Coppa Davis, play-off: Kyrgios e Tomic ok. Pari Svizzera, capolavoro Giappone, Canada sul 2-0

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Coppa Davis, play-off: Kyrgios e Tomic ok. Pari Svizzera, capolavoro Giappone, Canada sul 2-0

A Sydney pronostico rispettato: Kyrgios surclassa Martin, Tomic supera Kovalik. A Osaka Daniel e Nishioka non fanno rimpiangere Nishikori, Giappone sul 2-0 contro l’Ucraina. Istomin supera senza problemi Bellier, ma Laaksonen rimette le cose a posto in Uzbekistan. Ad Halifax Dancevic batte in 4 set il cileno Garin. Ora in campo Pospisil-Jarry

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AUSTRALIA-SLOVACCHIA 2-0 (da Sydney Robbie Cappuccio)

N. Kyrgios b. A. Martin 6-3 6-2 6-4
B. Tomic b. J. Kovalik 7-6(5) 6-4 6-4

Nessuna sorpresa a Sydney dove Nick Kyrgios batte Andrej Martin 6-3 6-2 6-4 in un primo incontro senza storia, durato un’oretta e mezza. La differenza nel ranking (15 per Kyrgios, 127 per lo slovaccco) si riflette in campo con l’australiano (alla fine per lui 72% di prime e 6 ace) che bombarda l’avversario con servizio e dritto, in una partita bella ma non emozionante. L’altro bad boy australiano, Bernard Tomic, supera faticando un pò più del previsto Jozef Kovalik 7-6(5), 6-4, 6-4, con qualche passaggio a vuoto di troppo nel primo set e una pennica nel terzo set quando conduceva 4-0.

Dopo l’amara sconfitta di marzo contro gli USA sull’erba di Kooyong, condita pure da uno strascico di polemica tra Tomic e Kyrgios, l’Australia è chiamata ad una prova di orgoglio per evitare di lasciare con ignominia il World Group. La Slovacchia dal canto suo tenta di terminare 10 anni di assenza dal World Group, con 5 tentativi falliti dopo la retrocessione dal World group nel 2006. In una Sydney primaverile, con temperatura di 20 gradi e cielo azzurro, l’Australia ospita lo spareggio con la Slovacchia alla Ken Rosewell Arena, dove è stato allestito un bel tappeto erboso per l’occasione. Durante la presentazione delle squadre, la folla (non troppa a dire il vero) applaude più i due capitani, Mecir e Hewitt, che i giocatori. Ammetto che vedere il “Gattone Mefisto” salutare il pubblico sortisce un effetto Proust che mi riporta a quando ero ragazzino e lo ammiravo seguendo le mitiche telecronache di Clerici e Tommasi.

Arbitrati dalla sempre ottima Eva Asderaki-Moore partono Kyrgios e Martin, i quali scambiano alla pari per 4 giochi. Dopo il rodaggio il giovane talento australiano prende il comando del gioco, sbaglia ma non troppo, serve le solite bombe a 200 km/h e il malcapitato Martin, che – bisogna dargli merito – risponde bene e ci prova col serve & volley e gli approcci di rovescio tagliato, si trova sotto 6-3 6-2 in meno di un’ora. Mecir si gratta il capo, Hewitt urla uno dei suoi “c’mon”. Nel terzo set sul 2-1 Martin, Kyrgios chiama un Medical Time Out con la narice sinistra che sanguina. “È una cosa che mi succede di tanto in tanto, nulla di nuovo, è una noia più che altro” afferma in conferenza stampa. “Non ho fatto il Novak agli US Open, se ho il naso che sanguina devo far qualcosa, non posso giocare col sangue che cola dal naso”Nick continuerà a giocare con un tampone nel naso per tutto il set, ma dopo un attimo di sbandamento e 3-1 per lo slovacco, l’aussie ritrova la concentrazione e i colpi e chiude senza troppi pensieri 6-4. “Tutti si aspettavano che andassi là fuori e sbrigassi la pratica in poco tempo, ma non è così facile e lui ha giocato molto bene, tagliando col rovescio e giocando spesso serve and volley. Ma sono contento che siamo partiti col piede giusto” racconta Kyrgios in conferenza stampa.

All’1:20 inizia il secondo match della giornata con Tomic che affronta il n.1 slovacco, e non si tratta nè di Martin Klizan (n.31 del mondo) nè di Lukas Lacko (n.102), entrambi fuori per infortunio, ma di Jozef Kovalik (n. 123), che all’inizio dell’anno era oltre la 250-esima posizione nel ranking. L’incontro scivola lentamente senza grossi colpi di scena e qualche errore non forzato di troppo da entrambe le parti. Sul 5-4 Tomic ha un paio di set point che non converte mandando fuori una risposta e poi subendo un ace da Kovalik. Il terzo viene sprecato mandando fuori un rovescio lungo linea. Si arriva così, forse inaspettatamente, al tie break: anche quello punto a punto col solito Tomic sornione, capace di inventarsi dei pregevoli drop shot e degli altrettanto orribili e banali errori non forzati di dritto o rovescio. Sul 5-4 Tomic lavora di ricamo, tagliando quel rovescio che scivola sull’erba e scivola e scivola finchè lo slovacco non stecca e dà altri due set point a Tomic: buono il secondo con una risposta in rete di Kovalik. 7-6(5) in 48 minuti.

Il match è sempre equilibrato e un pò noioso come molti match di Tomic. Grazie a un break in apertura l’australiano (che chiuderà con 16 ace, 19 vincenti ma anche 48 errori non forzati) vince il secondo set 6-4 e in pochi minuti si porta sul 4-0. “Non so cosa sia successo in quel momento”, dirà poi in conferenza stampa. “Avevo servito bene con molto slice sulla seconda fino a quel momento, e poi ho iniziato a sentire un pò di fatica. Sarà anche che non sto bene da qualche giorno” (ed effettivamente Bernie ha una voce nasale e lo sguardo un pò vacuo). Insomma, sul 4-0 pronto per chiudere la pratica Tomic si addormenta per svegliarsi 10 minuti dopo sul 4 pari. Forse però non ci crede neanche Kovalik che regala il gioco all’australiano, il quale ringrazia imbrocca un paio di bei dritti a uscire, incassa una risposta fuori e una in rete di Kovalik e chiude 7-6(5), 6-4, 6-4 in meno di due ore.
“Nick dice che potremmo vincere la Davis tra 4-5 anni, ma secondo me ci sono tanti fattori in gioco, l’altro anno c’è mancato pochissimo con la Gran Bretagna e poi il Belgio sarebbe stato più facile. Chissà magari anche l’anno prossimo” conclude Tomic in conferenza stampa.

È andata come da pronostico: Australia 2 – Slovacchia 0 e pratica quasi conclusa, aspettando il doppio che vedrà Groth e Peers affrontare Martin e Zelanay. Nella Davis tutto puo’ succedere, ma sta volta le due teste calde australiane sono state spronate e tenute a freno saggiamente da Hewitt, ipotecando seriamente la permanenza nel World Group.

 

GIAPPONE-UCRAINA 2-0 (Raoul Ruberti)

T. Daniel b. S. Stakhovsky 7-6(4) 7-6(2) 6-1
Y. Nishioka b. I. Marchenko 6-4 5-7 6-4 7-5

L’Ucraina esce massacrata dal primo giorno all’Utsubo Tennis Center di Osaka. Sotto un sole cocente, su un cemento valutato dagli organi ufficiali come “medio-lento”,  Taro Daniel prima e poi Yoshihito Nishioka riescono a garantire il vantaggio di 2-0 al Giappone padrone di casa, e regalare una giornata di spensierato riposo a Kei Nishikori. “Non sono al 100% dopo gli US Open” aveva dichiarato il numero 5 del mondo, “Ho discusso a lungo con il team, i dottori e i fisioterapisti e ho deciso di non giocare venerdì. Ma non sono infortunato”. Nessun problema davvero.

I nipponici cedono soltanto un set, peraltro tirato (5-7), contro due avversari che il ranking e il passato recente vorrebbero di caratura superiore: la prima vittima è Sergiy Stakhovsky, il serve and volleyer della celeberrima sconfitta di Federer a Wimbledon 2013. Il suo carnefice è Daniel, un ragazzetto che vive principalmente di challenger. Finisce con due tie-break a senso unico e un “breadstick” finale, con Sergiy che piazza una dozzina di ace e breakka per servire per il set sul 5-3, ma commette anche 84 (!) errori gratuiti. Nel dopo gara, Daniel spiega che la chiave per la vittoria sono stati gli accorgimenti presi in corso d’opera:  “Ho iniziato servendo male. Sbagliavo il lancio di palla sulla seconda di servizio e l’ho capito soltanto quando sono riuscito a effettuare il contro-break decisivo nel primo set” spiega il recente finalista a Siviglia. “Da lì ho iniziato a giocare meglio, è un bene che sia riuscito a vincere anche il secondo. Io ero stanchissimo, e anche lui”. Stakhovsky era stato inoltre scelto all’ultimo momento per sostituire Artem Smirnov, fermato da… un risotto cotto male.

Il secondo incontro vede in piedi sul campo rovente Nishioka e Ilya Marchenko, numero uno nazionale che, dopo la notizia del riposo di Nishikori, il coach del team Ucraina Mikhail Filima aveva giudicato in grado di vincere entrambi i singolari. Purtroppo per lui, non va esattamente così: occorre un’ora in più, e il match è più tirato, ma come detto se lo aggiudica il Giappone. Nishioka è bravo prima nel set d’apertura, ad annullare quattro palle break nello stesso game conservando il vantaggio, e poi nel quarto ed ultimo soprattutto. Marchenko è avanti 5-2, sul 5-3 ha addirittura set point, ma perde cinque game consecutivi e il venerdì di Davis si chiude lì.

Gli ucraini dovranno aggrapparsi al doppio e sperare in un miracolo, se non vogliono trovarsi retrocessi nel World Group I per il 2017. Ma nel caso in cui le cose si mettessero male, il Giappone può ancora sfoderare la spada Nishikori.

 

UZBEKISTAN-SVIZZERA 1-1 (Paolo Di Lorito)

D. Istomin b. A. Bellier 6-3 6-2 6-4
H. Laaksonen b. S. Fayziev 6-2 6-2 6-2

Prima faccia a faccia nella storia della Coppa Davis per Uzbekistan e la Svizzera che si sfidano per restare nel World Group. Il team uzbeko si porta in vantaggio sulla formazione elvetica con una netta vittoria di Denis Istomin che in meno di due ore batte il numero 507 del mondo Antoine Bellier, il quale aveva fatto il suo esordio nella competizione contro l’Italia perdendo da Lorenzi nel 1st Round a marzo.

Il diciannovenne mancino non è mai riuscito ad impensierire il suo avversario e lo dimostra il fatto che si è guadagnato una sola palla break, mentre ha perso il servizio 4 volte in totale. Il nativo di Orenburg si è trovato perfettamente a suo agio sulla terra dell’Olympic Tennis School di Tashkent. Nel primo set i due hanno giocato alla pari fino all’ottavo game, ma da lì in poi Istomin ha pigiato sull’acceleratore ed è arrivato il primo break alla prima occasione utile. Infilando una striscia di 7 game consecutivi il numero 113 del mondo si porta avanti 4-0 nel secondo parziale chiuso tenendo la battuta addirittura a 0. Nel terzo set il break arriva nel quinto game dopo che Bellier si era difeso strenuamente nei due game precedenti, tuttavia l’esperienza del trentenne, al suo quarantesimo match di singolare in Davis, gli permette di chiudere 6-4.

Per il secondo match di singolare scende in campo il numero uno del team elvetico Henri Laaksonen, 138 del ranking e fresco vincitore del Challenger di Shanghai, che affronta il ventiduenne Sanjar Fayziev, scelto per sostituire Dustov.

L’uzbeko, supportato da molti ragazzini presenti sugli spalti, prende spesso la rete – giocando persino dei serve-and-volley – ma è troppo falloso da fondo e il dritto a sventaglio di Laaksonen è estremamente efficace. Dopo 3 game consecutivi finiti ai vantaggi, lo svizzero riesce a brekkare il suo avversario e raddoppia il vantaggio poco più tardi. Il primo set si chiude in suo favore senza problemi e nel secondo la musica non cambia: Fayziev continua ad essere aggressivo, tuttavia fatica ad ogni suo turno di battuta e lo svizzero, agevolato dalla sua superiorità tecnica, tiene sempre il match sotto controllo. Ancora due break, ancora al terzo e settimo gioco, ancora 6-2. Il numero 634 del mondo, al suo secondo match in Coppa Davis, appare sempre più demoralizzato e il numero di errori gratuiti non fa altro che aumentare. Laaksonen chiude con l’ennesimo dritto vincente e, con un 6-2 periodico, riporta il play-off in parità per la gioia Severin Luthi che lo ha applaudito per tutta la (breve) durata dell’incontro. Nonostante questo risultato, la sfida resta comunque ostica per la Svizzera che nel doppio di domani non partirà certamente da favorita.

 

CANADA-CILE 1-0 (Stefano Tarantino)

F. Dancevic b. C. Garin 6-3 6-7(5) 6-1 6-4
V. Pospisil b. N. Jarry 6-1 5-7 7-6(2) 6-3

La sfida di Halifax tra Canada e Cile prevedeva come primo singolare la sfida tra Frank Dancevic e Christian Garin, vicini nel ranking Atp (nr. 236 il canadese, nr. 260 il cileno), anche se la superficie depone a favore del canadese che ha anche 14 anni in più del suo avversario.
Dancevic inizia subito alla grande, break nel secondo game e vantaggio portato avanti senza problemi sino al 6-3 finale senza concedere nemmeno l’ombra di una palla break. Garin sostenuto da capitan Massu che dalla panchina sarebbe pronto ad entrare in campo, si desta nel secondo parziale, quando prima va sotto nuovamente di un break e poi lo recupera immediatamente. Dancevic pare avere qualcosa in più ed allunga di nuovo sul 3-2 e servizio. I due ora soffrono molto alla battuta, ma il canadese riesce alla fine a servire per il set sul 5-4. Qui Garin mostra tutta la sua combattività, gran passante di diritto ed alla terza occasione arriva il nuovo controbreak. Dancevic è in piena confusione, fa e disfa a suo piacimento. Altro break per il 6-5, ma nel gioco successivo prima spreca due set point e poi regala l’ennesimo controbreak. Se possibile poi il canadese fa di peggio nel tie break. Allunga in maniera impetuosa sino al 5-1 e poi va in bambola, cede 6 punti di fila e consente al giovane avversario di chiudere 7-5 e pareggiare i conti. Laurendeau non sa che pesci prendere sulla panchina canadese, Massu invece gongola su quella cilena.
Ma a Dancevic basta una sana pausa fisiologica e al rientro in campo è un’altra storia. Il canadese vola 5-0 nel terzo set poi chiuso agevolmente 6-1. Nel quarto parziale si seguono i servizi sino al 4 pari, poi gli ultimi due game regalano forti emozioni. Garin sbaglia un comodo diritto e manda Dancevic a servire per il match sul 5-4. Il canadese sente la tensione, è costretto ad annullare una palla break, ma poi finalmente chiude e porta i nordamericani in vantaggio.

Nel secondo singolare si affrontano Vasek Pospisil (in piena cisi di risultati nel circuito) e il nr.2 cileno Nicolas Jarry. Il canadese inizia come meglio non potrebbe la partita ed in 20 minuti porta a casa il primo set con un agevole 6-1. Jarry finalmente entra in partita nel secondo parziale, il match si fa combattuto ed equilibrato. Sino al 5 pari si seguono i servizi, poi arriva il break (sarà l’unico) del cileno che lo conferma nel game successivo e chiude 7-5.
Si ha l’impressione che chi vinca il terzo possa impadronirsi del match ed è proprio così. Nessun break, si arriva al tie break che Pospisil domina 7-2. Il canadese prende fiducia, gli basta un break nel quarto set per dare il 2-0 al Canada.

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