Federer andrà a Rio. E ad Halle convince (Davide Romani, La Gazzetta dello Sport)
Da Sydney a Rio de Janeiro passando per Atene e Pechino, dove è stato portabandiera della Svizzera. Dal 2000 al 2016 la parabola olimpica di Roger Federer continua con il capitolo numero 5. Dalla prima partecipazione a 19 anni a quella brasiliana durante la quale (l’8 agosto) compirà 35 anni. È stata infatti ufficializzata la presenza del campione svizzero ai Giochi che inizieranno il 5 agosto. Il campione di Basilea, oro olimpico in doppio con Wawrinka, giocherà in singolare e in doppio (sempre con Wawrinka) e nel doppio misto con Martina Hingis. Per Roger, che in carriera ha vinto 17 Slam, potrebbe essere l’ultima occasione per tentare l’assalto all’oro nel singolare. Nelle sue precedenti avventure olimpiche il bilancio è di un oro in doppio (nel 2008 in coppia con Wawrinka) e un argento in singolare (a Londra 2012, sull’erba di Wimbledon, sconfitto in finale con Murray). Nel giorno dell’annuncio della partecipazione olimpica, Roger Federer continua con le tappe d’avvicinamento a Wimbledon, torneo che ha già vinto 7 volte. E dopo la sconfitta in semifinale, sull’erba, a Stoccarda la settimana scorsa, lo svizzero — sempre sull’erba — avanza ad Halle, dove raggiunge i quarti di finale battendo il tunisino Malek Jaziri in 68′. Unica situazione di difficoltà all’inizio del 2 set. Vinto il primo set per 6-3, lo svizzero si è ritrovato sotto 4-1 nel secondo. Pronta però la reazione che ha prima portato al 4-4 e poi al break nell’undicesimo gioco del parziale che ha portato Federer a servire per il 7-5 finale. Ora per Federer, nei quarti di finale del torneo tedesco, lo scoglio sarà rappresentato dal 25enne belga David Goffin, numero 11 ATP e testa di serie numero 5 del torneo. Nella rincorsa di Roger al primo titolo della stagione l’unico ostacolo potrebbe essere rappresentato dall’austriaco Dominic Thiem, che lo ha eliminato negli ultimi 2 tornei (quarti di finale di Roma sulla terra e semifinale di Stoccarda sull’erba) e che si trova nella parte opposta del tabellone, quindi potrebbe incontrarlo solo in finale. Anche il nostro Andreas Seppi è ancora in corsa e oggi dovrà vedersela contro il tedesco Florian Mayer.
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Panatta: “Italia, batti Ibra lo sbruffone (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Lui sì che si intende di svedesi o, per meglio dire, dello svedese per antonomasia, che non è Zlatan Ibrahimovic, ma Bjorn Borg. Adriano Panatta è stato l’unico a compiere l’impresa di battere l’Orso due volte sul rosso parigino. Nel 1976, anno in cui conquistò il Roland Garros, Adriano eliminò Borg nei quarti. La Svezia, in Francia, un fuoriclasse: tre elementi comuni tra Panatta e i ragazzi di Conte che oggi, a Tolosa, dovranno confrontarsi con Ibra e compagni. Panatta ovviamente sarà davanti alla televisione per tifare Italia, perché lui sa anche cosa vuol dire indossare la maglia della Nazionale, e vincere con addosso quella maglia: sempre 40 anni fa conquistò la Davis a Santiago del Cile con Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli.
Panatta, lei di calcio se ne intende, e pure di Svezia. Come vede questa Italia?
Penso che gli azzurri possano farcela, li ho visti all’esordio contro il Belgio, mi sono piaciuti. L’atteggiamento è quello giusto, tanto cuore e tanta passione.
Partire sfavoriti, ribaltare i pronostici. Lei due volte ha battuto Borg sula terra di Parigi nel 1973 e nei 1976, e contro il Borg di quegli anni era una missione quasi impossibile.
Sapevo che il mio gioco gli dava fastidio e che, se fossi stato in forma, di testa e anche di gambe, avrei potuto batterlo. E così è stato.
Borg è stato eletto in patria il più grande personaggio di sempre, e Zlatan non l’ha presa benissimo dicendo che sarebbe stato lui a meritare primo, secondo e terzo posto.
Ma come si permette! Borg è stato un mito assoluto, resta una leggenda dello sport. Ibrahimovic non si discute tecnicamente, ma a livello umano non è che sia così simpatico, è uno sbruffone. Ecco, un altro motivo buono per battere gli svedesi, dare una lezione a questo Ibra.
Borg non si è offeso, anzi, ha detto che Zlatan è una bandiera del suo Passe, l’ha addirittura definito “più famoso dell’Ikea”.
Borg è un numero 1 anche in questo. Eravamo avversari, l’ho battuto e mi ha battuto, ma abbiamo avuto sempre un bellissimo rapporto, siamo amici. Le occasioni di vederci sono poche ma ci sentiamo spesso.
Quarant’anni fa, oltre a Roma e Parigi, ha vinto anche la Davis: che sapore ha un successo con la maglia della Nazionale?
E’ incredibile l’orgoglio che provi vincendo per il tuo Paese. Uno Slam è una gioia grandissima, però la Nazionale…
Le piace Conte?
Mi piace la grinta che infonde ai ragazzi, mi piace che abbia messo in campo un’Italia che emoziona e che fa appassionare. Mi piace quando lo sport riesce a unire un Paese intero. Quando ho vinto il Roland Garros, ad esempio, era bello che tutti parlassero di tennis anche al bar, come succede la domenica col campionato o adesso con gli Europei.
Chi le piace di più di questa Nazionale?
Forse perché conoscevo i suoi genitori, che erano atleti e si allenavano con me a Formia, direi Buffon. Un portierone, un ragazzo che è maturato anche umanamente, mi piace molto.
Romanista e tennista, scelga: Borg o Totti.
Impossibile! Borg è una leggenda ed è intoccabile, Totti è patrimonio dell’umanità, dovrebbe essere protetto dall’Unesco. I fuoriclasse vanno rispettati sempre.
E anche battuti, quando serve.