Coppa Davis, Croazia-Francia: galletti ancora favoriti dopo i ritiri? L'arco della Croazia ha molte frecce - Pagina 2 di 2

Coppa Davis

Coppa Davis, Croazia-Francia: galletti ancora favoriti dopo i ritiri? L’arco della Croazia ha molte frecce

La semifinale tra la Croazia di Marin Cilic e Borna Coric e la Francia (che cerca la seconda finale in tre anni) orfana di Gael Monfils, con Richard Gasquet e Lucas Pouille è più equilibrata di quanto sembri. L’arena di Zara, il doppio Cilic/Dodig che ha battuto i Bryan in trasferta e Coric possibile Davis man

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CROAZIA

Marin Cilic viene dalla delusione patita nel suo Slam, quello US Open che l’ha visto trionfare al termine di una cavalcata incredibile nel 2014, quando uno stato di grazia e un servizio quasi alieno gli permisero di asfaltare Roger Federer in semifinale e Kei Nishikori all’atto conclusivo, dopo che il giapponese era appena riuscito nell’impresa di eliminare Novak Djokovic. Quest’anno, Flushing Meadows si è rivelata amara per il ventottenne nato a Medjugorje, eliminato al terzo turno dall’americano Jack Sock in 3 set. Quando si vive una grossa e inattesa delusione, la medicina migliore è rientrare subito in campo per rifarsi in una competizione importante: quale soluzione migliore della possibilità di trascinare la propria nazione alla seconda finale di Coppa Davis della sua storia davanti al suo popolo, dopo lo storico trionfo del 2005 sulla Slovacchia?

L’altro singolarista è Borna Coric, attuale n.42 del mondo. Il meno appariscente tra i talenti nati negli anni ’90 ha ancora tutto da dimostrare, quest’anno non è andato oltre i quarti di Cincinnati e il terzo turno al Roland Garros (mentre è sempre uscito al debutto in tutti gli altri Slam) ma l’aver battuto Jack Sock nel match decisivo (sul 2 pari) del quarto di finale vinto dalla Croazia sugli Stati Uniti certifica la sua capacità, tutt’altro che indifferente, di reggere la pressione della Coppa Davis. Vero che l’americano giocava in casa ed era favorito, per cui aveva tutto da perdere, ma era pur sempre la partita decisiva e il giovane balcanico scendeva in campo dopo che il suo team aveva rimontato dallo 0-2 della prima giornata, per cui nella sua mente era chiaro che un’eventuale sconfitta avrebbe reso vana la rimonta e l’occasione di raggiungere le
semifinali.

La sfida principale del capitano non giocatore Zeljko Krajan non verterà sulla scelta di chi schierare, ma sarà principalmente psicologica e motivazionale: trasmettere serenità a Cilic nei momenti in cui il suo colpo migliore (il servizio, naturalmente) dovesse abbandonarlo e ricordare al diciannovenne di Zagabria l’impresa di Portland durante gli inevitabili momenti di difficoltà contro avversari molto più avanti in classifica.

 

LA SFIDA

Al momento di scegliere la superficie, il capitano croato ha scelto certamente quella più favorevole ai suoi, non quella più sgradita agli avversari (tanto più che la scelta del duro indoor della Kresimir Cosic Hall è arrivata necessariamente ben prima del forfait di Tsonga e Monfils, avversari temibili dappertutto ma in particolare sulle superfici rapide). Il veloce indoor dovrebbe favorire soprattutto il servizio di Cilic e le sue soluzioni rapide servizio e dritto. L’obiettivo del n.11 del mondo è chiudere lo scambio in due o al massimo tre colpi, evitando di trovarsi a palleggiare con avversari che in quel frangente gli sono superiori.

Posto che la Francia è ancora favorita, tutti sanno che i pronostici e il ranking in Davis sono sempre da prendere con le molle. Qui il fattore campo ha sempre avuto un peso molto importante e non si contano le sfide nelle quali chi partiva da sfavorito è riuscito a sovvertire il pronostico grazie al supporto del pubblico e dell’ambiente. L’arena di Zara – che sarà una bolgia peraltro amplificata dal fatto che si gioca sotto un tetto – e la spavalderia giovanile di Coric possono giocare un ruolo importante per i padroni di casa.

Come non di rado accade, potrebbe essere decisivo il doppio. Noah si affida per la seconda volta consecutiva ai n.1 ATP Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert, mentre nella Croazia Marin Cilic sarà affiancato dall’esperto Ivan Dodig. Mahut ha dichiarato nei giorni scorsi che il loro capitano è perfetto per trasmettere alla squadra la fiducia necessaria: Yannick ha molto carisma e ha già dimostrato di essere un grande capitano avendo vinto già due volte la Coppa (nel 1991 battendo gli USA di Agassi e Sampras e nel 1996 sulla Svezia di Bjorkman, nda). Sa come si vince e capisce quando è il momento di parlare a noi giocatori e quando è meglio non farlo”. I titoli nel circuito ATP e la sicurezza trasmessa dal capitano non sono comunque garanzia di vittoria per il duo transalpino contro le bordate di Cilic e le doti di grande lottatore di Dodig (n.8 del ranking di doppio), che al primo turno ha battuto, in coppia con Franko Skugor, il doppio belga Goffin/Bemelmans e ai quarti, in coppia con Cilic, i fratelli Bryan.

Insomma, molti fattori portano a ritenere la sfida per l’accesso in finale molto equilibrata e tutta da vivere.

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