ATP Miami, Djokovic: “Con Murray avrò un vantaggio psicologico, ma la partita si deciderà su dettagli”

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ATP Miami, Djokovic: “Con Murray avrò un vantaggio psicologico, ma la partita si deciderà su dettagli”

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ATP Miami: N. Djokovic b. J. Isner 7-6 6-2. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

È stata la tua miglior prestazione nel torneo?

Sì, direi proprio di sì. È importante alzare il livello quando si arriva alle fasi finali del torneo, e questo era il giorno giusto ed il momento giusto per giocare così bene.

Sono contento di essere riuscito a fare tutto quello che avevo preparato tatticamente prima dell’incontro. Giocare contro qualcuno che serve così bene è sempre difficile, alle volte è frustrante. Ma quello che conta alla fine è restare lì mentalmente, essere paziente, farlo giocare. È quello che ho fatto. Gli ho messo molta pressione sulla seconda, l’ho mosso per il campo, gli ho sempre fatto giocare sempre un colpo in più, ho variato il gioco. Ho usato il campo molto bene, sono contento della mia prestazione.

Parlando con John, ha detto che dopo il tiebreak ha avuto un momento di calo psicologico. Sentivi che era quello il momento di sferrare l’attacco decisivo?

Beh sì. Mi sono creato molte occasioni anche nel primo set, ed anche se ho avuto solo una palla break era comunque un set point. L’ho fatto sudare tanto per tenere i servizi. Verso la fine del primo set e l’inizio del secondo lui era probabilmente esausto ed io volevo sfruttare l’opportunità e prendere un break iniziale nel secondo set che avrebbe poi indirizzato la partita in discesa.

Quando ho fatto il break ho sentito di poter giocare liberamente, ed ho giocato infatti un grande secondo set.

Come ti alleni a rispondere ad un servizio del genere? Come trovi qualcuno come lui?

Facevo servire i ragazzi con cui mi sono allenato gli ultimi sei, sette giorni qua molto dentro il campo. È uno dei metodi da usare.

Ovviamente ho cercato con Boris qualcuno che servisse in maniera simile a Isner, ma è difficile trovare qualcuno. Karlovic ha lasciato la città e lui è l’unico che ti può preparare ad un servizio del genere. Comunque provi semplicemente a reagire di istinto, perché rispondere alla prima di John è un po’ come scommettere, devi essere nella posizione giusta, la devi anticipare, oppure a volte ti affidi alle statistiche ed alla frequenza con la quale serve in una parte del campo. Oppure studi a quali servizi fa affidamento in momenti particolari della partita.

Insomma un po’ di tutto, devi fare i compiti a casa, devi studiare. Generalmente comunque è puro istinto ed anticipo sulla prima. La seconda è più prevedibile quindi provi ad attaccarla.

Sono arrivato un po’ tardi. Lui all’inizio della partita era riuscito a venire a capo di una situazione difficile e dopo ha giocato un buon game in risposta portandosi sullo 0-30. Cosa pensavi in quel momento?

Ha giocato un paio di punti molto buoni nel game in cui si è portato sullo 0-30, poi se non sbaglio io sul 15-30 ho servito un ace di seconda sulla T. Ho osato, a volte è quello che devi fare. Devi essere coraggioso, perché altrimenti lui si sposta dalla parte del dritto. Ama colpire il dritto anomalo, e spesso dalla parte del suo dritto il campo è aperto. Ovviamente tirare da quel lato è più semplice a dirsi che a farsi. Se serve bene, così come ha fatto nel primo set, ti mette tanta pressione sui tuoi turni di servizio. Ti fa giocare contratto, ma comunque sono riuscito a cavarmela in quel game. Dopodiché penso di aver giocato molto bene.

Questa partita ha dimostrato i tuoi miglioramenti al servizio nell’ultimo anno. È stata una grande performance alla battuta. È qualcosa su cui hai particolarmente lavorato, o è stata una serata fortunata?

Ho lavorato sul servizio e su altre parti del mio gioco, ma sicuramente il servizio è stata la priorità delle sessioni di allenamento che ho avuto con Marian e Boris. Abbiamo analizzato il mio gioco e per fortuna abbiamo sempre trovato qualcosa su cui lavorare. C’è sempre da migliorare. Abbiamo cercato di lavorare sull’efficacia del servizio più che sulla velocita. So che non sarò mai in grado di servire come John o altri ragazzi, ma se riesco ad usare la battuta in maniera accurata riesco ad iniziare lo scambio più facilmente. Sì, ci ho decisamente lavorato.

Ora sei in finale ed hai una giornata di riposo; sei a Miami. Cosa fai per prepararti? Esci a far festa? Ti rilassi?

Sì, esco a festeggiare. No, no starò a casa. Ho un bambino, che mi fa molte feste sia di mattina che durante il giorno, quindi festeggerò con lui e mia moglie e mi preparerò per domenica.

Andy Murray è in finale: hai dei precedenti molto positivi contro dii lui. È un elemento positivo oppure credi che questo renda Murray più determinato nel batterti?

Beh, non può che essere un aspetto positivo prima della nostra partita di domenica. Il fatto che io abbia vinto le nostre ultime sei partite, credo, specialmente l’ultima ad Indian Wells, mi dà fiducia e probabilmente un piccolo vantaggio psicologico. Ma stiamo parlando di un match con margini ristretti. Quando giochiamo contro si decide sempre su pochi punti, su dettagli che determinano il vincitore. Abbiamo tipi di gioco molto simili. Abbiamo già giocato due volte contro quest’anno, e sempre in partite importanti, come la finale degli AO che è stata molto, molto fisica, combattuta. Mi aspetto una battaglia, scambi lunghi, e so quello che lui si aspetta da me in campo. Conosco il suo gioco molto bene, così come lui conosce il mio.

Brevemente, lui ha raggiunto le 500 vittorie questa settimana. Credo che tu sia già nel ristretto club con più di 600 vittorie. Cosa rappresenta per te?

Mi congratulo con lui. È un grandissimo traguardo, forse molti non capiscono quanto sia difficile vincere 500 partite. Siamo della stessa generazione, se tutto va bene abbiamo ancora tanti anni davanti a noi. Spero ci affronteremo molte altre volte.

Novak, sappiamo tutti come Andy sia un grande giocatore sul duro; tu l’hai battuto nove volte di fila, credo. Quanto ti rende orgoglioso questo dato, e ti sorprende il fatto che tu sia riuscito a batterlo su questa superficie così tante volte consecutivamente?

È meraviglioso avere un filotto di vittorie del genere prima di questa finale a Miami. Sicuramente penserò ai nostri ultimi incontri, specialmente all’ultimo ad Indian Wells, e mi preparerò tatticamente per quello che avrò bisogno di fare in campo. Come ho detto prima, parliamo di una partita con piccoli margini, dettagli che decreteranno il vincitore. Sono sicuro che entrambi vogliamo vincere il torneo alla stessa maniera, quindi vedremo cosa succederà.

Dimitrov, Raonic, Nishikori, tutti giocatori sconfitti dal grande servizio e dritto di John. Quale credi sia stata la differenza fra te e loro?

È difficile a dirsi. Siamo tutti molto diversi. Forse John oggi era un po’ stanco dopo le 3 grandi vittorie contro Dimitrov, Raonic e Nishikori.

Sono stato fortunato a giocare i colpi giusti nel tiebreak del primo set, poi il secondo set è stato in discesa. Ho giocato probabilmente il miglior set del torneo.

È difficile confrontare il mio gioco con quello di Nishikori o Raonic e dire quello che loro hanno sbagliato e quello che io ho fatto bene. Giocare contro John è sempre questione di pochi punti che possono andare in un verso o nell’altro.

Traduzione di Lorenzo Dicandia

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