Coppa Davis, 1/4 di finale (1): Gran Bretagna-Francia spettacolo al Queen's, Australia favorita sul Kazakhstan

Coppa Davis

Coppa Davis, 1/4 di finale (1): Gran Bretagna-Francia spettacolo al Queen’s, Australia favorita sul Kazakhstan

Ritorna la Davis con il week-end dedicato ai quarti di finale. Le due sfide della parte alta si giocano curiosamente entrambe sull’erba. Il Queen’s ospita per la seconda volta una sfida tra i padroni di casa e la Francia, l’Australia cerca la prima semifinale dopo 9 anni

Pubblicato

il

 

Conclusosi il terzo Slam dell’anno, il circuito maschile si prende una settimana di pausa (o quasi, visto che comunque si gioca a Newport), lasciando il proscenio alla Coppa Davis.
La gloriosa manifestazione a squadre torna infatti nel week-end con le sfide dei quarti di finale e le varie partite dei raggruppamenti zonali (Europa/Africa, Americhe, Asia/Oceania) dalle quali usciranno le 7 nazioni (la Colombia è già qualificata) che affronteranno le squadre sconfitte quest’anno al 1° turno (tra cui l’Italia) nei play-off di settembre per contendersi un posto nel World Group 2016.
Piccola curiosità, per la prima volta dal 2012 nessuno dei quarti di finale viene giocato sul cemento. Inoltre, per la prima volta dal 1987 (quando l’Australia sconfisse il Messico e l’India batté Israele) vi sono 2 delle 4 sfide che si giocheranno sull’erba. Altro piccolo particolare, i due quarti della parte alta del tabellone sono proprio quelli che si disputeranno sull’erba (Gran Bretagna-Francia e Australia-Kazakhstan), mentre i due della parte bassa si giocheranno sulla terra rossa (Argentina-Serbia e Belgio-Canada). (Stefano Tarantino)

Noi partiamo con la nostra analisi delle sfide dei quarti iniziando dalla parte alta del World Group

GRAN BRETAGNA – FRANCIA (Raffaello Esposito)

“Se è destino che si muoia, siamo già in numero più che sufficiente; e se viviamo, meno siamo e più grande sarà la nostra parte di gloria… Noi pochi. Noi felici, pochi. Noi manipolo di fratelli”.
(Enrico V d’Inghilterra, 25 ottobre 1415, prima della battaglia)

Sono passati 600 anni precisi dalla battaglia di Azincourt nella quale gli inglesi, inferiori di numero, annientarono l’esercito del re di Francia Carlo VI grazie agli arcieri. E’ probabile che in cuor loro gli spettatori che affolleranno gli spalti del Queen’s Club di Londra dal 17 al 19 luglio covino la speranza che, in modo incruento of course, l’esito finale sui campi in erba possa essere lo stesso. Questi sono i quarti di finale e i Murray brothers, James Ward e Dominic Inglot ce la metteranno tutta per sconfiggere il team d’oltralpe, che appare oggettivamente superiore nella qualità media dei giocatori. Ma, come ha recentemente dichiarato il fratello maggiore Jamie “with Andy in our team, anything is possible”, e in effetti  Murray  junior sta giocando molto bene, ha vinto il Queen’s e solo un Federer gigantesco lo ha fermato in semifinale a Wimbledon. Per il team Brit, vittorioso al primo turno contro gli Stati Uniti,  la strada appare segnata, Andy deve vincere i suoi singolari e probabilmente giocare anche il doppio sabato. In caso di battaglia sfiancante venerdì il capitano inglese Leon Smith potrà schierare Jamie Murray e Inglot, che nel turno precedente hanno portato i Bryan al quinto sfiorando l’impresa. Altro modo non c’è.

I francesi per contro, sconfitti in finale lo scorso anno e nei quarti per la quattordicesima volta nelle ultime quindici edizioni, hanno una vasta possibilità di scelta. Gasquet ha giocato un grande Wimbledon, Simon è in palla e Tsonga sull’erba è sempre stato a suo agio. In più hanno Mahut e “P2H”, al secolo Pierre Hugues Herbert. Il capitano Clément ha mischiato le carte in una recente intervista, dando ai tre le stesse possibilità per i singolari e non garantendo il posto nemmeno al doppio Mahut/Herbert, finalisti agli Australian Open e vincitori solo due settimane fa proprio sui green del Queen’s. Paradossalmente però l’insidia potrebbe celarsi proprio nella grande completezza della squadra francese se alla fine le decisioni del capitano non saranno chiare, opportune e tempestive. Precedenti 11-9 per gli inglesi, primo incontro nel 1912 e due finali giocate, fra gli ormai anziani Moschettieri e il giovane Fred Perry, nel 1931 con vittoria francese e nel 1933 con vendetta britannica. L’ultimo incrocio è stato nel 1992, terminato con un cappotto a favore dei galletti sul sintetico di Bayonne mentre i sudditi di Sua Maestà non vincono dal 1978, quando violarono 3-2 il Roland Garros per poi arrendersi solo in finale agli USA di McEnroe, Gottfried, Smit e Lutz. Si è già giocata una volta questa sfida sull’erba del Queen’s, nel 1990, quando i francesi rifilarono un pesante 5-0 ai padroni di casa grazie a Forget e Leconte. Se fossero gli inglesi a passare avrebbero la semifinale in casa sia con l’Australia che con il Kazakhstan, se vincessero i francesi andrebbero in Australia mentre contro il Kazakhstan giocherebbero in casa (per sorteggio, la priorità nella scelta è stata fissata all’atto del sorteggio del tabellone l’anno scorso).

LE CONVOCAZIONI

GRAN BRETAGNA

Dominic Inglot (06/03/1986) Ranking doppio:  46; Andy Murray (15/05/1987) Ranking:  3; Jamie Murray (13/02/1986) Ranking doppio:  28; James Ward (09/02/1987) Ranking:  111

Capitano: Leon Smith

FRANCIA

Richard Gasquet (18/06/1986) Ranking:  20; Pierre-Hugues Herbert (18/03/1991) Ranking: 139; Nicolas Mahut (21/01/1982) Ranking:  66; Gilles Simon (27/12/1984) Ranking:  13; Jo-Wilfried Tsonga (17/04/1985) Ranking:  12

Capitano: Arnaud Clement

PRECEDENTI

Gran Bretagna 11 – Francia 9

1992  FRA d. GBR 5-0
1990  FRA d. GBR 5-0
1978  GBR d. FRA 3-2
1976  GBR d. FRA 4-1
1972  FRA d. GBR 4-1
1968  GBR d. FRA 3-0
1964  FRA d. GBR 3-2
1958  GBR d. FRA 5-0
1957  GBR d. FRA 3-2
1951  GBR d. FRA 3-2
1946  FRA d. GBR 5-0
1939  GBR d. FRA 3-2
1933  GBR d. FRA 3-2
1931  FRA d. GBR 3-2
1926  FRA d. GBR 5-0
1925  FRA d. GBR 4-0
1924  FRA d. GBR 4-1
1919  GBR d. FRA 3-2
1914  GBR d. FRA 4-1
1912  BRI d. FRA 4-1

PRECEDENTI FRA I GIOCATORI

A. Murray – Simon 12-2
A. Murray – Tsonga 10-2
A. Murray – Gasquet 5-3
A. Murray – Mahut 4-1
Ward – Tsonga 0-1

AUSTRALIA-KAZAKHSTAN (Marco Lauria)

“Keep On the Grass” è l’insegna che campeggia sull’erba di Darwin, capitale del northern territory, oasi tropicale e meta turistica ambita, a giudicare dalle innumerevoli menzioni che Lonely Planet le riserva (nel 2012 è stata inserita nella lista delle dieci città del mondo da visitare). La squadra kazaka capitanata da Dias Doskarayev ha già messo piede sui campi dove il prossimo week end andrà in scena il secondo turno di Coppa Davis contro i temibili Locals. No, non stiamo parlando dei coccodrilli di tutte le dimensioni che abitano le acque attorno alla città, ma della nuova generazione aussie, rappresentata da Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis, prodotti della federtennis australiana, figli della folta comunità greca ed eredi naturali di quel Mark Philippousis, protagonista nel 2003 dell’ultima insalatiera conquistata dall’Australia, che oggi, a 38 anni suonati, ha deciso di rimettersi in gioco ripartendo dalla wild card che qualche giorno fa il torneo di Newport gli ha concesso per disputare il doppio in coppa con Ryan Harrison (ma l’ex finalista di Wimbledon ha partecipato anche alle qualificazioni del torneo di singolare, venendo eliminato al 1° turno). A completare i ranghi l’immancabile Lleyton Hewitt, record-man dei week end di coppa con un sensazione 56-19, e i centonovantaquattro centimetri di Sam Groth.

Dall’altra parte la squadra kazaka ripropone la stessa formazione che ha fermato la corsa dell’Italia al primo turno. Accanto ai tre classe 87′ Mikhail Kukushin, Aleksandr Nedovyesov e Andrey Golubev è stato chiamato il giovane Dmitri Popko (1996), che difficilmente vedremo in campo nei match decisivi ai fini della qualificazione al terzo round.
Non ci sono precedenti tra le due federazioni in Davis. Il team kazako, che dal 2011 occupa ininterrottamente uno dei 16 posti del World Group, non ha mai superato il secondo turno, raggiunto nel 2013 e nel 2014 rispettivamente ai danni di Austria e Belgio. Pochi e poco significativi anche gli head to head tra gli otto protagonisti, che vedono gli Aussie in vantaggio per 3-1 (Kyrgios su Kukushin, Kokkinakis e Hewitt su Golubev, Kukushin su Groth). Nessuno di questi match, però, si è disputato sull’erba.

E’ impresa ardua immaginare che la squadra kazaka possa cogliere il successo più importante della sua breve storia sui prati australiani. Orfani di Bernard Tomic, escluso da Patrick Rafter per motivi disciplinari, gli Aussie si affideranno senza dubbio a Kyrgios per uno dei due match del sabato, mentre è probabile un ballottaggio per la scelta del secondo singolarista tra Groth e Kokkinakis, reduci da due prove dello Slam diametricalmente opposte. Ivan Drago (il fantastico soprannome che Brad Gilbert ha affibiato a Sam Groth) ha dimostrato che quel servizio può bastare contro avversari modesti o poco avvezzi all’erba, concedendosi anche il lusso di strappare un set a Roger Federer. Di contro Kokkinakis non è sembrato ancora in grado di competere ad alti livelli su questa superficie, subito fuori ai Championships con Leonardo Mayer. Da rivedere soprattutto la seconda di servizio, velleitaria, aggredibile e con percentuali di rendimento in temrini di punti conquistati che non sfiorano il 50%. Nel doppio i kazaki potrebbero avere qualche chance in più schierando la coppia formata da Golubev e Nedovyesov che nel 2014 beffò Roger Federer e Stan Wawrinka al Palexpo di Ginevra, ma se le chance di arrivare alla domenica con qualche flebile speranza non sono da escludere, la possibilità che la troupe torni ad Astana con il passaggio del turno in tasca si traducono in una lontana chimera.

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement