Radwanska, il 2015 da scalatrice si chiude in vetta (Crivelli), Al chiuso vince Roger (Valesio), Aga alle Finals, Roger a Basilea: per vincere non è mai troppo tardi (Mancuso), Federer e Nadal nemici mai. L'ultima puntata di Roger-Rafa (Ferrero)

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Radwanska, il 2015 da scalatrice si chiude in vetta (Crivelli), Al chiuso vince Roger (Valesio), Aga alle Finals, Roger a Basilea: per vincere non è mai troppo tardi (Mancuso), Federer e Nadal nemici mai. L’ultima puntata di Roger-Rafa (Ferrero)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi


Radwanska, il 2015 da scalatrice si chiude in vetta

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 2.11.2015

 

Piangi, Aga. E liberati dai tormenti. Sono le lacrime della resurrezione, il pianto di chi si era smarrito e ha ritrovato la retta via. Il trionfo più bello della carriera nell’anno più difficile: ci sono momenti che possono cambiare le prospettive ora e per sempre. LA MAGA Dunque, la Professoressa Radwanska, copyright di Flavia Pennetta, da ieri è pure Maestra. In cima a una settimana iniziata con due sconfitte e terminata nell’apoteosi della vittoria più grande, perché le Finals sono un torneo a sé stante, una lotteria che si diverte a sovvertire pronostici e stati di forma anche nel giro di un paio di giorni. E la Maga ha trovato la formula giusta quando contava di più: in stagione – tribolatissima fino a giugno, che l’ha portata per un po’ addirittura fuori dalle 10 dopo quattro anni – non aveva ancora battuto una top 5, e ne ha fatte fuori tre in tre giorni. La riscoperta della luce: «E’ tutto così incredibile, se ripenso a come è stato terribile l’inizio dell’anno. Ho inventato per me un nuovo proverbio: non importa come cominci, l’importante è finire bene». QUANTI ERRORI L’ultima a vincere il Masters senza aver ancora messo un sigillo su uno Slam fu la Mauresmo nel 2005, e l’anno dopo si prese Australia e Wimbledon. Un buon auspicio per Aga, finalista ai Championships nel 2012 («E’ il torneo cui tengo di più, spero davvero di conquistarlo, un giorno) e intanto di nuovo regina: l’eleganza, le variazioni di ritmo, la palla corta e gambe da velocista. Questa volta, però, le sue qualità sono esasperate dalla scelleratezza di Petra, capace di compilare 53 gratuiti contro 41 vincenti, un conto troppo salato che le costerà il bis del 2011, mentre in tribuna la Navratilova storce la bocca delusa dalla presunta erede. Già, proprio Martina che a dicembre accettò di fare da consulente tecnica alla Radwanska e che ad aprile aveva già salutato: «Avevamo entrambe poco tempo per confrontarci – ricorda ora Aga – ma sono stati comunque mesi di conoscenze, da lei ho cercato di capire anche gli aspetti mentali del gioco»…..

 

Al chiuso vince Roger

 

Piero Valesio, tuttosport del 2.11.2015

 

Dove gli occhi disegnano lo spazio con maggior facilità vince Roger. Quasi sempre, almeno. Se ci pensate è bello che a oltre un decennio dal primo confronto siamo ancora qui a disquisire di quali siano i fattori che possono influenzare l’esito di un match tra Federer e Nadal. Ma fino a quando i due decideranno di continuare a trascorrere gran parte della loro esistenza su un campo da tennis è questo che, beatamente, ci tocca. E allora si prenda atto che in cinque occasioni su sei incontri giocati al chiuso Roger ha avuto la meglio sul suo avversario storico. Quando cioè lo svizzero, il cui meccanismo andrebbe studiato con bel altra profondità rispetto a quanto è stato fatto finora, si trova in una sorta di ambiente uterino (figuratevi voi quando poi tale utero si trova a casa sua) le possibilità di successo per lui aumentano. Forse perché il suo cervello e i suoi occhi trovano coordinate migliori: o forse perché è il clima stesso, per definizione più teatrale di un torneo outdoor, a stimolare chi è in grado di dare spettacolo. Resta il fatto che contro un Nadal ancora lontano dai suoi standard ottimali (nel finale ha sbagliato direzione e altezza di due passanti che, in altri tempi, avrebbe deposita- Per la quinta volta su sei partite giocate indoor Federer batte Nadal. La storia della loro rivalità non è ancora finita to all’incrocio delle righe) ha dovuto superare più se stesso che l’avversario, come del resto ha fatto per quasi tutto il torneo: e ha neutralizzato le conseguenze cerebrali che gli derivano dall’avere il maiorchino dall’altra parte della rete, prendendosi partita e titolo, l’ottavo del giardino di casa. Quanti sarebbero pronti a scommettere che giunti al terzo set, in un’altra location Roger avrebbe avuto la meglio del suo arcinemico?……..

 

Aga alle Finals, Roger a Basilea: per vincere non è mai troppo tardi

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 2.11.2015

 

Senza Serena Williams l’edizione 2015 delle Wta Finals, il torneo riservato alle migliori 8 giocatrici della stagione, si annunciava più aperta che mai. Potevano vincere in tante, ma alzi la mano chi alla vigilia avrebbe puntato su Agnieszka Radwanska, 26enne di Cracovia. Invece l’ultima istantanea del 2015 è tutta sua, mentre raggiante solleva al cielo di Singapore il trofeo dopo aver battuto in finale Petra Kvitova con il punteggio di 6-2 4-6 6-3.11 suo masters è una favola a lieto fine: mai prima il titolo era stato conquistato da una giocatrice che aveva superato la fase a gironi vincendo un solo incontro sui tre disputati in virtù del miglior quoziente set. Sconfitta nel primo match dalla Sharapova, battuta nel secondo dalla Pennetta. Avesse perso il tie break del primo set contro la Halep, in cui ha rimontato lo svantaggio di 5-1 per poi chiudere 6-1 il secondo, sarebbe stata matematicamente fuori. Da quel momento il suo torneo è stato un crescendo. Ha messo alla porta in semifinale la spagnola Muguruza, quindi il capolavoro in finale contro la Kvitova, anche lei sopravvissuta ai round robin con un solo successo. Alla polacca era sempre mancato l’acuto: da 7 anni tra le prime 10 del ranking, una finale a Wimbledon nel 2012. Chiuderà l’anno da n.5. 34 ANNI E NON SENTIRLI Dall’Asia all’Europa, dove il circuito maschile sta consumando gli ultimi fuochi di stagione. Federer è tornato a battere dopo oltre tre anni e mezzo Nadal. Non ci riusciva da Indian Wells 2012: da allora 5 successi di Rafa (il bilancio vede il mancino spagnolo avanti 23-11), l’ultimo agli Australian Open 2014. Una serie negativa che King Roger ha spezzato nella “sua” Basilea, cogliendo il settimo squillo nel torneo di casa: 6-3 5-7 6-3 in finale contro il maiorchino. Federer avrebbe potuto chiudere in due set se fosse riuscito a sfruttare la palla break avuta nel sesto gioco del secondo parziale (è invece arrivato il break di Nadal sul 5-5). Per il 34enne campione svizzero, che da oggi torna in seconda posizione dietro Djokovic, è il titolo n.88 sulle 134 finale disputate, il sesto in questo 2015. Nel mirino c’è Ivan Lendl a quota 94. E anche i 109 di Jimmy Connors non sono poi cosi lontani.

 

Federer e Nadal nemici mai. L’ultima puntata di Roger-Rafa

 

Federico Ferrero, l’Unità del 2.11.2015

 

L’ottimo Christopher Clarey del New York Times. Chissà, forse. E il pensiero correva al 2004, mentre il regista indugiava sul commendatori Federer che piegava la felpa blu navy ben ordinata accanto al borsone e virava verso l’ex ipervitaminizzato Nadal, da tempo abbigliato in abiti più borghesi ma preso a riscaldare la sequenza intatta del tic mutanda-spalla-spalla-orecchio naso-orecchio. La memoria correva a Miami, quando un ragazzi no abbronzato, smanicato, venuto da Maiorca, nota patria di tennisti da club vacanze, si era permesso d i schiaffeggiare il numero uno al mondo frullando drittoni e recuperando l’impensabile. E lanciando una nuova icona del guerriero con racchetta: coda di cavallo. bicipiti turgidi e una capacità difensiva mostruosa. sconosciuta alla storia di questo sport. Basilea -che nel tennis si legge casa Federer: per l’occasione, ieri. si è scomodata pure Diana, la sorella maggiore – none la Mecca: nella gerarchia del circo Atp appartiene alla categoria…. Se Rafa si è iscritto, parole sue,è stato per lanciare in largo anticipo la remuntada che sta covando per il 2016, dopo aver subito le peggiori sconfitte di tutta la vita concentrate in una stagione di disastrosi patatrac…..E cinque precedenti specifici. nelle partite indoor. segnavano l’unica supremazia di un Federer indietro 2,3-10 nel complesso: quattro vittorie, al coperto. contro una. Una partita vera Vivaddio, c’è stata una finale e non una triste rassegna decadente di ciche fu. Se a Rafa manca, ormai cronicamente, la potenza di fuoco che lo rese cannibale dalla terra al cemento passando per l’erba di Wimbledon, gli è rimasta in dosi da cavallo la tigna dell’animale sportivo piö straordinario che lo sport abbia mai conosciuto. L’unico che sa trovare la spossa vincente anche col due di bastoni in mano: contro Rasoi al primo turno. ma anche Dimitrov e Cilic,o con Gasquet in semifinale. Sempre in ritardo, messo sotto da bombarde ingestibili, talora umiliato, strapazzato per ore. Ma in qualche modo, anzi, nel suo modo, sempre uscito vivo da match in cui pareva dover accettare la parte della lepre. Nei tre set di ieri. Rafa ha giocato due volte fuori casa: sul tappeto, e per di più dentro un palazzetto, il servizio di Federer diventa un’arma e mezza mentre il topspin di Nadal perde vigore. E lo stadio degli Swiss Indoors di cui Roger è diventato titolare per la settima volta, sembrava contenere tutto il cantone; can i suoi…. Rafa, invece, già concentrato sui mesi che verranno: perché un altro anno orribile corne questo non lo regerebbero neanche le sue spalle da toro. Noi altri, infine, testimoni d i un’epoca che già ci prepariamo a rimpiangere, abbiamo ricevuto un gran bel regalo di fine stagione e non era, proprio un fondo di magazzino.

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