La Croazia va allo specchio con Cilic: 2-0 e ultima Davis ad un passo

Coppa Davis

La Croazia va allo specchio con Cilic: 2-0 e ultima Davis ad un passo

LILLE – Il secondo singolare è praticamente identico al primo: stessa durata, quasi stesso punteggio, stessa prestazione deludente del giocatore di casa, Tsonga. Per l’insalatiera croata manca un solo punto

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PRIMO INCONTRO – Coric rovescia Chardy: Croazia in vantaggio

Finale Coppa Davis: FRANCIA-CROAZIA 0-2 (dal nostro inviato a Lille)

M. Cilic (CRO) b. J.W. Tsonga (FRA) 6-3 7-5 6-4

Non fosse per il fatto che a uscire dal campo a metà terzo set è stato il tennista francese, il secondo singolare tra Cilic e Tsonga si è rivelato una copia carbone del primo vinto agilmente da Coric. Dominio croato più o meno continuo, con percentuali al servizio davvero notevoli per la superficie, nessun break francese e punteggi praticamente speculari. Senza stupire i feticisti delle classifiche, il numero 259 del mondo rimette l’incarico di salvatore della patria al cospetto del settimo giocatore del mondo, fuori categoria per questa versione incerta e immota di Tsonga. La Croazia ha già diverse dita sull’insalatiera, adesso deve soltanto afferrarla.

IL PRIMO SET – Volendo considerare le due vittorie a livello challenger di Tsonga, il francese si era presentato a questa sfida in svantaggio 5-4 negli scontri diretti. Più di questo, però, dal sesto game del primo set comincia a pesare l’unica vittoria ottenuta nei sei incontri disputati dopo il rientro dall’infortunio. Jo aveva iniziato con buon cipiglio, pur avendo di fronte un Cilic impeccabile con il servizio (ahilui, questa cosa rimarrà tale per tutto il match) e dovendo inventarsi sempre qualcosa con il dritto per sorprendere il croato. Come nella partita precedente è il rovescio francese il peggiore attore sul campo: Tsonga ne sparacchia un paio in corridoio e offre il primo break. Ne deriva l’esito di un set che dura quel game di troppo che serve a discostare questo punteggio da quello del match vinto da Coric. Se Cilic avesse convertito il set point nell’ottavo game, gli score sarebbero stati sovrapponibili. 34 punti a 17, il dominio è netto.

IL VANO TENTATIVO DI JO – Continuano a inquietare due cose, sui freddi spalti di Lille. Il modo in cui il match si snoda, identico al singolare appena terminato, e la resa con la prima di Cilic che chiuderà i primi due set con un solo punto perso. Ventotto su ventinove servizi scagliati, ben pochi dei quali teneri. Tsonga mima Chardy nella capacità di conquistare due palle break nel secondo set – lo aiuta Cilic, che rovina in un doppio fallo – e purtroppo per i francesi anche nella scarsa vena realizzativa. Si arriva quindi al decimo game, inaugurato ancora da un boato del pubblico francese che cerca di scuotere Jo. Ancora, quasi fosse una maledizione, il tennista croato vince tre game di fila e chiude 7-5.

Perché la sceneggiata fosse completa, però, serviva il medical time out di Cilic a sovrapporsi a quello di Coric. Arriva invece quello di Tsonga, che appena dopo aver subito il break anche nel terzo set chiede di poter uscire dal campo per ricevere un trattamento alla gamba dolorante (ricordiamo che sette mesi fa è stato operato al ginocchio sinistro). Se voleva essere un tentativo disperato di innervosire il suo avversario, si rivela utile soltanto a regalargli un’ultima palla break, dopo le due conquistate sul 2-1 grazie a un raro dritto lungolinea vincente. Le esecuzioni brillanti del francese oltre ad essere sparute arrivano sempre in momenti poco decisivi, come il passante monomane di inizio secondo set e la risposta vincente di rovescio nell’ottavo game del terzo. Di lì è un mesto rotolare verso il 6-4 di Cilic, vidimato da un punto che riassume l’intera partita: palla corta senza senso di Tsonga, a volersi chiamare fuori dalla contesa, attacco neanche troppo convinto di Cilic a cui il francese con un pallonetto a una mano, tanto corto da scatenare lo smash vincente del croato. La fetta di tifosi biancorossi è scatenata, e può finalmente liberare tutta la sua gioia dopo essere stata richiamata più volte nel corso dell’incontro per ‘eccesso di tifo’, giunto persino a sottolineare con applausi le prime di servizio sbagliate da Tsonga.

Il 2-0 è netto, inequivocabile, e come abbiamo detto, gemello. Due ore e sedici minuti il primo incontro, due ore e diciassette il secondo, chiuso dalle lacrime di Tsonga. La Croazia è ad un passo dalla rivincita (tennistica) di Zagabria 2016 e da quella (sportiva, contro la Francia) di Mosca 2018. Il doppio al momento sembra avere il solo scopo di regalare un’ultima giornata di speranza a Noah e compagni.

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