissima partita”.
Guardando ai precedenti tra Garcia e Sakkari, le due si sono confrontate quattro volte in carriera e la francese è avanti per 3-1, ma nell’ultimo precedente, risalente a Doha 2023 (febbraio) Maria si è imposta in un incontro molto lottato al tie-break del terzo set. È dunque complicato andare a scovare una netta favorita tra le due.