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Al femminile

Simona Halep, lo spazio e il tempo

Analisi del gioco della vincitrice del Premier di Montreal, fortissima per alcuni aspetti ma anche con alcuni limiti sorprendenti

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Simona Halep e lo spazio
Quale è il tipo di gioco in cui Halep primeggia? Secondo me nello scambio di ritmo da fondo campo. In questo momento non penso esista una giocatrice altrettanto forte in questo specifico tipo di tennis. Sottolineo i due aspetti associati al termine scambio: scambio da fondo campo. E scambio di ritmo.

Lo scambio di ritmo da fondo campo è naturalmente solo uno dei tanti modi di impostare il tennis, ma probabilmente è quello più di successo nella nostra epoca. Attuarlo al meglio significa muovere la palla con regolarità e sistematicità, senza perdere campo e senza avere punti deboli nelle esecuzioni al rimbalzo. Il tutto sbagliando pochissimo. Ecco, in questo tipo di gioco credo Simona sia la numero 1. Per essere la migliore occorrono molte doti: nel suo caso ce ne sono almeno quattro in cui eccelle.

La prima dote è la mobilità, soprattutto orizzontale: grazie a “gambe” di qualità superiore. Gambe che le garantiscono la capacità di spostarsi con una rapidità, una coordinazione, una precisione esemplari, tanto da raggiungere la palla quasi sempre in modo ottimale, riuscendo così a eseguire i colpi in pieno controllo. E anche, quando occorre, a difendere e contenere al meglio.

La seconda dote è essere una tennista simmetrica. Termine a cui ricorro per intendere questo: una giocatrice forte in modo sostanzialmente equivalente di dritto e di rovescio. Probabilmente il rovescio è più naturale mentre il dritto è un po’ più costruito, ma costruito così bene che oggi entrambi i colpi sono di altissimo livello. I suoi due colpi base (dritto in topspin e rovescio in topspin) sono davvero solidissimi.

La terza dote è la preparazione atletica: è difficile pensare a giocatrici che possano avventurarsi in un palleggio contro Halep pensando di avere la meglio alla distanza, sul piano della tenuta fisica. Forse potrebbe riuscirci Caroline Wozniacki, che però ha un evidente limite nella asimmetria tecnica, visto che ha un dritto più incerto del rovescio.

La quarta dote è particolarmente rara: la capacità di eseguire i colpi lungolinea con notevole facilità. Normalmente in uno scambio è molto più semplice e sicuro indirizzare la palla in diagonale, per ragioni tecniche (vedi QUI), ma anche geometriche. La diagonale di un campo da tennis è più lunga del lato, e poi la rete è più alta vicino ai sostegni che in centro. Quindi nei lungolinea non solo si hanno meno metri a disposizione per effettuare la parabola, ma ci si ritrova anche la rete più alta, che rende il tutto più complicato.

Per questo sono poche le giocatrici in grado di eseguire con la stessa efficacia degli incrociati anche i lungolinea. Ad esempio Jelena Jankovic è famosa per la facilità con cui esegue il rovescio lungolinea; oppure Angelique Kerber il dritto. Ma ancora più raro è trovare una giocatrice così sicura in entrambi i lungolinea come Simona Halep. Saper effettuare senza problemi i lungolinea le permette di muovere la palla da fondo con totale, assoluta libertà: per lei tutte le direzioni sono possibili. Compresi gli incrociati anomali (gli inside-out) così come i lungolinea anomali (inside-in). Colpi che Halep esegue non solo di dritto ma anche di rovescio (anche se il rovescio anomalo normalmente è più usato in risposta che nello scambio avviato).

Ricapitoliamo. Straordinaria nella mobilità orizzontale, del tutto simmetrica, con una ottima resistenza, e senza limiti nella scelta della direzione dei colpi. Quando è in forma, Simona è davvero ai vertici nel costruire geometrie da fondo campo, indirizzando a destra, sinistra, incrociato, diagonale, anomalo, etc. etc, è capace di muovere palla e avversaria con un ritmo incessante in cui praticamente nessuna è alla sua altezza.

Ogni tennista conosce le proprie qualità, e nelle giornate in cui è in vena ho proprio la sensazione di percepire il suo piacere nell’attuare questo tipo di gioco. E se per caso un’avversaria prova a contrapporsi con questa stessa impostazione, ne esce a pezzi: smantellata palleggio dopo palleggio, geometria dopo geometria. Presento un punto “qualsiasi”, tra gli infiniti possibili. Guardate quanto varie sono le direzioni attuate da Halep in un solo scambio (23 colpi totali):

Questi i colpi eseguiti in sequenza da Simona: dritto lungolinea, dritto incrociato, dritto anomalo dal centro, dritto lungolinea, rovescio lungolinea, dritto al centro, rovescio incrociato, dritto incrociato, dritto lungolinea, rovescio lungolinea, dritto incrociato. Impressionante: non c’è una direzione ripetuta di fila, un angolo uguale all’altro. Non solo: i lungolinea e gli incrociati sono utilizzati come se fossero del tutto intercambiabili. Wang Qiang cerca di reggere il confronto sul piano del ritmo, e ne esce sopraffatta: mai sfidare Halep su questo tipo di terreno.

Ma c’è un ma. Dopo averla seguita per molti anni, sono portato a pensare che sia tale la attitudine di Simona per questo tipo di gioco, da diventare anche il suo limite: ogni aspetto che la allontana dal tennis inteso come geometria da fondo finisce per diventare un elemento di perturbazione. E il primo aspetto di perturbazione, quello per lei più profondo, è la variabile “tempo”.

a pagina 3: Simona Halep e il tempo

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