Wimbledon interviste, Bouchard: "Finalmente più nessuno mi chiederà dei punti da difendere"

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Wimbledon interviste, Bouchard: “Finalmente più nessuno mi chiederà dei punti da difendere”

Wimbledon, primo turno: Y. Duan b. E. Bouchard 7-6(3) 6-4. L’intervista del dopo partita a Eugenie Bouchard

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Ovviamente è sempre difficile tornare qui con tutta la pressione di dover difendere i punti e il risultato dell’anno scorso. Hai percepito questo peso? È stato qualcosa che ha influito oggi?
Sapevo che sarebbe stato un fattore nella mia testa. Sono stata certamente contratta per tutto il primo set. Ma mi sentivo anche poco preparata per il match. Questo è stato un vero peccato. Comunque volevo giocare, a qualsiasi costo.

Hai appena detto che non eri preparata per oggi. Quali erano le tue condizioni fisiche per oggi e come ti sei sentita in campo?
Dopo Eastbourne ho fatto le analisi e ho uno strappo addominale di secondo grado. Probabilmente non è stato molto intelligente scendere in campo, ma non potevo saltare così Wimbledon. Così mi sono preparata un minimo per poter disputare il match oggi.

Come ti sei sentita oggi?
Be’, voglio dire, ero tutta incerottata. Mi sentivo ok, ma cercavo di non pensarci. Ma il vero problema era che non ero molto allenata e il mio timing non era molto buono.

La conoscevi prima del match?
No, non la conoscevo per nulla, non sapevo chi fosse. Tutto quel che sapevo me l’aveva detto il mio coach poco prima dell’incontro.

Sapevi che il tuo reggiseno ha causato qualche dubbio al giudice di sedia per via del dress code?
No, non sapevo di nulla. Nessuno mi ha detto nulla riguardo al mio reggiseno.

Le tue condizioni di salute differenziano la sconfitta di oggi da quelle che hai conosciuto nella tua carriera?
Penso che ogni sconfitta si possa attribuire a diverse cause, e anche quella di oggi ha le sue, diverse da altre. È un peccato che sia successo qui, nel mio torneo preferito, è un peccato che io non possa più scendere in campo qui quest’anno. Ma cercherò fin da domani di mettere tutto alle mie spalle.

Qual è il tuo prossimo passo per la stagione?
Penso mi prenderò un po’ di tempo per me per stare un po’ lontana dal tennis e guarire per poter poi tornare nel modo giusto.

Poco fa hai detto che in queste condizioni non saresti scesa in campo in altri tornei. Cosa hai mostrato a te stessa combattendo fino all’ultimo solo per completare il match, date le tue condizioni di salute?
Nella mia testa non c’erano dubbi, io avrei giocato questo match anche se mi era stato consigliato il contrario. Sono fatta così. È dura non poter giocare a tennis, soprattutto a Wimbledon. Sapevo che sarei scesa in campo a qualsiasi costo.

Cosa pensi dell’aver completato il match, soprattutto in relazione al consulto medico che ti diceva il contrario?
Sono dispiaciuta per aver perso, e so che non è stata la migliore delle decisioni, ma sapevo dentro di me che non avrei potuto scegliere.

C’è una parte di te che è contenta che Wimbledon, con tutto lo stress per i punti da difendere e tutto il resto, sia finito?
In un certo senso sarò contenta di tutto ciò perché mi metterò questo periodo alle spalle. Non sono contenta degli ultimi due mesi. Sai, è stato un periodo stressante, con tutti questi tornei in cui si parlava spesso di me, come hai detto poc’anzi. D’ora in avanti non avrò più qualcuno che mi chiederà continuamente dei punti che dovrò difendere. Questo sarà positivo.

Quanto tempo ci vorrà perché tu possa ristabilirti completamente?
Ne parlerò con i dottori. Non so. Ma certamente ora mi prenderò il tempo necessario. C’è una pausa più lunga, nel calendario, e la userò a mio vantaggio. Non so bene quanto sarà, comunque.

Anche a Indian Wells lo strappo era di secondo grado?
Penso che i medici lo avessero definito di grado 1.5.

Sei seria?
Sì.

Il colpo più influenzato da tutto ciò è stato il servizio?
Sì, nel senso che non sentivo il timing con quel colpo. Penso di aver servito una decina di volte prima del match. Volevo risparmiarmi. Ero decisamente impreparata, ma lo sapevo. Cercavo di poter scendere in campo e dare quello che avevo senza scuse. Non è una scusa post sconfitta. Mi sentivo proprio così.

Hai raccontato dello stress degli ultimi due mesi, delle domande a cui sei stata sottoposta ripetutamente. Come l’hai gestita psicologicamente, questa situazione?
Ho imparato in questi due mesi che devo rispondere alle domande nel modo più onesto possibile. So che un sacco di gente vuole costruirci sopra delle storie e delle notizie. Se ottengo risultati, la gente parlerà di quello. Altrimenti, del contrario. Bisogna solo imparare che nella vita ci sono gli alti e i bassi, e con i media è lo stesso. Adesso con tutto ciò io sono a posto. Se la gente vuole chiedermi di questo, ok.

Hai infilato una brutta serie di risultati da quando hai incominciato a lavorare con Sam. Hai pensato di cambiare qualcosa nel tuo team o più semplicemente che forse la collaborazione non funziona?
Forse dovrei. Certamente non sta funzionando a dovere. Ma io credo in lui e lui in me. E per ora questo è il piano. Ma sicuramente ci saranno dei miglioramenti, dei cambiamenti perché mi aspetto di fare molto meglio di così.

Con tutti questi infortuni e problemi di salute, pensi che sia solo sfortuna o che ci sia stato un problema di preparazione nella off-season?
Penso siano vere entrambe le opzioni. Penso che la sfortuna abbia giocato la propria parte, in qualche caso. Ma penso anche di non essere stata forte quanto avrei voluto. Certamente non negli ultimi mesi. È qualcosa che ho realizzato da poco e mi sto muovendo per trovare un trainer che mi aiuti a essere forte per poter evitare queste situazioni. Per cui, sfortuna e una non adeguata preparazione fisica. Sono vere entrambe.

Sei molto onesta con noi media. C’è qualcosa di te che lasci uscire fuori quando sei nel privato – un buon pianto, rompere qualche oggetto?
Di sicuro non avrei mai rotto la racchetta sul campo. Non lo puoi fare, qui a Wimbledon (ridendo). Davvero, non oggi. Magari più tardi scoppierà qualcosa. Vi informerò se succederà.

Gli ultimi mesi sono stati come delle montagne russe. Sei già riuscita a contestualizzarli o ti serve più tempo?
È stato molto istruttivo avere molto successo, grandi attenzioni, poi risultati pessimi e capire che la vita è fatta da molti su e giù e che la vita non va sempre come ti aspetteresti. È stato molto istruttivo. È importante continuare a credere in se stessi ed essere onesti e fare ciò di cui si ha bisogno per ottenere ciò che si può. Istruttivo, ma penso che possa bastare (ridendo).

Fa parte della lezione aver imparato che è meglio seguire il parere dei medici invece di scendere in campo e non poter dare il meglio di sé?
Potrebbe essere. Ma per me questo era Wimbledon, sentivo che nulla poteva farmi desistere. Ma certo, realizzo i pro e i contro. Anche se vuoi andare in campo, magari non è la migliore delle decisioni.

Sei diventata una star internazionale molto velocemente. Raccontaci di quest’esperienza e cosa hai tratto da tutto ciò.
I media parlavano bene di me quando vincevo e ora invece no, parlavo male. Ho imparato che il mondo è esattamente questo. Ma lo capisco, per me è ok. Possono scrivere quello che vogliono. Ma dovevo capire che i giornalisti vogliono le storie e i titoli. Un paio di mesi fa, di fronte alle sconfitte di Indian Wells e Miami, per me non era la fine del mondo, ma per alcuni sì. Oggi ci siamo un po’ più vicini, quindi (ridendo). Non so, ho imparato che questo è il mondo di cui faccio parte. Ma penso che tutti facciano quest’esperienza, prima o poi. Perciò non penso di essere sola.

In cosa pensi di essere cresciuta durante questo periodo?
Di sicuro ho imparato come funziona il mio mondo, che devo essere paziente e devo capire che le cose non vanno sempre bene. questa è la cosa più importante. È certamente un periodo difficile, ma voglio lottare per ottenere ciò che so di poter ottenere. Sarà ancora più dolce.

 

Traduzione a cura di Maurizio Riguzzi

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