Infinito in campo, unico nella vita (Crivelli).

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Infinito in campo, unico nella vita (Crivelli).

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Infinito in campo, unico nella vita (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Federer è un’altra cosa. Di più: è unico. Al di là di quanto ha fatto (e continuerà a fare) su un campo da tennis, la sua unicità risiede nei comportamenti quotidiani, dentro e fuori dal campo, trae linfa dalla discrasia apparentemente inspiegabile tra la popolarità mondiale e la semplicità di una vita privata che scorre uguale da sempre e non concede nulla alla curiosità più morbosa. Da più di dieci anni Roger è ciclicamente inserito tra i personaggi più influenti del pianeta, dal 2003 vince il sondaggio indetto dall’ATP sul tennista più ammirato dai tifosi, eppure nonostante una enorme esposizione mediatica nessuno più di lui rifugge il gossip. Abituati alle attrici da premio Oscar del primo Agassi o alle cheerleader personali di Safin, che il più forte giocatore di sempre abbia la stessa compagna dal 2000 e si faccia fotografare con i figli sul passeggino mentre fa la spesa è un inno alla pulizia e alla serenità. Ovviamente, c’è molto del lascito familiare nei suoi comportamenti da gentleman di altri tempi. Sicuramente è merito dell’educazione che hanno saputo dargli papà Robert, dirigente di una compagnia farmaceutica e mamma Lynette, impiegata nella stessa azienda, se uno degli sportivi più straordinari di sempre, anziché far calare dall’alto la spocchia dell’eroe inavvicinabile, arriva a ripetere tutta l’intervista post-partita per salvare la giovane giornalista radiofonica che ha dimenticato di accendere il registratore. E conta molto anche il melting pot culturale e geografico di cui alla fine Roger risulta il prodotto: perché cresce a Munchenstein, una cittadina di poco più di 10mila abitanti nei dintorni di Basilea, ma al tempo stesso la provenienza sudafricana della madre gli schiude subito gli orizzonti su altri mondi, rendendolo trilingue (tedesco, francese e inglese) e aperto ad altre influenze fin dalla culla. Le radici australi, peraltro, si riverberano su un’insolita passione, da lui stesso più volte confessata: «Da piccolo, mi piacevano tutti gli sport con la palla, ma avevo un debole molto marcato per il cricket. Se fossi nato e cresciuto in Sudafrica, probabilmente sarei diventato un giocatore professionista di quello sport». La sua sfera privata, però, da dodici anni gira attorno alla donna che gli ha davvero cambiato la vita. Lei è Mirka Vavrinec, nata in Slovacchia nel 1978 e trasferitasi in Svizzera a due anni, dove i genitori gestiscono ancora adesso una gioielleria. La leggenda racconta che sia diventata giocatrice seguendo i consigli di Martina Navratilova, ma nel 2002 si ritira per un problema a un piede e da quel momento diventa soltanto la fidanzata di Federer. E non fa certo da ornamento, anzi: in poco tempo, passano da lei gran parte delle decisioni strategiche, soprattutto quelle economiche, della coppia. Ma la cifra del loro rapporto è nelle parole di Roger: «io non sarei quello che sono e non avrei ottenuto questi risultati senza Mirka». E’ grazie a lei che scopre la moda, è lei che ispira il logo della sua linea di abbigliamento che oggi è tra le più vendute al mondo. Eppure, se gli chiedete quando è davvero felice, vi risponderà che le cose più emozionanti della sua vita sono rimanere seduto in riva al mare, giocare a carte o ai videogames con Nadal come avversario virtuale. Un fenomeno col candore di un ragazzo. Unico.

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