Errani avanza a Rabat. Paolini ripescata a Praga, sfiderà Kasatkina

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Errani avanza a Rabat. Paolini ripescata a Praga, sfiderà Kasatkina

Sara supera Zarina Diyas con un doppio 6-4. Ora Johanna Larsson, contro la quale ha vinto 6 volte su 7. Fuori Trevisan nelle quali. Paolini (not so) lucky loser

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RABAT (Lorenzo Dicandia)

Grand Prix de SAR La Princesse Lalla Meryem: questo il nome intero del WTA del Marocco, tenuto quest’anno a Rabat. Il torneo è alla diciassettesima edizione, la quinta a Rabat. Nato a Casablanca nel 2001, l’International del Marocco si è girato le città più importanti del Paese: Casablanca appunto, poi Rabat, Fes, Marrakesh e poi ancora Rabat.

Oggi, nel torneo che ha visto trionfare Alberta Brianti nel 2011 (a Fes, unico titolo in carriera, in finale sull’attuale numero 1 Simona Halep), e Francesca Schiavone nel 2013 (a Marrakesh, su Lourdes Dominguez-Lino), ha esordito Sara Errani. La romagnola, che durante il fine settimana di Fed Cup di Genova aveva accennato a problemi extra-tennistici che ne limitavano le prestazioni in campo, si è liberata di Zarina Diyas (54 WTA) in due set, 6-4 6-4. Nel primo set, dopo essere andata sotto 1-3, Sara recupera sul 3-3 e poi allunga nel finale, mettendo a segno un parziale di 12 punti a 3. Sara è solida da fondo e riesce a far male, specialmente di dritto, quando mette i piedi in campo. Diyas prova a sfondare ma sbatte costantemente contro il muro, perdendo pazienza ed accumulando errori gratuiti. Nel secondo set si ripete il copione del primo, ma a parti invertite: Sara sale 3-1, per farsi subito riacciuffare sul 3-3. La solidità, mentale e da fondo, di Sara però riesce a scalfire i fendenti della kazaka, ed Errani chiude al servizio alla prima occasione. L’italiana affronterà Johanna Larsson agli ottavi di finale: 6 a 1 i precedenti per Sara, che ha però perso l’ultima partita, giocata a Bogotà lo scorso anno, dopo dodici set di fila vinti contro la svedese.

Nelle altre partite di giornata, Kirsten Flipkens (73 WTA) ha sconfitto la terza testa di serie, la croata Petra Martic (40 WTA), in tre set – 3-6 6-2 6-4 – dopo aver sprecato tre match point consecutivi sul 5-2 e servizio nel terzo set. Martic era all’esordio stagionale su terra battuta, dopo uno stop di un mese dovuto al riacutizzarsi dei dolori cronici alla schiena con cui convive da un po’ (venne operata nel 2016) e che la costringono a dei periodici periodi di pausa. Martic ha recentemente cambiato anche guida tecnica: è seguita ora da Sandra Zaniwska, ex-giocatrice polacca di due anni più giovane di lei, ritiratasi lo scorso anno e mai sopra la 142esima posizione in singolare. La connazionale di Martic, Jana Fett (112 WTA), ha avuto maggior fortuna, sconfiggendo Saschia Vickery (78 WTA) in tre set 6-2 3-6 6-3, e portando gli scontri diretti con l’americana corteggiata da Guyana in vista di Tokyo 2020 (la madre è di Guyana)  sul 4 a 0 a suo favore. Avanzano anche Johanna Larsson (82 WTA), nel derby su Rebecca Peterson (113 WTA), e Sara Sorribes Tormo (129 WTA) su Yulia Putintseva (84 WTA).

 

Nelle qualificazioni non ce l’ha fatta Martina Trevisan (190 WTA), sconfitta da Silvia Soler-Espinosa (218 WTA, ma con un passato al numero 53) in due set, 6-4 6-4. Trevisan aveva superato brillantemente i primi due turni, concedendo cinque giochi a Krejcikova (140 WTA) e due a Garcia Perez (163 WTA).

Risultati qualificazioni:

S. Soler-Espinosa b. M. Trevisan 6-4 6-4
F. Ferro b. A. Dulgheru 6-1 6-4
[5] T. Zidansek b. F. Stollar 4-6 6-4 6-4
P. Badosa Gibert b. [7] M. Frech 6-1 6-3

Risultati primo turno:

J. Larsson b. R. Peterson 2-6 6-3 6-1
S. Sorribes Tormo b. Y. Putintseva 7-6(4) 6-0
J. Fett b. S. Vickery 6-2 3-6 6-3
K. Flipkens b. [3] P. Martic 3-6 6-2 6-4
S. Errani b. Z. Diyas 6-4 6-4

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PRAGA (Emmanuel Marian)

Torneo sempre piuttosto atipico, quello della capitale ceca: la struttura sarebbe quella di un International, ma il tabellone è costantemente più nobile rispetto agli eventi pari grado. Come avviene ovunque, le giocatrici locali tendono a far gli onori di casa, e avendo la Repubblica Ceca sette giocatrici classificate tra le prime cento nel ranking aggiornato stamane le conseguenze sono piuttosto ovvie. Ciò nondimeno, gli organizzatori hanno dovuto incassare l’amarissimo boccone del ritiro della prima ballerina Karolina Pliskova, esausta dopo il vittorioso torneo di Stoccarda, che avrebbe dovuto giocare contro la gemella Krystina, e quello meno amaro del ritiro di Marketa Vondrousova. Ne ha beneficiato il contingente azzurro, che sino alla mattinata sembrava dover essere costituito dalla sola Camila Giorgi: impegnata nell’ultimo turno del draw cadetto, era infatti uscita sconfitta Jasmine Paolini, autrice di una prestazione poco incoraggiante opposta ad Antonia Lottner, lei pure in un periodo piuttosto oscuro. La giocatrice lucchese è però stata ripescata: il tabellone è stato rimescolato e Jasmine affronterà domani Daria Kasatkina, terza testa di serie in gara, mentre lo slot della numero uno ceca verrà preso da Aliaksandra Sasnovich, diventata nona testa di serie.

Nel menù odierno, come detto, gli ultimi incontri del torneo preliminare, che ha promosso, oltre alla sopracitata Lottner, anche Stefanie Voegele, Elena Gabriela Ruse e soprattutto Patty Schnyder, a trentanove anni risalita fino alla posizione numero 147 del ranking e attesa al quarto incontro di main draw (il primo fuori da Gstaad) dai tempi dell’imprevedibile rientro avvenuto nel 2016: nel primo turno affronterà Denisa Allertova. Nella giornata che ha inaugurato il tabellone principale, in parte funestata dal vento – per informazioni rivolgersi a Qiang Wang, vincitrice contro Viktoria Kuzmova ma costantemente sul punto d’essere divelta dalla bufera al servizio – sono scese in campo due tra le favorite, con risultati alterni: Katerina Siniakova ha avuto ragione della traballante Andrea Petkovic, mentre Daria Gavrilova è stata costretta al ritiro dopo aver recuperato un set di svantaggio a Samantha Stosur.

Risultati qualificazioni:

S. Voegele b. A. Zarycka 6-4 6-2
E. Ruse b. T. Martincova 6-2 7-6(2)
P. Schnyder b. T. Korpatsch 6-1 7-5
A. Lottner b. J. Paolini 6-3 7-5

Risultati primo turno:

Q. Wang b. V. Kuzmova 7-6(4) 6-1
S. Stosur b. [4] D. Gavrilova 6-3 4-6 rit.
[LL] T. Korpatsch b. O. Dodin 6-2 7-5
[WC] A.K. Schmiedlova b. H. Watson 6-1 6-3
[8] K. Siniakova b. A. Petkovic 6-2 7-6(4)
E. Alexandrova b. R. Hogenkamp 7-6(5) 6-1

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ATP

ATP Chengdu: prima vittoria in Cina per Musetti. Batte Sekulic in tre set, è ai quarti

Lorenzo Musetti fatica ma la spunta sul qualificato Sekulic. Al prossimo turno troverà Rinderknech. Dimitrov festeggia 400 vittorie in carriera

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Seconda giornata di ottavi finale all’ATP 250 Chengdu Open con l’esordio di Lorenzo Musetti in questo torneo. Per il carrarese è il rientro in campo dopo i gironi di Coppa Davis giocati a Bologna in cui, in singolare, ha rimediato una pesante sconfitta dal numero 158 ATP Gabriel Diallo.

[2] L. Musetti – [Q] P. Sekulic 7-6(3) 6-7(4) 6-0

Avversario da non sottovalutare per il numero due d’Italia all’esordio in questa stagione in un torneo asiatico. Il 20enne australiano è un giocatore di potenza, proprio quelli che non piacciono a Musetti, su una superficie rapida che spesso premia il gioco offensivo piuttosto che quello difensivo. Proveniente dalle qualificazioni, il numero 325 del ranking nel primo match del tabellone principale era rimasto in campo oltre 2 ore e mezza per avere la meglio su Nuno Borges. Già dai primi scambi, l’australiano impone il suo ritmo a suon di diritti potenti da fondo campo con Musetti che si ritrova a giocare abbondantemente dietro la linea di fondo campo.

 

Primo set: Musetti avanti un break per due volte, trascinato al tie-break

Tanti alti e bassi nel primo set da parte del 21enne di Carrara che prima subisce la pressione dell’avversario, poi riprende in mano il gioco per poi soffrire nuovamente i colpi potenti di Sekulic e infine giocare un buon tie-break in controllo.

Break e contro break in avvio di match. È bravo Lorenzo ad approfittare dell’esuberanza iniziale dell’australiano, portando subito lo score in suo favore. Al servizio Musetti non riesce a confermare il vantaggio appena guadagnato. Sekulic manovra da fondo col suo potente diritto e muove Lorenzo da un angolo all’altro. Sulla palla break, sulla seconda di servizio, il serve and volley di Musetti non è definitivo e un bel passante in corsa di diritto, rimette l’australiano in parità. Di nuovo tre chance per l’azzurro nel terzo game ma in tutti i casi da sinistra non riesce a far partire lo scambio e Sekulic tiene il suo turno. La chiave del primo set il quinto game quando Lorenzo cambia strategia: invece di accettare (e subire) le accelerazioni dell’avversario tenta di fare lui il gioco iniziando per primo ad aprire gli angoli. Si procura così altre due palle break e sulla seconda, un doppio fallo di Sekulic rimanda il carrarese avanti. Ora il numero 18 ATP sembra più in controllo nella gestione degli scambi, apre meglio gli angoli e trovando più profondità, costringe finalmente l’aussie a giocare qualche rovescio dove è decisamente meno solido.

Manda tutto in fumo l’azzurro nell’ottavo gioco in cui cede nuovamente il servizio regalando due doppi falli da destra, un diritto da buona posizione abbondantemente largo e una volée alta di diritto in corridoio. Nonostante Musetti in queste fasi stia nuovamente subendo il gioco aggressivo dell’avversario si tiene agganciato al parziale che verrà deciso dal tie-break. E seguendo il canovaccio del parziale, durante il tie-break il carrarese riprende nuovamente il controllo del gioco a partire dal servizio e in manovra da fondo. Dopo un’ora e venti minuti, Musetti chiude il primo parziale per 7 punti a 3.

Secondo set: ancora il tie-break ma stavolta è di Sekulic

Nel secondo parziale si segue il corso dei servizi fino al quinto gioco. Musetti al servizio parte malissimo, commette tanti errori e si materializzano le prime due palle break in favore del numero 325 ATP a cui basta la prima per mettere a segno il sorpasso. Sekulic non concretizza il vantaggio appena guadagnato e con tre gratuiti di diritto, Musetti ha tre occasioni per rientrare immediatamente. Sulla seconda palla break, l’australiano insiste nel girarsi per colpire il diritto dalla parte sinistra del campo e la sua accelerazione si stampa in rete rimettendo il parziale in parità. Si prosegue tenendo il servizio e senza l’ombra di una palla break. A decidere il secondo parziale, sarà di nuovo un tie-break. Un mini break di vantaggio non basta a Musetti che sul 4 pari commette un doloroso doppio fallo che mandano l’australiano a servire per rimandare tutto al parziale decisivo. Attento e preciso come raramente si è visto nel corso dell’intero match, Sekulic si aggiuca il secondo tie-break per 7 punti a 4.

Terzo set: crolla Sekulic, Musetti dilaga

Si presenta benissimo Musetti in avvio di terzo set, guadagnandosi subito un break di vantaggio con un bel passante di rovescio incrociato e confermato con un turno di servizio tenuto a 15. Arriva anche un secondo break di vantaggio maturato grazie a tre errori di diritto di Sekulic che permette a Musetti di issarsi sul 4 a 0. Il terzo break di vantaggio mette in cassaforte la vittoria di Lorenzo Musetti che dopo due set durati oltre due ore e mezza, in poco più di 30 minuti, vince il suo primo match in Cina, rifila un bagel all’australiano per accedere ai quarti di finale. “Non è stato un match facile. Lui ha giocato un buon tennis” – ha detto Musetti al termine del match- “Dopo aver perso il primo set, lui ha avuto un’ottima reazione. Mettere a segno il break all’inizio del terzo set è stato importante e sono molto contento di come ho giocato l’ultimo set.”

GLI ALTRI MATCH – Il prossimo avversario di Lorenzo sarà Arthur Rinderknech che ha battuto Marcos Giron 7-6(2) 6-4. Vittoria agevole per il numero tre del seeding Grigor Dimitrov che raggiunge quota 400 vittorie: 6-3 6-4 il punteggio rifilato al peruviano Juan Pablo Varillas. Al prossimo turno affronterà Christopher O’Connell. Nessun problema neanche per il numero 7 del seeding Miomir Kecmanovic che ha la meglio su Corentin Moutet 6-2 6-4.

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Coppa Davis

Coppa Davis: Italia in orbita Djokovic in campo il 23 novembre contro l’Olanda

Si comincia martedì 21 novembre con Canada contro Finlandia. La sfida tra gli azzurri di capitan Volandri e i Paesi Bassi giovedì 23 dalle 10 di mattina

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Matteo Arnaldi e Matteo Berrettini (foto Roberto dell'Olivo)
Matteo Arnaldi e Matteo Berrettini (foto Roberto dell'Olivo)

Ufficializzato il programma della fase finale di Coppa Davis che si disputerà a Malaga dal 21 al 26 novembre. Ad annunciarlo l’International Tennis Federation che ha reso noti orari e date dei quarti di finale.

Gli azzurri scenderanno in campo contro l’Olanda giovedì 23 novembre. Difficile fare previsioni sulla squadra che avrà disposizione capitan Filippo Volandri per l’ultimo tassello importante della stagione. In orbita Italia ci sarà Novak Djokovic che difenderà i colori della Serbia opposta alla Gran Bretagna di Andy Murray a Daniel Evans. Le vincenti di queste due sfide si affronteranno sabato 25 novembre.

Si comincia martedì 21 novembre al Palazzo dello Sport “Josè Maria Martin Carpena” dove si sfideranno Canada e Finlandia, rispettivamente vincitrice del Gruppo A e seconda del Gruppo D la scorsa settimana. Le due squadre daranno il via alle Final Eight di Coppa Davis. Anche per quanto riguarda i canadesi, non è semplice prevedere chi schiereranno. Riusciranno a recuperare Denis Shapovalov? Qualche progresso fisico lo farà Felix Auger-Aliassime? Nel frattempo il Canada ha potuto applaudire Gabriel Diallo, dotato di un ottimo servizio e che domenica compirà 22 anni.

 

Il giorno successivo, il 22 novembre, l’Australia, capeggiata da Lleyton Hewitt se la vedrà con la Repubblica Ceca. Alex de Minaur è apparso in gran forma e pronto a trascinare con Thanasi Kokkinakis la sua squadra. Per i cechi occhi puntati sul giovane Jiri Lehecka.

La vincente di questi due incontri scenderà in campo venerdì 24 novembre per la semifinale di Coppa Davis.

La finalissima si terrà domenica 26 novembre.

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ATP

Il team di Sinner si racconta: “Ognuno svolge il suo compito con estrema serietà. Il più competitivo? Jannik senza dubbi”

In un video-intervista all’ATP il team del tennista altoatesino si racconta a tutto tondo, da come svolgono il proprio lavoro al rapporto tra i membri della squadra, per finire con un ritratto di Sinner atleta ma anche persona

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Jannik Sinner - US Open 2023 (foto Twitter @usopen)

Il tennis, espressione massima della solitudine nel proprio palcoscenico, è ormai da molti anni descritto dalla totalità dei giocatori del circuito ATP e WTA come uno sport certamente individuale, ma nel quale il team è la colonna portante dell’intera struttura. Dal coach al super coach, dal fisioterapista al mental coach, dal preparatore atletico al manager. Tutti ingredienti fondamentali dietro le quinte – o meglio, nel famoso ‘box’ a bordo campo molto inquadrato dalle telecamere e osservato, chi più chi meno, dai giocatori in campo – che possono rendere un tennista il tennista, capace grazie alla propria forza di volontà e a tutti questi tasselli nel background di raggiungere, o meno, il successo e i propri obiettivi. La storia del tennis è colma di coach che hanno fatto la differenza: da Toni Nadal mentore di suo nipote Rafa, da Patrick Mouratoglou allenatore per un decennio di Serena Williams, per poi arrivare ai colori azzurri con Andreas Seppi e Massimo Sartori, Lorenzo Sonego e Gipo Arbino, Lorenzo Musetti e Simone Tartarini, per concludere con Jannik Sinner e…

Questo è un capitolo bello corposo da trattare: il team del n.1 italiano. Chi c’è dietro quella folta chioma rossa? Certamente i primi che vengono in mente sono Simone Vagnozzi e Darren Cahill – entrambi ex giocatori –, che per Jannik svolgono rispettivamente il ruolo di coach e supercoach. Un’intervista molto approfondita dell’ATP analizza ai raggi X la squadra del tennista altoatesino, che numerosa è dir poco. “Sono persone buone e felici; ognuno sa molto bene di cosa si deve occupare. Mi sento fortunato ad avere un team così”, le prime parole di Sinner sul proprio team, che come dirà poco dopo è come una famiglia. Vedo più spesso loro che i miei genitori”. Si capisce sin sa subito quello che il n.7 ATP cerca tra i propri membri della squadra: competenza e affinità. Infatti, “per me ognuno è fondamentale. Quando qualcuno entra a far parte del gruppo non è importante solamente che sia uno dei migliori nel suo lavoro, ma è essenziale anche come io mi senta con questa persona. Devo essere a mio agio e sapere che posso parlare di qualunque cosa che mi passi per la testa con tutti quanti”.

Successivamente la palla passa agli allenatori di Sinner, Vagnozzi e Cahill. La collaborazione con il primo inizia a febbraio 2022, come ricorda anche il 40enne di Ascoli Piceno, mentre la più fresca entrata – a giugno 2022 – è quella dell’ex semifinalista allo US Open Darren Cahill, coach in passato di personaggi come Andre Agassi, Lleyton Hewitt, Andy Murray e Simona Halep. Il mio ruolo è più quello di trasmettergli la mia esperienzaci informa l’australiano, “sono stati dei primi mesi di collaborazione molto buoni e produttivi”. Si sapeva già l’attitudine di Jannik in campo, ma il tennista italiano ci tiene comunque a farlo sapere chiaro e tondo: Sono il più competitivo, odio perdere, e sia Vagnozzi che Cahill dicono all’unisono che Jannik vuole vincere dappertutto, in ogni cosa che fa”.

 

L’ex allenatore australiano di Coppa Davis tira in ballo anche il preparatore atletico di Sinner, Umberto Ferrara, definendolo come il più serio. Nel tennis il corpo deve essere il tuo tempio, di conseguenza probabilmente lui ha il lavoro più importante di tutti. A cena dice sempre a Jannik quello che sarebbe meglio mangiare e ciò che si deve evitare”. E conferma anche Umberto che, mettendo le mani avanti, informa subito che quando lavoriamo siamo tutti seri. Quando è terminato l’allenamento, invece, si può scherzare tutti insieme. Ma non mancano nel team Sinner momenti di svago conviviali, rigorosamente nella maggior parte dei casi con le carte da gioco. Il ‘Burraco’ è quello che va per la maggiore ed è stato Giacomo Naldi, fisioterapista dell’altoatesino, a introdurlo a tutta la squadra. Jannik vuole giocare tutti i giornifa sapere Giacomo, che spiega questa ‘tradizione’ del 22enne di San Candido chiarendo che “la prima volta che abbiamo giocato insieme Jannik ha vinto il torneo a cui stava partecipando; quindi è per questo che vuole sempre giocare secondo me”.

Passando alla routine, invece, tutti i membri del team intervengono dicendo la propria, precisando che Sinner innanzitutto svolge qualche esercizio di mobilità e prevenzione, soprattutto alcuni specifici movimenti che lo proteggono da infortuni avuti in passato, come ad esempio quelli alla caviglia”. Poi arriva il turno di Naldi prima e dopo l’allenamento. Quest’ultimo è di un’ora e mezza, in cui il campione azzurro viene seguito da Vagnozzi, Cahill e consiste in palleggi di ritmo con uno sparring partner, per finire con qualche punto. Nel pomeriggio, invece, un’ora di tecnica in cui ci si concentra sul servizio, sulle volée, sullo slice…”, mentre la maggior parte del lavoro di Giacomo Naldi, come lui stesso afferma, avviene dopo: “Faccio qualche massaggio, qualche ulteriore esercizio di mobilità, lavoro con i suoi muscoli e cerco di far sì che il suo corpo possa recuperare al meglio”.

Come dice anche Sinner, non è un rapporto unilaterale quello tra coach e giocatore, infatti loro mi spingono a dare il meglio di me, ma anche io li sollecito parecchio. Ogni giorno è una sfida, ed è fondamentale non solo che loro siano miei amici, ma che sappiano anche essere onesti con me”. Cahill, poi, interviene facendo sapere un aspetto molto importante della persona-tennista che è Jannik Sinner: Non c’è molta differenza tra lo Jannik che si vede in campo e quello che si osserva al di fuori di esso. Lo si può vedere nei suoi occhi da volpe, che al momento giusto possono diventare quelli di una tigre”. Vagnozzi, invece, si sofferma sul fatto che Sinner quando entra in campo vuole sempre migliorare, è costantemente col sorriso, quindi per un coach è più semplice svolgere il suo lavoro”. Mettendo sul piatto della bilancia i risultati di quest’anno “Jannik è soddisfatto, ha più fiducia dopo la semifinale a Wimbledon e il titolo a Toronto. Questi erano suoi obiettivi”.

Un team solido, unito, familiare, dove ognuno ha un preciso compito e allo stesso tempo è un pezzo fondamentale del puzzle finale. Jannik ha solamente ventidue anni, ha già conquistato vette importanti del ranking, ha vinto tornei 250, 500 e 1000, è stato semifinalista Slam e, cosa più importante, è seguito da persone che credono nei suoi mezzi e lo stimolano al meglio. Dopo la parentesi US Open seguita da quella – mancata – di Coppa Davis, per Sinner ora è il momento di tuffarsi nell’ultimo periodo della stagione, con gli ultimi due tornei 500, due tornei 1000 e le Finals di fine anno dove non è ancora qualificato ufficialmente, ma gli mancano pochissimi punti per raggiungere la quota sufficiente per parteciparvi. Sappiamo che dopo New York Jannik si è dedicato al puro allenamento in vista dei prossimi appuntamenti. Il team ora lo conosciamo, sappiamo come lavorano, quindi non ci resta che metterci comodi e osservare le gesta del nostro n.1. Cinture allacciate, direzione Pechino!

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