Tornei scomparsi. Bari, Genova e Firenze: l'altra Italia del tennis - Pagina 3 di 3

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Tornei scomparsi. Bari, Genova e Firenze: l’altra Italia del tennis

La nostra rubrica sui tornei scomparsi fa tappa in Italia. Ripercorriamo con un po’ di nostalgia la storia dei tornei di Firenze, Bari e Genova

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L’ultimo trofeo barese lo alza uno spagnolo. Il torneo viene di nuovo anticipato alla tarda primavera, dopo il Roland Garros e prima di Wimbledon, e attira l’interesse dei terraioli disinteressati a prepararsi per l’erba. Il draw però è piuttosto povero con appena quattro giocatori entro i primi 100: Javier Sanchez (55), Martin Strelba (65), Francesco Cancellotti (75) e Marian Vajda (92). Di questi, solo il futuro coach di Novak Djokovic rispetta le consegne. Anzi, fa addirittura meglio perché raggiunge la finale a spese degli italiani Marturano e Cierro, del n°5 Sergio Casal e, in semifinale, del sorprendente peruviano Alejandro Aramburu (196 del mondo che ha appena perso a Bologna da Paolo Pambianco e otterrà a Bari le sue uniche vittorie stagionali nel Grand Prix).
Il titolo va a Juan Aguilera, uno che è già stato Top-10 per qualche giorno nel 1984 prima di scivolare sempre più in basso e collezionare eliminazioni al primo turno in serie. In riva all’Adriatico Juan ritrova lo spirito dei giorni migliori e la forza di recuperare tre volte un set, compresa la finale con Vajda. Aguilera scalerà 61 posizioni e sempre in Italia, a St.Vincent in agosto, rientrerà nei 100 conquistando la finale.

GENOVA

A Valletta Cambiaso, dal 2002, si gioca l’Aon Open Challenger, uno dei più rinomati tornei del circuito minore maschile. Nell’ormai lontano 1990, anno di rivoluzione nel circuito ATP, il Tirreno si sostituisce all’Adriatico come sfondo per l’appuntamento internazionale che ora viene ospitato nel tennis club genovese del quartiere Albaro e sponsorizzato dalla IP. La prima edizione parte male, con la prematura eliminazione di diverse teste di serie tra cui il n°1 Martin Jaite, ma finisce bene perché il vincitore è l’haitiano Ronald Agenor, un personaggio straordinario dentro e fuori dal campo, che qualcuno scambia per Noah con la differenza (una tra le tante) che Yannick al Roland Garros ci ha vinto mentre Ronald ci ha lasciato un sacco di rimpianti nel quarto di finale del 1989 contro Chang. Il finalista è un altro bel personaggio, Tarik Benhabiles, francese nato in Algeria che ha in comune con Agenor il best-ranking: entrambi n°22.

L’anno dopo sia Benhabiles (primo turno) che Agenor (quarti) si imbattono in un mancino tedesco tutta sostanza che li rispedisce a casa: Carl-Uwe Steeb. “Charly” ha avuto il suo grande momento quando ha sconfitto Mats Wilander nel singolare di apertura della finale di Coppa Davis 1988 tra Germania e Svezia alla Scandinavium Arena di Goteborg; sotto di due set e dopo aver salvato cinque match-point sul 5-6 del quinto, Steeb vinse 8-6 in cinque ore di gioco e fece molto di più che conquistare un punto: spense la luce agli svedesi. A Genova Steeb trova in finale Jordi Arrese, che in precedenza l’ha battuto tre volte su tre, ma al check-point di Charly stavolta lo spagnolo deve fermarsi e rimandare il poker.

Il ragazzo ha stoffa e impara in fretta. Andrei Medvedev è senza ombra di dubbio il giocatore dell’anno nel 1992. Partito con il pettorale n°227 (inteso come posizione nel ranking ATP), nel corso della stagione che lo consacrerà al tennis di vertice l’ucraino di Kiev non fa altro che scalare un gradino dietro l’altro e chiude ben 203 posti più avanti, ovvero n°24. Prima di scendere in campo a Valletta Cambiaso, Medvedev ha disputato appena due tornei (Monaco e Roland Garros) e a Parigi ha raggiunto addirittura gli ottavi a spese di tre bei soggetti: Hlasek, Curren e Woodbridge. Poi prende una stesa da Jim Courier ma ci sta, ci mancherebbe! A dispetto della classifica, a Genova nessuno avversario si fida troppo di questo ragazzone che mescola tecnica e potenza nelle dovute dosi ed è in tabellone grazie a una wild-card.
Infatti. I primi due che hanno la sfortuna di incrociarne il cammino (il lucky-looser Massimo Ardinghi e lo statunitense Francisco Montana) rimediano in tutto cinque giochi mentre nei quarti, in cui dovrebbe esserci il n°1 Muster che però ha perso subito con Fabrice “le magicien” Santoro, il brasiliano Jaime Oncins gli strappa il primo set e lo fa penare per 140 minuti fino al definitivo 8-6 nel tie-break del terzo. In confronto, la semifinale con Filippini (6-1 7-6) e la finale con Perez-Roldan (6-3 6-4) saranno delle passeggiate.

L’ultimo nome di questa lunga carrellata non poteva che essere quello di colui che unisce i tre tornei e “suggerisce” alla sua nazione, l’Austria, di rilevare i diritti di Genova: Thomas Muster, ovvero l’unico che li ha vinti tutti. Nel 1994 il torneo si trasferisce infatti a St.Polten, dove rimarrà per dodici edizioni, e da lì a Pörtschach per altri tre anni. Il ’93 è dunque l’anno del commiato e il mancino di Leibnitz riscatta la prematura eliminazione di dodici mesi prima incamerando il 15° dei suoi 40 titoli in carriera sulla terra rossa. Muster è sulla strada giusta che lo porterà, due anni dopo, a diventare il secondo tennista (dopo Nastase, che ci riuscì nel 1973) nell’Era Open capace di aggiudicarsi lo “Slam rosso”, cioè la vittoria nella stessa stagione di Montecarlo, Roma e Parigi. E in fondo è bello che in Italia, per un certo periodo, il tennis sia stato qualcosa di più del Foro Italico e che campioni affermati o in divenire abbiano trovato qui, nel triangolo scaleno Firenze-Bari-Genova l’ispirazione per fare qualcosa di grande.

Con la speranza che, un giorno, la penisola possa partorire nuovi figli e non necessariamente di un dio minore.

ALBI D’ORO

Firenze

1973 Ilie Nastase b. Adriano Panatta 6-3 3-6 0-6 7-6 6-4
1974 Adriano Panatta b. Paolo Bertolucci 6-3 6-1
1975 Paolo Bertolucci b. Georges Goven 6-3 6-2
1976 Paolo Bertolucci b. Patrick Proisy 6-7 2-6 6-3 6-2 10-8
1977 Paolo Bertolucci b. John Feaver 6-4 6-1 7-5
1978 Josè Luis Clerc b. Patrice Dominguez 6-4 6-2 6-1
1979 Raul Ramirez b. Karl Meiler 6-4 1-6 3-6 7-5 6-0
1980 Adriano Panatta b. Raul Ramirez 6-2 2-6 6-4
1981 Josè Luis Clerc b. Raul Ramirez 6-1 6-2
1982 Vitas Gerulaitis b. Stefan Simonsson 4-6 6-3 6-1
1983 Jimmy Arias b. Francesco Cancellotti 6-1 6-4
1984 Francesco Cancellotti b. Jimmy Brown 6-3 6-3
1985 Sergio Casal b. Jimmy Arias 3-6 6-3 6-2
1986 Andres Gomez b. Henrik Sundstrom 6-3 6-4
1987 Andrei Chesnokov b. Alessandro De Minicis 6-1 6-3
1988 Massimiliano Narducci b. Claudio Panatta 3-6 6-1 6-4
1989 Horacio De La Peña b. Goran Ivanisevic 6-4 6-3
1990 Magnus Larsson b. Lawson Duncan 6-7 7-5 6-0
1991 Thomas Muster b. Horst Skoff 6-2 6-7 6-4
1992 Thomas Muster b. Renzo Furlan 6-3 1-6 6-1
1993 Thomas Muster b. Jordi Burillo 6-1 7-5
1994 Marcelo Filippini b. Richard Fromberg 3-6 6-3 6-3

Bari

1981 Zoltan Kuharszky b. Paolo Bertolucci 6-4 6-0
1982 Paul McNamee b. Balasz Taroczy 6-2 6-2
1983 Corrado Barazzutti b. Carlos Castellan 6-0 6-1
1984 Henrik Sundstrom b. Pedro Rebolledo 7-5 6-4
1985 Claudio Panatta b. Lawson Duncan 6-2 1-6 7-6
1986 Kent Carlsson b. Horacio De La Peña 7-5 6-7 7-5
1987 Claudio Pistolesi b. Francesco Cancellotti 6-7 7-5 6-3
1988 Thomas Muster b. Marcelo Filippini 2-6 6-1 7-5
1989 Juan Aguilera b. Marian Vajda 4-6 6-3 6-4

Genova

1990 Ronald Agenor b. Tarik Benhabiles 3-6 6-4 6-3
1991 Carl-Uwe Steeb b. Jordi Arrese 6-3 6-4
1992 Andrei Medvedev b. Guillermo Perez-Roldan 6-3 6-4
1993 Thomas Muster b. Magnus Gustafsson 7-6 6-4

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