Show Fognini: lite e punto Italia sull'1-1 (Scanagatta). Fognini, "spallata" alla Francia. Vince con Chardy e l'Italia è 1-1 (Cocchi). Nadal, ritorno da matador. E domani ha l'esame Zverev (Crivelli). Fognini non sbaglia, Italia-Francia al bivio doppio (Semeraro)

Rassegna stampa

Show Fognini: lite e punto Italia sull’1-1 (Scanagatta). Fognini, “spallata” alla Francia. Vince con Chardy e l’Italia è 1-1 (Cocchi). Nadal, ritorno da matador. E domani ha l’esame Zverev (Crivelli). Fognini non sbaglia, Italia-Francia al bivio doppio (Semeraro)

Pubblicato

il

 

Show Fognini: lite e punto Italia sull’1-1 (Ubaldo Scanagatta, Giorno – Carlino – Nazione Sport 07/04/2018)

Era quasi scontato. La prima giornata del quarto di finale di Coppa Davis si è chiusa sull’1 a 1. I due n.1 hanno regolarmente vinto sui due n.2, dopo 6h e 26 minuti complessivi di tennis, soffrendo il giusto. In avvio Pouille ci ha messo 5 set per battere un Seppi partito malissimo e spentosi sul 2-1 al quinto quando, mancate 3 palle per il 2 pari, ha ceduto il servizio nel quarto e nel sesto game spegnendosi progressivamente. Tuttavia il francese n.11 ATP è stato più rapido (63 62 46 36 61 2he52m) a conquistare il suo punto che non Fognini. Fabio, indiscutibilmente un «animale» perfetto per la Davis soprattutto in Italia dove è quasi invincibile (21 vittorie e 7 sconfitte in toto, ma solo 2 ko in casa, Gulbis nel 2008 e Delbonis nel 2016), invece ha ceduto solo il primo set al modesto Chardy (n. 80 ATP, 67, 62, 62 63, 3h34m). Dopo lo 0-1 causato da Pouille non era una situazione proprio comoda. Il doppio di oggi (ore 14, diretta tv Supertennis) è ovviamente importante. Fognini/Bolelli sono appena appena sfavoriti contro gli specialisti Mahut e Herbert che erano n. 1 del mondo della specialità ancora nel giugno-luglio 2016, perché sulla terra battuta e nel clima della Davis si può far meno caso al fatto che i francesi hanno pur sempre vinto Roma e Montecarlo (oltre a 2 Slam). Il precedente dell’Australian Open 2015, vinto però dal duo azzurro in finale può confortare. Ma questa prima giornata ha lasciato l’impressione che Chardy sia meno competitivo di Seppi, nell’eventualità di uno spareggio decisivo sul pari, nel caso che il doppio sia vinto da chi perderà il duello fra i n.1. Bell’atmosfera di Davis, 4.500 spettatori, però alcuni costretti a stare 6 ore e mezzo in piedi. Per aumentare la capienza di qualche centinaio di posti, chi stava seduto non avrebbe visto il campo. Un po’ di elettricità quando Chardy ha sbattuto contro Fognini durante un cambio di campo. Fra i due non corre buona sangue, si erano “appiccicati” anche a Indian Wells: “Fabio mi insulta sempre, mi dice che sono un giocatore “nul” (scarso…). A fine match però c’è stato un timido abbraccio. Noah: “Non c’era abbastanza atmosfera, hanno voluto metterci un po’ di pepe” ha scherzato capitan Noah.


Fognini, “spallata” alla Francia. Vince con Chardy e l’Italia è 1-1 (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport 07/04/2018)

Per un po’ la terra ha tremato. Quella rossa, del Valletta Cambiaso di Genova. Perché lo spettro di uno 0-2 dopo la prima giornata dei quarti di Davis tra Italia e Francia a un certo punto aleggiava paurosamente. E invece… il solito Fognini, dopo aver ceduto il primo set a Chardy, si è messo il mantello da salvatore della patria e ha riportato in pari la situazione dopo il k.o. iniziale di Seppi contro Pouille. Match caldo, non solo per il sole. La pressione di dover portare a casa un punto fondamentale da parte del ligure era palpabile: “Sapete che per me giocare in azzurro ha sempre un valore speciale e all’esordio un po’ di tensione c’è sempre, infatti facevo un po’ di fatica a manovrare con il rovescio”. Nel terzo set tra i due c’è stata pure qualche scintilla che fortunatamente non si è trasformata in incendio. Un diverbio durante uno scambio si è trascinato fino alla leggera spallata di Chardy a Fognini al cambio campo. Fabio era pronto a partire in quarta, ma Barazzutti è stato bravo a ricondurlo alla ragione: “Normali schermaglie — ha minimizzato il capitano —. Cose che succedono quando ci sono match combattuti, ma alla fine tutto è andato per il meglio e i giocatori si sono abbracciati”. Viva l’amore, anche se Chardy ha da dire la sua: “Io non ho fatto nulla, è Fabio che crea tensione, che dice che non valgo nulla… ma a me non interessa. Gioco e basta”. A metà mattina era toccato ad Andreas Seppi rompere il ghiaccio contro il numero 1 francese Lucas Pouille, n°11 del mondo. Una partita che pareva segnata da subito, con il francese avanti due set a zero, pronto per il colpo di grazia. E invece l’altoatesino ha scaldato il braccio e anche l’anca acciaccata, e si è ripreso, spinto anche dai cinquemila delle tribune. Accontentati. Andreas è salito di livello mentre il rivale ha regalato più del previsto, il match va al quinto. Ma la speranza di ottenere un punto non pronosticato dura un attimo, nel quarto game Seppi cede la battuta dopo aver sprecato tre chance per il 2-2. Da lì Pouille sale 4-1 anche grazie agli errori di troppo con il dritto dell’azzurro che alla fine cede 6-1. “Dopo quasi due mesi senza partite non è stato facile ritrovarmi a battagliare sulla terra”, spiega Andreas dopo il match, senza comunque perdere la voglia di scherzare: “In realtà i primi due set li ho lasciati andare perché volevo vincere al quinto… solo che ultimamente non mi riesce troppo bene”. Nonostante la sconfitta, il bilancio è tutto sommato positivo e domani, in caso di parità, contro Chardy servirà il miglior Seppi possibile: “Se devo vedere il lato positivo nella sconfitta — analizza — è stata buona la reazione che ho avuto. Il match poteva sfuggirmi di mano e invece ho avuto la forza di girarlo, questo mi dà fiducia per la prossima partita”. Oggi si torna in campo per il doppio: “Con Seppi abbiamo perso un match molto equilibrato, ma ovviamente anche l’1-1 va benissimo — commenta capitan Barazzutti —. Facciamo un passo alla volta e vediamo quello che succede”[SEGUE].


Nadal, ritorno da matador. E domani ha l’esame Zverev (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport 07/04/2018)

Ridategli la corrida e vi solleverà il mondo. Il Toro di Manacor nell’arena di Valencia: poteva esserci esito diverso da una rentrée trionfale? Risposta pleonastica: Nadal è vivo e lotta insieme a noi. Rafa non assaggiava il campo dal maledetto quarto di finale degli Australian Open contro Cilic, quando l’ileopsoas della gamba destra fece crac. Strappo muscolare e sosta forzata di più di due mesi. Ci voleva la coppa Davis, e soprattutto la terra, per riportarlo nell’agone, anche se nel frattempo, stante gli inattesi balbettii di Federer, è tornato padrone del numero uno. Del resto, questa è la stagione in cui il satanasso mancino di Maiorca non fa prigionieri da oltre un decennio, è la stagione del rosso e delle sue magie, di capolavori assoluti e irripetibili come i dieci Roland Garros, i dieci Masters 1000 di Montecarlo, le 10 Barcellona. Poteva tradirlo, l’amata? Certo che no: Nadal scende nella Plaza de Toros fremente e angosciata dopo la facile vittoria di Zverev su Ferrer e in poco più di due ore rimette la Spagna in carreggiata contro Kohlschreiber, battuto per la 15a volta in 16 incroci. Servizio che funziona (77% con le prime) e soprattutto il dritto che è una sentenza: 28 vincenti che non permettono mai al tedesco di entrare in partita. Un grande feeling con la palla nonostante la prolungata assenza, solo di poco macchiata dai 47 gratuiti, normali per chi deve riacquistare la misura e comunque si ritrova a spingere conscio che la superficie gli consentirà di gestire tutti i momenti delicati. Alla fine, ideale panolada come si usa per il matador impeccabile: “È un giorno da ricordare di fronte alla mia gente, è sempre speciale giocare in arene di questo genere. Fa solo bene un rientro così, anche se dopo un infortunio le cose non sono mai facili. È positivo aver vinto in tre set, ho fatto un match solido. Mi ero allenato bene e mi sentivo in grado di giocare una partita con tutti i dettagli al posto giusto”. Nell’entusiasmo con cui ha parlato dell’ambiente qualcuno ha letto un attacco indiretto alla possibile nuova formula della Davis in campo neutro, dimenticando però che Rafa da anni chiede cambiamenti radicali… [SEGUE]. Intanto ha vinto la 23a partita consecutiva in Coppa, doppio compreso, un record: non perde dal 2005 (doppio contro l’Italia nello spareggio di Torre del Greco) e in singolare addirittura dal match di esordio contro Jiri Novak nel 2004. Il copione adesso disegna la trama più intrigante: al netto del doppio, la sfida di apertura di domani tra Rafa e Zverev segnerà probabilmente il destino del quarto. Sascha si è allenato solo due giorni sulla terra di rientro da Miami, ma con il servizio e la palla corta che stana Ferrer dai cartelloni pubblicitari di fondo campo domina il vecchio lupo. Solo che stavolta gliene toccherà uno vorace e pimpante.


Il duro Fognini vendica Seppi (Claudio Baffico, Corriere dello Sport 07/04/2018)

Pronostici rispettati nella prima giornata dei quarti di finale di Coppa Davis. A Valletta Cambiaso, Italia e Francia si trovano sul parziale di 1-1 in virtù dell’affermazione di Lucas Pouille su Andreas Seppi e del successo di Fabio Fognini ai danni di Jeremy Chardy. La giornata non si era aperta nel migliore dei modi per i colori azzurri: Seppi stentava più del previsto a contenere i colpi dell’avversario vedendosi scivolare via rapidamente la partita. Pouille si aggiudicava il primo parziale con il punteggio di 6-3 e metteva in cassaforte con ancora maggiore autorità il secondo set (6-2). Nel terzo, il transalpino tentava la fuga ottenendo il break del provvisorio 2-1. Da qui in avanti però, l’incontro cambiava volto a seguito della maggior precisione dei colpi di Seppi e di una tattica che sparigliava i piani del rivale. Game dopo game, l’altoatesino prendeva coraggio e, complice qualche errore di troppo del francese, riusciva ad aggiudicarsi il terzo set e a ridare speranza all’Italia. Nella quarta frazione l’azzurro si mostrava ancora più determinato e s’imponeva 6-3. Il pubblico italiano, entusiasmato della reazione del suo beniamino, alzava i decibel del tifo nel tentativo di spingerlo verso un insperato successo. Ma dopo un paio di game incoraggianti, Seppi appariva svuotato, affaticato. E così Pouille, scampato il pericolo, tornava a spingere e a trovare giovamento dalla varietà dei suoi colpi, cambiando ritmo e imbrigliando i piani dell’italiano fino al 6-1 conclusivo. Per rimediare l’italia si aggrappava così a Fabio Fognini opposto a Jerémy Chardy, che lo aveva di recente sconfitto a Indian Wells. Oltre a non aver mai perso in Davis: 5 vittorie su 5 partite. Complice un avvio opaco del ligure, Chardy riusciva a rimanere incollato al confronto. L’esito del primo set veniva sancito dal tie break, che, al termine di un’altalena di emozioni, vedeva prevalere Chardy per 8-6. Fognini dimostrava grande capacità di reazione nonostante il francese avesse ottenuto l’immediato break nella seconda frazione. Da qui in avanti il ligure saliva in cattedra rendendo il suo gioco più spumeggiante e trovando con continuità la soluzione vincente. Senza troppa fatica, quindi, riusciva ad aggiudicarsi il secondo parziale con il punteggio di 6-2. Il francese alternava buone giocate a errori grossolani, facendosi a volte cogliere da qualche nervosismo di troppo. Fognini non abbassava la guardia e il terzo set non era mai in discussione come conferma il 6-2 conclusivo. Anche il quarto si apriva nel segno dell’italiano, che volava 3-0 per poi subire la mini rimonta di Chardy. I tifosi francesi si distinguevano per un frastuono assordante, Fognini appariva più opaco ma nei momenti decisivi trovava spesso la soluzione migliore. La moglie Flavia Permetta si mordeva le unghie in tribuna, in mezzo ai rulli di tamburo dei francesi. E alla fine, seppure con qualche preoccupazione di troppo, l’italiano incamerava anche il quarto set ponendo la firma sul punto dell’1-1… [SEGUE].


Italia a tutto Fognini (Daniele Azzolini, Tuttosport 07/04/2018)

L’uno a uno è attraversato da brividi e scossoni, ma alla fine non è diverso da qualsiasi altro pareggio di Coppa, e sta a dire che la strada è lunga assai, e i molti, possibili incastri, ancora tutti da verificare. L’Italia di Davis passa con disinvoltura dall’eroismo interruptus di Andreas Seppi al godimento più alto che vi sia, quello di risucchiare punti ed energie al Sansone di turno, in una sorta di sexy poker tennistico che vede Chardy, in vantaggio, smarrire prima la tranquillità, poi la dote accumulata, infine la testa, fino a ritrovarsi nudo in campo e senza nulla in mano. Risolutamente aggrappata alla serena compostezza di Fabio Fognini, in una nuova veste che gli sta a pennello, l’Italia è troppo adusa agli 1-1 in prima giornata per non sapere come gli stessi titillino l’orgoglio (siamo alla pari con i padroni del vapore, in fondo) e celino trabocchetti. C’è un doppio, oggi, e chissà… E domani altri due singolari che potrebbero nascondere un nuovo pareggio. Inutile, se a vincere il doppio saranno i francesi. Oggi (alle 14) e dunque decisiva, e tocca giocarsi la carta Fognini, anche se nel tabellone al centro dell’impianto figurano ancora Bolelli e Lorenzi. Ma si sa, sono solo scherzi da pretattica. Chardy e Fognini duettano d’avambraccio in un incrocio al cambio di campo. La scenetta viene presto riassorbita dalle spire di un match che addossa di colpo sul francese tutte le preoccupazioni che nel primo set aveva mostrato di non avvertire. I due, al termine di una chiamata un po’ così, si mandano a dire di comportarsi meglio, e al gomito sporgente di Chardy segue un accenno di pallata, con l’arbitro in evidente stato di agitazione; ma lì finisce, e l’abbraccio a fine partita è sportivo e scevro di qualsiasi recriminazione. ll francese accetta il verdetto, che altro potrebbe fare? Ha giocato come il mese scorso a Indian Wells, quando superò Fabio per la prima volta (4-1, il conto a oggi), molto sbracciando e ancora di più cercando angoli lontani con soluzioni fulminanti… [SEGUE]. Avanti il francese di un set e 2-0, con Fognini un po’ fragile nel rovescio: “Lo sentivo poco, e non mi faceva piacere”. Ma la terra rossa offre tempi più lunghi per fare i propri calcoli, e Fabio stavolta li ha fatti al meglio. Consapevole e autorevole, ha scelto il gioco dell’elastico, spostando Chardy e cercando angoli non facili, ma praticabili. E un po’ alla volta ha smontato il francese, agguantandolo e poi tenendo in mano il filo del gioco fino alla conclusione… [SEGUE]. I brividi, alla fine, li ha offerti Seppi, alla sua maniera, che è quella di un montanaro che ha trascorso la vita nel tennis in riva al mare, e per il prossimo ritiro ha scelto Vail, Colorado, le montagne americane. Brividi ghiacciati, ponderosi, ripuliti di spargimenti sanguinolenti di membra e pezzi di cuore. Ma pur sempre brividi, dato che Pouille, dieci anni in meno, sale subito alla ribalta e va facile sul 2-0, e Seppi non ci sta, chiude le porte, si rinserra nelle sue stanze e punge appena possibile. Tattica antica, i romani la eseguivano con la tartaruga composta di scudi tutti intorno, dai quali però sortivano improvvise sferzate. Pouille forse non se l’aspettava, forse non è così maturo come lo descrivono i francesi. Ma è forte, molto forte. Esegue colpi proibitivi, imprime velocità impensate alla palla. Seppi lo ha costretto in forti ambasce, rimontando, per la gioia di un pubblico che non aspettava altro che diventare protagonista. I buoni consigli di capitan Noah, “l’ho spinto a tornare aggressivo, ad avanzare, a riprendere il controllo del gioco”, l’hanno restituito al match, giusto in tempo… [SEGUE].  E oggi il doppio è decisivo. Mahut ed Herbert sono esperti, ma tecnicamente meno bravi di Fognini e Bolelli. Barazzutti evita di scoprire le carte, farà sapere solo oggi chi scenderà in campo. Ma per approdare in semifinale servono i migliori. Tradotto in termini azzurri, serve Fognini.


Seppi cade, Fognini rimedia dopo le scintille con Chardy (Gaia Piccardi, Corriere della Sera 07/04/2018)

Nessuno ha mai detto che sarebbe stato semplice. A Genova, tra cielo e mare, basilico e fugassa, umidità e speranze, la Francia campione in carica fa subito la voce grossa e Andreas Seppi ci casca: 1-o per gli odiati cuginastri arrivati con la torcida e Yannick Noah, la loro vera (e unica) arma impropria, in valigia. Ma poi entra in campo Fabio Fognini, il facilitatore, è allora questo quarto di Coppa Davis che vale un biglietto per la semifinale contro Spagna o Germania (in equilibrio grazie al ritorno del niño, Rafa Nadal, guarito dopo due mesi e mezzo) si raddrizza d’incanto, autorizzando qualche sogno di gloria. In parità dopo la prima giornata. Era il piano di battaglia di c.t. Barazzutti, capitano di lungo corso piantato al centro di una sfida che è un vecchio classico dell’insalatiera (undicesimo confronto tra Italia e Francia, inchiodate sul 5-5), è la dimostrazione che i campioni orfani di Tsonga e Monfils, trascinati da Pouille numero 11 del mondo e azzoppati da Chardy (gran dritto, rovescio modesto) sono giocabili e, con pazienza e metodo, magari, agli dei del tennis piacendo, battibili. Dopo cinque set di dritti di Seppi sul rovescio di Pouille (buon recupero dell’azzurro, sotto 2-0, poi arrivato sfiancato al set decisivo), la sfida cambia marcia con Fognini-Chardy, due rivali che non si amano (scintille anche a Indian Wells, sul veloce, dove aveva vinto il francese dando dell’«irrispettoso» all’azzurro) e che approfittano del centrale rovente di Valletta Cambiaso per rinfocolare l’antipatia reciproca. Assistito dalla famiglia in tribuna, l’enfant du pays non vuole deludere però comincia in salita: Fabio insegue da 5-2, risale meritandosi il tie-break e butta via il set con un dritto lungo (7-6). Manovrando meglio con il rovescio, spostando molto Chardy e appoggiandosi al tifo, Fognini riprende in mano il match (6-2, 6-2, 6-3) che s’incendia nel primo game del terzo set: insulto udibile al francese, che al cambio di campo sfiora con la spalla la spalla del ligure. Fabio è una furia: gli lancia addosso due palline prima che Barazzutti (“Sono le tensioni normali delle partite”) intervenga a fermarlo. Chardy si difende: “È sempre lui a mettere elettricità in campo”[SEGUE]. Pur, con il ginocchio fasciato (“È quello operato, ogni tanto mi torna fuori il dolore”), Fognini oggi si renderà disponibile per il doppio con il Fido Bolelli (insieme sbancarono l’Australian Open 2015), snodo decisivo di questo quarto in bilico… [SEGUE].


Fognini non sbaglia, Italia-Francia al bivio doppio (Stefano Semeraro, Stampa 07/04/2018)

“Chardy, questa è peggio di Bardonecchia!”, piove a un certo punto del pomeriggio dalle tribune di Valletta Cambiaso, a Genova, quando, in campo contro Fabio Fognini, il numero 2 francese non si rassegna ad una chiamata avversa. È la Coppa Davis: misto di sport e altri materiali, nazionalismo ovviamente incluso, che i geni della Federazione internazionale peraltro vorrebbero stravolgere trasformandola in una algida pseudo-esibizione di fine anno. In campo un momento di tensione in realtà c’è anche stato, tra italiani e francesi, dopo quello ben più serio per la questione extracomunitari: un cambio campo elettrico, a inizio terzo set, nel quale Chardy ha accennato una spallata al nostro, e Fogna, pronto ad accendersi come sempre, gli lanciato dietro (ma piano) una pallina… [SEGUE]. Per il resto, tutto come previsto. La prima giornata di questo quarto di finale è finita 1-1, alla vittoria sudata di Lucas Pouille su Seppi in cinque set è seguito il punto portato da Fognini contro Chardy in quattro. A Seppi rimane l’amaro in bocca, perché dopo un inizio stentato nel terzo e nel quarto set era riuscito a ribaltare il match, saccheggiando l’autostima del numero 11 del mondo. Gli è stato fatale un break a inizio del quinto, fra l’altro subito dopo essere stato 40-15. Fognini, che in Davis in casa non perde quasi mai, il match se l’è complicato da solo… [SEGUE]. Oggi ci aspetta il doppio, al solito cruciale, probabilmente decisivo, e c’è un filo di ansia per il ginocchio dolente (è quello operato) di Fabio, che scenderà in campo a fianco di Bolelli contro Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert. Ma d’altro canto senza ansia, senza tensione, senza brividi, che Davis mai sarebbe?


Spalla a spalla (Claudio Paglieri, Secolo XIX 07/04/2018)

Italia e Francia spalla a spalla. Nel risultato della prima giornata, 1-1, e nel contatto non proprio da gesti bianchi tra Chardy e Fognini al cambio di campo. E il francese a cercarlo, un urto leggero, che nel calcio è consentito ma nel tennis si vede di rado, per fortuna. Fabio si accende, si arrabbia perché “l’arbitro fa finta di niente”, si volta a cercare il contatto con l’avversario ma Barazzutti lo trattiene, e allora tira una pallina verso il francese, ma piano, come a dire “tè, prendila che poi non te la faccio più vedere” e colpisce Noah che da gran signore fa finta di niente, o forse neppure se ne accorge. Vale la pena raccontarlo a partire da qui, il quarto di finale di Coppa Davis a Genova, perché è in quel momento che la sfida si accende, che si crea l’atmosfera da malebolge nella quale sia gli italiani sia i francesi sguazzano da oltre cento anni e che non vogliono barattare con un torneo più ricco di denaro e più avaro di emozioni. “Italia-Francia non è solo una partita di tennis” aveva detto Fognini alla vigilia. E lo si vede lì, sul 6-7 Chardy, 6-2 Fognini. I due, coetanei e avversari da sempre, non si amano. Fognini si arrabbia per un servizio chiamato – giustamente – fuori, accusa Chardy di “fare finta di niente” (pure lui); i due cercano il contatto con gli occhi, si guardano, si sfidano. Fabio gli annulla tre palle break e Chardy lo urta al cambio di campo, poi annulla pure lui tre palle break, ma ben presto si capisce che aveva già dato il meglio nel primo set, tra servizi vincenti e drittoni, e che stava solo cercando, come un pugile sulle gambe, di sporcare il confronto. Al contrario Fognini, sotto di un set e un break, è andato in crescendo dopo essersi fatto fasciare il ginocchio. Come un cerotto dei pirati per un bambino di tre anni, l’intervento si rivela in effetti miracoloso: il ligure comincia a muoversi meglio, a trovare la palla, a spostare Chardy. Danza sul campo come Fred Astaire, ricama palle corte, chiude vincenti con continuità. Secondo e terzo set incamerati senza soffrire, e nel quarto il lento scivolare di Chardy diventa slavina che s’ingrossa rapidamente. Mentre Fabio pulisce le righe, il linguaggio del corpo del francese lo mostra sfiduciato: 1-0, 2-0, 3-0 e tre palle del 4-0 per Fognini, che ne spreca una con un rovescio in rete. Ed eccolo, il momento in cui la partita gira di nuovo. Chardy dà fondo alle sue riserve di energia e riprende a picchiare servizi a oltre 200 all’ora, e Fognini su un allungo fa una smorfia, muove la gamba, pare quasi che zoppichi, e in un amen un match chiuso ritorna 3-3, e tutto da rifare. Dal possibile ko tecnico all’aria di tie break è un attimo, e arrivare al quinto sarebbe una iattura, pensano tutti, perché Fabio magari la spunta ma si stanca, invece di risparmiare energie per il doppio. Chardy sale 40-0 ma Fognini ha come un sussulto, si ribella, rientra di colpo nella zona magica dove gli riesce tutto e piazza cinque punti in fila che sono altrettanti chiodi sulla bara di Chardy. Chiude sul suo servizio 6-7 (6), 6-2 6-2 6-3 in 3h31′, abbraccia il rivale a rete e saluta anche Noah. Prima dell’epopea Fognini-Chardy, si era disputato un Seppi-Pouille quasi imbarazzante nei primi due set, tanta era la superiorità del francese: 6-3 (con due soli punti di Seppi sul servizio dell’avversario, che pure non è Ivanisevic) e 6-2 e pure un break precoce nel terzo. Ma nel tennis al meglio dei cinque set, un’occasione c’è (quasi) sempre. Quella dell’azzurro arriva quando riesce prima a recuperare una palla corta e un pallonetto e fare punto nello scambio più bello dell’incontro, e poi a passare a sua volta il numero 1 francese con un lob. A Pouille si spegne la luce, forse anche per inesperienza, Seppi sale come un’onda di piena e finalmente anche il pubblico, fino a quel momento tiepido e sotto choc, lo sostiene: terzo set 6-4, quarto set 6-3. Ci si prepara a una lotta a graffi e morsi nel quinto, e invece Pouille si riaccende, ricordandosi di avere appena raggiunto la top ten mondiale. Due gran colpi, due “c’mon” col pugno chiuso, e rapidamente si vola al match point. Finisce 63 62 46 36 61, partita comunque corta (2 ore e mezza) perché i protagonisti hanno giocato a turno… [SEGUE].


Fogna in tricolore dà di più: “Non gioco solo per me” (Valerio Arrichiello, Secolo XIX 07/04/2018)

Fognini al quadrato. Fabio che dà di più quando difende il tricolore. “Perché con questa maglietta addosso non gioco solo per me e ho una carica speciale”. Fabio che si nutre dell’amore dei suoi cari (che ieri erano in tribuna a partire dalla moglie Flavia Pennetta) e si esalta col calore del tifo. Aspetti che a Genova, per un ligure come lui, valgono ancora di più. “Vincere davanti ad amici e famiglia, qui dove sono cresciuto e ho vinto due Challenger, è ancora più bello”, ammette dopo il successo su Chardy che ci regala l’1-1 contro la Francia. Superata la prima fatica, Fogna guarda già avanti. “Perché il doppio sarà molto importante, se non decisivo”. L’azzurro di Arma di Taggia si muove in due direzioni. Chiama a raccolta i supporter: “Nel weekend non si lavora, i bimbi non vanno a scuola, mi aspetto una gran bella spinta. Cosa dico ai tifosi? Di mangiarsi qualche galletto a colazione…”. E poi si mette in modalità “ricarica della batteria”, perché la battaglia è lunga. “Ora bisogna dormire e mangiare bene. Ma prima spero di poter giocare un po’ con Federico (il figlio, ndr): poi si spegne la luce e si va a nanna”. La prima giornata genovese di Davis si chiude con Fognini e Barazzutti in coppia davanti a microfoni e taccuini. Il capitano assicura: “Ero ottimista prima e lo sono adesso. Certo, avrei preferito essere sul 2-0, ma siamo sull’1-1, risultato preventivabile”[SEGUE]. Fognini ammette: “La pressione c’è sempre, anche se avrei preferito entrare in campo sull’1-0, è ovvio. Quando Seppi aveva rimontato due set ero ottimista, ma non ho visto bene la sua partita, mi stavo scaldando. Il mio match? In avvio facevo fatica a manovrare di rovescio, però dopo ho alzato il livello e penso di aver giocato molto bene. Chardy ha un bel servizio e un bel dritto, dovevo smontarglieli piano piano. Nell’ultimo set stavo andando sul 4-0, mi sono rilassato un attimo, ma poi ho fatto quel break in rimonta dal 40-0 per lui e non ho sbagliato più nulla”. La sensazione è che Fognini abbia acquisito sicurezza quando il medico gli ha fasciato il ginocchio: “Fino alla Davis in Giappone stavo giocando con la fascia. E la gamba operata e ogni tanto fa un po’ male. Ma sto bene”. Pronto per il doppio: “Deciderà Barazzutti. Loro sono molto forti, ma io e Chicco (Bolelli) il feeling non lo perdiamo mai. Sono pronto”. Mentre Noah, dall’altro lato, ribatte: “Fabio ha grande forza fisica, in Giappone aveva giocato 15 ore in tre giorni, ma vedremo se cela farà anche stavolta. I nostri tifosi sono stati grandissimi, l’1-1 è formidabile, se giochiamo il doppio ad alto livello abbiamo ottime chance di fare il punto”[SEGUE].

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement