ATP Miami, Nole vs Andy: noia da fondo campo o spettacolo da Fab Four ?

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ATP Miami, Nole vs Andy: noia da fondo campo o spettacolo da Fab Four ?

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La finale dell’ATP di Miami ci consegna un classico degli ultimi dieci anni, la sfida tra due Fab Four: “Djokovic-Murray 26° atto” è la riedizione di 3 finali dell’Australian Open, tutte vinte da Nole, dello US Open 2012 e di Wimbledon 2013, terminate col trionfo di Andy (diretta Sky Sport 1 HD h 19:00)

Il Masters 1000 di Key Biscayne, secondo grande torneo americano che precede l’inizio della stagione sulla terra rossa, ci ha portato in dote uno spettacolo più che dignitoso e le rivelazioni di Dominic Thiem e di John Isner. Oggi va in scena l’atto conclusivo, la finale tra i giustizieri dell’emergente austriaco e del bombardiere americano, ossia rispettivamente il n.4 del mondo Andy Murray (ma a prescindere dall’esito della finale sarà n.3 la prossima settimana, a scapito di Rafael Nadal) e il n.1 Novak Djokovic. Miami si arricchisce così di una finale molto quotata, dopo che i numeri di pubblico e audience di Indian Wells e la vicinanza temporale con lo stesso torneo (con la relativa defezione di Roger Federer) ne stanno mettendo in ombra il prestigio.

Del resto, non può più sorprendere l’ennesima finale tra due dei quattro dominatori del tennis maschile dell’ultima decade, specie se fa seguito a Federer-Djokovic del torneo californiano e alla finale di Melbourne tra lo scozzese e il serbo. I soliti quattro non hanno ancora incontrato sulla loro strada un avversario supportato da quell’insieme di talento, maturità e continuità necessari per sovvertire le gerarchie, anche se i progressi di Raonic e Nishikori, l’orgoglio di Berdych e l’indomita riluttanza di Ferrer allo scorrere del tempo restano (soprattutto i primi due) significative mine vaganti sul cammino dei Fab Four. Ma da qui ad arrivare a una finale di uno Slam o a vincere un 1000 la strada è ancora lunga. Le eccezioni sono pochissime: degli ultimi 58 Masters 1000 disputati (da Indian Wells 2009 a Miami 2015), solo 7 si sono conclusi con una vittoria di un “intruso”. Eccoli elencati, procedendo a ritroso nel tempo:

Toronto 2014 (Tsonga b. Federer)
Montecarlo 2014 (Wawrinka b. Federer)
Parigi-Bercy 2012 (Ferrer b. Janowicz)
Parigi-Bercy 2010 (Soderling b. Monfils)
Miami 2010 (Roddick su Berdych)
Indian Wells 2010 (Ljubicic su Roddick)
Shanghai 2009 (Davydenko su Nadal)

Questa statistica è esemplificata dallo stesso cammino di Djokovic qui a Miami: dopo aver dominato dall’inizio alla fine ad Indian Wells, ha condotto il torneo di Key Biscayne manifestando una comprensibile stanchezza, lasciando per strada un set contro Klizan e rischiando di uscire agli ottavi per mano di un Dolgopolov autentico giocoliere, ma alla fine, quando la posta in gioco diventa ghiotta, il campione esce fuori di prepotenza: prima ha superato ai quarti in un match intensissimo un ottimo Ferrer e poi ha regolato in semifinale un Isner in grande spolvero (che aveva appena eliminato Raonic e Nishikori), lottando di fatto solo per un set. Esattamente come accadeva al miglior Nadal in molti Slam, quando nella prima settimana (ossia nella prima parte del torneo) mostrava errori e momenti di deconcentrazione per lui insoliti, per poi nella seconda diventare quasi inaffrontabile.

Murray, dal canto suo, dopo essersi sbarazzato in fretta di Young e Giraldo, ha perso il secondo set degli ottavi di finale contro Kevin Anderson e faticato ai quarti, vincendo in rimonta, contro un sempre più convincente Dominic Thiem. Poi con Berdych, pur senza eccellere, ha portato a casa il massimo risultato col minimo sforzo. Nel complesso ha mostrato freschezza atletica e convinzione nei propri mezzi, dimostrando di essersi messo alle spalle il suo difficile 2014.

Oggi Djokovic insegue il quinto trionfo a Miami, dopo i successi del 2007, del 2011, del 2012 e del 2014. Murray è alla ricerca del terzo sigillo, dopo aver sollevato il trofeo nel 2009 e nel 2013.

In termini di spettacolo, non è azzardato sostenere che spesso le sfide fra i due coetanei che si conoscono da sempre non sono state all’altezza delle rivalità tra Nadal e Federer o tra quella tra Roger e Djokovic. In particolare, le ultime due finali Slam che li hanno visti protagonisti, quella di Wimbledon 2013 e quella di Melbourne dello scorso Gennaio, sono state caratterizzate da scambi piuttosto lunghi e con pochi colpi “da circoletto rosso” (per rubare una felice espressione di Rino Tommasi), dove il giocatore più in forma (lo scozzese a Wimbledon, il serbo a Melbourne) ha vinto senza bisogno di particolari acuti e attendendo l’errore dell’avversario, a parte l’eccellente inizio di Djokovic nell’ultima finale australiana. La finale di oggi può risultare però più avvincente, dato che non c’è un giocatore nettamente più in palla (mentalmente e fisicamente) dell’altro: Djokovic ha mostrato segni di stanchezza e qualche crepa contro Dolgopolov ma, come detto prima, si presenta in finale dopo le convincenti affermazioni su Ferrer e Isner, mentre Murray  ha dimostrato, oltre ad un ottimo stato fisico, solidità mentale e tecnica nelle prove contro Thiem e Berdych.

Dal punto di vista tattico, i due avversari hanno un gioco piuttosto simile e questo è stato alla base della scarsa spettacolarità di diversi confronti. Ci sarà veramente da divertirsi se il serbo di Belgrado metterà in campo la propositività e l’aggressività che ha a tratti mostrato da quando Boris Becker si è unito al suo staff, alternando ai suoi incisivi colpi da fondo campo variazioni di gioco e qualche discesa a rete, e contemporaneamente dall’altra parte del campo lo scozzese di Dunblane sarà in grado di opporre i recuperi e le difese dei giorni migliori (Murray versione 2012-2013), affiancate da una prima di servizio solida e costante, per non perdere da subito l’inerzia dello scambio contro la miglior risposta del circuito.

Sotto l’aspetto mentale, Djokovic ha dichiarato in conferenza stampa: “È meraviglioso avere un filotto di vittorie del genere prima di questa finale a Miami. Questo mi dà fiducia e probabilmente un piccolo vantaggio psicologico”. Nole si riferiva agli ultimi 9 precedenti sul duro, che l’hanno sempre visto vincitore (l’ultima vittoria di Andy sul veloce risale allo US Open 2012, primo successo Slam dello scozzese). Da questo punto di vista, Murray avrebbe bisogno di fare un match da front runner: condurre nel punteggio gli permetterebbe di giocare più sciolto e libero da possibili fantasmi che, in caso di partita a rincorrere l’avversario, potrebbero materializzarsi ricordandogli la dura legge dei precedenti su questo tipo di superficie.

NUMERI DEGLI HEAD TO HEAD:

Totale: 17-8 Djokovic
Tornei dello Slam: 5-2 Djokovic
Atp World Tour Finals: 1-0 Djokovic
Masters 1000: 10-4 Djokovic
Olimpiadi: 1-0 Murray
Al meglio dei 3 set: 10-5 Djokovic
Sul cemento: 15-6 Djokovic (il serbo ha vinto le ultime nove sfide)
In una finale: 5-5 (5 Slam, 5 Masters 1000)

A parte l’equilibrio che ha spesso contraddistinto le sfide nei Major (al di là del risultato finale che ha premiato  Djokovic 5 volte su 7), nelle sfide dei Masters 1000 il netto predominio di Novak non si riscontra solo nel numero di vittorie (10 su 14), ma anche nel modo in cui queste sono arrivate, almeno le più recenti: Andy ha perso gli ultimi sei confronti, giocati tutti sul duro, e nel complesso il computo dei set vede il serbo avanti 19-10 (anche se Djokovic si ritirò sotto 3-0 nella finale di Cincinnati 2011).

Comunque, nonostante l’evidente condanna delle statistiche a suo sfavore, Murray può far leva sull’aver battuto Djokovic sulle superfici veloci in un appuntamento fondamentale come la finale degli US Open 2012, sull’essere maturato dal 2008 quando invece Nole era già molto competitivo nel biennio 2006-07 e sulla particolare confidenza dello scozzese col torneo di Miami: le condizioni di gioco della Florida sono particolarmente favorevoli ad Andy, che qui è stato sì sconfitto da Djokovic 3 volte su 4 sfide, ma ha già impresso 2 volte il suo nome nell’albo d’oro (nel 2009, contro Djokovic, e nel 2013) e giocato un’altra finale nel 2012 (persa sempre contro Novak). Nell’ultima conferenza stampa dopo la vittoria su Berdych, Murray ha sottolineato la confidenza con la superficie di Key Biscayne: “Io mi alleno sempre qui, so come la pallina rimbalza in determinate zone e quale servizio funziona in determinati punti del campo o come la pallina risponde ai differenti spin. Ecco perché mi sento a mio agio in questo torneo”.

In definitiva, non si può non considerare il n.1 come naturale favorito, per i numeri appena visti, per la classifica, per le vittorie nel primo Slam e nel primo Masters 1000 della stagione, ma lo scozzese non parte battuto, forte della consapevolezza di stare finalmente tornando ai livelli che aveva raggiunto prima dell’operazione alla schiena, non solo dal punto di vista fisico.

 

Precedenti: Djokovic è avanti 17-8

12‑Mar‑2015 Indian Wells Masters Hard SF (1)Djokovic d. (4)Andy Murray 6-2 6-3

19‑Jan‑2015 Australian Open Hard F (1)Djokovic d. (6)Andy Murray 7-6(5) 6-7(4) 6-3 6-0

27‑Oct‑2014 Paris-Bercy Masters Hard QF (1)Djokovic d. (8)Andy Murray 7-5 6-2

29‑Sep‑2014 Beijing Hard SF (1)Djokovic d. (6)Andy Murray 6-3 6-4

25‑Aug‑2014 US Open Hard QF (1)Djokovic d. (8)Andy Murray 7-6(1) 6-7(1) 6-2 6-4

19‑Mar‑2014 Miami Masters Hard QF (2)Djokovic d. (6)Andy Murray 7-5 6-3

24‑Jun‑2013 Wimbledon Grass F (2)Andy Murray d. (1)Djokovic 6-4 7-5 6-4

14‑Jan‑2013 Australian Open Hard F (1)Djokovic d. (3)Andy Murray 6-7(2) 7-6(3) 6-3 6-2

5‑Nov‑2012 Tour Finals Hard RR (1)Djokovic d. (3)Andy Murray 4-6 6-3 7-5

7‑Oct‑2012 Shanghai Masters Hard F (2)Djokovic d. (3)Andy Murray 5-7 7-6(11) 6-3

27‑Aug‑2012 US Open Hard F (3)Andy Murray d. (2)Djokovic 7-6(10) 7-5 2-6 3-6 6-2

25‑Jul‑2012 London Olympics Grass SF (3)Andy Murray d. (2)Djokovic 7-5 7-5

21‑Mar‑2012 Miami Masters Hard F (1)Djokovic d. (4)Andy Murray 6-1 7-6(4)

27‑Feb‑2012 Dubai Hard SF (3)Andy Murray d. (1)Djokovic 6-2 7-5

16‑Jan‑2012 Australian Open Hard SF (1)Djokovic d. (4)Andy Murray 6-3 3-6 6-7(4) 6-1 7-5

14‑Aug‑2011 Cincinnati Masters Hard F (4)Andy Murray d. (1)Djokovic 6-4 3-0 RET

8‑May‑2011 Rome Masters Clay SF (2)Djokovic d. (4)Andy Murray 6-1 3-6 7-6(2)

17‑Jan‑2011 Australian Open Hard F (3)Djokovic d. (5)Andy Murray 6-4 6-2 6-3

25‑Mar‑2009 Miami Masters Hard F (4)Andy Murray d. (3)Djokovic 6-2 7-5

28‑Jul‑2008 Cincinnati Masters Hard F (8)Andy Murray d. (3)Djokovic 7-6(4) 7-6(5)

21‑Jul‑2008 Canada Masters Hard QF (8)Andy Murray d. (3)Djokovic 6-3 7-6(3)

20‑Apr‑2008 Monte Carlo Masters Clay R16 (3)Djokovic d. (14)Andy Murray 6-0 6-4

19‑Mar‑2007 Miami Masters Hard SF (10)Djokovic d. (12)Andy Murray 6-1 6-0

5‑Mar‑2007 Indian Wells Masters Hard SF (12)Djokovic d. (13)Andy Murray 6-2 6-3

16‑Oct‑2006 Madrid Masters Hard R16 (15)Djokovic d. Andy Murray 1-6 7-5 6-3

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