La ricca FIT non ha paura di investire: oltre 10 milioni per la nuova sede

Rubriche

La ricca FIT non ha paura di investire: oltre 10 milioni per la nuova sede

La FIT cerca casa: 3200 metri quadrati e vicino al Foro Italico. Ok investire quando si può per una FIT che prevede 57 milioni di fatturato nel 2018. Ma oltre che sul patrimonio immobiliare quando si investirà di più su attività sportiva, tennis agonistico, coach, giovani, Serie A?

Pubblicato

il

 

La FIT cerca una nuova casa a Roma. Probabilmente l’ha anche già individuata, ma vuole togliersi ogni scrupolo. Scadono infatti tra pochi giorni, il 31 ottobre alle ore 12, i termini dell’indagine di mercato non vincolante avviata in estate dalla federazione per individuare un immobile in grado di rispondere ai requisiti richiesti. Che sono ambiziosi, come si può leggere dalla pubblicazione ufficiale (diffusa anche, per estratto, su alcuni quotidiani nazionali). La FIT si riserva esplicitamente di trovare una soluzione anche attraverso suoi canali e trattative private, ma allo stesso tempo apre a eventuali proposte. Chi ne ha, dispone ancora di qualche giorno per farsi avanti.

TV INCLUSA – Il nuovo complesso verrà individuato con l’obiettivo di riunire sotto un unico tetto gli uffici (sia operativi sia di rappresentanza) e gli studi di SuperTennis, oggi distaccati rispetto all’attuale sede federale ospitata nella pancia della Curva Nord dello Stadio Olimpico. Su un minimo di 3200 metri quadrati, infatti, almeno 400 dovranno avere destinazione d’uso compatibile ad attività di produzione televisiva. Da circa due anni il canale tematico federale è ospitato a via Vitorchiano, sulla Flaminia, lì dove si sono stabilite anche la FIPAV e la FIP. Tra i requisiti fondamentali della nuova sede – che potrà essere anche ristrutturabile, entro tempi prestabiliti – figura la capacità di sostenere almeno 200 postazioni lavoro (la consistenza organica attuale è di 49 unità, più i collaboratori), con un parcheggio da minimo 50 posti auto e 20 per moto e motorini. Chiaramente si ragiona, considerata la metratura richiesta, di un edificio su più piani. Tra i requisiti preferenziali, spicca la vicinanza al Foro Italico che rappresenta un punto strategico per gli Internazionali BNL d’Italia. Siamo quindi nel pieno centro della Capitale, dove le valutazioni di mercato degli immobili non sono trascurabili. I dati aggiornati a settembre dei principali siti specializzati fanno oscillare il valore per metro quadrato in quella zona tra i quattromila e i cinquemila euro, con la possibilità di risparmiare spostandosi gradualmente verso la periferia.

LE ESIGENZE – Un paio d’anni fa, intervistato da Tennis Italiano, il presidente Angelo Binaghi si è espresso così accennando anche a ricadute occupazionali: “Dobbiamo comprare una sede. All’Olimpico non ci stiamo più, poi l’attuale studio di SuperTennis è preso in affitto in una palazzina della FIPAV. A quel punto potremmo prendere le persone di cui abbiamo bisogno, perché in questo momento siamo sottodimensionati. E non possiamo mettere le scrivanie a castello… insomma, abbiamo bisogno di spazio. Lo hanno già fatto la pallavolo, il calcio, lo sta facendo il rugby. Abbiamo bisogno di una sede, come peraltro abbiamo già fatto con le sedi dei comitati regionali, dunque evitando di pagare l’affitto. (…) Negli ultimi due anni ho già visitato 7-8 palazzi a Roma. Appena ci sarà l’occasione, investiremo”. Questo passaggio, datato 2016, supporta una logica deduzione: la FIT ha probabilmente già individuato soluzioni di suo gradimento, ma il bando in scadenza a fine ottobre serve a rispettare le procedure di trasparenza.  Garantendosi anche eventuali nuove possibilità. Va anche specificato come, tra le federazioni più importanti, siano sempre di meno quelle confinate nel breve perimetro che racchiude lo stadio Olimpico e lo storico palazzo di viale Tiziano. Resiste la FIN, che comunque beneficia della vicinanza strategica con la piscina del Foro Italico.

COSTI e CASSA-  Va tenuto presente che l’ultimo consuntivo pubblicato dalla FIT è quello del 2016, ma c’è la possibilità di consultare i bilanci preventivi per il 2017 e il 2018 (nell’anno in corso il fatturato previsto è di oltre 58 milioni). Due anni fa si ipotizzava un investimento per la sede di circa dieci milioni di euro, ampiamente sostenibile – parole dello stesso Binaghi – anche per la presenza di un fondo cassa di circa 20 milioni frutto dell’attivo accumulato negli esercizi precedenti. Dal bilancio 2016, emerge in effetti la voce (non onnicomprensiva) “attivo circolante” che ammonta a quasi 17 milioni frutto di liquidità disponibile e crediti. “Se non facessimo nulla, continueremmo ad accumulare denaro”, commentò il numero uno federale facendosi anche forte di un utile previsionale tra i cinque e i sei milioni. Guardando ai prezzi di mercato, chiaramente, c’è il rischio che l’ipotesi di spesa di dieci milioni possa essere superata arrivando almeno intorno a quota 13 per l’acquisto della palazzina. Al netto di possibili prezzi di favore. In tal senso si è aperta però una nuova strada proprio nei mesi scorsi, con la convenzione stipulata tra la FIT e il Credito Sportivo. Alla presentazione dell’intesa, Binaghi ha accennato alla possibile collaborazione della banca anche nell’investimento immobiliare: “Aggiungiamo anche la possibilità sempre più concreta che la FIT superi la situazione emergenziale in cui si trova per quanto riguarda i propri uffici: anche la FIT si doterà di una sede propria, nell’ambito del progetto di riorganizzazione del gruppo delle società FIT. Il Credito Sportivo – le parole del massimo dirigente – ci ha garantito nell’accordo anche una linea di credito di qualche milione di euro a tasso zero per agevolare questo ineludibile passo per far crescere ulteriormente il tennis in Italia”.

SOSTENIBILITÀ – L’operazione, nei termini in cui è stata annunciata, risulta difficilmente attaccabile dal punto di vista della gestione finanziaria. Anche perché l’investimento immobiliare consente patrimonializzazione. Il dibattito si potrebbe invece aprire sulla scelta “politica”. Una così ampia disponibilità di cassa potrebbe essere impiegata anche nel sostegno all’attività sportiva? Dal bilancio di previsione per il 2018, il settore tecnico risulta complessivamente sostenuto con circa sei milioni e mezzo di euro. Al totale concorrono le spese sostenute per Davis e Fed Cup, i contributi ai giocatori impegnati nei circuiti internazionali e le attività di formazione (circa 1,2 milioni per le spese di trasferta dei giocatori convocati sia nel Centro Tecnico CONI di Tirrenia sia in altre strutture dove si svolge l’attività federale). Circa 2,5 milioni di contributi sono stati destinati a società e associazioni sportive, tra cui principalmente la SSD Mario Belardinelli che si occupa dei “Centri Periferici”, dei Centri federali estivi e della programmazione del settore giovanile Under 20.  Poco non è, ma chiaramente si può fare sempre meglio visto che parliamo di un ente che vive condizioni di benessere che ci auguriamo siano proiettate a medio e lungo termine. Uno spunto recente, che non è l’unico, l’abbiamo lanciato con l’editoriale del direttore Scanagatta sulle condizioni del campionato di Serie A e sulle possibili riforme che potrebbero migliorarlo. Dalla previsione per l’esercizio 2019, capiremo se la spinta sugli investimenti viene intesa a più ampio raggio rispetto al pur legittimo ampliamento del patrimonio immobiliare.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement