Miami: Venus vince un match folle, Bertens cede dopo quasi tre ore

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Miami: Venus vince un match folle, Bertens cede dopo quasi tre ore

Pazzesca vittoria di Venus Williams che prima spreca un vantaggio di 5-0 nel primo set, poi recupera da 3-5 nel terzo salvando tre match point. lotta e vince al terzo Petra Kvitova

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[8] V. Williams b. [29] K. Bertens 5-7 6-3 7-5 (Laura Guidolbaldi)

Una maratona da psicodramma tra Venus Williams e Kiki Bertens. In un match dai mille volti, scandito da esitazioni, distrazioni e occasioni mancate, alla fine, dopo quasi tre ore di gioco, un’eterna Venus Williams si impone con il punteggio di 5-7 6-3 7-5. L’olandese, oggi fallosissima e non certo un cuor di leone, si scioglie per l’ennesima volta sul più bello e consegna all’ex n. 1 del mondo la 63esima vittoria al Miami Open. L’americana parte in quarta nel primo set e poi si “addormenta”, permettendo alla Bertens di recuperare da 0-5 e vincere il primo parziale 7-5. Poi ancora montagne russe, da parte di entrambe. Kiki fallisce tre matchpoint e la Williams recupera da 3-5 al terzo. Al prossimo round ci sarà per lei la campionessa in carica, Johanna Konta.

Venus Williams comincia nel miglior dei modi il match contro Kiki Bertens. La 37enne americana mette subito in campo un tennis brillante e soprattutto molto preciso contrariamente alla sua avversaria che, invece, dà libero corso a un’emorragia di gratuiti, ritrovandosi in un battibaleno sotto 0-5. Un set a senso unico finora, con la Bertens che sbaglia praticamente tutto o quasi. La Williams rimane ben piantata con i piedi e, quasi sempre dal centro del campo, dispaccia i suoi bei fendenti tesi e profondi; gli scambi sono alquanti brevi visto che Kiki non riesce a mantenere il palleggio.  Ma ecco che, in men che non si dica, l’inerzia della partita si ribalta: paradossalmente, questo tranquillo veleggiare verso il bagel è come se stesse “ipnotizzando” Venus che, a sua volta, le agevola la rimonta di tre game di fila. Insomma, l’olandese si sta svegliando mentre la Williams si sta assopendo.

A riprova di un inspiegabile torpore, la statunitense spreca malamente tre setpoint e poi si trova a fronteggiare una palla break che Kiki sfrutta subito con un bell’affondo di dritto. Da questo momento accade l’impensabile per Venus. Strano ma vero: dal 5-0 Williams, si giunge così al 7-5 Bertens! (con quattro risposte sbagliate di Venus nel decimo gioco e una palla del 6-5 fallita) in un vero e proprio match in stile “Dr. Jekill e Mr Hyde“. La Bertens, 26 anni e n. 29 WTA, inanella ben sette giochi, con l’ex n. 1 del mondo ch appare totalmente annichilita, non tanto per il tennis dell’avversaria – anche se ora gioca meglio – ma dal suo stesso calo di concentrazione e tensione; non tiene più gli scambi e, come stordita, caccia troppo spesso le palle a rete.

Riuscirà l’americana a resettare l’esito “folle” del primo parziale? La Williams rompe nuovamente il ghiaccio mettendo a segno il primo game del secondo set e ha ben cinque possibilità di strappare la battuta all’avversaria. Solamente al quinto breakpoint, la maggiore delle sisters acciuffa il tanto agognato 2-0, facendo ancora una gran fatica a trasformare le occasioni. E difatti, con un doloroso doppio fallo, consegna su un piatto d’argento il controbreak alla Bertens che le sta alle costole sull’1-2. E, come nel primo parziale (anche se i giochi rimontati non sono cinque), la tennista di Wateringen annulla la distanza raggiungendola sul 2-2. Non solo. Passa per la prima volta in vantaggio salendo ora 3-2 e ha la possibilità – non sfruttata – di allungare ulteriormente sul 4-2. Ma lo psicodramma continua poiché entrambe perdono tante occasioni e commettono errori a gogo. Comunque sia, la Williams le infligge ancora il controbreak pareggiando 3-3 per poi riprendersi un solido vantaggio sul 5-3. E stavolta ce la fa. Dopo continui alti e bassi e un ennesimo stravolgimento, la statunitense fa sua la seconda manche con lo score di 6-3.

Si ricomincia, tutto da rifare… Bertens sale 2-1 e, alla quarta palla break, questa volta è lei ad allungare il passo sul 3-1 e poi 4-1 con la Williams ancora alquanto insufficiente al servizio. Ma l’inerzia della partita cambia ancora, poiché Venus non solo fa un passo in avanti sul 2-4 ma poi le sta nuovamente alle calcagna, soprattutto quando l’olandese è a un passo dal prendere il largo sul 5-1. Kiki ha comunque dalla sua un rendimento nettamente migliore al servizio e un numero più elevato di vincenti anche se commette pur sempre troppi gratuiti; tuttavia, nonostant gli errori, ora capitalizza il vantaggio breakkando ancora la Williams e salendo 5-3. Piovono ancora gratuiti impensabili da parte di Venus che, però, sul matchpoint per la Bertens, piazza un impeccabile vincente di rovescio lungolinea.

Diffidare sempre delle fuoriclasse! Ancora aggressiva l’americana che, stavolta, con dritto di attacco e volé di rovescio, non ci sta a dire addio al match. Ed è controbreak a stelle e strisce (5-4 Bertens, che fallisce due matchpoint!). Ma la Williams ci ricasca: commette un malauguratissimo doppio fallo sul 30-30 e concede così all’avversaria un terzo matchpoint! Ma… alla Bertens trema il braccio e caccia a rete la risposta. Non è finita. Nonostante gli errori sanguinosi, la Williams impatta ancora nel punteggio e, per l’ennesima volta, raggiunge l’avversaria sul 5-5. E succede ancora l’incredibile: Kiki Bertens, praticamente “paralizzata”, getta letteralmente alle ortiche il gioco sparacchiando oltre misura; Venus Williams, sul 6-5, ora serve per il match. La 63a vittoria a Miami s’ha da fare. Dopo quasi tre ore, la campionissima americana chiude un incontro dai mille volti, con un andamento a zigzag, fatto di incessanti paure – da parte di Bertens – e di un calo dell’attenzione e della tensionee che le stava giocando un bruttissimo scherzo. Ma in campo, al prossimo turno, ci sarà ancora Venus, sempre più evergreen. A sfidarla, la campionessa uscente Johanna Konta.

[9] P. Kvitova b. [Q] S. Kenin 3-6 6-2 6-4 (Andrea Franchino)

Nel viaggio che porta alla finale del Miami Mandatory si incrociano le strade della ceca Petra Kvitova (28 anni, 9 WTA), testa di serie n° 9 del torneo, alla ricerca di conferme dopo l’altalenante inizio di stagione che l’ha sì vista trionfare nei tornei di San Pietroburgo e Doha ma anche perdere ai primi turni all’Australian Open e ad Indian Wells, e della russa naturalizzata statunitense Sofia Kenin (19 anni, 94 WTA) che da qualificata in questo torneo si è già tolta la soddisfazione di eliminare le finaliste dei tornei di Acapulco (Stefanie Voegele) e di Indian Wells (Daria Kasatkina), mettendo in mostra una grinta unita alla capacità di variare il gioco poco comune considerata la giovane età. La vittoria finale di Kvitova è tutt’altro che scontata, l’urlo liberatorio a fine partita dà la dimensione dello spavento subito ma soprattutto dello spessore di Kenin, che con quel tipo di gioco è probabilmente attesa da una carriera brillante. Petra sa che deve usare al meglio il suo proverbiale servizio per aprirsi il campo e cercare il punch decisivo con il diritto per evitare di cadere vittima delle variazioni di ritmo della rivale, purtroppo per lei oggi il colpo di avvio non è quello dei giorni migliori, 3 break (di cui 2 consecutivi) le costano il primo set. L’inizio della seconda frazione vede un calo di Kenin, che in tutto il set non riesce mai a tenere la battuta, Petra nei primi turni è disastrosa ma poi si stabilizza e chiude il set con 6 aces negli ultimi 2 games al servizio. Nella terza e decisiva partita la bi-campionessa di Wimbledon ottiene un break al terzo gioco, ma la giovane Sofia reagisce con grinta e lucidità, non solo recupera lo svantaggio ma riesce a salire 4-2 e servizio. A questo punto però Petra mette in campo la sua esperienza, rimane attaccata al match, rimonta il break e grazie al servizio nuovamente performante riesce a chiudere l’incontro dopo 2 ore di lotta. Al prossimo turno la attende la campionessa del Roland Garros 2017 Jelena Ostapenko, per un altro match che si prevede lottato vista l’indole delle protagoniste.

[11] J. Konta b. [22] E. Mertens 6-2 6-1 (Roberto Ferri)

Johanna Konta (26 anni, n. 14 WTA) veste ancora i panni di “ammazza-belghe” sulla strada che potrebbe portarla a confermare il successo conseguito in Florida lo scorso anno. Dopo la belga Flipkens al terzo turno è stata infatti la volta della connazionale Elise Mertens (22 anni, n.21 WTA) arrendersi di fronte all’inglese nel loro primo confronto diretto. Partita contrassegnata da tanti errori gratuiti di marca belga, il cui unico leit motiv tattico sono stati rapidi scambi violenti, in cui alla fine ha logicamente prevalso la giocatrice inglese, dotata di maggior potenza nei colpi a rimbalzo e di un servizio più efficace. Mertens come detto molto fallosa per tutto il match e incapace di apportare la benché minima modifica a un piano di gioco consistente nel cercare il punto (e l’errore) entro il minor numero possibile di colpi. Nel primo set Konta le strappa a zero il servizio nel terzo game e glielo restituisce cavallerescamente subito dopo con le medesime modalità. Nel quinto la tennista belga commette però quattro doppi falli (sei complessivi alla fine del set) e l’inglese – seppur con qualche esitazione di troppo – non  può esimersi dal cogliere l’occasione per allontanarsi nel punteggio. Elise Mertens conclude il più suo brutto set del 2018 regalando prima un altro turno di servizio alla sua avversaria e poi sparacchiando fuori di qualche metro tutti i diritti e i rovesci a lei capitati sulla racchetta nel gioco finale.

Nel secondo set Konta alza il livello del suo gioco mentre Mertens appare in difficoltà anche fisicamente e altrettanto se non più fallosa che nel primo. I due fattori congiunti determinano altri tre break subiti da parte della semifinalista degli ultimi Australian Open contro nessuno conquistato e uno score peggiore di quello già pesante subito nel primo parziale. Troppo modesta la performance di Mertens oggi per permetterci di capire se Konta ha messo alle spalle i problemi fisici che l’hanno tormentata a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. La attendiamo quindi con curiosità alla prova del nove rappresentata dagli ottavi di finale in cui affronterà Venus Williams.

[4] E. Svitolina b. [26] D. Gavrilova 4-6 6-0 6-1 (da Miami, il nostro inviato Vanni Gibertini)

Il match di Monica Puig immediatamente prima sullo stesso campo e quello di del Potro in contemporanea sul Centrale hanno fatto sì che Elina Svitolina e Daria Gavrilova siano entrate sul Campo 1 di Crandon Park con gli spalti pressoché deserti. Fatto non inusuale questo per un match di terzo turno su un campo laterale, ma abbastanza curioso se si pensa che in questa zona di tabellone avrebbero dovuto (o potuto) esserci la neo-campionessa di Indian Wells Naomi Osaka e la grande Serena Williams. Le due si erano già incontrate sei volte (4-2 per Svitolina), l’ultima delle quali poco più di un anno fa al BNP Paribas Masters di Indian Wells, quando Svitolina era già sulla rampa di lancio per raggiungere i piani altissimi della classifica. Solo una volta si era arrivati al terzo set, in occasione del loro primo incontro a Doha nel 2015, ed anche questa volta si è dovuti ricorrere alla partita decisiva, anche se dopo uno strepitoso primo set di Gavrilova il risultato è raramente stato in discussione: troppo più solida Svitolina nei palleggi mozzafiato da fondocampo, troppo più continua agli alti ritmi impressi al match da Gavrilova stessa durante uno strepitoso primo set, troppo più campionessa per farsi disorientare da un parziale perso.

Dopo un veloce scambio di break in apertura di incontro, il match si incanala sui binari degli scambi da fondo ad alta velocità. È Gavrilova che spinge di più, prende campo e costringe Svitolina a rincorrere un paio di metri oltre la linea di fondo tirando colpi piuttosto improbabili per liberarsi dello scambio. Dal 3-3 ci sono altri tre break consecutivi, accomunati dalla manovra di Gavrilova che cerca di inchiodare l’ucraina nell’angolo destro per non darle chance di affondare con il suo pericoloso rovescio. I pochi tifosi australiani presenti in tribuna si fanno sentire ad ogni punto di “Dasha”, che in 45 minuti mette in cascina il primo parziale.

Svitolina mantiene la calma da grande veterana ed approfitta subito del fisiologico calo di Gavrilova dopo lo sprint vincente nel primo parziale: l’australiana commette due doppi falli nel suo primo turno di battuta del secondo set, manda l’avversaria in fuga sul 2-0 e si becca anche un’ammonizione per parole oscene. Elina non accetta più gli scambi ripetuti sulla diagonale diritta ma cerca di aprire il campo con maggiore solerzia. Il motore di Gavrilova comincia a sentire il peso di un’ora giocato sopra ritmo: tre game su sei vanno ai vantaggi, ma alla fine chi chiude è sempre Svitolina, che in soli 26 minuti pareggia il conto con un “bagel”. Dasha si prende tutto il tempo necessario per cambiarsi d’abito nell’intervallo tra i set e rimane fuori dal campo per più di nove minuti. Al rientro insiste con maggiore convinzione nella tattica appena abbozzata nel secondo set utilizzando i cambi di ritmo con palle più alte e liftate, su cui Svitolina fatica molto a spingere, e mettendo sempre più pressione sulla seconda alquanto traballante della n.4 del mondo. Il secondo game è durissimo: 18 punti, tre palle game per Gavrilova, almeno due scambi lunghissimi, entrambi conquistati da Svitolina che alla quarta palla break si porta sul 2-0. È il colpo di grazia al match, che da lì in poi ha una sola padrona: i successivi tre game arrivano tutti ai vantaggi, ma i punti che contano li vince quasi sempre la tennista ucraina, che dopo 2 ore e 7 minuti può alzare le braccia al cielo per il raggiungimento degli ottavi dove incontrerà un’altra australiana, Ashleigh Barty.

GLI ALTRI INCONTRI

La campionessa in carica del Roland Garros, Jelena Ostapenko, è ancora alla ricerca di conferme. Un solo altro titolo in bacheca (Osaka 2017) e poco altro nei tornei che contano. Intanto però prosegue la sua marcia in Florida, con un successo di carattere su Haddad Maia. Buona la tenuta della lettone, forse un po’ in debito di lucidità nel secondo set quando per due volte si è fatta riprendere nonostante un break di vantaggio: 6-2 7-6 il punteggio finale. Vince ancora anche Monica Puig, che getta alle spalle il contestato successo su Wozniacki al turno precedente, nel quale il pubblico che la sosteneva si era reso protagonista di comportamenti ai danni della danese. Puig, oro olimpico a Rio 2016, supera la greca Sakkari in due set mai in discussione, pur dovendo ricorrere al dodicesimo gioco nel secondo in cui era avanti 5-2. Al prossimo turno troverà la statunitense Danielle Rose Collins, 94 WTA, che già a Indian Wells si era spinta fino in ottavi: la yankee vince in rimonta contro Donna Vekic, e si conferma in ottima forma.

Risultati:

[11] J. Konta b. [22] E. Mertens 6-2 6-1
[21] A. Barty b. P. Martic 6-4 6-3
[8] V. Williams  b. [29] K. Bertens 5-7 6-3 7-5
[Q] D. Collins b. D. Vekic 4-6 6-2 6-1
[6] J. Ostapenko b. B. Haddad Maia 6-2 7-6(2)
M. Puig b. M. Sakkari 6-3 7-5
[4] E. Svitolina b. [26] D. Gavrilova 4-6 6-0 6-1
[9] P. Kvitova b. [Q] S. Kenin 3-6 6-2 6-4

Il tabellone completo

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