Basta vederla in viso, per capire che la “belvetta” Jelena Ostapenko, campionessa in carica di Parigi e autrice ieri dell’eliminazione al terzo turno della nostra Camila Giorgi, non è una che si fa mettere facilmente i piedi in testa, e non le manda certo a dire. Durante la conferenza stampa dopo il match con l’azzurra, la giovane lettone ha riferito senza mezzi termini di aver subìto ripetutamente delle azioni di disturbo, volute, da parte del box di Camila, secondo lei proprio dal padre Sergio.
“Il suo angolo era molto rumoroso, e la cosa mi ha deluso. Rovinava l’atmosfera che c’è qui, che c’era su quel bel campo, mi piace giocare in questo contesto perchè sono tutti così educati. Anche dal mio box mi sostenevano, certo, ma loro, diverse volte, gridavano e facevano rumore mentre io servivo, e questo come ho detto è stata una delusione.
Facevano dei colpi di tosse, sì, io ho protestato con l’arbitro, perchè li tenesse d’occhio. Io cercavo di rimanere concentrata in campo, e di non badare ai rumori, ma non potevo non sentirli, proprio mentre servivo, tra la prima e la seconda palla, ed era deludente, come ho detto. Non è corretto, è antisportivo, siamo a un livello così alto, un torneo del Grande Slam, Wimbledon, penso che la gente dovrebbe cercare di capire dove si trova.
E la cosa che mi ha scioccata è stato capire che probabilmente non solo era il suo box, ma proprio suo padre, e dalla gente che c’è nel suo team ti aspetteresti che conoscano il tennis, che sappiano come ci si deve comportare durante il gioco, o prima che una giocatrice esegua il servizio“.