ATP Miami: tutto facile per Andreas Seppi contro Donald Young. Coric eliminato

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ATP Miami: tutto facile per Andreas Seppi contro Donald Young. Coric eliminato

Buon esordio per Andreas Seppi nel Masters 1000 di Miami. L’azzurro approfitta di un Donald Young molto falloso (30 gratuiti a fine match) e si qualifica per il secondo turno dove affronterà Alexander Dolgopolov. Male i giovani Chung e, soprattutto, Borna Coric

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A. Seppi b. D. Young 6-3 6-1 (Lorenzo Dicandia)

Le fatiche tennistiche di Andreas Seppi e Donald Young sono indissolubilmente intrecciate in questo mese di marzo. A distanza di due settimane dalla vittoria di Seppi nel primo turno di Indian Wells, i due si rincontrano sempre al primo turno, sempre in un Masters 1000, sempre in America, questa volta sull’altra costa però. Questo è il quinto incontro fra i due: il nostro conduce per tre vittorie ad una sconfitta, arrivata al quinto set del secondo turno dell’Australian Open di due anni fa.

Andreas è un elogio della costanza a medio-alti livelli. Lo è nel gioco, di certo non spumeggiante ma comunque terribilmente concreto, nei risultati, buoni se non buonissimi ma mai eccezionali, e nell’atteggiamento, sempre equilibrato e composto. Il contrario insomma del buon Fognini, elogio invece dello stereotipo italiano del genio e della sregolatezza. Seppi è ora al numero 43 del mondo, ha giocato buone partite in stagione, ha perso solo contro Djokovic nel terzo turno dell’Australian Open, il suo miglior torneo dell’anno probabilmente. In altri tornei come Sofia e Sydney non ha sfruttato invece delle occasioni di accumulare punti e magari un quarto titolo.
Donald Young dal suo canto è l’emblema della generazione americana venuta dopo Roddick e prima di Tiafoe, Fritz e compagnia. Ex numero 1 junior al mondo, rivale del nostro eterno incompiuto Matteo Trevisan, non è riuscito a condurre il suo gioco ai livelli che si prospettavano dopo una giovinezza tanto trionfante. Numero 80 al mondo, con un best ranking da 38, è ormai nel pieno della maturazione tennistica, eppure non è ancora riuscito a conquistare un titolo, né tantomeno a raggiungere i quarti di finale di uno Slam o di un Masters 1000.

La partita inizia con Young al servizio, un servizio mancino che aveva procurato qualche fastidio a Seppi nel primo set di Indian Wells. Il set segue la battuta, entrambi sono piuttosto solidi. Si è visto qualche bel colpo da una parte e dall’altra, prevalentemente con i dritti, a volte al termine di lunghi scambi, altre come soluzioni estemporanee ad inizio punto. La prima palla break è per l’americano nel quinto gioco, ma un dritto arrotato da metà campo che aveva la presunzione d’essere stretto al punto di sfidare la fisica finisce piuttosto mestamente in rete e con lui se ne vanno anche le velleità di fuga. Seppi allora, sfruttando il vantaggio psicologico d’esser uscito vincente da una situazione di pericolo, si porta a palla break e la sfrutta immediatamente con un gran dritto lungolinea: 4-3 per l’italiano che ha ora il set nelle mani. Il set dura infatti altri dieci minuti, giusto il tempo di un ulteriore break finale. 6-3 per Seppi, con Young che nel quinto gioco ha perso insieme alla possibilità di break anche la concentrazione e la solidità che l’avevano aiutato a restare nel set. Sono ben 18 infatti i gratuiti commessi dall’americano, a confronto dei 10 commessi da Seppi.

L’italiano scappa avanti di un break anche ad inizio secondo set, confermandolo subito dopo aver recuperato da 0-30 sul servizio, portandosi sul tre a zero. Andreas è attento su ogni pallina e Young non ha la pazienza per lottare su tutti gli scambi. Seppi conquista un altro break sul 4-1 grazie ad un dritto in corsa vincente e chiude poi piuttosto facilmente al servizio: 6-3 6-1 per Seppi in poco più di un’ora. Una vittoria convincente, fondata su quella costanza nel gioco che ha contraddistinto Andreas da inizio carriera. Andreas incontrerà ora Dolgopolov, contro cui ha perso tutti e 4 gli incontri precedenti.

M. Baghdatis b. [Q] B. Becker 6-3 6-4  (Domenico Giugliano)

Un brillante Marcos Baghdatis batte per la terza volta in carriera Benjamin Becker nell’ultimo incontro di primo turno del torneo di Miami. Partenza lanciata per il cipriota che strappa subito nel primo game la battuta al suo avversario. Becker ha la grande chance di rientrare nel set nel settimo gioco, quando il tennista cipriota si distrae e concede due palle break consecutive. Tuttavia, un errore di rovescio sulla prima e un’ottima prima di servizio sulla seconda permettono a Baghdatis di salvarsi e portarsi sul 5-2, chiudendo il parziale per sei giochi a tre. La musica non cambia nel secondo set. Becker continua ad essere molto incostante al servizio. La prima  è al di sotto del 50 % e il break arriva subito in apertura, grazie a due ottime soluzioni di rovescio del numero 40 della classifica mondiale. Nonostante una prima sotto il 45% Baghdatis non concede chance al suo avversario, divertendo il pubblico con grandi scambi, due volèe deliziose e ben 26 colpi vincenti. Chiude facilmente dopo  un’ora e 26 minuti  di gioco con il punteggio di 6-4. Per lui al secondo turno ci sarà l’ostacolo Kyrgios. Chissà l’australiano con che voglia scenderà in campo domani.

D. Istomin b. B. Coric 4-6 7-5 7-5 (Raoul Ruberti)

È un match brutto, senza giri di parole, quello tra Denis Istomin, che si presenta con cinque sconfitte su cinque match ATP disputati e Borna Coric, dal quale negli ultimi mesi ci si attendeva una conferma che non è giunta neppure oggi. Il gioco semplice e lineare di Istomin, dopo una manciata di palle non troppo incisive, fornisce di solito l’opportunità per chiudere lo scambio. Coric però è appannato. I suoi tentativi di pungere, con colpi che spezzino il ritmo dell’avversario, sembrano avulsi da qualsiasi ragionamento di tipo tattico. Il primo dei tanti break arriva nel quinto game: l’occhio elettronico trasforma il 30-0 di Istomin in 15 pari e da lì l’uzbeko perde presa sullo scambio, concludendolo con due errori banali. Sono proprio loro, gli errori banali, a dominare l’incontro; ecco allora che arrivano altri due turni di servizio persi consecutivamente, con Coric che – riguadagnato il vantaggio – mostra la concentrazione sufficiente a gestirlo fino al termine del parziale. Ma si tratta di un’illusione, e non l’ultima della sfida. Negata al croato l’opportunità di break nel primo game del secondo set, Istomin si trova senza particolari meriti avanti per 3-0 e senza particolari demeriti viene recuperato. Coric è nervoso, cambia una racchetta dopo l’altra e litiga col coach Miles MacLagan; poi per qualche game l’attenzione dei due sale, ma la costante resta quella dei colpi impattati male (in più di una occasione sia Coric sia Istomin mimeranno frustrati la corretta preparazione del fondamentale appena sbagliato). Il diciannovenne numero 46 ATP va a servire per un match dal quale un qualsiasi avversario valido lo avrebbe da tempo estromesso con agio. Alfiere di una generazione fragile dal punto di vista mentale, Coric commette due doppi falli, perde sei giochi consecutivi e il set, rimonta ancora una volta sul 3-3 e arriva in fondo. Preda dei crampi e di se stesso, però, Borna perde a zero nell’ultimo game dell’incontro facendo tutto da solo. Paura, monotonia, mediocrità: alla fine delle quasi tre ore di gioco gli errori gratuiti hanno ampiamente superato i vincenti. Nulla di ciò che si è visto può assomigliare, neppure in modo vago, a una fonte di problemi per Murray.

[Q] T. Smyczek b. [Q] T. Paul 6-4 5-7 7-5 (Federico Carducci)

Tim Smyczek si impone nel derby americano contro Tommy Paul ed accede al secondo turno dell’ATP Master 1000 di Miami eguagliando il suo miglior risultato, il secondo turno del 2015 quando venne battuto da Jo Wilfried Tsonga. Anche oggi, come due settimane fa nelle qualificazioni di Indian Wells, sono serviti tre set per superare il giovane (appena 18 anni) connazionale, ancora troppo discontinuo nella gestione dei match ma sicuramente restio ad arrendersi di fronte alle difficoltà.
Partita strana, il cui andamento è girato più volte in tutti e tre i set, con i due giocatori molto fallosi e quasi desiderosi di rimanere in campo il più a lungo possibile.

Nel primo set parte meglio Paul che già al secondo gioco strappa il servizio all’avversario, sfruttando anche i primi due doppi falli di Smyczek (alla fine saranno 10), e sale 3-0. Il 28enne di Milwaukee, tuttavia, non si da per vinto: mantiene la battuta nel quarto game e nel gioco successivo si procura la palla per il contro-break, convertita grazie ad un errore di rovescio di Paul. Ma è il sesto gioco quello che indirizza l’andamento della prima frazione: Paul si guadagna due palle break, non consecutive, ma Smyczek, sfruttando le sue qualità nel gioco a rete le annulla e impatta sul 3-3. Nei due game successivi si va avanti con l’ordine dei servizi, ma nel nono gioco il più giovane dei due americani completa il suo harakiri: 1 doppio fallo, 1 errore gratuito e break regalato all’avversario che ringrazia e sul suo servizio chiude il parziale.

Il secondo set è un thriller che neanche le più acute menti del cinema avrebbero potuto scrivere: parte forte Smyczek che piazza un parziale di 8 punti a 0 e si porta a condurre 2-0. Dopo il turno di servizio difeso dall’allievo di Diego Moyano nel quarto game inizia un’altalena di emozioni difficile da concentrare in poche righe: 2 palle break per Paul nel quarto game, una per Smyczek nel quinto, altre due sempre per lui nel settimo. L’ottavo game è il preludio all’ennesimo ribaltone del match: Smyczek vola sul 40-15 in un attimo, ma ha bisogno di più di 7 minuti per concludere il game e portarsi sul 5-3. Paul, al contrario, tiene velocemente il suo turno di servizio e cosi, nel decimo gioco, Smyczek può servire per il match. E questo game racconta meglio di tutto l’essenza di questa seconda partita: Paul ha la palla break per riequilibrare la partita, ma la fallisce e permette a Smyczek di portarsi a match point, annullato dal 18enne del New Jersey che a sua volta si riporta a palla break. Da qui inizia un altalena di palle break e parità che si conclude alla quinta occasione utile con il match che si allunga. Paul trae nuove energie e nuova fiducia da questo game folle: sale prima 6-5 e poi trova il nuovo break che porta la partita alla terza frazione.

Il terzo set inizia esattamente come il secondo: break in apertura per Smyczek e 2-0 immediato. Si procede seguendo il servizio fino al 4-3, poi nell’ottavo game arriva il break a 0 per il più giovane dei due americani che impatta sul 4-4. Qui arriva un turno a testa di servizio mantenuto senza troppe difficoltà, ma nell’undicesimo gioco Paul regala di nuovo le occasioni per scappare a Smyczek con un doppio fallo ed un paio di errori gratuiti: questi ringrazia e per la seconda volta nell’incontro si porta a servire per il match riuscendo, questa volta, a chiudere la contesa dopo 2 ore e 19 minuti regalandosi, nel prossimo turno, un altro derby a stelle e striscie contro la testa di serie numero 13 John Isner.

Altri incontri (Giovanni Vianello)

In una partita poco lottata, Millman estromette un insolitamente falloso Pablo Carreno Busta in due set. Aljaz Bedene non trova il campo per tutto il primo parziale, ma vince in rimonta su Roberto Carballes Baena ritrovando via via concentrazione e precisione. Vittoria per certi aspetti simile a quella di Bedene per Mannarino su Marchenko, con il francese che dopo una prima frazione in cui esterna grande nervosismo (sbatte più volte la racchetta a terra) placa la rabbia e si aggiudica secondo e terzo set. Mai in partita Rogerio Dutra-Silva, che perde in due parziali da Andrey Kuznetsov dimostrando scarsa attitudine al cemento. Termina anche questa volta al primo turno, come dodici anni fa, l’avventura di Brian Baker qui in Florida, Brian Baker che era al rientro dopo l’ennesima sequela di infortuni ed interventi chirurgici. L’americano è stato sconfitto in due set da Kukushkin. In un match combattuto solo in un set, Mahut cede in due parziali al giapponese Ito. In una brillante esibizione di colpi da fondocampo da parte di entrambi i giocatori, Santiago Giraldo sconfigge Paul-Henri Mathieu in tre set. Nella sfida tra il giovane americano Denis Kudla (classe 1993) e Hyeon Chung, promessa del tennis coreano, è lo statunitense a prevalere, nonostante un secondo set da dimenticare, compensato da un terzo set che l’ha visto unico giocatore in campo. Il tennis d’attacco di Pierre Hugues Herbert manda letteralmente nel pallone Lukas Rosol, più propenso agli scambi in progressione, così il francese prevale in due set. Dopo un’aspra lotta, Damir Dzhumur vince su Leo Mayer in tre set. Stakhovsky vince in due frazioni combattute sul giovane cileno Jarry. In una partita dai numerosi colpi di scena, incluse due interruzioni per guasti agli impianti di illuminazione del campo, Delbonis finisce per vincere al terzo su Elias Ymer dopo essere stato sotto di un break nel set decisivo

Risultati:

A. Seppi b. D. Young 6-3 6-1
D. Istomin b. B. Coric 4-6 7-5 7-5
M. Baghdatis b. [Q] B. Becker 6-3 6-4
[Q] T. Smyczek b. [Q] T. Paul 6-4 5-7 7-5
S. Giraldo b. P.H. Mathieu 6-2 2-6 6-3
F. Delbonis b. [WC] E. Ymer 6-1 4-6 6-3
A. Bedene b. [WC] R. Carballes Baena 4-6 6-2 6-3
D. Kudla b. H. Chung 6-3 3-6 6-1
S. Stakhovsky b. [WC] N. Jarry 7-6(7) 7-5
A. Mannarino b.  I. Marchenko 2-6 6-2 6-3
[Q] T. Ito b. N. Mahut 7-6(3) 6-2
D. Dzumhur b. L. Mayer 4-6 6-3 6-4
J. Millman b. P. Carreno Busta 6-3 6-2
[Q] M. Kukushkin b. [PR] B. Baker  6-4 6-2
A. Kuznetsov b. [LL] R. Dutra Silva 6-2 6-3
[Q] P.H. Herbert b. L. Rosol 7-5 6-4

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