La torre di controllo da tempo ha ricevuto l’allarme: l’aereo Garcia fatica a rimanere in quota. Nonostante il numero quattro del mondo che vale il best ranking, nonostante l’aria asiatica – non proprio salubre, in teoria – che però dovrebbe restituire vigore e fiducia alla ventiquattrenne di stanza a Lione. Chissà se aver ripescato dalla spazzatura il match contro Pavlyuchenkova (tre match point contro) non possa innescare a Tokyo la reazione tanto attesa. Proprio di questi tempi, un anno fa, l’hashtag #FlyWithCaro divenne tendenza insieme al sorriso da copertina della figlia di coach Louis Paul. A cavallo tra l’ultima settimana di settembre e la prima di ottobre, la campagna sul cemento cinese (Wuhan e poi Pechino) regalò a Caroline il quarto e il quinto titolo della sua carriera e un pass per le Finals (l’ufficialità arrivò dopo qualche giorno, con il forfait di Johanna Konta a Mosca). Numero 20 del mondo prima della scalata (24 settembre 2017), Garcia si ritrovò numero otto WTA il 22 ottobre con i due trofei in bacheca, conquistati superando in finale rispettivamente Barty e soprattutto Halep nel Premier Mandatory della capitale cinese. A Singapore poi l’atterraggio, per aver sforzato troppo il motore, perdendo in semifinale da Venus. Ma quel finale di stagione diede a tutti la sensazione di dover fare i conti, guardando al 2018, con una giocatrice da Slam.
In realtà le promesse sono state ampiamente disattese. Le semifinali a Stoccarda e a Madrid hanno rappresentato fino a questo momento i picchi di rendimento del 2018 di Garcia, che di vittorie contro top 20 ne ha conquistate appena tre: Svitolina a Stoccarda, Goerges a Madrid, Stephens a Roma. Nei Major il bilancio complessivo è ancor più in rosso: due ottavi di finale a Melbourne e Parigi (ko da Keys e Kerber), lo scivolone all’esordio a Wimbledon contro Bencic e il più recente terzo turno agli US Open, rimontata inaspettatamente da Suarez Navarro.
Cimentarsi nelle proiezioni sulla Race è in questo momento impresa fuori portata e non sono da escludere rimonte clamorose, ma l’attuale diciassettesimo posto di Garcia rende complicato ipotizzarla oggi ancora in tabellone a Singapore. Allo stesso modo, la posizione ai piedi del podio del ranking WTA è destinata a scontare le pesanti cambiali di un anno fa. In agenda per Caroline, dopo la spedizione in corso a Tokyo, un triplice impegno in Cina. Alla difesa dei titoli di Wuhan (Premier 5) e Pechino, si aggiunge infatti l’International di Tianjin dal 7 al 14 ottobre. Con l’occasione di rilanciarsi su campi amici, ma anche con la pressione dei tanti punti da difendere. E delle aspettative, che fino a oggi l’hanno frenata.