Serena fa "congelare" le classifiche fino a 3 anni (Gazzetta). Finals, Torino resta in corsa (Cocchi). Ora Torino ci crede davvero (Semeraro)

Rassegna stampa

Serena fa “congelare” le classifiche fino a 3 anni (Gazzetta). Finals, Torino resta in corsa (Cocchi). Ora Torino ci crede davvero (Semeraro)

La rassegna stampa di sabato 15 dicembre 2018

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Serena fa “congelare” le classifiche fino a 3 anni (La Gazzetta dello Sport)

Di ritorno dalla gravidanza, Serena Williams, ambasciatrice numero 1 del tennis mondiale, ha portato alla ribalta il problema. Meno di un anno dopo, la WTA sta cercando di adeguare le sue regole per le giocatrici che tornano dalla maternità. CASO.Il caso emblematico di Serena al Roland Garros del 2017, quando le fu negata la presenza fra le teste di serie essendo scivolata al numero 450 del mondo dopo la lunga assenza per maternità, ha spinto la WTA a rivedere nel 2019 il suo sistema di “classificazione protetta”, un dispositivo che consente alle giocatrici di mantenere la vecchia posizione in dassifica dopo una lunga assenza DOCUMENTO. Secondo un documento circolato sui social network durante la settimana e che AFP ha confermato con un allenatore, il congelamento della classifica sarà portata da due a tre anni al massimo e sarà aperto alle giocatrici classificate fino al 3750 posto nel ranking, invece del 300°. MAMME. Soprattutto, le disposizioni relative alla gravidanza sono differenziate da quelle relative a un infortunio. Per le giocatrici che sono diventate madri, questo periodo di tre anni inizia alla nascita del bambino e non più alla data dell’ultimo torneo giocato, come nel caso di un giocatore infortunato. La WTA arriva a specificare anche una regola in caso di adozione o ricorso alla maternità surrogata: in questo caso la classifica viene “congelata” per un massimo di due anni dall’ultimo torneo giocato. In caso di maternità o infortunio, il numero di tornei in cui è possibile ricorrere alla “classifica protetta” sale, per un’assenza superiore a un anno, dagli otto ai dodici. Anche se la classifica protetta non garantirà un posto fra le teste di serie, il nuovo regolamento sarà maggiormente protettivo evitando che si ripetano casi come appunto quello della Williams al Roland Garros. ABBIGLIAMENTO. In base al nuovo regolamento alla campionessa americana, come a tutte le altre giocatrici, sarà consentito indossare legging e short a compressione, indumenti che in alcuni tornei non erano stati ritenuti idonei. La WTA dovrebbe rendere noto il nuovo regolamento 2019 a partire dalla prossima settimana


Candidatura Finals, Torino resta in corsa con altre quattro (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Torino c’è. Il sogno di ospitare le Atp Finals, il vecchio «Masters», che dal 2021 potrebbe cambiare casa e andare via dalla 02 Arena di Londra, è ancora vivo. Erano quaranta le città che avevano avanzato la loro candidatura per l’evento che chiude la stagione tennistica, tra queste ne sono rimaste in corsa soltanto quattro, a cui si aggiunge Londra che vorrebbe avere ancora le Finals per il quinquennio 2021-2025. E’ dal 2009 che la capitale britannica ospita il torneo tra i migliori otto al mondo e ogni anno è stato un successo. RIVALI Oltre a Torino la short list vede anche Manchester, Singapore e Tokyo, ma sembra che la proposta della città piemontese sia particolarmente piaciuta ai vertici dell’Atp. Entusiasta il presidente del Coni Giovanni Malagò: «E’ il primo passo verso il traguardo finale — ha detto —. Essere entrati in short list con Torino è un grande successo che conferma l’ottimo lavoro di squadra portato avanti dal sindaco, dal Governo, dalla Federtennis e dal Coni attraverso Coni Servizi». Per Torino è anche l’occasione di rifarsi dalla delusione della corsa ai Giochi 2026 e Chiara Appendino è più che mai desiderosa di portare un grande evento in città. Il PalaAlpitour, disegnato dall’archistar giapponese Arata Isozaki per i Giochi Invernali del 2006, è la struttura scelta per ospitare i match: «Abbiamo un impianto attrezzato e perfetto per ospitare manifestazioni internazionali – ha commentato il sindaco -. Dalla nostra parte ci sono anche le elevate competenze maturate in materia di organizzazione e gestione di grandi eventi sportivi. Torino poi pub mettere sul piatto un patrimonio ambientale e culturale di una città d’arte visitata ogni anno da milioni di persone». Basterà? Per saperlo bisognerà attendere fine marzo, quando il board Atp si riunirà a Indian Wells per la decisione definitiva.


Torino ora vede le ATP Finals (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Il primo passo è compiuto. Torino è stata inserita tra le cinque città candidate ad ospitare dal 2021 al 2025 le Atp Finals, ormai da otto stagioni organizzate presso la 02 Arena di Londra. Con Torino e la stessa Londra, che rientrerebbe in gioco qualora le altre sedi non dessero alla fine le opportune garanzie richieste dai vertici dell’Atp (che sono stati in visita nella città sabauda a inizio settimana), ci sono Manchester, Singapore e Tokyo. Se l’altra sede britannica pare un doppione e nemmeno così altisonante rispetto all’attuale location, le insidie giungono da lontano. Dalla parte di Singapore ci sarebbe il probante test delle scorse edizioni delle Wta Finals, da quella di Tokyo il fascino di una città proiettata nel futuro e assolutamente multietnica. A favore di Torino la sua storia, la forza di aver ospitato un’Olimpiade ancora oggi ricordata, un impianto di assoluto livello e il fatto che l’evento, come parrebbe gradire l’Atp, rimarrebbe in Europa. I giochi, anche economici, sono ancora tutti da fare ma il superamento di questa prima fase autorizza a ben sperare. La decisione definitiva verrà presa a metà marzo dal board dell’Atp in occasione del Masters 1000 di Indian Wells. La Fit, in collaborazione con il Coni, attraverso Coni Servizi e grazie all’appoggio di Governo, Comune di Torino e Regione Piemonte aveva presentato la candidatura nello scorso novembre. Le Atp Finals rappresenterebbero per il nostro Paese e sotto il profilo tennistico una sorta di suggello alle organizzazioni di livello che hanno negli Internazionali BNL d’Italia a Roma (Masters 1000) e nelle Next Gen Atp Fmals di Milano i momenti salienti. Unanime la soddisfazione per questo primo traguardo raggiunto. «Un riconoscimento – sottolinea il presidente Fit, Angelo Binaghi- delle nostre capacità organizzative in partnership con Coni Servizi. Ringrazio il Governo e le Istituzioni locali che ci hanno messo in condizione di competere per portare in Italia una delle manifestazioni tennistiche più importanti al mondo. Il cammino è ancora lungo ma faremo ogni sforzo possibile per arrivare all’obiettivo di portare le Atp Finals a Torino dal 2021»


Ora Torino ci crede davvero. Corsa a cinque per ospitare i fenomeni del tennis dal 2021 (Stefano Semeraro, La Stampa)

Il Torneo dei Maestri in Italia: adesso non è più follia pensarlo. L’Atp ieri ha annunciato la lista ristretta delle cinque candidate a ospitare le Atp Finals per cinque anni a partire dal 2021 e insieme a Londra, che il Masters lo ospita da dieci anni, Tokyo, Singapore e Manchester c’è anche Torino. Ora inizia un altro sprint, quello decisivo, che a marzo, durante il Masters 1000 di Indian Wells, porterà all’annuncio della città vincitrice. «È una straordinaria notizia e tutti dobbiamo esserne orgogliosi, ma la strada è ancora lunga», ha detto la sindaca pentastellata di Torino, Chiara Appendino. Il traguardo però non è impossibile. La visita della delegazione Atp. Il dossier presentato dalla Federtennis e dal Coni, con l’appoggio sincero e non solo formale di Comune, Regione e governo (che avrebbe già stanziato i 17,5 milioni di euro necessari come garanzia), evidentemente è piaciuto. La sindaca Appendino, che era volata a Londra a novembre proprio durante il torneo del Masters, martedì scorso ha cenato con la delegazione Atp che è ripartita dopo una due giorni in cui si è goduta la città e visitato il Pala Alpitour – che con i suoi 15 mila posti è la sede designata – e tutto il Parco Olimpico, che nel progetto si trasformerebbe in una cittadella del tennis. Affare da centinaia di milioni. Non è uno scherzo organizzare un evento che è nato a Tokyo nel 1970, è diventato immortale fra gli Anni 70 e 80 grazie ai trionfi di McEnroe, Borg, Lendl e Becker a New York e ogni anno muove verso Londra circa 250 mila persone. Fra tasse da versare all’Atp e organizzazione vera e propria se ne vanno dai 25 ai 30 milioni di dollari, ma è anche vero che l’indotto ne vale dieci volte tanto e che fra biglietteria, diritti tv e sponsor se ne possono portare a casa 40. E poi vuoi mettere, specie dopo la delusione per la rinuncia alle Olimpiadi del 2024, ritrovarsi in Italia per cinque anni gli otto tennisti più forti del mondo – se non il 37enne Federer magari ancora Nadal, Djokovic, Murray e poi Zverev, Thiem, Kyrgios… – dentro l’atmosfera magica del Masters? Certo, la concorrenza è agguerrita. Tokyo ha soldi, strutture, giocatori (Nishikori) e anche l’attuale sponsor delle Finals (Nitto), Singapore è ricca e ha appena ospitato il Masters femminile, Londra può contare sulla rendita di posizione e la 02 Arena ma sconta il desidero di alcuni big (come Djokovic) di cambiare aria; Manchester è la Cenerentola. Torino può vantare posizione geografica (al centro dell’Europa), storia, cultura e bellezza, oltre agli impianti. Farcela sarebbe davvero un colpo da maestri.


Torino è in finalissima per gli ATP di tennis (Gabriele Guccione, Corriere di Torino)

Svanito il sogno di un’Olimpiade bis, la sindaca Chiara Appendino cerca di lasciarsi alle spalle la disfatta e spera di far dimenticare ai torinesi la brutta esperienza della mancata candidatura olimpica puntando tutto sul tennis. Il primo risultato l’ha incassato ieri: Torino è entrata nella lista ristretta delle città candidate a ospitare le Atp Finals, il torneo dei maestri, dal 2021 al 2025. Il capoluogo piemontese è in buona compagnia e sbaragliare la concorrenze sarà tutt’altro che facile: dovrà vedersela, infatti, con Londra (dove il torneo si tiene da 10 anni), Manchester, Singapore e Tokyo. Una delegazione dell’Associazione del tennis professionale lunedì e martedì hanno visitato la città, per vedere di personale le possibili sedi di gara e allenamento: lo Sporting e il PalaAlpitour. E ieri è arrivato il primo verdetto: Torino è della partita. E avrà tempo fino a marzo, quando l’annuncio della città prescelta verrà dato durante il torneo di Indian Wells, in California, per mettere in piedi una candidatura, la cui proposta di candidatura è partita dalla Federazione italiana tennis e dal Coni con l’appoggio di Comune, Regione e governo. «E una notizia straordinaria — ha commentato la sindaca Appendino —. Abbiamo superato decine di città in questa prima fase, la sfida è ancora lunga e difficile, ma non ci spaventa». La proposta di Torino si impernia sulla «cittadella del tennis» attorno al PalaAlpitur e al Circolo della Stampa di corso Agnelli. «Possiamo contare su tutto ciò che serve per vincere la sfida — afferma la prima cittadina —: un impianto attrezzato perfetto per ospitare manifestazioni sportive internazionali di altissimo livello, elevate competenze nell’organizzazione di grandi eventi, il sostegno del governo, della Fit e dei vertici dello sport italiano». Insomma: Torino avrebbe tutte le carte in regola. «E, in un raro mix tra storia e slancio verso il futuro — sottolinea Appendino —, da un lato la città può mettere sul piatto della candidatura un patrimonio ambientale, architettonico e culturale di città d’arte sempre più apprezzata e dall’altro infrastrutture, innovazione, tecnologia e sinergie con le realtà di un territorio unico». Del resto per il capoluogo piemontese le ricadute sarebbero importante: in termini di immagine, «ma anche in termini turistici ed economici», fa notare la sindaca. E questa volta, a differenza di quanto avvenuto sul dossier olimpico, la candidatura torinese può contare sul sostegno del Coni. «Essere entrati nella short list è un grande successo che conferma l’ottimo lavoro di squadra — ha affermato ieri il presidente Giovanni Malagò —. Ora bisognerà insistere su questa strada cercando nei prossimi mesi di convincere ulteriormente l’Atp che il progetto Torino è il migliore possibile». Per l’esponente torinese di Forza Italia, Osvaldo Napoli, si tratta di un’«ottima notizia”»: «Siamo ora all’ultimo miglio e tutte le istituzioni e le associazioni di categoria devono impegnarsi per sostenere la candidatura della nostra città. Non sarà una passeggiata, ma essere entrati nella short list è un passo importante, anche se questa bella performance non potrà mai risarcire Torino e i torinesi della grande occasione olimpica buttata al vento».

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