Pagelle, trionfo per tre: Angelique prima, Stan terzo e Angelo quinto

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Pagelle, trionfo per tre: Angelique prima, Stan terzo e Angelo quinto

Wawrinka si conferma uomo da grandi eventi, Kerber nuova numero uno con lode. Solo Roberta Vinci rischia di rovinare la festa del quinto trionfo a Binaghi

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Alla fine è stato un trionfo, un tripudio nazionale tra il delirio della folla festante. Francamente neanche nei pronostici più ottimistici si poteva immaginare una vittoria di queste proporzioni. E invece il risultato è stato schiacciante, sbaragliando qualunque avversario. Vabbè avversari…adesso non esageriamo! Volevate pure che qualcuno osasse sfidare Binaghi alla corsa della presidenza Fit? Si, si, noi di Ubitennis ci occupiamo di queste cose qui, che ci importa di quel torneino che si è giocato dall’altra parte del mondo? Mica lo abbiamo vinto noi d’altra parte quest’anno? Che poi a pensarci bene Binaghi deve fare un monumento ad Angelique Kerber (10) che ha evitato che Roberta Vinci (8) rovinasse i piani per questo fine settimana. Non sia mai fosse arrivata in finale…e come si faceva con tutto l’ ambaradan apparecchiato con diretta esclusiva Supertennis? Gli altri azzurri ligi al dovere si sono tolti di mezzo rapidamente ma Robertina ha davvero osato troppo: siamo a rischio di sanzioni disciplinari, rischia di non essere più convocata in Fed Cup fino a quando ci sarà questa dirigenza quindi più o meno fino al 2456.

Intanto Stan Wawrinka (10) ha spazzato via quel che resta di Novak Djokovic (7) arrivato in finale come un Granollers qualunque, non si sa se più o meno sano di Nishikori e Nadal messi insieme. La vittoria di The Man ha in ogni caso mandato su tutte le furie i membri della falange scientology federeriana che ce l’hanno con l’universo creato: “Ma porcaccia miseria, con un Nole così lo scorso anno Roger portava a casa due slam!”.
Ma non ci distraiamo con queste quisquiglie, dicevamo degli avversari di Binaghi. Saprete voi che leggete Ubitennis che si, insomma, non è proprio semplicissimo candidarsi a Presidente o Consigliere della Fit, in tempo strettissimi bisogna trovare una serie di sottoscrizioni di circoli e atleti con una serie di adempimenti burocratici. Ma è la legge e bisogna rispettarla, e pazienza se se la sono fatta da soli. Così come è la legge che consente ai presidenti federali di restare in carica a vita almeno fino a quando non passerà la legge Idem che limita a due i mandati, ma inspiegabilmente senza effetto retroattivo (e cioè chi ha governato anche per 100 mandati potrà farne altri due: logico no?).
Eppure tuttavia questa volta uno sfidante di Binaghi c’era: avrete letto sempre su Ubitennis (altrove no perché non lo ha detto nessuno, hai visto mai…) che l’avv. Massimo Rossi aveva proposto la sua candidatura a presidente , così come l’avv. Fabio Azzolini lo aveva fatto per il ruolo di consigliere. Ebbene entrambe le candidature sono state dichiarate inammissibili dalla Federazione. I due esclusi hanno presentato ricorso avverso tale decisione lamentando anche delle irregolarità nella candidatura di Binaghi. Ebbene la vicenda si è (per ora) conclusa con il provvedimento della Corte federale di Appello che ha rigettato i due ricorsi condannando i ricorrenti anche al pagamento delle spese per lite temeraria. Sarà interessante esaminare il merito delle doglianze di Rossi e Azzolini circa la candidatura di Binaghi e le modalità con le quali – a dire dei due “sfidanti” – il presidente avrebbe raccolto le sottoscrizioni utilizzando strutture interne alla federazione e immaginiamo che ne leggerete in altri articoli su questo sito. È interessante però analizzare i motivi formali per i quali i due ricorsi sono stati rigettati. Il ricorso dell’avv. Rossi è stato dichiarato inammissibile perché presentato tardivamente: il termine (in verità molto breve, solo tre giorni) per i ricorso scadeva alle 00.00 del 05.09 e la pec è pervenuta alla Corte alle 00.00.26 ovvero con ventisei secondi di ritardo: pochi, ma si poteva anche inviarlo dieci minuti prima o magari mezz’ora prima.
Il ricorso dell’avv. Azzolini invece è inammissibile secondo la Corte, così come inammissibile e irricevibile è la sua candidatura semplicemente perché Azzolini, per sua stessa ammissione, non è tesserato Fit e dunque non poteva nè candidarsi nè ricorrere alla giustizia federale. La Corte pertanto non entra nemmeno nel merito della vicenda limitandosi ad aggiungere che in ogni caso i due ricorrenti non avrebbero nemmeno interesse ad agire in merito alle presunte irregolarità della candidatura di Binaghi in quanto le loro candidature non avevano a sostegno nemmeno una sottoscrizione e dunque comunque non avrebbero potuto essere prese in considerazione. Ora, quest’ultima circostanza è la più inquietante: è lecito supporre che Rossi e Azzolini, una volta constatato di non avere il numero sufficiente di sottoscrizioni, abbiamo evitato di allegare alla domanda quelle che avevano per non rischiare di “bruciare” i loro sostenitori. Ma allora questa sfida a Binaghi come si vuol farla? Si vuole provare a “cambiare il sistema” e poi però si ha paura di esporsi? E poi, è già complicato (per i noti motivi) pensare di sfidare IL presidente uscente e come si pensa di farlo? Candidandosi senza essere tesserati, senza allegare nemmeno una sottoscrizione o presentando un ricorso oltre il termine?

Ci dispiace ma per restare in tema è un po’ come fare serve&volley contro Djokovic con la seconda della Errani
E va bene si, poi si è giocato quel torneo li, l’ultimo slam dell’anno e così finalmente siamo a posto. Federer e Nadal (5) non ne hanno vinto nessuno quest’anno e non hanno raggiunto nemmeno una finale. Sarà il caso di farsene una ragione così come Serena Williams (6) accetterà che il tempo passa pure per lei. Detto di Angelique, bisogna anche dire che contro Pliskova (9) si può serenamente perdere.
E gli altri? Milos Raonic (4) ha subito la vendetta delle zanzare che lo hanno punto a New York facendogli venire i crampi ovunque, di Gael Monfils (7) non si può dire nulla se no subito ci dicono che Fognini (4,5) al confronto è un angioletto. Simpatica la scenetta nella quale ha tolto gli occhiali al giudice di linea, così come sarà carino vedere la sua reazione quando qualche arbitro gli toglierà la racchetta di mano.
Andy Murray (5) stavolta non aveva voglia e poi se gli dite che è il favorito del torneo va in confusione, al punto da perdere contro Nishikori (7) che conferma di essere Nishikori e niente di più. Da applaudire senza dubbio la programmazione stagionale di Thiem (4,5) e Goffin (4), la lucidità tattica di Tomic (3) e la capacità di confermarsi di Cilic (4). A del Potro (7,5) vogliamo tutti bene e dopo il miracolo di Rio è già tantissimo ritrovarlo così avanti nel torneo. Pouille (7,5) non ha messo una palla in campo contro Monfils ma si farà anche se occhio a sopravvalutare chi batte Nadal in uno slam, in fondo l’ha fatto anche Fognini lo scorso anno. Ci consoliamo con Giannessi (7), Fabbiano (6,5) e l’infinito Lorenzi (7,5) che forse doveva però farci sospettare che Murray non era proprio da corsa.
Se Caroline Wozniaki (8) è tornata in una semifinale slam vuol dire che in tante erano in vacanza o fuori di testa. Muguruza (3) è rimasta a Parigi (beata lei per carità), la Ivanovic (3) tra un po’ seguirà lei il marito e non viceversa così Mou non si arrabbia, la Radwanska(4)… vabbè è la Radwanska un po’come Nishikori ma peggio. Alla fine forse è la Halep (6) che ha perso la chance di vincere uno slam, anche Kvitova (5,5) volendo ma non sai mai come si sveglia, mentre seguiremo i progressi della Konjuh (8).

Le nostre? Male Giorgi (5), Knapp senza voto, Errani (4) allo sbando mentre per Schiavone (3) siamo quasi all’accanimento terapeutico.  Il movimento è in salute però, lo dicono tutti, persino docenti universitari, scienziati politici e antropologi.

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