Francesca è un po’ in crisi, e dopo la brutta sconfitta con Svetlana Kuznetsova ha dichiarato di aver giocato la sua peggior partita dell’anno. Philipp si è ritirato dopo due set con Nicolas Mahut, sofferente per una frattura da stress a un piede che si trascinava avanti dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Nella speranza di ritrovarli ancora in campo presto, e nuovamente competitivi sia fisicamente che mentalmente, gli diamo l’arrivederci da New York godendoci una carrellata delle loro esecuzioni più belle, ovviamente i magnifici rovesci a una mano. Gesti amplissimi, simmetria tra braccio-racchetta e arto non dominante, controllo del polso, e via discorrendo: andare a vederli allenare in questi giorni era doveroso, e sapendo anche del loro stato di forma non ottimale, decisamente previdente, altrimenti me li sarei persi. Cappuccino Lavazza, macchina fotografica, e andiamo insieme ad ammirare due tra i migliori “One Handed Backhands” degli ultimi 10-15 anni nei circuiti ATP e WTA. Naturalmente, prima le signore.
In testa al pezzo, possiamo ammirare la compostezza di Francesca nell’istante dell’impatto, e la presa che va oltre la eastern classica per facilitare il top-spin. L’angolo retto disegnato dalle due braccia e dalla racchetta è pazzesco per perfezione.
Qui sopra, la preparazione, a sinistra da ferma, a destra in movimento: grande appoggio, caricatissimo, sul piede destro, fusto della racchetta appena sostenuto tra pollice e indice della mano sinistra, rilascio dello swing con distensione perfetta del braccio.
Qui sopra, un paio di impatti in posizione difensiva, con busto quasi all’indietro per far spazio alla sbracciata verso l’alto, necessaria a controllare i gran liftoni di Caroline Wozniacki, con cui la milanese si stava allenando sul vecchio grandstand, ora ribattezzato “Practice Court 6”. Notevolissima l’azione dinamica dello swing a colpire, che risulta doppiamente difficile da controllare con così scarso trasferimento del peso in avanti.
Qui sopra, infine, il vero spettacolo: la sbracciata finale, violentissima e insieme impeccabile per simmetria delle braccia, con la giocatrice in fase di decontrazione muscolare, in equilibrio sul solo piede avanzato. Esibizione atletica e tecnica di livello alto, altissimo. Da notare la presa estremizzata al massimo per spazzolare la palla salendoci sopra, l’immagine a destra la mostra molto bene. Il riferimento che viene in mente è un’altra “trottolina terribile” dal rovescio fantastico, Justine Henin.
Qui sopra, Philipp sul campo 15, impegnato ad allenare la risposta di rovescio, al servizio Viktor Troicki. All’inizio, palle centrali da destra, relativamente semplici da raggiungere, “Kohli” si esercitava ad aggredirle in spinta cercando il punto diretto o quasi. Dinamica del passo in avanzamento bellissima, braccio disteso, swing in linea potentissimo, e traccianti precisi tirati a uscire dall’alto verso il basso. Coefficiente di difficoltà: 9.
Qui sopra, risposte a palle cariche di top-spin, che saltano addosso, tempo di reazione limitatissimo, movimento a colpire che porta a sfilarsi la palla dalla pancia. Un paio di millisecondi di ritardo nell’ingresso della testa della racchetta sul piano di impatto, e il colpo finisce nel campo di fianco. Coefficiente di difficoltà: 10.
Infine, qui sopra, risposte in allungo su servizi potenti a uscire verso l’esterno. Palla all’altezza delle spalle e oltre, passo in dinamica completa, con giocatore che non tocca terra tra un appoggio e l’altro, a tutti gli effetti nell’immagine a destra Philipp sta sparando il rovescio a una mano in salto. Braccio disteso e solido da far paura, polso d’acciaio, bloccato a 90 gradi perfetti sempre e comunque, presa eastern da manuale, testa della racchetta richiamata verso l’alto a salire sul colpo con timing assurdo. Rovescio pulito, geometrico, praticamente “da scuola”, ma eseguito contro pallate carichissime sopra i 180-190 kmh, in diagonale a chiudere. Coefficiente di difficoltà: fuori scala.
Francesca e Philipp, rimettetevi presto in forma, perchè lo sport che amiamo tanto tutti noi non è solo quello dei mostri da Slam in serie, delle macchine da ace standardizzate, dei picchiatori senza pensiero tattico-strategico e dalle variazioni inesistenti: finchè ci saranno giocatori come voi, esisterà anche lo spazio e la possibilità di ammirare il tennis per il motivo più semplice, istintivo e naturale del mondo: perchè è bello, bello da vedere.